31 marzo, 2007

IN 15 MILA CON EMERGENCY IN PIAZZA NAVONA


ANSA : ROMA - Sono stati circa 15 mila, secondo una stima degli organizzatori, i partecipanti alla manifestazione nazionale in Piazza Navona a Roma, organizzata da Emergency per chiedere la liberazione dei due afgani ancora non rilasciati dopo la liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo. Tra i tanti cittadini anche esponenti politici come Paolo Cento, Russo Spena e il capogruppo dei Verdi alla Camera Bonelli. Numerosissimi i giornalisti che hanno testimoniato con la loro presenza l'adesione all'appello dell'organizzazione di Gino Strada per la liberazione di chi ha contribuito alla liberazione di Daniele Mastrogiacomo.
TANTI PALLONCINI COLORATI
Oltre alle parole, tante, dette dalle molte persone che si sono avvicendate sul palco di Emergency a piazza Navona, la liberazione di Rahmatullah e Adjmal e' stata chiesta anche liberando sul cielo di piazza Navona centinaia di palloncini colorati, alcuni dei quali avevano attaccate le foto dei due prigionieri in Afghanistan. Un lungo applauso delle centinaia di persone che hanno partecipato al presidio organizzato dall'organizzazione di Gino Strada ha accompagnato il volo dei palloncini.
STRADA, RICHIESTA LIBERAZIONE SIA UFFICIALE
''Chiedo che la richiesta di liberta' immediata di Rahmatullah sia fatta pubblicamente''. E' quanto ha chiesto il fondatore di Emergency, Gino Strada, parlando in collegamento telefonico ai partecipanti alla manifestazione.
Strada ha detto ''non ci fidiamo di quello che si dicono tra loro'' i capi di governo, ''chiedo il rispetto dei fatti tra Karzai e Prodi, la richiesta immediata di scarcerazione del nostro collega deve essere ufficiale da governo a governo''. Strada, che ha parlato tra gli applausi delle centinaia di persone presenti nella piazza, ha ricordato che ''sono undici giorni che chiediamo che vi sia da parte del governo italiano questa richiesta. Ci si dice che si sta facendo il possibile. La liberazione - si e' chiesto - rientra nel possibile o e' esclusa?''. Il leader di Emergency ha aggiunto: ''vogliamo che a pagare non sia un cittadino afgano per le beghe tra i governi. Noi vogliamo tornare a lavorare, noi facciamo un lavoro diverso da quello della politica, siamo in Afghanistan per salvare vite umane e vogliamo tornare a farlo senza interferenza da parte politica, la nostra e' una battaglia di civilta'''.
PRODI, LAVORIAMO PER COLLABORATORE EMERGENCY
Il governo Prodi sta lavorando per la liberazione del collaboratore di Emergency con la stessa intensita' con la quale ha lavorato per la liberazione di Mastrogiacomo. Lo ha assicurato il presidente del Consiglio Romano Prodi, intervenuto nel pomeriggio a San Lazzaro all'inaugurazione di una mediateca del Comune. Quello per Mastrogiacomo ''e' stato un lavoro serio da governo a governo come bisogna fare in questi casi. Un lavoro altrettanto serio stiamo facendo per il collaboratore di Emergency che in questi giorni e' stato trattenuto, non sappiamo con quali accuse e questo ci turba. Ci auguriamo - ha detto ancora Prodi - che possa essere presto rilasciato. L'ho chiesto a Karzai con la stessa intensita' usata per il caso Mastrogiacomo''.

LA NOTA DEL GOVERNO
"La presidenza del Consiglio e il ministero degli Esteri continuano attivamente a lavorare per ottenere la liberazione di Adjimal Nashkbandi e di Rahmatullah Hanefi, coinvolti nella vicenda di Daniele Mastrogiacomo ed ancora prigionieri in Afghanistan": è quanto si legge in una
nota della presidenza del Consiglio dei Ministri.
"L'impegno del governo, identico a quello che ha consentito la liberazione di Daniele Mastrogiacomo - conclude la nota - è determinato a far sì che Adjimal Nashkbandi e Rahmatullah Hanefi possano riabbracciare al più presto le loro famiglie".
BEPPE GRILLO, APPELLO PER LIBERAZIONE AFGHANI
Con un collegamento radiofonico trasmesso dal palco di Emergency a Piazza Navona, Beppe Grillo ha lanciato il suo appello per la liberazione dei due afgani ancora non tornati in liberta' dopo il rilascio di Daniele Mastrogiacomo.
Con il linguaggio che gli e' proprio, Grillo ha detto che in Italia ''si mischia tutto, politica estera e politica interna'' ed ha ripetuto quanto aveva avuto modo di dire di recente: ''abbiamo ministri degli esteri che andrebbero mandati in Afghanistan, invece di fare interviste a Vanity Fair'', usando un'espressione colorita che aveva gia' utilizzato nei giorni scorsi. ''Dovrebbero essere li' - ha urlato - perche' bisogna andare in Afghanistan e dire che il governo italiano vuole Rahmatullah e Nashkbandi entro 24 ore''. Grillo ha chiesto che si dica ''basta alle guerre non volute'' ed ha aggiunto: ''io faccio quello che posso per sostenere Gino Strada, l'unico pacifista''. E ha chiuso il collegamento dicendo: ''contate su di me''.

PROMEMORIA 31 marzo 2005 Washington: Muore Terri Schiavo

Muore Terri Schiavo, dopo aver vissuto per 15 anni in coma vegetativo. Il 18 marzo il marito Michael aveva ottenuto dal Tribunale l'autorizzazione ad interrompere l'alimentazione artificiale della moglie, malgrado i genitori della donna fossero decisamente contrari. La lenta morte della donna diventa un grande caso mediatico sia negli USA che nel resto del mondo
Negli Stati Uniti fece scalpore il caso di Terri Schiavo, in stato vegetativo persistente (PVS) dal 1990, al cui marito Michael la corte suprema dello Stato della Florida diede nel 2005 il permesso di sospendere l'alimentazione forzata. Anche in quel caso si discusse sulla correttezza dell'uso del termine eutanasia. La sospensione della terapia in casi di coma irreversibile o PVS è prassi normale negli Stati Uniti: il caso nacque perché i genitori di Terri si erano sempre opposti alla richiesta del genero, imputandola solo al suo desiderio di liberarsi della moglie. Terri divenne - suo malgrado - un oggetto di battaglia ideologico-politica tra i sostenitori del diritto alla vita a tutti i costi e quelli che sostenevano il diritto a una vita degna d'essere vissuta. Comunque, a metter fine alle polemiche, fu l'esame autoptico praticato sulla donna dopo la sua morte: l'esame medico-legale appurò che il cervello di Terri Schiavo pesava circa la metà di quello di una donna in perfetta salute della stessa età, che gran parte delle cellule era irrimediabilmente distrutta o danneggiata, e che essa era totalmente incapace di percepire alcun senso, tantomeno sentire o vedere.

30 marzo, 2007

PROMEMORIA 30 marzo 1987 - Il famoso dipinto dei "Girasoli" (Sunflowers) di Vincent Van Gogh viene venduto per circa 40 milioni di dollari


Vincent Willem van Gogh /vɪnˈsɛnt ˈvɪləm vɑn ˈxɔx/- (Groot-Zundert, 30 marzo 1853 - Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) - Pittore olandese tanto geniale quanto incompreso, dipinse una grande quantità di quadri divenuti famosi solo dopo la sua morte suicida. Celebri i suoi paesaggi, i fiori (in special modo i girasoli, la cui serie di dipinti lo ha fatto conoscere in tutto il mondo) e gli autoritratti. Un museo a lui dedicato, il Van Gogh Museum, si trova ad Amsterdam
Van Gogh nasce a Groot-Zundert, un villaggio olandese, il 30 marzo 1853 da Theodorus van Gogh, pastore protestante, e da Anna Cornelia: primo di sei fratelli, dopo la morte del primogenito della famiglia, che portava il suo stesso nome, e che morì alla nascita esattamente un anno prima di lui; Vincent ricorderà sempre la tomba dietro casa, su cui trovava iscritto il suo stesso nome. Vincent ha un' infanzia turbata, anche a causa dell'apprensione dei genitori, e la sua vita è un cammino di insuccessi esistenziali e sociali. Nel 1857 nasce il fratello Theodorus, chiamato Theo, che avrà una grande importanza nella sua vita.

29 marzo, 2007

PUNTO VERDE QUALITA’ DI TORRACCIA

Sabato 31 marzo alle ore 16.00 viene inaugurato il PUNTO VERDE QUALITA’ DI TORRACCIA.
Questa struttura è composta da un asilo nido in convenzione per 120 bambini, da due piscine olimpioniche, da ampia una palestra , da un ristorante con annessa pizzeria, da un bar con un’area all’aperto, e da capi da calcetto e da tennis oltre a spazi verde a libero accesso.
La struttura, di proprietà del Comune di Roma, sarà gestita con una convenzione per 34 anni dalla società che l’ha costruita con fondi privati.

Antonietta Raphaël: energia e materia in mostra a Villa Torlonia


Una mostra per raccontare una delle artiste italiane più rilevanti del Novecento: inaugurata al Casino dei Principi di Villa Torlonia la mostra "Antonietta Raphaël. Sculture in villa", che si chiuderà il 15 luglio.

Un talento e una passione straordinarie, quelli della Raphaël, che la rassegna ripercorre nelle sue tappe più significative, in una selezione di 30 sculture, 10 dipinti e 20 disegni che rappresentano le fasi più importanti dell'intera attività, dalla fine degli anni Venti all'inizio dei Settanta: dagli esordi come pittrice fino alla successiva scelta di scolpire con passione e costanza i temi legati all'energia della materia, della vita e delle cose.

Della Raphaël, definita da Achile Bonito Oliva "una possibile progenitrice della Transavanguardia", si presentano opere che documentano la libertà dell'artista di spaziare nell'uso di materiali (bronzi, gessi, legni, dipinti) scegliendo sempre i più duttili, in grado di tradurre l'effervescenza creativa dell'autrice.

Il filo conduttore dell'esposizione parte dalla fine degli anni Venti – quando inizia il sodalizio di Antonietta Raphaël con Mario Mafai e il trasferimento con lui nella casa-studio di via Cavour, frequentata anche da Scipione e Mazzacurati – per arrivare al dopoguerra e agli ultimi decenni di forte ripresa della pittura accanto alla scultura. Ma proprio nelle sculture la Raphaël rivela un temperamento e una potenza espressiva inusuali in quegli anni per un'artista donna, che pure conserva intatta e profonda l'emozione femminile nei tanti ritratti delle figlie e del marito.

Una personalità complessa ed originalissima, quella di Antonietta Raphaël, che viene evidenziata in questa mostra non soltanto attraverso le opere, ma anche grazie ad un'ampia documentazione (fotografie, documenti, lettere) che testimonia la vivacità dell'artista, in ambito sia romano che internazionale.

Anoressia e bulimia: progetto on line per le scuole, tra un anno il primo centro diurno


I disturbi alimentari sono in crescita nella capitale e Roma contrattacca: parte sul web la prima campagna sui disturbi alimentari, rivolta agli studenti; e tra un anno aprirà il primo centro diurno romano per la lotta all'anoressia e alla bulimia.

Al via in questi giorni, dunque, "I like me!!! La mia immagine?... Mi piace !!!", progetto sull'educazione alimentare promosso dal Campidoglio (Assessorati alle Politiche Giovanili e alla Famiglia) con l'Istituto di Ortofonologia di Roma, l'Istituto Italiano di Medicina Sociale e Isma Roma. Un programma di lotta all'anoressia e alla bulimia, costruito su due assi principali: campagna informativa nelle scuole, botta e risposta via web tra i ragazzi e tra questi e gli esperti .

Coinvolte 10 scuole medie superiori romane con oltre 7.000 studenti e relativi insegnanti e genitori. In ogni scuola vengono formati dai due ai quattro studenti per diventare 'operatori dell'informazione su Internet' e fare da tramite con i propri compagni – passando loro notizie, temi, spunti; e ricevendone le idee –. La 'scena' principale è un nuovo portale fatto da giovani per i giovani, www.diregiovani.it.

Qui i ragazzi (ma anche i genitori e gli insegnanti) potranno interagire con gli esperti, partecipare a forum e chat, caricare messaggi e interviste video sui problemi alimentari. Un buon mezzo anche per le famiglie, che possono così comprendere meglio l'universo dei ragazzi e del loro linguaggio. Il progetto parte da Roma in via sperimentale e punta ad allargarsi ad altre città.

L'anno prossimo, poi, aprirà il primo centro diurno per la cura dell'anoressia e della bulimia. L'apertura del centro è stata annunciata in Campidoglio. La struttura sarà inaugurata nel corso della primavera 2008 nell'edificio di via Efeso 2 (Ostiense), ristrutturato per l'occasione. Il centro sarà gestito dall'ospedale Sant'Eugenio e dalla Asl Roma C.

Il centro, di circa 700 metri quadri, sarà di tipo semi-residenziale e avrà diversi settori: ambulatorio, trattamento psicoterapeutico, riabilitazione. L'accoglienza, la diagnosi, le attività di consulenza e la cura dei casi gravi rimarranno nel centro del Sant'Eugenio, in funzione dal 1990.

Il problema dei disturbi alimentari nel Lazio non è cosa da poco – per cui si punta a fare del nuovo centro un riferimento non solo per la zona, ma anche per l'intero territorio –. In base ai dati del Piano Sanitario Nazionale 2002-2005, incrociati con i dati Istat, nella regione sarebbero circa 42.800 le persone affette da disturbi alimentari nella sola fascia d'età tra i 12 e i 25 anni: 2.000 le donne che soffrono di anoressia nervosa, 12.000 di bulimia nervosa e 25.000 di altri disturbi alimentari; 200 circa, invece, i casi di anoressia della popolazione maschile nella stessa fascia di età, 1.100 quelli di bulimia e 2.500 quelli con disturbi parziali. Se poi si aggiungono le altre fasce d'età, si arriva a circa 86 mila malati.

La ristrutturazione dell'edificio di via Efeso costerà al Comune 1,2 milioni di euro. Il finanziamento è frutto della delibera approvata dal Consiglio Comunale lo scorso 19 marzo: in base al provvedimento, i proprietari del Residence Roma di via Bravetta devono al Comune circa 4,1 milioni di euro in cambio della destinazione d'uso dell'edificio. Parte di questa cifra coprirà la spesa per allestire il centro diurno per l'anoressia e la bulimia.

Quo vadis, senza QUO? Arriva la banca dati on line del territorio romano


Entro la prossima estate entrerà in funzione QUO, il nuovo sistema informativo territoriale del Comune di Roma. E' un programma, messo a punto dall'Assessorato all'Urbanistica, che fornisce dati e aggiornamenti continui sul territorio comunale e sul tessuto edilizio. QUO è indirizzato sia ai cittadini che agli uffici comunali, con diversi livelli d'informazione. Per la prima volta a Roma, cittadini e professionisti potranno accedere via Internet a notizie complete e dettagliate sul territorio e sullo stato di diritto di luoghi e di edifici.

Non solo: QUO renderà possibile il controllo puntuale del territorio attraverso la comparazione tra i rilievi aerei, continuamente aggiornati, e i dati in possesso del Comune. QUO sarà dunque uno strumento fondamentale nella lotta all'abusivismo edilizio e per la tutela ambientale e urbanistica del territorio. Ecco cosa offrirà il nuovo sistema.

Per i cittadini: partendo dalle pagine dell'urbanistica del portale capitolino, si potranno consultare il nuovo Piano Regolatore, quelli precedenti, la cartografia di base, riprese da satellite e aerofotogrammetrie. QUO permetterà ricerche a partire dalla via e dal numero civico, oppure attraverso i riferimenti catastali (foglio e numero di particella). Si potranno così avere direttamente e comodamente i dati necessari alle procedure edilizie e urbanistiche senza doversi presentare agli uffici comunali.

La banca dati per gli uffici: gli uffici del Comune, attraverso la sezione Intranet del portale, potranno accedere ad informazioni approfondite, necessarie a svolgere il proprio lavoro. La logica, in questo caso, è quella dello 'sportello unico': il sistema presuppone la collaborazione e lo scambio d'informazioni tra chi entra in rete. In cambio, la possibilità di rendere più rapido il lavoro e di snellire le procedure.

La banca dati sarà organizzata in quattro settori: Urbanistica per la verifica delle destinazioni d'uso, delle modificazioni del territorio nel tempo e per conoscere l'evoluzione storica della normativa; Vincoli, per avere sott'occhio il panorama completo dei vincoli di legge che si applicano al territorio romano – e per verificare la compatibilità delle trasformazioni edilizie con gli stessi vincoli –.

Trasformazioni Territoriali, con la registrazione puntuale degli interventi edilizi, legittimi e non. Saranno a questo scopo utilizzati gli archivi del condono edilizio, del settore permessi di costruzione, delle D.I.A. e degli illeciti edilizi rilevati dalla Polizia Municipale –. Fatto importante: i dati potranno essere sistematicamente confrontati con la cartografia e le aerofotogrammetrie, sia attuali che relative a situazioni precedenti. Si potranno così 'fotografare' e ricostruire con precisione abusi e violazioni di norme e vincoli.

Opere Pubbliche: il quadro di tutti gli interventi programmati e in corso, suddivisi per temi (opere per tipo, finanziamento, importo ecc.) e, anche in questo caso, con la possibilità di sovrapporre dati e cartografia – in modo da avere la distribuzione degli interventi sul territorio –.

Infine, QUO permetterà di 'interrogare' le fonti e gli atti urbanistici originali. Ma il suo principale punto di forza sta nell'essere una base organizzata di dati e conoscenze, utilizzabile in molte direzioni: già allo studio, ad esempio, l'impiego di QUO per l'accertamento Ici delle aree edificabili.

PROMEMORIA 29 marzo 1979


Con la mediazione di Jimmy Carter, il presidente egiziano Anwar al-Sadat e il primo ministro israeliano Menahem Begin firmano il trattato di pace tra Egitto ed Israele

28 marzo, 2007

"Per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi"


Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile afgano
dell'ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all'alba di martedì 20
dai servizi di sicurezza afgani.
Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non
è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua
detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è
rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando "con i
cavi elettrici".
Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele
Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano,
attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere
determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di
Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.
Domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un "alto
meeting sulla sicurezza nazionale" presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di
non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse
contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove.Non è accettabile che
il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga
pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente
chiesto al Governo italiano, negli cinque giorni, di impegnarsi per l’immediato
rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe
fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.

PROMEMORIA 28 marzo 2004 - Italia: Alex Zanardi ritorna alle corse dopo l'incidente in cui perse le gambe: nel campionato ETCC, al volante di una BMW


Alessandro "Alex" Zanardi (Bologna, Italia, 23 ottobre 1966) è un pilota automobilistico, presente in 41 Gran Premi di Formula 1, campione Champ Car nel 1997 e 1998 e del Campionato Italiano Superturismo nel 2005
Nel 2000 Zanardi tornò a correre nella Champ Car. Sostenne un test con il team di Mo Nunn che lo ingaggiò per la stagione 2001. Il campionato di Zanardi iniziò male e con scarsi risultati, e si concluse con l'incidente del 15 settembre 2001. L'incidente avvenne durante il finale della gara in Germania, sulla pista Eurospeedway del Lausitzring (tristemente famosa per l'incidente costato la vita a Michele Alboreto), vicino Brandeburgo, quando Zanardi era in prima posizione. A undici giri dal termine, Zanardi rientrò ai box per un rabbocco precauzionale di benzina; al rientro in pista, dopo aver tolto il limitatore di giri che limita la velocita ai box, Zanardi perse improvvisamente il controllo della vettura, che, dopo un testacoda, si posizionò trasversalmente sulla pista, mentre sulla stessa linea soppraggiungeva ad alta velocità il pilota italo-canadese Alex Tagliani. L'impatto fu violentissimo: la vettura di Tagliani colpì perpendicolarmente la vettura di Zanardi all'altezza delle gambe del pilota italiano, spezzando in due la Reynard Honda del pilota bolognese.
Raggiunto dai soccorsi, Zanardi apparve in condizioni disperate in quanto lo schianto aveva provocato l'istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori al di sopra del ginocchio. Per salvargli la vita, Steve Olvey, capo dello staff medico della CART, "tappò" le arterie femorali del pilota per tentare in qualche modo di fermare la massiva emorragia. Dopo aver ricevuto l'estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, venne caricato sull'elicottero e condotto all'ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per circa due settimane. Dato ormai per spacciato, Alex incredibilmente si riprese.
Il recupero e il rientro alle corse
Nonostante il grave handicap fisico, dopo una lunghissima riabilitazione Zanardi tornò a camminare grazie all'uso di apposite protesi, e quindi decise di ritornare anche alla guida di vetture da corsa. Scherzando sulla sua menomazione ha affermato che se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterà una chiave a brugola per rimetterlo in piedi...
Nel 2002 la Champ Car diede al pilota la possibilità di far partire una gara della stagione a Toronto, Canada e nel 2003 Zanardi tornò nel circuito tedesco dove fu vittima del terribile incidente per ripercorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una vettura appositamente modificata. I tempi registrati sul giro furono velocissimi e gli avrebbero permesso di partire dalla quinta posizione se il pilota fosse stato iscritto al campionato. Grazie anche a questo fatto Zanardi tornò a correre e nel 2005 tornò alla vittoria aggiudicandosi a bordo di una BMW del team Italy-Spain la seconda gara del Gran Premio di Germania il 28 agosto a Oschersleben, gara valida per il Mondiale Turismo, meglio conosciuto come WTCC (acronimo di World Touring Car Championship). Il bolognese, sempre nello stesso anno, riuscì a conquistare il Campionato Italiano Superturismo, favorito però da griglie piuttosto striminzite di 6-7 unità. Nell'ottobre 2005 vinse la Prima Manche del Campionato Europeo Superturismo a Vallelunga, ma nella seconda corsa gli svedesi Bjork e Goransson dilagarono impedendogli di vincere il titolo. Nel 2006 partecipa ancora con la BMW al Campionato Italiano Superturismo e al WTCC, nel quale conquista la seconda vittoria in campo internazionale dall'incidente del Lausitzring nella gara 1 della tappa turca del WTCC a Istanbul.

27 marzo, 2007

IL PROGETTO DI ALLARGAMENTO DELLA VIA TIBURTINA:


L’adeguamento della Via Tiburtina prevede la realizzazione della sede stradale a due corsie per ogni senso di marcia, di un corridoio centrale dedicata alla circolazione del trasporto pubblico e la sistemazione superficiale delle strade collaterali, nel tratto compreso il km. 9,300 e il km 15,800 (Stazione Metro Rebibbia - Via Casale di San Basilio - Via di Tor Cervara - G. R. A. - Via di Salone. - Parco Tecnologico – Via Marco Simone - Attestamento nodo di scambio).
Il progetto della strada parallela
Sono state individuate soluzioni di viabilità alternativa che avranno la funzione di contenere i disagi alla circolazione dei veicoli, durante il periodo dei lavori.
Si è tenuto conto anche del progetto di viabilità locale sviluppato nell'ambito del PRUSST Tiburtino e denominato GL1. Una nuova strada che si svilupperà parallelamente alla Tiburtina , all'interno delle zone industriali sul Iato verso l'Aniene, che servirà la zona industriale all’interno del Polo Tecnologico. Questa strada sarà di collegamento tra Via di Tor Cervara e Via di Salone con scavalcamento del G.R.A. La sezione carrabile verrà realizzata a due corsie, una per senso di marcia.
Il traffico della zona industriale interna che ha necessità di dirigersi sull'asse Roma - Tivoli senza immettersi sul G.R.A. potrà così evitare di impegnare la sede della Tiburtina.
Il presente progetto anticipa, in maniera coerente, alcuni tratti della sede carrabile prevista dal PRUSST GL1 e risultano necessari alla funzionalità degli anelli di viabilità secondaria per garantire lo scorrimento viario della nuova Via Tiburtina.
La nuova sede stradale manterrà l'attuale andamento planoaltimetrico e non sono previste opere strutturali di rilievo, salvo il tratto in sottovia all'altezza dell'incrocio con Via Colli sul Velino - Via Rubellia (Settecamini) dove è prevista una ampia rotatoria di superficie con una corsia destinata al traffico locale ed una al trasporto pubblico, mentre l'asse passante della Via Tiburtina, a quattro corsie, sotto attraversa tale rotatoria.
Questa permetterà il collegamento diretto tra Settecamini e Via di Salone eviteranno l’attraversamento della Via Tiburtina e quindi il flusso veicolare e di scorrimento della Tiburtina.
L'esigenza di un sotto attraversamento era particolarmente sentita all'incrocio con Via di Salone dove però, purtroppo, ne è impedita la realizzazione dalla presenza accertata di preesistenze archeologiche ubicate proprio all'incrocio e dai fabbricati d’interesse architettonico in stretta prospicenza alla sede stradale.
Le dimensioni della sede stradale
La sezione trasversale di progetto nelle sue dimensioni massime e costituita da:
1) due corsie per senso di marcia, con sede carrabile di m. 7,50 .
2) una sede centrale a due corsie, una per senso di marcia, per il Trasporto Pubblico di m. 7,00.
3) Marciapiedi laterali della larghezza di 4,00 m. ove realizzabili per l'inserimento dei manufatti di alloggiamento delle reti dei Pubblici servizi (Cunicoli e/o Polifore PP.SS.).
Nei tratti condizionati dalle limitate disponibilità di spazio i marciapiedi verranno ridotti ad una larghezza minima di 2,00 m ed in due casi singolari a 1,50 m.
4) Cordoli di spartitraffico intermedi larghi m. 1,00 di separazione "della carreggiata centrale per il trasporto pubblico dalle carreggiate laterali .
5) Banchine di fermata mezzi pubblici Sono state previste banchine: di fermata dedicate ai Bus Express ed alte altre linee di Trasporto Pubblico. Allargando a m . 3,00 i cordoli spartitraffico di cui sopra. Tutte le fermate saranno servite da semaforizzazioni pedonali per l'attraversamento stradale delle carreggiate laterali.
Gli "anelli " di viabilità interna parallela alla Via Tiburtina ed il nodo di scambio .
La soluzione di viabilità adottata in progetto è strettamente connessa alla attivazione degli "ANELLI" di viabilità collaterale locale che si svilupperanno parallelamente alla Tiburtina, internamente agli insediamenti industriali e ai margini.
Il progetto prevede pertanto che su tutte le strade dei percorsi "Anello" saranno eseguiti interventi di adeguamento, seppur in misura più contenuta e superficiale rispetto all'intervento primario sulla Tiburtina, compresi impianti di illuminazione pubblica e fognature meteoriche stradali.
Tali interventi motivano peraltro la variante urbanistica del progetto che dovrà ratificare la destinazione a sede viaria pubblica delle strade già esistenti anche ai fini dell'acquisizione al Patrimonio Comunale con l'Esproprio:
• In Via del Casale di San Basilio la realizzazione dell’anello superiore da Via Pieve Torina a Via Smerillo. Sarà necessario un ponte su Pratolungo per il primo anello. Via Pieve Torina sarà totalmente ristrutturata prevedendo un marciapiede da un lato e un parcheggio dall’altro.
• Un altro anello sarà realizzato nell’area di Via Tivoli, Via Vannina, Via Gerano, Via Roccagiovine, Via Pesenti.
• Oltre il GRA verranno realizzati altri 2 anelli: Via Zoe Fontana, Via Affile fino a Via di Salone. Su quest’ultima verrà realizzata una rotatoria.
Una volta realizzate le vie collaterali, i lavori per il raddoppio della Via Tiburtina saranno meno traumatici per il traffico, poiché i veicoli potranno utilizzare sia una corsia della Tiburtina stessa, sia la strada collaterale.
La cantierizzazione
L'esecuzione dei lavori per l'allargamento della sede stradale non dovrà comportare soggezioni al traffico della Tiburtina che già allo stato attuale si presenta in condizioni critiche; prossime. al collasso.
Tutte le situazioni d'interferenza dovranno pertanto essere individuate e risolte preliminarmente all'esecuzione di qualsiasi lavorazione adottando soluzioni che già in corso d'opera fluidifichino Il traffico rispetto alla situazione attuale.
L'obiettivo è -pertanto quello di cantierizzare assicurando costantemente l'attuale situazione di una corsia per senso di marcia, evitare con apposite barriere le manovre improprie di attraversamento che costituiscono ora la principale causa di rallentamento ed infine attivare in via prioritaria i percorsi collaterali ad anello previsti in progetto. Considerato che l'attuale dimensione trasversale della sede stradale carrabile (8.00 - 10.00 m.) costituisce solo un terzo della futura sede di allargamento (25,00 - 40,00 m), risulta possibile assicurare per gran parte del tracciato una corsia canalizzata per senso di marcia per il traffico di scorrimento, senza dover necessariamente ricorrere alla deviazione del traffico sulle strade laterali interne agli insediamenti industriali che comunque si prevede di realizzare in via prioritaria.
Nella prima fase i lavori si potranno svolgere ai margini dell'attuale sede occupando e sistemando il manufatto Galleria/Cunicolo/Polifora sul marciapiedi ed una sede carrabile provvisoria larga almeno 4,00 m. su ciascun Iato.
Nella seconda fase si procederà al rifacimento della fascia della sede carrabile centrale. Il principio di attuazione viene reso più complesso dalla necessità di assicurare punti di attraversamento per la manovra di ritorno.
Nella fase attuativa non sarà naturalmente possibile assicurare tutti i ritorni previsti nella soluzione definitiva ma solo quelli principali da gestire eventualmente con semaforizzazioni provvisorie .
Ciò comporterà l'allungamento dei percorsi per l'inversione ma potrà consentire la necessaria fluidità veicolare attualmente inesistente.
L'anticipazione in prima fase della realizzazione degli "anelli" previsti in progetto ed indicati nella planimetria di riferimento sc 1:10.000 preliminarmente a qualsiasi altro intervento sulla sede della Tiburtina, rappresenta l'elemento essenziale per sciogliere i nodi dì viabilità attuali esistenti nel tratto tra via di Casale S. Basilio e via di Salone.
Il tratto iniziale da Rebibbia a Via di Casale S. Basilio e quello terminale da Via di Salone e Via Marco Simone possono essere invece intrapresi anch’essi in prima fase in quanto indipendenti dalle vie alternative parallele ad anello.
Solo in seconda fase potranno essere invece attuati i tratti di allargamento della Via Tiburtina da Via di Casale S. Basilio al GRA e dal GRA a Via di Salone in quanto condizionati dalla realizzazione in prima fase degli "anelli" collaterali.
Resta inteso che il traffico dell'attuale sede della Tiburtina diretto allo scambio col G.R.A. o di transito sull'asse Roma - Tivoli dovrà necessariamente rimanere nell'attuale sede, mentre il contributo delle viabilità parallele può essere utile per evitare che le manovre di scambio interno al "Sistema" degli insediamenti industriali si sovrapponga a quello di scorrimento come ora avviene a causa delle condizioni attuali di viabilità ed a quelle prevedibili in corso d'opera.
L'importo complessivo dell'intervento è stato stimato in euro 62.000.000,00 circa
incluso oneri di progettazione, scavi archeologici preventivi, IVA ed oneri di esproprio.
Sono state effettuato le verifiche sulle aree individuato sottoposte a indagini archeologiche.
Il Ritardo dell’inizio dei lavori di allargamento è dato dai ricorsi effettuati al TAR dalle imprese che hanno perso l’appalto.

PROMEMORIA 26 marzo 1977 - Disastro aereo a Tenerife (Isole Canarie): due Boeing 747 vengono a collisione: 583 le vittime


Le cause del dirottamento del traffico aereoIl 27 marzo 1977, a causa di una bomba fatta esplodere da una organizzazione separatista nel principale aeroporto dell'arcipelago delle Canarie, Las Palmas, tutto il traffico aereo fu fatto dirottare presso l'aeroporto di Los Rodeos che serve la località turistica di Santa Cruz, nella vicina isola di Tenerife.
Le cause dell'incidente
L'aeroporto di Los Rodeos è un aeroporto minore, meno equipaggiato, stretto, circondato da montagne e soggetto a nebbie e foschie.
Quel giorno, tra gli aerei dirottati, vi erano due Boeing 747: un volo charter della Pan Am (volo PA 1736) con a bordo 373 passeggeri e 16 membri dell'equipaggio ed un altro charter della KLM (volo KL 4805) con a bordo 234 passeggeri e 14 membri d'equipaggio.
A causa del traffico intenso, la corsia di rullaggio era ostruita da altri velivoli, perciò i due Boeing 747 per decollare dovevano percorrere per intero la pista di atterraggio (lunga 3.500 metri) per raggiungere la testata opposta della pista da dove avrebbero dovuto decollare. La visibilità era molto scarsa.
Quando il B-747 della KLM iniziò la corsa di decollo dopo aver raggiunto la testata opposta, il B-747 della Pan Am stava ancora rullando sulla pista di atterraggio. I controllori della torre di controllo diedero il permesso al B-747 della Pan Am di entrare nella pista di rullaggio, ormai liberatasi dagli altri aerei.
Purtroppo, complice la presenza di interferenze radio e la scarsa visibilità (di circa 500 metri), nessuno dei due equipaggi né dei controllori dell'aeroporto poté rendersi conto di quanto stava avvenendo.
Il Boeing 747 della KLM infatti iniziò la sua corsa di decollo quando l'aereo della Pan Am non era ancora uscito da pista. Il Boeing della KLM colpì, con le sue 240 tonnellate, il Boeing della Pan Am a 280 km/h, proprio quando l'aereo statunitense si era girato per imboccare la pista di rullaggio. Quel giorno c'erano in servizio soltanto 6 pompieri che non poterono fare nulla.
Le vittime
A bordo del volo della KLM morirono tutti i 234 passeggeri e i 14 membri d'equipaggio. Del volo della Pan Am, su 396 persone a bordo ne morirono 326 nel violento impatto e altre 9 in seguito alle ustioni riportate. Su un totale di 644 persone tra passeggeri ed equipaggio di entrambi i velivoli, morirono in tutto 583 persone.
Ancora oggi rimane il più grave incidente della storia dell'aviazione.

26 marzo, 2007

PROMEMORIA 26 marzo 1995 - Entra in vigore il Trattato di Schengen


Gli Accordi di Schengen sono una convenzione tra Stati membri dell'Unione Europea. Con il Trattato di Amsterdam tali accordi sono parte integrante del Trattato dell'Unione Europea (meglio noto come Trattato di Maastricht). Schengen è esercitato dall'Unione Europea ma vi sono membri UE che non fanno parte di Schegen (Regno Unito, Irlanda) come vi sono membri non facenti parte della UE che fanno parte del Trattato di Schengen (Islanda, Norvegia, presto la Svizzera ecc).
Obiettivi
• abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne dello Spazio Schengen
• rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dello Spazio Schengen
• collaborazione delle forze di polizia e possibilità di queste di intervenire in alcuni casi anche oltre i propri confini (p.es. durante gli inseguimenti di malavitosi)
• coordinamento degli Stati nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale (p.es. mafia, traffico d'armi, droga, immigrazione clandestina)
• integrazione delle banche dati delle forze di polizia (il Sistema di informazione Schengen detto anche SIS)
Storia
Gli Accordi di Schengen vennero firmati a Schengen, cittadina del Lussemburgo, il 14 giugno 1985 inizialmente da solo cinque Stati membri della allora CEE (vista l'impossibilità di giungere ad un accordo sulla libera circolazione delle persone in sede CEE): Belgio, Francia, Lussemburgo, Germania e Paesi Bassi. Dopo il primo accordo tra i cinque paesi fondatori, è stata elaborata una convenzione, firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1995.
Successivamente vi aderirono altri Stati dell'Unione Europea: l'Italia (27 novembre 1990), il Portogallo e la Spagna (entrambi il 25 giugno 1991), la Grecia (6 novembre 1992), l'Austria (28 aprile 1995). Dal 19 dicembre 1996 i contenuti degli accordi vengono applicati pure a due Stati (Norvegia e Islanda) non facente parte dell'Unione Europea, in quanto questi facevano parte dell'Unione nordica che prevedeva norme simili per i paesi scandinavi, tre dei quali facevano ormai parte dell'Unione Europea. Con l'approvazione del referendum del 5 giugno 2005, anche la Svizzera, che non fa parte dell'Unione Europea, entra a far parte dell'area Schengen.
Il Regno Unito e la Repubblica d'Irlanda non hanno aderito al Trattato di Schengen per svariati motivi:
• hanno leggi di immigrazione (in particolare il Regno Unito) differenti e molto più permissive rispetto al resto d'Europa;
• gli organismi di controllo passaporti non sono forze di polizia (sono personale civile con poteri limitati), le frontiere esterne Schengen devono essere gestite da polizia o polizia militare;
• i due paesi applicano già il Common Travel Area che rimuove le frontiere tra di loro. Se uno di loro volesse entrare nel Trattato di Schengen dovrebbero mettersi d'accordo;
• entrambi i Parlamenti hanno avuto seri dubbi sul funzionamento di Schengen.

25 marzo, 2007

PROMEMORIA 25 marzo 1991 - Il film Balla coi lupi di Kevin Costner vince 7 premi Oscar


Balla coi lupi è un film western del 1990, diretto da Kevin Costner, tratto dall'omonimo romanzo di Michael Blake, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer, autore anche della sceneggiatura del film.
È la storia di un ufficiale della cavalleria degli Stati Uniti (il tenente John Dunbar, interpretato da Kevin Costner) che stringe rapporti di amicizia con una tribù di indiani Sioux, rinunciando alla propria carriera militare.
Il cast, oltre allo stesso Costner, vede impegnati nei ruoli principali Mary McDonnell, una donna Lakota di cui il sergente Dunbar si innamora perdutamente; e Graham Greene, nella parte di Uccello Scalciante.
Oltre alla versione per i cinema di 181 minuti è stata realizzata una versione alternativa director's cut di 236 minuti, per la televisione e per l'edizione in DVD.
La colonna sonora del film, composta da John Barry e premiata con un premio Oscar ed un Grammy, è stata citata da Papa Giovanni Paolo II come una delle sue musiche preferite.
Il film ha vinto in totale 7 premi Oscar 1991: "miglior film", "miglior regia", "miglior sceneggiatura non originale", "miglior fotografia", "miglior montaggio", "miglior colonna sonora", "miglior sonoro". Inoltre ha ricevuto anche le seguenti nomination: "miglior attore protagonista" (Kevin Costner), "miglior attore non protagonista" (Graham Greene), "miglior attrice non protagonista" (Mary McDonnell), "miglior scenografia" e "migliori costumi".

24 marzo, 2007

L'Università della Notte incontra l'Europa


Questa notte è la notte dei giovani, del sapere, dell'Europa. Con una popolazione universitaria che supera i 250 mila studenti, Roma accoglie la seconda edizione de "L'università della notte". Rispetto all'anno scorso, l'evento fa l'en plein: il doppio di atenei coinvolti, oltre sei ore no-stop tra cultura e intrattenimento, un centinaio tra lezioni e meeting, altrettante le iniziative – laboratori, proiezioni video, film, documentari, concerti, mostre, installazioni, letture, performance teatrali, spettacoli, giochi, sport –. E quest'anno la notte universitaria coincide con il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma, l'alfa dell'Unione Europea.
Per questo motivo l'Università della Notte – ribattezzata anche "L'Europa dei saperi" e inserita nel calendario ufficiale delle manifestazioni per la ricorrenza del primo passo verso l'unificazione del continente – è in primo luogo la notte dei 'ragazzi dell'Europa'. E in questo spirito sei università della capitale aprono le porte alla città: La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Iusm (Istituto Universitario di Scienze Motorie), Luiss (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali), Link Campus–University of Malta.
La notte dei saperi nasce dunque dalla collaborazione tra Comune (Assessorato alle Politiche Giovanili e ai Rapporti con l'Università), i sei atenei, Parlamento e Commissione Europea (rappresentanze italiane), Ministero dell'Università e della Ricerca e Presidenza del Consiglio. L'organizzazione e la produzione sono di Zetema Progetto Cultura.
Coinvolti nella maratona notturna studenti e cittadini, tra lezioni originali e inedite proposte culturali, il tutto nelle sei università partecipanti che restano aperte fino a notte inoltrata, consentendo a chiunque d'avere un approccio inusuale e informale al mondo accademico.
Filo conduttore, appunto, l'Europa. Del resto, la notte romana dei saperi si svolge in contemporanea con altre notti europee a Berlino, Praga, Bruxelles. Impossibile riassumere il programma, che riempie oltre venti pagine di cartella stampa. Si possono solo citare alcuni momenti salienti, a partire dalle 20-20,30, quando nelle aule magne delle diverse università cominciano le "lectiones magistrales" a tema europeo, con le prolusioni di Marcello Cini, Sergio Zavoli, Arrigo Levi e Giacomo Marramao, Andrea Purgatori. Per proseguire con l'incontro con il filosofo Jeremy Rifkin, con Michele Placido che interpreta Cechov a Tor Vergata, con Dario Vergassola, con i ladri di Carrozzelle a Roma Tre, con lo sport allo Iusm e la moda alla Luiss…
Anche le Biblioteche di Roma partecipano all'Università della Notte, con proprie iniziative e dando il via al prestito inter-bibliotecario, primo servizio di biblioteca progettato di concerto con le università cittadine.
Da ultimo, la diretta radio: su Radio Città Futura a partire dalle 20, in FM sui 97,700 Mhz o in streaming su www.radiocittafutura.it.
Per indicazioni precise, i riferimenti non mancano: intanto il sito della manifestazione, www.universitadellanotte.it; poi il call center 06-82059127 (Zetema Progetto Cultura) e anche il contact center del Comune, 060606.

L'eccidio delle Fosse Ardeatine è il massacro compiuto a Roma


L'eccidio delle Fosse Ardeatine è il massacro compiuto a Roma dalle truppe di occupazione della Germania nazista il 24 marzo 1944, ai danni di 335 civili italiani, come atto di rappresaglia per un attentato avvenuto il giorno prima in via Rasella. Per la sua efferatezza, l'alto numero di vittime, e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, è diventato l'evento simbolo della rappresaglia nazista durante il periodo dell'occupazione.
Le "Fosse Ardeatine", antiche cave di pozzolana site nei pressi della via Ardeatina, scelte quali luogo dell'esecuzione e per occultare i cadaveri degli uccisi, sono diventate un monumento a ricordo dei fatti e sono oggi visitabili.
L'attentato
Il 23 marzo alle ore 15 circa, ebbe luogo un attentato in Via Rasella, all'altezza del palazzo Tittoni, ad opera di partigiani dei GAP Gruppi d'Azione Patriottica delle brigate Garibaldi, che dipendevano dalla Giunta militare; essa era emanazione del Comitato di Liberazione Nazionale.
Della Giunta militare facevano parte Giorgio Amendola (comunista), Riccardo Bauer (azionista), Sandro Pertini (socialista), Giuseppe Spadaro (DC) e altri ancora. Sembra che l'ordine di effettuare l'attentato sia stato dato solo dal rappresentante del PCI nella Giunta militare, senza interpellare gli altri membri, e ciò dette luogo, quando fu conosciuta la gravità della rappresaglia, a polemiche interne ai membri della Giunta militare nella prima riunione dopo l'attentato, in cui furono presentati due ordini del giorno con valutazioni non uguali, non fu votato nessuno dei due.
L'attentato venne compiuto da 12 partigiani e altri 5 parteciparono alla sua organizzazione. Fu utilizzata una bomba a miccia ad alto potenziale collocata in un carrettino per la spazzatura urbana, confezionata con 18 chilogrammi di esplosivo frammisto a spezzoni di ferro. Dopo l'esplosione furono lanciate a mano alcune bombe. L'esplosione uccise 32 uomini dell'11a Compagnia del 3° Battaglione del Polizeiregiment Bozen (appartenente alla Ordnungspolizei una delle branche delle SS), coscritti sudtirolesi arruolati a seguito della creazione della Zona di Operazione delle Prealpi (annessione delle province di Bolzano, Trento e Belluno al III Reich dopo l'armistizio di Cassibile). Un altro soldato morì per le ferite riportate il giorno successivo.
L'esplosione uccise anche due passanti italiani, Antonio Chiaretti ed il tredicenne Pietro Zuccheretti. Non è stato mai chiarito se vi fosse la possibilità di evitare tali vittime, sebbene possa certamente dirsi che avvisare la popolazione civile della preparazione dell'attacco o della sua imminenza avrebbe esposto l'azione ad un rischio non accettabile di fallimento e i suoi esecutori ad un pericolo sostanziale di essere passati sommariamente per le armi non appena individuati. Alcuni altri italiani restarono uccisi nel corso delle ore successive a seguito della furibonda reazione tedesca Emilio Pascucci, Erminio Rossetti, Fiammetta (Annetta) Baglioni, Pasquale di Marco, e forse altri tre. Complessivamente da sei a nove vittime italiane, nella esplosione o nelle ore successive.
La rappresaglia
In un primo momento, il generale Mältzer comandante della piazza di Roma, accorso sul posto, parlò stravolto di una rappresaglia molto grave. Dello stesso parere fu inizialmente Hitler.
Successivamente vari ragionamenti indussero a limitare alquanto la rappresaglia, e l'ordine fu di 10 ostaggi per ogni tedesco ucciso. La fucilazione di 10 ostaggi per ogni tedesco ucciso fu ordinata personalmente da Adolf Hitler, nonostante la convenzione dell'AIA del 1907 e la Convenzione di Ginevra del 1929 nel contemplare il concetto di rappresaglia ne limitassero l'uso secondo i criteri della proporzionalità rispetto all'entità dell'offesa subita e della salvaguardia delle popolazioni civili.
Nella scelta delle vittime, furono preferiti criteri di connessione con i partigiani o altri criteri tendenti a escludere persone rastrellate al momento ma le vittime furono poi prelevate dal carcere romano di Regina Coeli, dove erano detenuti - oltre a membri della Resistenza - vari prigionieri comuni e di cultura ebraica.
Sembra che circa 30 appartenessero alle formazioni clandestine di tendenze monarchiche, circa 52 alle formazioni del Partito d'Azione e Giustizia e Libertà, circa 68 a Bandiera Rossa, un'organizzazione comunista trockijsta, e circa 75 fossero di religione ebraica. Altri, fino a raggiungere il numero previsto, furono detenuti comuni. Sembra che circa metà dei giustiziati fossero partigiani detenuti. Di essi cinquanta furono individuati e consegnati ai nazisti dal questore fascista Caruso. Non mancarono tuttavia tra gli uccisi i rastrellati a caso e gli arrestati a seguito di delazioni dell'ultim'ora.
L'esecuzione
Il massacro fu organizzato ed eseguito da Herbert Kappler, all'epoca ufficiale delle SS e comandante della polizia tedesca a Roma, già responsabile del rastrellamento del Ghetto di Roma nell'ottobre del 1943 e delle torture contro i partigiani detenuti nel carcere di via Tasso.
L'ordine di esecuzione riguardò 320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati tedeschi. Durante la notte successiva all'attacco di via Rasella morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente furono aggiunte 5 persone in più ed i tedeschi, per eliminare scomodi testimoni, uccisero anche loro.
I tedeschi,dopo aver compiuto l'atroce massacro, infierendo con tale rabbia sulle povere vittime, fecero esplodere numerose mine, per far crollare le cave ove si svolse il massacro e nascondere o meglio rendere più difficoltosa la scoperta di tale eccidio.
I sopravvissuti del Polizeiregiment "Bozen", si rifiutarono di vendicare i propri compagni uccisi[1].
Un falso artatamente costruito per cercare di suscitare ostilità nei confronti della Resistenza e definitivamente dimostrato dagli studi storici, fu quello del manifesto affisso sui muri di Roma (a strage avvenuta) in cui si prometteva di non dar corso alla decimazione in caso di consegna degli autori dell'attentato di via Rasella.
Dopoguerra
Nel dopoguerra, Kappler venne processato e condannato all'ergastolo da un tribunale italiano e rinchiuso in carcere. La condanna riguardò i 15 giustiziati non compresi nell'ordine di rappresaglia datogli per vie gerarchiche. Colpito da un tumore inguaribile, con l'aiuto della moglie, riuscì ad evadere dall'ospedale militare del Celio pochi anni prima di morire. Anche il principale collaboratore di Kappler, l'ex-capitano delle SS Erich Priebke, dopo una lunga latitanza in Argentina, è stato arrestato e condannato per la strage delle Fosse Ardeatine.
Polemiche
Dopo l'attentato, ed in seguito nel dopoguerra, ci furono polemiche riguardo alla sua opportunità, in considerazione del gran numero complessivo di morti. Le polemiche sorsero all'interno della Giunta militare, ma anche tra i partiti del CLN e tra organizzazioni partigiane. Alcune organizzazioni, ritennero di essere state assai colpite dalla rappresaglia: sembra che tra i 335 giustiziati ci fossero forse 68 membri dell'organizzazione Bandiera Rossa, che per il suo trockijsmo era mal vista dal PCI.
Nel dopoguerra alcuni parenti delle vittime civili, sia morti in via Rasella sia alle Fosse Ardeatine, fecero causa agli attentatori chiedendo loro un risarcimento, ma le loro richieste furono respinte. Tuttavia le loro cause durarono a lungo e l'ultimo ricorso fu respinto nel 2001, cioè 57 anni dopo l'attentato.
La magistratura ordinaria considerò l'attentato di via Rasella «un'azione legittima di guerra», e con sentenza della Corte di Cassazione dell'11 maggio 1957 non accolse le richieste di risarcimento avanzate dai parenti delle vittime italiane nei confronti degli attentatori, già respinte dal Tribunale e dalla Corte d'Appello civili di Roma, e sentenziò definitivamente che ogni attacco contro i tedeschi costituiva un «atto di guerra». In seguito, l'attentato fu sempre rivendicato come azione di guerra da tutte le autorità dello Stato.

PROMEMORIA 24 marzo 1999 Italia/Francia - Nel tunnel del Monte Bianco un incidente scatena un incendio che causa 39 morti


Il traforo del Monte Bianco è un tunnel autostradale che collega Courmayeur-Mont-Blanc in Valle d'Aosta (Italia) a Chamonix-Mont-Blanc in Savoia (Francia) e congiunge le regioni dell'Alta Savoia (Chamonix) e della Val d'Aosta (Courmayeur). Queste due comunità hanno in comune importanti legami socio-linguistici e il fatto di fondare il loro sviluppo economico su di un turismo legato ad un territorio montano unico al mondo.
È stato costruito congiuntamente tra Italia e Francia; i lavori di costruzione ebbero inizio nel 1957 e terminarono nel 1965, l'anno dell'apertura. È costituito da una galleria unica a doppio senso di circolazione e costituisce una delle maggiori vie di trasporto transalpino.
La catastrofe del 1999
Il 24 marzo 1999, un camion prende fuoco fermandosi dentro il tunnel. L'incendio, alimentato dalle materie combustibili presenti nel veicolo, è amplificato dall'effetto forno causato dal tunnel e in breve tempo raggiunge enormi proporzioni: i pompieri impiegheranno 53 ore per domarlo. 39 persone muoiono carbonizzate.
[modifica] Cronologia degli avvenimenti
• 10:46 Un camion prende fuoco dentro il tunnel
• 10:51 Scatta un primo allarme ant'incendio
• 10:55 Viene chiuso l'ingresso francese del tunnel
• 10:56 Anche l'ingresso italiano viene chiuso
• 10:58 I soccorsi vengono allertati
• 11:09 Arrivano i primi mezzi di soccorso
Ogni anno il 23 marzo molti motociclisti si riuniscono all'ingresso del tunnel, per ricordare un uomo, Pierlucio Tinazzi detto "Spadino", addetto alla sicurezza della TmB, che grazie alla sua moto ed al suo coraggio riusci a salvare dal rogo molte vite, ma sfortunatamente entrato nel tunnel l'ultima volta per salvare un camionista, perse la vita sopraffatto dalle fiamme.
Le conseguenze del dopo incidente
Dopo questi drammatici avvenimenti, il tunnel restò chiuso per tre anni e riaperto unicamente per le automobili il 9 marzo 2002, dopo lunghi lavori di riparazione e ristrutturazione (la volta, fortemente danneggiata, è stata completamente rifatta). Questi sono stati i principali interventi adottati dopo il rogo:
• La creazione di nicchie ogni cento metri.
• Un posto di soccorso è stato costruito nel centro del tunnel, con un veicolo attrezzato allo spegnimento delle fiamme e un gruppo di pompieri presenti in permanenza sul posto.
• Costruzione di rifugi collegati ad una galleria d'evacuazione indipendente (sotto la carregiata).
• Costruzione di una sala di comando unica.
Le regole di utilizzo del tunnel sono state cambiate con l'unificazione delle due società concessionarie sotto una unica società, la GEIE (groupement europèen d'intéret èconomique). Sono stati costituiti dei gruppi di lavoro comuni italo-francesi per assicurare la gestione corrente e la sicurezza. È stata interdetta la circolazione ai mezzi che trasportano materiali pericolosi e ai veicoli inquinanti (inferiori alle norme euro O); la velocità è stata notevolmente ridotta e la distanza di sicurezza tra i veicoli aumentata (150 m tra i veicoli in movimento e 100 m tra i veicoli fermi).
Le condanne
Il tribunale di Bonneville (Alta Savoia) il 27 luglio 2005 ha emesso una prima sentenza. A conclusione di una lunga istruttoria, il giudice ha considerato che "la catastrofe poteva essere evitata".
• Gerard Roncoli, il capo della sicurezza di competenza francese, è stato condannato a trenta mesi di prigione (con la condizionale).
• Gilbert Degrave, l'autista del camion che ha originato l'incendio, è stato condannato a quattro mesi di prigione (con la condizionale)
• Michel Charlet, il sindaco di Chamonix, è stato condannato a sei mesi di prigione e a 1.500,00 Euro d'ammenda.

23 marzo, 2007

Rolling Stones a Roma il 6 luglio

Musica: Rolling Stones a Roma il 6 luglio
Lo ha detto Mick Jagger in una trasmissione live su internet
(ANSA)Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood, Charlie Watts e Darryl Jones: saranno tutti a Roma il prossimo 6 luglio. E' questa la data in cui il tour europeo dei Rolling Stones arrivera' in Italia. Lo ha annunciato oggi pomeriggio lo stesso Mick Jagger, in una trasmissione live su internet. Il tour includera' le citta' in cui la band aveva dovuto cancellare all'ultimo momento i concerti, dopo che Keith Richards si era ferito alla testa cadendo da un albero, a Fiji.

La Regione celebra i 50 anni dell'Europa


Su invito del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il Comitato delle regioni (CdR) celebrerà domani i 50 anni dell'Europa con una sessione plenaria speciale e una seduta solenne, nel corso della quale interverranno il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Consiglio Romano Prodi e il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso.
L'evento, presieduto dal presidente del CdR, Michel Delebarre, avrà luogo all'Auditorium della Conciliazione. Alla cerimonia prenderanno parte oltre 600 esponenti dei governi nazionali, regionali e locali e rappresentanti del vertice europeo della gioventù.
Fra le altre personalità di rilievo che parteciperanno all'evento figurano il vice primo ministro e ministro degli Affari esteri lussemburghese Jean Asselborn, il ministro italiano degli Affari esteri Massimo D'Alema, il commissario europeo per la politica regionale Danuta Hübner, il ministro federale tedesco aggiunto agli Affari europei Günter Gloser, il Segretario di Stato spagnolo per l'UE Alberto Navarro, il ministro italiano per le Politiche giovanili e le Attività sportive Giovanna Melandri, l'ex-presidente della Commissione europea Jacques Delors, i sindaci di Roma, Varsavia, Bruxelles, Istanbul, Stoccolma, Maastricht e Lione, oltre ai presidenti della Catalogna e della Toscana. Inoltre il Presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Pöttering terrà un discorso alla cena ufficiale del 22 marzo che avrà luogo a Palazzo Venezia, al termine delle riunioni dei gruppi politici e dell'Ufficio di presidenza del CdR.

Tutte le informazioni sull’evento si possono trovare sul sito della Regione Lazio (cliccando sul link) che ha creato, già da oltre un anno, uno spazio d’informazione quotidiana dedicato all’Europa, con notizie economiche, politiche e informazioni di ordine pratico come bandi e concorsi.

Emergenza casa, oltre 54 milioni per nuovi alloggi dal tavolo Comune-Governo-Regione


Firmato oggi dal sindaco Veltroni e dal ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro l'accordo di programma sull'emergenza casa nella capitale. Oltre 54 milioni di euro per dare un tetto a persone e famiglie disagiate, soprattutto disabili e anziani. Ecco i punti principali dell'accordo:
Stanziamento complessivo: 54 milioni 405.500 euro circa. Il Governo erogherà 24 milioni 405.500 euro, la Regione Lazio e il Comune di Roma 15 milioni a testa. Il Campidoglio troverà le risorse principalmente attingendo ai piani di alienazione del proprio patrimonio.
Per il Comune, il nuovo protocollo si traduce nell'ampliamento dei fondi per attuare la deliberazione 110 del 2005 – programma straordinario per l'emergenza abitativa –. Con gli oltre 54 milioni del nuovo accordo, il Comune potrà realizzare nuove case, acquistarne per cambio di destinazione d'uso e acquisire immobili da destinare a centri per l'assistenza alloggiativi.
Viene così finanziata una parte consistente del più vasto programma comunale per realizzare ventimila nuovi alloggi entro il 2011, di cui diecimila per l'edilizia sociale e altrettanti per l'affitto a canone concordato e solidale.
Passi successivi per attuare completamente il programma, la vendita di parte del patrimonio comunale di edilizia residenziale pubblica e il prosieguo degli impegni assunti dal Governo al tavolo nazionale sull'emergenza casa.
L'accordo è il primo risultato del tavolo, aperto lo scorso 23 febbraio su proposta del Campidoglio e dopo il via libera del ministero per le Infrastrutture.

Il meglio del Mediterraneo in una sola grande fiera


E' in corso fino al 24 marzo, alla nuova Fiera di Roma nei pressi dell'autostrada Roma-Fiumicino, "Globe 2007", l'expo turistico più importante del Mediterraneo. Presenti, all'interno di quattro padiglioni su un'area di 38 mila metri quadri, 1.300 aziende fra tour operator e fornitori di servizi, provenienti da tutta l'area del "mare nostrum" per conoscersi e far conoscere i propri prodotti.
Quattro, come si diceva, i padiglioni: Italia, Lungo Raggio, Servizi e Mediterraneo. In quest'ultimo trovano posto gli enti nazionali del turismo e i fornitori dei paesi dell'area: Turchia, Grecia, Egitto, Tunisia, Portogallo… Non mancano gli 'avamposti', come la Giordania. Il settore Italia, dal suo canto, offre sia una panoramica generale che l'offerta regione per regione.
Un appuntamento di primo piano per il pubblico e soprattutto per i visitatori professionali, che possono qui concretizzare accordi con operatori da tutto il bacino mediterraneo. Particolarmente attesi, in fiera, i progetti innovativi, le proposte nuove che superano – anche nel modo di allestire gli stand – le consuete suddivisioni merceologiche e geografiche. Grande attenzione è riservata ai temi della formazione, della comunicazione e dei supporti tecnologici. Un expo per il business turistico, dunque, e per turisti e viaggiatori una fiera da vedere e da gustare, con un ampio contorno di eventi e manifestazioni per tutti. Per saperne di più, www.globe07.it.

PROMEMORIA 23 MARZO 1944 Seconda guerra mondiale: intorno alle tre del pomeriggio esplode una bomba in Via Rasella a Roma


Seconda guerra mondiale: intorno alle tre del pomeriggio esplode una bomba in Via Rasella a Roma, uccidendo 33 soldati tedeschi in transito. Per rappresaglia il giorno dopo (vedi 24 marzo) le truppe tedesche compiranno l'eccidio delle Fosse Ardeatine
Subito dopo l'8 settembre 1943, nell'Italia occupata, sorgevano, in seno a gruppi e partiti politici o per iniziativa di civili e di militari, delle organizzazioni clandestine a carattere militare, che in proseguo di tempo dovevano svolgere un'azione di particolare importanza, specialmente nella liberazione dell'Italia settentrionale. Le più importanti di esse avevano un comune e superiore organo di coordinamento, la Giunta Militare, che era formata dai capi di sei di quelle organizzazioni (quelle che erano emanazioni dei sei partiti che avevano una più estesa organizzazione ed un più accentuato grado di penetrazione nella popolazione) e costituiva un organo del Comitato di Liberazione Nazionale; altre davano vita a diversi organi di coordinamento, sempre allo scopo di attuare in maniera unitaria e secondo alcune direttive generali una fattiva azione contro i nazi-fascisti.
L'azione di queste organizzazioni, che si manifestava con atti di sabotaggio ed attacchi di colonne militari tedesche, era continua fuori dei centri abitati onde rendere difficile ai tedeschi I'opera di assestamento.
Anche nella città di Roma si effettuavano, talvolta, azioni di sabotaggio ed attentati contro autocolonne o comandi militari, allo scopo, chiaramente manifesto a mezzo di volantini, di richiamare il nemico all'osservanza della posizione di città aperta della capitale d'Italia. Difatti, malgrado questa posizione internazionalmente riconosciuta, i principali comandi militari tedeschi si trovavano nell'interno della città aperta ed in questa erano frequenti i passaggi di truppe e di materiale bellico.
Solo dopo vari atti di sabotaggio ed attentati (uno di questi contro l'albergo Flora dove si trovavano dei comandi militari) gli ufficiali militari venivano trasferiti fuori della città aperta. Continuava peró il passaggio di truppe e di materiale destinato alle truppe operanti.
II 23 marzo 1944 alle ore 15 circa, nell'interno della città aperta, in Via Rasella all'altezza del palazzo Tittoni, mentre passava una compagnia di polizia tedesca del Battaglione "Bolzen", che da quindici giorni era solita percorrere quella strada, scoppiava una bomba che uccideva ventisei militari di quelle compagnia ed altri feriva più o meno gravemente.
Subito dopo lo scoppio della bomba alcuni giovani, che sostavano all'angolo di Via Boccaccio, lanciavano delle bombe a mano contro il resto della compagnia e, quindi, si ritiravano verso Via dei Giardini, allontanandosi immediatamente dalla zona.
Elementi della compagnia tedesca sparavano in direzione delle finestre sovrastanti e dai tetti,un po' all'impazzata, poiché in un primo momento credevano che I'attentato fosse stato effettuato con lancio di bombe a mano da una delle case.
Immediatamente giungevano sul posto il gen.Maeltzer comandante della città di Roma, il col. Dolmann ed alcuni funzionari di polizia italiani. Successiva mente arrivava il Console tedesco a Roma signor Moellhausen con alcuni gerarchi del partito fascista repubblicano i quali avevano sentito la detonazione dal vicino Ministero delle Corporazioni, dove avevano partecipato ad una cerimonia celebrativa della fondazione dei fasci di combattimento.
II gen.Maeltzer alla vista dei militari tedeschi morti e feriti era preso da una forte eccitazione. "Sul posto il comandante della Piazza - dichiarava il teste Moellhausen (vol. VII f. 4) - andava e veniva, grida, gesticolava ed anche piangeva, non si poteva trattenere. Secondo lui si sarebbero dovuti fucilare sul posto individui arrestati nelle vicinanze e far saltare, con i suoi abitanti, il blocco di immobili davanti al quale aveva avuto luogo l'attentato
. Intanto ufficiali e sottufficiali del comando di polizia tedesca di Roma, subito accorsi sul luogo,eseguivano un'accurata perquisizione nelle case di Via Rasella e facevano scendere sulla strada tutti gli abitanti,che erano condotti in Via Quattro Fontane ed erano allineati lungo la cancellata del Palazzo Barberini. Alle ore 15.30 circa il ten.col. Kappler giungeva al comando di polizia tedesca in Via Tasso. Informata di quanto era accaduto si avviava subito verso Via Rasella. Lungo la strada, in Via Quattro Fontane, egli era fermato dal Console Moellhausen, che ritornava da Via Rasella dove aveva avuto un forte diverbio con il Generale Maeltzer nel tentativo di fare procrastinare le intenzioni di vendetta che questi manifestava sotto I'impulso di una forte eccitazione, ed pregato da quel diplomatico di agire sull'animo del comandante della città quanto mai furibondo e capace di commettere una pazzia.
II Kappler, giunto in via Rasella s'incontrava con il gen.Maeltzer ancora molto eccitato, al quale, dopo un fugace scambio di impressioni, rivolgeva preghiera di essere incaricato di quanto riguardava l'attentato. Avuta risposta affermativa, egli prendeva subito contatto con i suoi dipendenti diretti, fra i quali il cap. Schultz ed il cap. Domizilaff che già si trovava su posto.
Nelle prime indagini venivano raccolte quattro bombe a mano del peso di circa quattro chilogrammi, colorate di rosso e grigio e munite di miccia. Dette bombe, che risultavano essere di fabbricazione italiana, venivano avvolte dal Kappler in un fazzoletto e fatte portare su una macchina della polizia tedesca che, a dire del Kappler, poco dopo sarebbe stata sottratta da ignoti.
Intanto il Kappler,seguendo le istruzioni del gen.Maeltzer,disponeva che i civili fermati nelle case di Via Rasella fossero condotti in una vicina caserma della polizia italiana e di essi fosse fatto un elenco onde accertare quanti risultavano già segnalati negli uffici di polizia.
Alle ore 17 circa, accompagnato dal cap. Schutz che aveva già interrogato i superstiti della compagnia, egli si recava al comando della città di Roma. Ivi, alla presenza del gen. Maeltzer e di altri ufficiali di detto comando esprimeva l'opinione che l'attentato fosse stato effettuato da italiani appartenenti a partiti antifascisti. Circa le modalità di esecuzione dell'attentato egli affermava che "esso fosse stato compiuto mediante lancio di un ordigno principale da una certa altezza e di bombe probabilmente lanciate da diverse persone dai tetti di diverse case" (f. 5 vol. VII).
Altro argomento di conversazione era dato dalle misure di rappresaglia da adottare in relazione all'attentato.
Mentre si svolgeva la discussione il Gen. Maeltzer parlava spesso al telefono. In una di queste telefonate egli usava con frequenza le parole misure di rappresaglia. Ad un certo momento il generale tedesco faceva cenno al Kappler di avvicinarsi e quindi passatogli il ricevitore ed informatolo che all'apparecchio c'era il Gen. Mackensen, lo invitava a parlare con quel generale. II Gen. Mackensen, dopo aver chiesto alcuni particolari in merito all'attenta- to, entrava subito in argomento circa le misure di rappresaglia intorno alle quali, a giudicare dal suo modo di parlare, egli aveva già discusso con il Gen. MaeItzer (dich. Kappler, f. 6 retro vol VIl) Alla domanda di quel generale, intesa a conoscere su quali persone potevano essere eseguite le misure di rappresaglia il Kappler rispondeva che, secondo accordi con il Gen. Harste, la scelta avrebbe dovuto cadere su persone condannate a morte o all'ergastolo e su persone arrestate per reati per i quali era prevista la pena di morte e la cui responsabilità fosse stata accertata in base alle indagini di polizia.
II Gen. Mackensen quindi, rispondeva di essere disposto a dare I'ordine, ove fosse stata data a lui la facoltà, di fucilare dieci persone, scelte fra le categorie indicate, per ogni militare tedesco morto. Aggiungeva che si sarebbe accontentato che venisse fucilato solo il numero di persone disponibili fra le categorie suddette. Una conseguenza logica di questo accordo, secondo I'imputato (f. 7 - vol. VII) era che non si sarebbe fatta parola né con il Gen. Maeltzer né con le autorità superiori e che si sarebbe cercato di far conoscere l'accaduto ai rispettivi superiori al più tardi possibile.
Dopo questa conversazione il Kappler si congedava daI Gen. Maeltzer senza comunicargli i precisi termini della conversazione ma con l'intesa di preparare un elenco di persone sulle quali doveva effettuare la rappresaglia, e si portava alla Questura di Roma onde controllare gli schedari in merito alle persone fermate in Via Rasella. Comunicato lo scopo della visita al Questore Caruso, lasciava alcuni suoi dipendenti negli uffici della Questura per il controllo degli schedari e di allontanava.
Giunto in ufficio il Kappler dava disposizioni perché fossero accelerate le indagini circa I'attentato con l'aiuto di tutti i collaboratori italiani. Poco dopo veniva chiamato al telefono da Magg. Boblem, addetto al comando della città di Roma. Questo ufficiale lo informava che poco prima suo comando era giunto un ordine in base al quale entro le ventiquattro ore doveva essere fucilato un numero di italiani decuplo di quello dei soldati tedeschi morti. A richiesta del Kappler, il Magg. Boblem precisava che l'ordine proveniva dal comando del Maresciallo Kesselring.
Poiché il contenuto di quest'ordine si mostrava in contrasto con quanto convenuto nel suo colloquio con il Gen. Mackensen, il Ten. Col. Kappler chiedeva la comunicazione con il comando del Maresciallo Kesselring. Dopo circa dieci minuti egli parlava con I'ufficio I a T., che si occupava delle questioni territoriali. L'ufficiale addetto a questo ufficio, alla domanda intesa a conoscere se l'ordine ricevuto in precedenza proveniva dal comando superiore sud-ovest, rispondeva: "No, viene da molto più in alto".
Alle ore 21 il Kappler aveva una conversazione telefonica con il Generale Harster, capo del BSS con sede in Verona, al quale riferiva in merito all'attentato ed al suo sviluppo. Gli comunicava pure che, in base ai dati poco prima fornitigli dalle sezioni dipendenti, egli disponeva di circa duecentonovanta persone, delle quali peró un numero notevole non rientrava nella categoria dei todeswurdige. Circa cinquantasette, infatti, erano ebrei detenuti solo in base all'ordine generale di rastrellamento ed in attesa di essere avvati ad un campo di concentramento. Aggiungeva che delle persone arrestate in Via Rasella, secondo informazioni dategli poco prima dai suoi dipendenti, solo pochissime risutavano pregiudicate ovvero erano state trovate in possesso di cose (una bandiera rossa, manifestini di propaganda ecc.) che davano possibilità di una denunzia all'autorità giudiziaria militare tedesca. A conclusione della conversa zione rimaneva d'accordo col suo superiore d'includere degli ebrei fino a raggiungere il numero necessario per la rappresaglia.
Dopo tali telefonate egli dava disposizioni perché il mattino successivo, i fermati di Via Rasella fossero liberati ad eccezione di quei pochi che, per motivi vari, risultavano pregiudicati.
Nella stessa serata egli chiedeva al Presidente del Feldgericht Rome di autorizzarlo ad includere nell'elenco le persone condannate dal Tribunale Militare alla pena di morte, le persone condannate a pene detentive anziché alla pena di morte per concessione di circostanze attenuanti inerenti alla persona ed, infine, le persone denunziate ma non ancora processate. Quel Presidente autorizzava l'inclusione delle persone della prima e della terza categoria, ma, in ordine alle persone della seconda categoria, non intendendo assumersi la responsabilità, rappresentava I'opportunità di chiedere l'autorizzazione del Chefrichter dell'O.B.S.W. Questa autorizzazione richiesta giungeva poche ore dopo. Nella notte l'imputato, con I'aiuto dei suoi collaboratori esaminava i fascicoli delle persone considerate todeswurdige sulla base dei precedenti accordi.
Intanto si aveva notizia che altri soldati tedeschi, fra quelli gravemente feriti, deceduti. Alle otto del mattino successivo il numero complessivo dei morti ammontava a 32.

22 marzo, 2007

Giornata Mondiale dell’acqua


Il 22 marzo di ogni anno si celebra la "Giornata Mondiale dell'Acqua", proclamata nel 1993 dall'Assemblea delle Nazioni Unite: perché la carenza di acqua pulita è una emergenza mondiale e in alcune aree del pianeta è una vera e propria catastrofe.
L'acqua, la più importante risorsa del nostro pianeta, è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della terra ed è patrimonio dell'umanità. L'accesso all'acqua è un diritto fondamentale
e inalienabile, che va garantito a tutti. Eppure l'abitudine allo spreco e la noncuranza ci fanno spesso perdere di vista la necessità di proteggere questa risorsa.
Quest'anno approfittiamo dell'acqua day per risparmiare acqua ed energia.
Perché l'acqua è uno degli elementi che maggiormente subiscono l'impatto del cambio climatico: lo scioglimento dei ghiacciai è aumentato dell'1% annuo negli ultimi 35 anni, con una conseguente riduzione delle riserve di acqua potabile. Ma anche la diminuzione della portata dei fiumi e delle precipitazioni nell'area mediterranea - che favorisce i processi di desertificazione - sono fenomeni che sempre più assottigliano le riserve di acqua potabile.
Una responsabilità dei paesi ricchi e industrializzati, che rappresentano meno del 20% della popolazione mondiale e consumano oltre il 60% dell'energia prodotta; con ricadute ambientali che si fanno sentire in maniera più catastrofica nei paesi più poveri del Sud del mondo, meno preparati ad adattarsi agli impatti.
La campagna "Acqua: bene comune dell'umanità, diritto di tutti" è finanziata dall'Unione Europea per promuovere la cultura dell'acqua come bene comune dell'umanità, e che Legambiente realizza insieme a CEVI, CIPSI, COSPE, CRIC, France Libertés, CERAI, Dimitra.
Per informazioni: 06-86268362, internazionale@mail.legambiente.com

Città dello Sport di Torvergata, posata la prima pietra


Due grandi vele che formano un ventaglio, illuminate e visibili dalla Roma-Napoli. Si presenterà così il nuovo Palazzo dello Sport di Tor Vergata, progettato dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava, cuore della Città dello Sport che sarà realizzata entro la primavera del 2009, in tempo per i mondiali di nuoto. Ieri è stata posata la prima pietra, presenti il sindaco Veltroni, altre autorità capitoline, il rettore dell'ateneo di Tor Vergata e l'autore del progetto.
Il complesso sportivo, che si estende su un'area di circa 50 ettari, comprenderà il palasport con tribune per 15 mila spettatori e un'area coperta per 4 mila spettatori con piscine e trampolini per i tuffi. Altre vasche esterne, un campo di atletica leggera e un parco completeranno l'opera.
Gli spazi per l'agonismo saranno integrati dagli edifici universitari dei corsi di laurea in Scienze Motorie e Riabilitazione Fisica. Verrà inoltre realizzato un complesso di 1.500 alloggi per studenti universitari, che all'apertura saranno utilizzati per ospitare gli atleti durante i mondiali di nuoto.
L'opera – promossa da Comune, università e Coni – costerà 320 milioni di euro. Parte del finanziamento deriva dai fondi della legge per Roma Capitale, il resto sarà a carico dell'università di Tor Vergata e del bilancio dello stato.

Contrassegni auto disabili, le nuove regole


Sono scattate le nuove regole sui permessi auto disabili (circolazione e parcheggio), approvate il 19 febbraio dal Consiglio Comunale. Non poche le novità, introdotte con l'obiettivo di tutelare meglio chi ha diritto al contrassegno e, nel contempo, di frenare i possibili abusi. Vediamo i punti salienti del provvedimento.
La validità dei permessi temporanei per disabilità è prolungata di 45 giorni. Per quelli concessi a seguito di invalidità irreversibile, invece, ogni anno gli uffici controlleranno che il titolare sia in vita. In caso di decesso del titolare, c'è l'obbligo di restituire il contrassegno entro un mese.
Altra novità di rilievo riguarda il caso in cui una vettura con il contrassegno esposto – come sempre, in originale e "in modo ben visibile sulla parte anteriore della vettura" – entri in una zona a traffico limitato senza il titolare del permesso a bordo. Qui il nuovo regolamento punta a conciliare i diritti dei disabili con la necessità di contenere il traffico: occorre comunicare per telefono al contact center del Comune (060606) i dati che consentono il controllo della vettura –targa, numero del contrassegno auto disabili, nome e cognome del guidatore, giorno e fascia oraria del transito –. Possono chiamare lo 060606 sia il titolare del permesso che il guidatore.
Possibilità di circolazione: il contrassegno consente di viaggiare sulle corsie preferenziali e durante i blocchi temporanei del traffico (per interesse pubblico o esigenze militari), "purché il transito non costituisca grave intralcio al traffico".
Parcheggio: invariato il diritto, per i possessori di contrassegno, a lasciare l'auto gratis e senza limiti di tempo tra le strisce blu dei parcheggi a tariffa. Il Comune può anche istituire posteggi riservati (ma solo per sosta temporanea) presso luoghi frequentati da disabili: zone commerciali, farmacie, uffici pubblici, scuole, studi medici e di fisioterapia, associazioni degli stessi disabili.
Posti auto riservati. Per avere il posto riservato con il numero di concessione indicato sul cartello, sotto casa o nei pressi del posto di lavoro o di studio, il titolare del contrassegno deve avere precisi requisiti: 1) invalidità grave ai sensi della legge 104/92; 2) non avere a disposizione un altro posto macchina adeguatamente accessibile – questo requisito va dichiarato con autocertificazione –; 3) avere la patente di categoria speciale; 4) avere un'auto con i comandi adattati.
Prevista una deroga, in particolare per i minorenni con disabilità grave: per chi è nelle condizioni previste dalla legge 104/92, ma non ha la patente speciale, è stabilito che il posto riservato sia richiesto dai genitori o dai tutori.
Inoltre una commissione, composta da esperti e funzionari e costituita presso il Consigliere Delegato alle Politiche dell'Handicap, valuterà se concedere il posto riservato "nei casi di particolare rilevanza sociale".
Sanzioni per chi usa il contrassegno invalidi senza diritto. Vengono inasprite, e si aggiungono a quelle già previste dal Codice della Strada. Vanno da un minimo di 74 ad un massimo di 296 euro. Chi invece ha diritto ad usare il permesso, ma non ne osserva condizioni e limiti, rischia una multa da 36 a 148 euro. In ogni caso non si potranno rimuovere i veicoli che espongano il contrassegno originale, né applicare le ganasce (a meno di intralcio al traffico o pericolo per la circolazione).
Banca dati: il nuovo regolamento prevede la costituzione di una banca dati integrata Comune-Atac, costantemente aggiornata sui decessi e i cambi di residenza dei titolari di contrassegno auto disabili. Grazie alla banca dati, la Polizia Municipale (che è per legge l'autorità di vigilanza) potrà avere sott'occhio in tempo reale la lista degli aventi diritto.

PROMEMORIA 22 marzo 1963 - Viene pubblicato Please Please Me, primo album dei Beatles


Please Please Me è il titolo del primo album dei Beatles, pubblicato all'inizio della primavera del 1963 grazie al lavoro del produttore George Martin. Fino a quel momento, i quattro di Liverpool avevano pubblicato solamente due singoli (Love Me Do nell'ottobre 1962 e Please Please Me nel gennaio 1963); il primo riscosse un discreto successo, mentre il secondo fu la prima canzone dei Beatles a raggiungere la prima posizione nelle classifiche di vendita del Regno Unito, come lo stesso Martin aveva previsto.
Una cosa sorprendente è il fatto che l'album venne registrato in sole quindici ore di lavoro l'11 febbraio 1963, ad eccezione dei singoli che erano stati incisi nell'autunno precedente.
In Italia l'album uscì nel novembre 1963, ma con titolo e copertina diversi: era infatti chiamato semplicemente I Beatles, pur se le canzoni contenute erano le stesse della versione britannica, e l'etichetta era invece Parlophon. Questo nome diverso per la stessa casa discografica è stato dovuto forse ad un errore di trascrizione del nome in Italia avvenuto vari anni prima, visto che la Parlophon era già una etichetta presente sui dischi 78 giri. Per la cronaca, il 33 giri uscì con tre etichette di colore diverso, corrispondenti alle diverse ristampe, la prima (oggi molto preziosa) in rosso indaco, poi rossa, quindi nera. Nel 1970 il disco fu ristampato ma con etichetta Parlophone nera. Solo a fine 1976 abbiamo avuto anche in Italia il 33 giri con titolo e copertina uguali all'emissione britannica, con etichetta EMI-Parlohpone celeste.
All'epoca i 33 giri avevano in genere 12 canzoni, 6 per parte. I Beatles, per la delizia dei loro fans di tutto il mondo, pubblicarono un disco con ben 14 canzoni, sette per parte. Il disco contiene sia canzoni già pubblicate su 45 giri che canzoni pubblicate qui per la prima volta, e questa fu una novità per i tempi, quando i 33 non erano altro che raccolte di canzoni già pubblicate su 45 giri. Inoltre non tutte le canzoni hanno come autori Lennon-McCartney, ma sono cover di altri autori. - Anna (Go To Him) è una canzone scritta da Arthur Alexander e che si può trovare nella versione originale interpretata dal suo autore. - Chains è stata scritta da Goffin e King. - Ci sono poi due canzoni delle Shirelles. Le Shirelles erano un quartetto vocale femminile americano che piaceva molto a John Lennon e che hanno inciso numerosi pezzi davvero notevoli. La prima è Boys, scritta da Luter Dixon e da Farrel. L'altra è Baby It's You, scritta nientemeno che dal mitico Burt Bacarach. - A Taste Of Honey è stata scritta da Scott e Marlow. - Quindi la mitica Twist And Shout, scritta da Medley e Russell e portata al successo dagli Isley Brothers.
Si segnala che Love Me Do ha avuto in realtà due versioni. Quella su LP vede come batterista Andy White, in quanto il produttore dei Beatles George Martin non aveva ancora piena fiducia in Ringo Starr (parliamo del 1962), mentre la prima versione del 45 giri britannico vede proprio Ringo Starr. Comunqe, quest'ultima versione possiamo sentirla sui recenti CD antologici pubblicati.

21 marzo, 2007

La Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie


Cos’è la Giornata
La "Giornata della memoria e dell'impegno" è un'iniziativa promossa, insieme ad "Avviso Pubblico - Enti locali per la formazione civile contro le mafie" per ricordare tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata.
Il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera, Libera ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata. Una data che non è stata scelta a caso: realizzare la Giornata della Memoria e dell’Impegno in concomitanza con l’inizio della primavera ha un significato, al tempo stesso, reale e ideale.
Realizzata per la prima volta nel 1996, a Roma, la Giornata è riproposta annualmente in città diverse: Roma, Niscemi (CL), Reggio Calabria, Corleone (PA), Casarano (LE), Torre Annunziata (NA) e Nuoro.
La memoria
Nel giorno in cui la natura rinasce, Libera ricorda che un’azione antimafia non può dimenticare l’esempio di coloro che hanno pagato con la vita la loro onestà e correttezza civile. Come il rigoglio della primavera esprime anche la memoria della semente morta per dare spazio alla nuova vita, così ogni nuovo passo sulla strada della legalità è possibile a partire da quei passi che sono stati stroncati su quella medesima strada, ogni nuovo diritto conquistato è possibile da quei diritti che sono stati calpestati. Semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori e commercianti, sindacalisti, esponenti politici, amministratori locali, sono morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. E' quindi con grande rispetto e gratitudine che vogliamo ricordarli tutti, dai più famosi ai tanti "anonimi" su cui più facilmente è caduto il velo della dimenticanza. Per questo, un primo elemento fondamentale della Giornata è la lettura dei nomi delle vittime delle mafie: quei tanti, troppi nomi, che vengono fatti risuonare ininterrottamente durante la Giornata e alla lettura dei quali si alternano in tanti: dai parenti delle vittime agli studenti, dai semplici cittadini ai rappresentanti dello Stato o delle Forze dell'ordine, bambini come genitori, insegnati come studenti, uomini e donne che hanno deciso di fare memoria dei morti di mafia.
L’impegno
Le vittime delle mafie, tuttavia, non vanno soltanto ricordate: l’esempio che esse portano va anche accolto e vivificato, progettando apertamente un cammino di legalità e coinvolgendo la collettività su di esso. La Giornata, è il modo per affermare che ci siamo, che vogliamo fare la nostra parte. Non per essere "eroi" ma per essere pienamente cittadini, con diritti e doveri, capaci di solidarietà, rispettosi della legalità.
Come il rigoglio della primavera è anche promessa di un raccolto in estate, così la legalità ha bisogno di impegni concreti. È per questo che l’altro elemento fondamentale della Giornata è una effettiva attivazione del territorio nella lotta alle mafie. Risultato che si ottiene, sia realizzando una struttura nella città di volta in volta in visitata, sia facendo della Giornata l’evento centrale di una serie di incontri preparatori, con lo scopo di coinvolgere nelle attività di Libera, associazioni e cittadini presenti sul territorio.

"A Pasqua Roma ti sorprende" 5 giorni e 60 appuntamenti dedicati alla cultura e all'intrattenimento


I Musei civici, le Biblioteche e le Case tematiche della città saranno invase, dal 5 al 9 aprile, da tante iniziative musicali e teatrali, letture sceniche e performance per un totale di quasi 60 appuntamenti dedicati alla cultura e all'intrattenimento. I maggiori spazi culturali della capitale ospiteranno infatti la manifestazione, "A Pasqua Roma ti sorprende. Quando l'arte diventa spettacolo", cinque giorni consecutivi di musica, letture, teatro e danza.
Ecco gli spazi che saranno coinvolti in modo sistematico e diffuso, per diversi giorni e in orari diversi: Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Museo dell'Ara Pacis, Museo di Roma, Museo Napoleonico, Museo Carlo Bilotti, Museo di Roma in Trastevere, Musei di Villa Torlonia, Planetario e Museo Astronomico, Museo Civico di Zoologia, Biblioteca Elsa Morante, Biblioteca Franco Basaglia, Biblioteca Gianni Rodari, Biblioteca Guglielmo Marconi, Casa dei Bimbi, Casa del Jazz, Casa delle Letterature, Casa della Memoria e della Storia, Casa dei Teatri.
L'iniziativa rappresenta una novità sulla scena culturale romana. Per la prima volta il Comune di Roma promuove eventi di spettacolo negli spazi museali e culturali, nel periodo di Pasqua, dando vita ad un cartellone di appuntamenti unitario e coordinato tra musei, biblioteche e case tematiche che si snoderà in un lungo e articolato percorso, proponendo una innovativa relazione fra luogo d'arte e spettacolo, oltre a una inedita modalità di fruizione da parte del pubblico.
Lo spettacolo, quindi, entrerà da protagonista in strutture culturali solitamente destinate ad attività diverse, con eventi progettati appositamente per gli spazi o scelti per la loro perfetta aderenza al luogo.
Nell'ambito delle iniziative è prevista l'apertura straordinaria nel giorno di Pasquetta (9 aprile) dei Musei Civici e della Casa dei Teatri mentre negli altri giorni è programmata l'apertura straordinaria serale del Planetario, del Museo dell'Ara Pacis, dei Musei Capitolini, Museo Civico di Zoologia, del Museo di Roma in Trastevere, del Museo Napoleonico, della Casa delle Letterature, Casa della Memoria e della Storia.
La partecipazione agli eventi è sempre gratuita nelle Case tematiche e nelle Biblioteche, fatta eccezione per la Casa del Jazz che prevede un ingresso di 5 euro per lo spettacolo in programma il 7 aprile.
Per quanto riguarda i Musei Civici l'ingresso agli spettacoli è libero fino ad esaurimento posti ad eccezione del Museo Carlo Bilotti e della Centrale Montemartini, dove la partecipazione agli eventi è inclusa nel costo del biglietto di ingresso.
Per assistere agli spettacoli al Planetario è consigliato prenotare telefonicamente chiamando il Call Center Zètema Progetto Cultura +39 06 82059127 (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.30).
In allegato il programma dettagliato della manifestazione.
In contemporanea alle iniziative promosse dall'Assessorato alle Politiche Culturali si svolgeranno gli eventi a tema di Casa del Cinema, del Teatro del Lido e del Festival di Pasqua, con il loro concerti, proiezioni e spettacoli.
Per ulteriori informazioni è possibile chiamare il Call Center Zètema Progetto Cultura +39 06 82059127 (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.30) e visitare il sito www.museiincomuneroma.it