26 dicembre, 2006

Confermata la condanna a morte per Saddam Hussein


LA CORTE DI APPELLO CONFERMA LA CONDANNA A MORTE PER SADDAM
BAGHDAD - L'ex presidente iracheno Saddam Hussein verra' giustiziato per impiccagione entro trenta giorni, ''in qualsiasi momento a partire da mercoledi''' (domani). Lo ha detto il giudice della Corte d'appello Arif Shaheen, dopo che la magistratura ha oggi confermato la condanna a morte dell'ex dittatore.

La conferma della condanna a morte da parte della Corte d'appello e' stata presa all'unanimita'. Il regolamento del tribunale prevede che la sentenza debba essere eseguita entro trenta giorni. Secondo la legge irachena inoltre nessuna autorita', neanche il capo di Stato, puo' concedere la grazia ne' commutare la pena di un condannato per crimini internazionali.
STRAGE DUJAIL, SIMBOLO REPRESSIONE REGIME
Il villaggio sciita di Dujail, una quarantina di chilometri a nord di Baghdad, e' stato per oltre due decenni il simbolo della repressione spietata del regime di Saddam Hussein contro chiunque osasse, o addirittura solo pensasse di attentare alla vita del capo dello Stato. La strage che li' si e' consumata e' il primo crimine per il quale Saddam e' stato condannato a morte, una condanna confermata oggi dalla corte di appello. Il processo di primo grado, cominciato il 19 ottobre dello scorso anno e conclusosi il 5 novembre, ha riconosciuto l'ex presidente colpevole di crimini contro l'umanita' e lo ha condannato a morte insieme al fratellastro Barzan al Tikriti e all'ex capo del tribunale che pronuncio' la condanna a morte per i 148 abitanti di Dujail, Awad al Bander. L'8 luglio 1982 Saddam fu accolto nella cittadina dal sindaco di allora, Abdullah Ruwaid e dai dirigenti locali del Baath. Al termine di una cerimonia ufficiale, il presidente e la sua delegazione salirono in auto per lasciare il villaggio e, poco dopo, diverse raffiche di mitra vennero sparate contro le auto del convoglio presidenziale. Saddam Hussein rimase illeso, ma alcune delle sue guardie del corpo vennero ferite, mentre gli attentatori, cinque in tutto, vennero individuati e uccisi immediatamente dagli agenti dei servizio di sicurezza. Il giorno successivo, la Guardia Repubblicana arrivo' in forze al villaggio e arresto' 450 persone, tra cui numerosi anziani e donne, e anche dei ragazzi che erano poco piu' che bambini. Per loro, venne successivamente allestito anche un centro di detenzione speciale nella regione meridionale di Samawah, in mezzo al deserto. Per 148 persone il tribunale rivoluzionario pronuncio' la condanna a morte, puntualmente sottoscritta da Saddam Hussein e quindi eseguita. Le fattorie da dove erano partite le raffiche di mitra vennero ben presto rase al suolo con i bulldozer e poi confiscate, mentre il sindaco Ruwaid e suo figlio Mizher divennero i responsabili della locale sezione del partito Baath. Ora per quei fatti i due sono stati condannati a 15 anni di carcere insieme ad un altro dirigente locale Ali Deem Ali. L'ex vice presidente Taha Yassin Ramadan e' stato condannato all'ergastolo. Mohammed Azawi Ali e' l'unico degli otto imputati ad essere stato assolto, come aveva chiesto il pubblico ministero.
Dispaccio ANSA

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