30 giugno, 2007

Case popolari, recuperate per chi ne ha diritto


Sono 64 gli alloggi recuperati in due mesi, circa uno al giorno, a partire da aprile, grazie alle attività di sgombero degli occupanti abusivi degli alloggi Erp (edilizia residenziale pubblica), appartamenti (43 di proprietà del Comune e 21 dell'Ater) che sono stati ri-assegnati agli aventi diritto inseriti in graduatoria.

I dati sono stati forniti dal sindaco di Roma Walter Veltroni e dall'assessore al Patrimonio abitativo Claudio Minelli insieme al comandante dei vigili urbani Giovanni Catanzaro, al delegato per l'emergenza abitativa Nicola Galloro e alla presidente della Commissione Patrimonio, Anna Maria Carli. L'azione è stata resa possibile grazie allo stretto coordinamento tra ufficio politiche abitative, nuclei dei vigili urbani e municipi.

"Con questo ritmo - ha esordito il Sindaco - in cinque anni potremo recuperare 2.500 appartamenti. Oggi qui è cominciata una nuova fase nel contrasto del fenomeno dell'occupazione di alloggi da parte di chi non ne ha diritto grazie a una più risoluta attività di sgomberi".

Il Sindaco ha lanciato anche la campagna 'La prepotenza non abita a Roma', mirata a far collaborare i cittadini nella denuncia di occupazioni abusive delle case popolari del Comune attraverso una telefonata allo 060606. "E' una campagna che ha carattere civile - ha spiegato Veltroni - contro la prepotenza e in difesa della legalità". Infatti i 64 alloggi recuperati fanno riferimento a 258 segnalazioni, tutte verificate.


Con quest'attività il Comune vuole ripristinare la legalità contrastando un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto dimensioni intollerabili, alleviare l'emergenza abitativa assegnando così le case a persone che da anni aspettano in graduatoria. Altro obiettivo è quello di riuscire a risparmiare una non piccola somma nell'acquisto di ulteriori alloggi. Ponendo infatti che ogni alloggio recuperato consente un risparmio di spesa che va dai 100.000 ai 150.000 euro e considerato anche che l'Amministrazione si è posta l'obiettivo di arrivare nel corso del corrente anno al recupero di circa 160 alloggi, appare evidente che al termine di quest'attività il risparmio si aggira sopra i 20 milioni di euro.

Pinelli e la Roma dell'800 a Palazzo Braschi


E' stata inaugurata ieri al Museo di Palazzo Braschi la mostra che racconta la Roma dell'800 attraverso gli acquerelli di Achille Pinelli (figlio del più famoso Bartolomeo). Dal 28 giugno al 16 settembre verranno esposti 70 quadri, realizzati dall'artista tra il 1832 e il 1835, che documentano aspetti della città scomparsi o radicalmente mutati nel corso del tempo.

La mostra, promossa dall'assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma, testimonia come in un'epoca in cui la fotografia era assente, gli acquerelli di Achille Pinelli rappresentassero non solo preziose opere d'arte, ma un vero e proprio inventario di edifici (alcuni dei quali non più esistenti).

Un esempio tra i più significativi è la chiesa di San Gerolamo degli Schiavoni, anticamente situata presso il Porto di Ripetta, che fu poi sacrificato a causa dei lavori per la realizzazione dei muraglioni sul Tevere.

Nei dipinti del Pinelli si ritrovano quasi sempre vivaci scene di vita quotidiana come nel caso della tavola dedicata a Santa Maria della Scala (che presenta in primo piano la festa dei montanari abruzzesi culminante con il "Ballo dell'orso") o nella processione davanti alla chiesa della Natività di Gesù in Piazza Pasquino, con i confratelli preceduti da un "mannataro" in livrea.

Sempre in occasione della mostra verranno esposte anche alcune scene derivanti dalle famose incisioni di Pinelli padre come "Bottega del ciabattino" e la " Carrettella delle ottobrate".

PROMEMORIA 30 giugno 2004 Saddam Hussein e altri undici gerarchi del suo regime sono consegnati alla giustizia iraqena dall'esercito statunitense.


(Al-Awja, Tikrit, 28 aprile 1937[2] - Baghdad, 30 dicembre 2006) è stato presidente e dittatore dell'Iraq dal 1979 al 2003, quando venne destituito in seguito all'invasione anglo-americana in quella che è conosciuta come la seconda guerra del Golfo.
È stato giustiziato per impiccagione il 30 dicembre 2006 in esecuzione di una sentenza di condanna a morte pronunziata da un tribunale iracheno - e confermata in appello - per crimini contro l'umanità. La sua esecuzione ha destato scalpore e polemiche in tutto il mondo.

29 giugno, 2007

Roma&Più Pass: la card turistica per visitare il territorio di Roma e Provincia


Dal mese di luglio la Provincia di Roma avrà la sua card turistico-culturale la ‘Roma&Piu' Pass’. Un nuovo strumento a disposizione di tutti i turisti per agevolare la loro presenza e la visita del territorio di Roma e provincia alla scoperta delle sue bellezze e dei suoi musei.
Con soli 25 euro, per 3 giorni (a partire dal primo ingresso registrato), la “Roma&Piu' Pass” offre la possibilità di accedere - con diritto all’ingresso gratuito ai primi due siti e/o musei scelti e all’ingresso ridotto a tutti i siti e/o musei ulteriormente visitati - a tutti i monumenti, musei e aree archeologiche di competenza statale e comunale, situati in territorio urbano e provinciale.
La ‘Roma&Piu' Πù Pass’ completa l’offerta turistica della ‘Roma Pass’, la card turistico-culturale della Capitale - promossa dal Comune di Roma e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con Atac - che offre agevolazioni economiche e servizi che facilitano la visita della città.
La Provincia di Roma offre, racchiusi nei suoi 121 comuni, itinerari ricchi di gioielli artistici da valorizzare, scoprire e conoscere e mete rinomate e apprezzate dai turisti italiani e stranieri.
Le vestigia dell’antica civiltà etrusca, le residenze patrizie dei Castelli romani, i villaggi medievali, le meravigliose opere d’arte di ogni epoca, inestimabili patrimoni architettonici e paesaggistici divengono la perfetta cornice nella quale il visitatore può godere di una particolare atmosfera.
La “Roma&Piu' Pass” per la Provincia di Roma segue così le modalità di attivazione, durata e funzionamento, della sua “gemella” cittadina, includendo nell’offerta anche siti di interesse culturale e turistico dislocati sul territorio provinciale.
Fiore all’occhiello della nuova Card provinciale l’accordo con il ‘Leonardo Express’ il treno che collega in mezz’ora l’aeroporto di Fiumicino con la stazione Termini di Roma. Il turista potrà così viaggiare gratuitamente sul treno con il semplice acquisto del pacchetto della ‘RomaΠù Pass’.
I musei di competenza comunale della città di Roma che aderiscono al circuito sono: Musei Capitolini, Musei Capitolini Centrale Montemartini, Mercati e Foro di Traiano, Museo Napoleonico, Museo di Roma, Museo di Roma in Trastevere, MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Musei di Villa Torlonia Casino dei Principi, Musei di Villa Torlonia Casina delle Civette, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Museo della Civiltà Romana, Planetario e Museo Astronomico, Museo dell’Ara Pacis, Museo delle Mura, Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese, Museo Barracco.
I musei e le aree archeologiche di competenza statale della città di Roma che aderiscono al circuito sono: Anfiteatro Flavio – Colosseo, Palatino e Museo Palatino, Terme di Caracalla, Villa dei Quintili, Mausoleo di Cecilia Metella, Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano, Museo Nazionale Romano – Cripta Balbi, Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps, Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, Galleria Borghese, Galleria Spada, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Museo Nazionale dell’Alto Medioevo, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico "Luigi Pigorini”, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Museo Nazionale d'Arte Orientale, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Scavi di Ostia.
I musei e le aree archeologiche di competenza statale della Provincia di Roma che aderiscono al circuito sono: Villa Adriana (Tivoli), Villa D’Este (Tivoli), Villa Gregoriana a Tivoli, Museo delle navi romane e area archeologica “Tempio di Diana” (Nemi), Museo Archeologico Nazionale di Palestrina e Santuario della Fortuna Primigenia (Palestrina), Necropoli della Banditaccia (Cerveteri), Museo Archeologico Nazionale di Cerveteri (Cerveteri).
I musei e le aree archeologiche di competenza comunale della Provincia di Roma che aderiscono al circuito sono: Museo del Giocattolo (Zagarolo), Palazzo Chigi in Ariccia (Ariccia), Scuderie Aldobrandini per l’Arte (Frascati).
La “RomaΠù Pass” garantisce anche l’accesso gratuito all’intera rete del trasporto pubblico urbano e provinciale (ATAC, Metro linea A e B, Met.Ro, Trenitalia e Cotral) e sconti su mostre, spettacoli di teatro, danza, musica, servizi turistici ed eventi di Roma e Provincia. Aderiscono già all’iniziativa i seguenti siti della città di Roma: Auditorium – Parco della Musica (attività Musica per Roma); Bioparco; Chiostro del Bramante; Complesso del Vittoriano; Explora – Il Museo dei Bambini di Roma; Museo delle Cere; Museo Civico di Zoologia; Scuderie del Quirinale; Teatro dell’Opera; Teatro India; Teatro Argentina; Teatro Quirino; Teatro dell’Opera; Battelli sul Tevere; 110 City Tour.
La “RomaΠù Pass” sarà in vendita a luglio 2007 presso le sedi che già commercializzano la “Roma Pass”: tutti i musei e i siti convenzionati, i Punti Informativi Turistici del Comune di Roma (piazza delle Cinque Lune, Castel S. Angelo, Stazione Termini – via Giolitti 34 Binario 24, via dei Fori Imperiali, via Minghetti, Aeroporto di Fiumicino – Arrivi Internazionali Terminal C), Vetrina Roma in Piazza dei Cinquecento (Stazione Termini), alberghi, agenzie di viaggio, biglietterie Atac, edicole, tabaccherie e on-line sul sito www.romapass.it.
Per utilizzare la nuova “Roma&Piu'Pass” è sufficiente, in occasione della visita al primo sito o museo, indicare sul retro della card il proprio nome, cognome e la data di attivazione. In questo modo si può accedere direttamente alle prime due visite gratuite.
A partire dal terzo sito “Roma&Piu' Pass” deve essere esibita in biglietteria per usufruire della riduzione.
La card va portata sempre con sé perché deve essere mostrata, su richiesta del personale di controllo delle strutture visitate, insieme con il documento di identità, e non sarà più valida trascorso il terzo giorno dall’attivazione.
Chi acquista “Roma&Piu'Pass” riceverà un kit bilingue con informazioni sulla card in italiano e in inglese. Il kit “Roma&Piu'Pass” contiene anche:
• “ROMA&PIÙ PASS” TRANSPORT, uno speciale titolo di viaggio per l’accesso gratuito al trasporto pubblico urbano e provinciale coperto dal BTR-biglietto turistico regionale Metrebus Lazio valido tre zone (ATAC, Metro linea A e B, Met.Ro, Trenitalia e Cotral).
Roma “Roma&Piu' Pass” Transport è in vendita esclusivamente all’interno del kit “RomaPiu' Pass” e si attiva dopo averlo compilato con nome, cognome e data di timbratura. “RomaPiu' Pass” Transport deve poter essere esibito sui mezzi di trasporto, insieme con “RomaPiu' Pass” e con il documento di identità, su richiesta del personale di controllo. “RomaPiu'Pass” Transport scade alle ore 24 del terzo giorno a partire da quello del primo viaggio compreso
• ROMA&PIÙ MAP, una mappa che indica i Punti Informativi Turistici, le stazioni della Metro e tutti i musei e i siti di interesse turistico-culturale a Roma e nella provincia, completi di indirizzo, numero di telefono, informazioni sui mezzi pubblici per raggiungerli e orari di apertura
• “ROMA&PIÙ PASS” GUIDE, un elenco completo di tutti i musei e i siti convenzionati
• ROMA&PIÙ NEWS, un programma degli eventi e dei servizi turistici convenzionati, suddivisi per tipologia (arte, musica, teatro, danza, intrattenimento e servizi di trasporto ausiliario).

All'ospedale Eastman il primo ambulatorio odontoiatrico in Italia per pazienti ipo e non vedenti


E’ stato inaugurato, alla presenza dei vertici aziendali della Asl RMA, il primo ambulatorio odontoiatrico in Italia espressamente dedicato alle cure dentarie di pazienti ipo e non vedenti che avrà sede presso l’Ospedale George Eastman.

La nuova struttura, che nasce dall’intesa tra Regione Lazio, Asl RMA e Unione Ciechi del Lazio, si avvarrà di personale specializzato ed appositamente formato.

Il progetto del nuovo ambulatorio, che sarà diretto il Dottor Francesco Riva, primario dell’Ospedale George Eastman, prevede uno specifico protocollo di trattamento, messo a punto di concerto con l’Unione Ciechi del Lazio, sia per gli interventi di prevenzione delle malattie del cavo orale sia per le visite specialistiche. Inoltre le persone che necessiteranno di successivi interventi di odontoiatria ad alta valenza specialistica saranno seguiti all'interno di uno specifico percorso sanitario che garantirà una continuità di trattamento.

"La nuova struttura – ha dichiarato il Direttore Generale dell’Asl RMA, Carlo Saponetti - rappresenterà un punto di riferimento permanente per la prevenzione e la cura odontoiatrica delle persone che, per la loro condizione, necessitano di ambienti tranquilli e silenti, soprattutto nel caso di interventi odontoiatrici. Per questo si è ritenuto necessario predisporre un apposito ambulatorio dedicato”.

“Con l’inaugurazione dell’ambulatorio dell’Eastman – ha sottolineato l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Augusto Battaglia – la sanità del Lazio offre inedite condizioni ed opportunità di cura ad una categoria di cittadini, come gli ipo e i non vedenti, che si trovano in uno stato di maggiore difficoltà. Anche così si innalza il livello di qualità della nostra sanità”.

Arriva la notte bianca della solidarietà


Stanotte sarà protagonista chi ogni giorno lavora per dare una mano a chi ne ha bisogno: una notte simbolo di tutte le notti trascorse ad aiutare chi si trova in difficoltà. La 'Notte bianca della solidarietà' occuperà l'area di piazza Bocca della Verità con stand, testimonianze, spettacoli, giochi.

La manifestazione, nata per iniziativa del gruppo di AN, ha avuto subito l'ok del Comune e vede le diverse forze politiche che siedono in Consiglio Comunale unite sul tema della solidarietà.

Al centro della notte oltre 300 associazioni di promozione sociale e volontariato che potranno così far conoscere alla città il loro lavoro. Dopo un'anteprima per i bambini e una cerimonia all'Altare della Patria, il via alle 21 a piazza Bocca della Verità, che per l'occasione diventa 'piazza della Solidarietà'.

Tra gli artisti presenti: Pino Insegno, Ladri di Carrozzelle, Tarantula Rubra, Antonio Giuliani, Kedi Kadiu. Conduce Giovanni Anversa con Eleonora Daniele.

Nel corso dello spettacolo, sarà assegnato il premio "Formica d'oro per la Solidarietà" del Forum regionale del Terzo settore del Lazio a 40 personaggi che si sono contraddistinti nel mondo della solidarietà. Per maggiori informazioni consultare il sito www.nottebiancasolidarieta.it.

Tutte le associazioni che prenderanno parte all'evento potranno inoltre partecipare al bando "Un'Idea di solidarietà", e presentare un progetto chiedendone il finanziamento. I lavori presentati saranno presi in esame da un comitato incaricato dal Comune di Roma, e quelli selezionati saranno finanziati con una parte dello stanziamento previsto dal Consiglio Comunale per la Notte Bianca, a cui si sommeranno i contributi derivanti dalla raccolta degli sponsor.

Le organizzazioni avranno la possibilità di farsi conoscere ed acquisire visibilità anche grazie ad un dvd che racconterà le loro attività. Vi verrà documentata l'opera quotidiana che alcune organizzazioni protagoniste dell'evento svolgono con i bambini, gli ammalati, i disabili, gli anziani, gli immigrati, i poveri, i tossicodipendenti, i detenuti; il dvd sarà distribuito gratuitamente nelle scuole della Capitale.

Per adesioni ed info: www.resroma.it - mail: info@resroma.it - tel. 06.4782.3056 oppure allo 060606

L'organizzazione dell'evento è stata affidata dal Comune di Roma alla "Fondazione Handicap: Dopo di noi - Onlus", in collaborazione con il "Comitato Promotore Notte Bianca della Solidarietà" e con il "RES - Registro Della Solidarietà del Comune di Roma"

Tra gli sponsor istituzionali della manifestazione AAMS (Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato), Forum del Terzo Settore, Banca Etica e la Camera di Commercio di Roma.

A Villa Borghese l'orologio ad acqua torna a scandire il tempo


Torna in funzione, dopo un laborioso restauro iniziato nel settembre 2005, l'antico idrocronometro del Pincio. Il restauro restituisce ai tanti passanti, curiosi e visitatori di Villa Borghese il prezioso orologio ad acqua, vero e proprio gioiello di fisica applicata all'idraulica e alla meccanica, che aveva scandito il tempo dei loro avi per una quarantina d'anni a partire dal 6 ottobre 1873, prima che l'usura e la trascuratezza ne interrompessero il funzionamento.

Il delicato restauro del meccanismo dell'orologio è stato possibile in virtù dell'intervento del Centro ELIS (Educazione Lavoro Istruzione Sport) sotto la supervisione della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.

L'idrocronometro, restituito a Villa Borghese, sarà da oggi in poi manutenuto - grazie all'interessamento di Pierluigi Bartolomei, preside del Centro ELIS - senza alcun onere per l'amministrazione comunale capitolina.

La fontana dell'idrocronometro nella Passeggiata del Pincio è il prodotto dell'opera del sacerdote-scienziato domenicano Giovan Battista Embriaco (Ceriana 1829 - Roma 1903) e dell'architetto comunale di origine svizzera Gioacchino Ersoch (Roma 1815 - 1902): il primo ideò il geniale orologio ad acqua dal funzionamento autoregolante mentre il secondo curò l'allestimento e l'inserimento di questo meccanismo all'interno di una pittoresca fontana.

Le difficoltà tecniche per la ricostruzione delle parti mancanti e di quelle fatiscenti e per la revisione di tutto l'apparato sono state innumerevoli. Nonostante approfondite ricerche non è stato possibile reperire documenti tecnici da cui rilevare l'originaria progettazione. Si è resa quindi necessaria una riprogettazione e si è proceduto alla ricostruzione di varie parti, come i rotismi mancanti, il gruppo di scappamento, la vaschetta dosatrice oscillante, gli imbuti e i tubi di travaso al bilanciere, le bielle di trasferimento della forza, il bilanciere oscillante, i quattro gruppi meccanici e le nuove lancette in rame, più leggere rispetto a quelle originali in ferro. Infine si è proceduto al restauro estetico, con la nichelatura del meccanismo com'era all'origine.

Per tali operazioni sono stati investiti i vari reparti del Centro ELIS, una Scuola di Formazione Professionale che ha avuto l'idea di chiedere in "adozione" al Comune di Roma l'Idrocronometro di Villa Borghese. Istruttori e allievi del corso di orologeria hanno saputo collaborare in piena sintonia con la classe dei meccanici tornitori ed hanno lavorato alternando l'aula ad esperienze sul campo.

Per saperne di più visitate il sito www.orologiodelpincio.it, e consultare i documenti sulla storia del progetto e sul restauro del meccanismo.

Iliade in scena al Foro di Traiano


Sotto il cielo dell'Estate Romana, nella splendida Basilica Ulpia al Foro di Traiano, per 10 serate in giugno (ultima il 29) e dal 2 al 6 luglio 2007, l'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, propone "Iliade l'aspra contesa". L'occasione per godere di una particolarissima rivisitazione del classico greco, opera di Omero, grazie a letture d'eccezione impreziosite da suggestive immagini e musica dal vivo che accompagnano le parole degli attori.

La lettura dell'Iliade proposta in "Iliade, l'aspra contesa" si inserisce nella scia della rivisitazione dei grandi cicli epici classici - intesi come elementi fondanti della civiltà occidentale, di indiscusse attualità e contemporaneità - che il Comune di Roma ha proposto nell'ambito dell'Estate Romana negli ultimi anni. Dopo il successo delle rivisitazioni dell'Eneide ai Mercati di Traiano nel 2004 e dell'Odissea all'Auditorium di Roma nel 2006, quest'anno sarà di scena l'Iliade alla Basilica Ulpia al Foro di Traiano.

L'Iliade, il poema della guerra, è il primo grande affresco dell'umanità. È la rappresentazione della vita umana attraversata e animata dalle contese tra eroi greci e troiani, tra uomini e dei dell'Olimpo.

"Iliade, l'aspra contesa" farà emozionare il pubblico della Basilica Ulpia al Foro di Traiano con tutti gli episodi più noti del poema. Dalla meravigliosa invocazione alla Musa del Libro Primo allo struggente incontro, per dirsi addio, tra Ettore e Andromaca con il figlioletto Astianatte del Libro Sesto. Dall'uccisione di Patroclo per mano di Ettore del Libro Sedicesimo al duello tra Ettore ed Achille del Libro Ventiduesimo.

Il coordinamento artistico e la regia di "Iliade, l'aspra contesa" sono di Piero Maccarinelli, le traduzioni in italiano dei 24 canti dell'Iliade presentati in versione integrale sono tratte dalla versione editoriale di Einaudi-Gallimard del 1997 e sono a cura di Guido Paduano, mentre l'elaborazione drammaturgica è curata da Dario Dal Corno.
La voce narrante, indiscussa protagonista del "poema della guerra", è quella di Massimo Popolizio, interprete principale. Nel corso delle 10 serate si alterneranno gli altri attori Manuela Mandracchia, Massimo Foschi, Luca Lazzareschi, Maurizio Donadoni e Luciano Virgilio. Lo spettacolo si avvarrà della partecipazione straordinaria di Umberto Orsini.

Le immagini live che per consonanza o dissonanza accompagnano le parole degli attori sono di Cristiano Laruffa dell'AGF.

Le musiche originali dello spettacolo sono composte da Stefano Saletti ed eseguite dal vivo dalla Piccola Banda Ikona: Stefano Saletti (bouzuki, oud, chitarra, percussioni, voce, programming), Barbara Eramo (voce, percussioni), Mario Rivera (basso, programming), Gabriele Coen (clarinetto, sax, flauto, ciaramella), Carlo Cossu (violino), Leo Cesari (tamburi e percussioni), Giuseppe Tortora (violoncello).

Il biglietto costa 5,00 € ed è in vendita presso la biglietteria del Foro di Traiano

Per informazioni:
Call Center Zètema Progetto Cultura 06 82059127 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30
Musei d'estate

PROMEMORIA 29 giugno 1934 - La notte tra il 29 e il 30 giugno ha luogo la cosiddetta notte dei lunghi coltelli.


La notte tra il 29 e il 30 giugno ha luogo la cosiddetta notte dei lunghi coltelli, epurazione nazista dei vertici della Sturmabteilung e degli oppositori di Hitler
La Notte dei lunghi coltelli (in tedesco: Nacht der langen Messer, 29-30 giugno 1934) fu l'epurazione nazista dei vertici delle Sturmabteilung (SA) e degli oppositori politici di Hitler; si ritiene che tra le 77 (dato ufficiale) e le 400 persone (alcuni storici portano il numero ad oltre 1.000) siano state assassinate.
Le cause
L'epurazione fu il risultato di una battaglia politica tra i capi nazisti subordinati a Hitler: Hermann Göring, Joseph Goebbels, Heinrich Himmler e Reinhard Heydrich, da un parte - ed Ernst Röhm, il capo delle SA, dall'altra. Hitler incoraggiò la lotta interna tra i suoi subordinati, e il potere di Röhm e della sua organizzazione violenta spaventò i suoi rivali. Himmler fece falsificare delle prove per diffamare Röhm e le presentò a Hitler, alimentando il suo sospetto che Röhm intendesse usare le SA per lanciare un putsch contro di lui.
Mentre Hitler era stato personalmente molto legato a Röhm era anche sotto pressione per ridurre la sua influenza. I capi militari tedeschi erano scontenti della proposta di Röhm che l'esercito venisse assorbito all'interno delle SA, e gli industriali che supportavano Hitler erano preoccupati delle tendenze socialiste di Röhm. Altri membri del Partito nazista inoltre, vedevano Röhm e alcuni altri capi delle SA con disgusto perché erano omosessuali, tendenza considerata lesiva alla corretta riproduzione (e conseguente ampliamento) della «razza padrona».
Con tutti questi gruppi schierati contro Röhm, Hitler decise di agire.
Gli eventi
Ordinò a tutti i capi delle SA di partecipare a un incontro all'Hotel Hanselbauer di Wiesse, vicino a Monaco. Il 29 giugno Hitler arrivò con un nutrito gruppo di SS; era presente quando Röhm venne arrestato. Nelle ore seguenti, su ordine diretto di Hitler, unità del Landespolizeigruppe General Göring e della Leibstandarte SS Adolf Hitler, iniziarono ad arrestare altri capi delle SA e, successivamente, a giustiziarli. Apparentemente Hitler intendeva perdonare Röhm, ma decise in seguito di farlo morire. Si ritiene che a Röhm venne offerta la possibilità di suicidarsi, ma rifiutata tale possibilità, venne ucciso da Theodor Eicke, suo vecchio amico.
Il 3 luglio, il governo del Reich approvò la Legge sulle misure di autodifesa dello stato, consistente di un singolo articolo che dichiarava semplicemente che le "misure prese" erano "una legale autodifesa dello Stato".
Hitler annunciò l'epurazione il 13 luglio, sostenendo che 61 persone erano state giustiziate, a 13 fu sparato mentre resistevano all'arresto, e 3 si suicidarono. Annunciando l'epurazione Hitler dichiarò: "Se qualcuno mi rimprovera e mi chiede perché non mi sono rivolto alle regolari corti di giustizia, allora tutto ciò che posso dire è questo: in queste ore io sono responsabile del destino del popolo tedesco, e quindi sono diventato il giudice supremo (oberster Gerichtsherr) del popolo tedesco". - da William L. Shirer, La Nascita e La Caduta del Terzo Reich.
Come risultato dell'epurazione, Hitler si guadagnò la gratitudine e il supporto della Reichswehr.
Il 26 luglio, le S.S. vennero rese indipendenti dalle S.A., con Himmler in qualità di loro Reichsführer, che rispondeva solo a Hitler. Victor Lutze divenne il nuovo capo delle S.A., e venne subito marginalizzato nella struttura del potere nazista.
L'episodio ha ispirato Luchino Visconti per il suo film La caduta degli dei.
L'omosessualità e la notte dei lunghi coltelli
Storicamente, da un punto di vista simbolico, la "Notte dei lunghi coltelli" costituì per la minoranza omosessuale tedesca quello che il pogrom della Notte dei cristalli costituì per quella ebraica, sancendo in modo per così dire "ufficiale" l'inizio della campagna repressiva (che però aveva avuto inizio in modo "ufficioso" fin dal 1933).
Oltre a ciò, l'episodio sancì la definitiva scomparsa delle illusioni nutrite dall'estrema destra del movimento di liberazione omosessuale di lingua tedesca, che contava esponenti come lo scrittore Hans Blüher, l'eccentrico artista Elisar von Kupffer o il medico Karl Günter Heimsoth (l'inventore del termine omofilia), che simpatizzavano apertamente per il NSDAP. In queste cerchie l'alta posizione raggiunta da un omosessuale notorio come Ernst Röhm era citata quale esempio del fatto che il nazismo non era "in realtà" ostile agli omosessuali.
La brutale liquidazione fisica di Röhm e di altre personalità omosessuali del suo entourage (fra le quali lo stesso Heimsoth), e ancora più la giustificazione dell'intervento armato (fra gli altri motivi) come purga della cricca omosessuale annidata nel nazismo, costituì un brusco risveglio per queste persone.
L'episodio sancì la sconfitta definitiva della loro aspirazione a strumentalizzare il "cameratismo" virile, caro ai nazisti, per nobilitare l'"amore virile fra maschi" e legittimare in chiave di "iper-virilità" il comportamento omosessuale. Questa visione era sempre stata in polemica con l'ala filosocialista del movimento omosessuale, accusata d'essere portatrice di una visione effeminata dell'omosessualità, propugnata da ebrei notori come Magnus Hirschfeld.
In un discorso segreto alle SS relativo alla liquidazione degli omosessuali, nel 1937, Himmler avrebbe addirittura citato espressamente le idee di Hans Blüher (che peraltro fu lasciato vivere indisturbato per tutto il periodo nazista), fra quelle che rischiavano di minare il nazismo:
[Ai giovani diciamo che] "Esistono soltanto le amicizie tra ragazzi. Sono gli uomini che decidono, sulla Terra", gli diciamo. La tappa seguente è l'omosessualità. Sono le idee del signor Blüher".
Questo collegamento fra nazismo ed omosessualità fece presa in particolare fra gli oppositori antinazisti, che spesso condividevano, nei confronti degli omosessuali, gli stessi pregiudizi nutriti dai nazisti. Da qui si diffuse l'accostamento fra decadenza, omosessualità e nazismo, contro cui invano combatté un omosessuale lucidamente antinazista come Klaus Mann.
Il radicamento di tale luogo comune è dimostrato dalla testimonianza relativamente tarda del film La caduta degli dei di Luchino Visconti, nel quale degenerazione morale nazista e pratica dell'omosessualità vanno di pari passo.
Eppure, la vera motivazione della "Notte dei lunghi coltelli" non ebbe nulla a che vedere con l'omosessualità. L'eliminazione di Röhm fu resa necessaria dal fatto che egli era un uomo troppo potente, che aveva ai suoi comandi una temibile forza paramilitare, e che si attardava a concepire il nazismo come un movimento rivoluzionario, e perfino (nazional)-socialista, in un momento in cui esso era ormai nei fatti un regime ultraconservatore.
L'omosessualità di Röhm, che non aveva costituito un ostacolo alla sua carriera fino a quando egli era stato in sintonia con le gerarchie naziste, divenne così all'improvviso un utile pretesto per giustificarne l'eliminazione fisica e la necessità della "purga" del suo "corrotto" entourage.

28 giugno, 2007

Settant'anni d'Opera alle Terme di Caracalla: 1937-2007


Stasera, 28 giugno, galà di apertura per la 'stagione delle Terme' dell'Opera di Roma. Una serata speciale, che celebra il settantesimo compleanno del connubio tra musica e lo straordinario palcoscenico delle Terme di Caracalla. Perché è dal 1937 (salvo l'interruzione bellica dal '40 al '44 e la sospensione dal '94 al 2000) che il complesso monumentale archeologico ospita la stagione estiva del Teatro.

Sul palco si festeggeranno due compleanni in una sola sera: cade infatti il 50° di 'Arrivederci Roma' la gloriosa canzone di Rascel, Garinei e Giovannini. In cartellone, fino al 14 agosto, titoli tra i più belli e amati dal grande pubblico, con le musiche di Čajkovskij, Verdi, Puccini, Leoncavallo e Prokof'ev: i balletti 'Il lago dei cigni' e 'Romeo e Giulietta' (suite) e le opere 'Nabucco', 'Turandot' e 'Pagliacci'. Spicca l'atteso recital del tenore messicano Rolando Villazón, una delle stelle della lirica. Ecco gli appuntamenti in calendario con l'Orchestra, il Coro e il Corpo di Ballo del Teatro.

Giovedì 28 galà di apertura 'Arrivederci Roma' con l'Orchestra del Teatro diretta da Marco Boemi, il tenore Vincenzo La Scola, il soprano Patrizia Orciani, il cantautore Amedeo Minghi, il cantante Cesare Rascel, l'attore Rodolfo Laganà, l'attrice Giuditta Saltarini, Laura Comi e Mauro Marozzi (le étoile del Corpo di Ballo del Teatro) e i danzatori Elena Coniglio e Manuel Favilla. Coreografie di Luc Bouy. In scaletta le più note canzoni di Renato Rascel, arie d'opera e brani famosi della musica internazionale.

Il 3 luglio tocca al balletto in quattro atti di Pëtr Il'ič Čajkovskij 'Il lago dei cigni'. Cinque repliche: i giorni 4, 5, 6, 8 e 10. Coreografie di Galina Samsova, tratte da Marius Petipa e Lev Ivanov. Dirige Andriy Yurkevych. Scene e costumi di Aldo Buti. Interpreti principali: Laura Comi, Sadaise Arencibia, Lorena e Lorna Fejoo, Mario Marozzi, Tamas Nagy e Igor Yebra. Carla Fracci nel ruolo della Regina Madre.

Il 16 luglio, in omaggio a Beniamino Gigli a cinquant'anni dalla morte, è in programma il recital del tenore Rolando Villazón. Lo ascolteremo in romanze di Donizetti, Meyerbeer, Bizet, Verdi, Puccini e Mascagni.

Il 17 luglio Nabucco, dramma lirico in quattro atti, di Giuseppe Verdi (si replica i giorni 20, 24, 26 e 28). Maestro concertatore e direttore Antonio Pirolli. Maestro del Coro Andrea Giorgi. Regia e scene di Jacobo Kaufmann. Costumi di Anna Biagiotti. Interpreti principali Carlo Guelfi e Giovanni Meoni, Claudio Di Segni e Nazareno Antinori, Samuel Ramey e Michail Ryssov, Andrea Gruber e Natalia Tarasevich.

Il 27 (repliche il 29 luglio, il 3, il 5 e il 9 agosto) la prima di Turandot, dramma lirico in tre atti e cinque quadri, musica di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni. Maestro concertatore e direttore Alain Lombard. Maestro del Coro Andrea Giorgi. Regia di Henning Brockhaus. Scene e costumi di Ezio Toffolutti. Coreografia di Maria Cristina Madau. Interpreti principali Antonello Palombi, Warren Mock, Giovanna Casolla, Francesca Patanè, Mina Tasca Yamazaki, Cristina Ferri, Michail Ryssov, Alfredo Zanazzo.

Infine l'8 agosto abbinata danza e lirica in un'unica serata (replicata i giorni 10, 11, 12 e 14) con Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e Romeo e Giulietta – Suite sulle musiche di Sergej Prokof'ev. «Pagliacci» è interpretato da Vincenzo La Scola, Nicola Martinucci, Maria Carola, Carlo Guelfi, Devid Cecconi, Francesco Piccoli, Domenico Balzani.
«Romeo e Giulietta suite» da Gaia Straccamore, Alessio Carbone, Oksana Kucheruk e Igor Yebra. Le coreografie sono di Carla Fracci in collaborazione con Gillian Wittingham, riprese da Loris Gai e Beppe Menegatti, Erich Bruhn, Rudolf Nureyev. Regia di Menegatti, costumi di Anna Maria Morelli, impianto scenico di Cristian Biasci. Maestro concertatore e direttore Hirofumi Yoshida.

Il via alla stagione 2007 di Caracalla coincide con la concessione all'Opera di Roma dell'uso dei locali dell'ex cinema Tiffany (cui si accede dalla vicina galleria pedonale tra via De Pretis e via Napoli) che sarà opportunamente ristrutturato e restaurato nei prossimi mesi e diverrà quella sala prove finora mancata al Teatro, grazie all'accordo tra il Campidoglio e l'Inarcassa. Teatro Costanzi, Teatro Nazionale, Tiffany: prenderà così forma nel cuore del centro urbano un vero e proprio Parco della Lirica e della Danza, come annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Walter Veltroni.

Sopraelevata addio, benvenuto parco


Una copertura di verde urbano lunga 1,2 chilometri per una superficie totale di 7 ettari con aiuole, alberi da frutto e vialetti: così potrebbe diventare la sopraelevata della tangenziale est salvandosi dall'abbattimento. Il progetto, concordato dalla Commissione Speciale Roma Capitale e da quella per le Politiche Giovanili del Comune con la Commissione capitolina per la Cultura, e stato presentato oggi ed e ancora in fase sperimentale.

Il tratto di tangenziale da Largo Passamonti a Viale Castrense potrebbe essere dismesso dalle sue funzioni per far posto a una nuova strada, meno invasiva e meno inquinante.

Negli ultimi anni è stata portata avanti l' ipotesi di non demolire la sopraelevata, trasformandone le funzioni e l'habitat, come e stato fatto a Parigi e New York, dove vecchie linee ferroviarie sono state convertite in veri e propri giardini.

La riqualificazione della sopraelevata limiterebbe i costi di un eventuale abbattimento, più oneroso di una riconversione in parco. Come esperimento pilota la sopraelevata potrebbe in occasione della prossima Notte Bianca trasformarsi in camminamento pedonale.

PROMEMORIA 28 giugno1914 - Francesco Ferdinando d'Austria e sua moglie Sofia vengono uccisi da un nazionalista serbo Gavrilo Princip


Francesco Ferdinando d'Austria e sua moglie Sofia vengono uccisi da un nazionalista serbo Gavrilo Princip, l'episodio diventa il casus belli della prima guerra mondiale

Con l'espressione prima guerra mondiale (per i contemporanei Grande Guerra) si intende il conflitto cominciato il 4 agosto 1914 a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'Impero Austro-Ungarico, compiuto a Sarajevo (Bosnia) il 28 giugno 1914 da parte del nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip, e conclusosi l'11 novembre 1918.
Il conflitto vide scontrarsi due schieramenti di nazioni, da una parte gli Imperi Centrali (tra tutti Impero germanico e Impero Austro-Ungarico) e dall'altra l'alleanza chiamata Triplice intesa (tra tutti Regno Unito, Francia, Russia e Italia). La guerra si concluse con la vittoria dell'Intesa.
Alcuni membri del governo austriaco pensavano che la campagna contro la Serbia sarebbe stata il rimedio perfetto ai problemi politici interni dell'impero. Nel 1914 il governo dell'Impero Austro-Ungarico aveva infatti una struttura "dualistica": Austria e Ungheria avevano essenzialmente due governi separati sotto lo stesso monarca. Il governo magiaro manteneva il controllo sulla politica di difesa, ma era dipendente da quello austriaco per questioni come l'approvazione del bilancio.
L'assassinio di Francesco Ferdinando, il 28 giugno del 1914 a Sarajevo, creò l'opportunità tanto cercata da alcuni leader austriaci di poter contare su un piccolo regno slavo. I cospiratori vennero accusati dalle autorità Austro-Ungariche di essere stati armati dalla fantomatica Mano Nera, un raggruppamento nazionalista pan-slavo collegato ad ambienti governativi serbi.
Con il supporto della Germania, l'Austria-Ungheria, che agì principalmente sotto l'influenza del Ministro degli Esteri Leopold von Berchtold, il 23 luglio 1914 inviò alla Serbia un ultimatum composto da 15 punti, difficilmente realizzabili, che doveva essere accettato nel giro di 48 ore per evitare la guerra. Il governo Serbo accettò tutte le richieste meno una (quella che avrebbe permesso alla polizia austriaca di condurre le indagini nel territorio serbo al posto delle forze dell'ordine locali). L'Austria-Ungheria ruppe perciò le relazioni diplomatiche il 25 luglio e dichiarò guerra il 28, tramite telegramma inviato al governo serbo.
Il governo russo, che nel 1909 si era impegnato a garantire l'indipendenza della Serbia in cambio che questa consentisse l'annessione della Bosnia all'Austria, mobilizzò le sue riserve militari il 30 luglio a seguito dell'interruzione nelle cruciali comunicazioni telegrafiche tra Guglielmo II e Nicola II di Russia, che era sotto pressione da parte del suo staff per prepararsi alla guerra. La Germania richiese, il 31 luglio, che la Russia ritirasse le sue forze, ma il governo russo persistette, in quanto la demobilitazione avrebbe reso impossibile riattivare la pianificazione militare in tempi brevi. La Germania dichiarò guerra alla Russia il 1° agosto e due giorni dopo contro il suo alleato, la Francia.
Lo scoppio del conflitto è spesso attribuito alle alleanze stipulate nei decenni precedenti: Germania-Austria-Italia e Francia-Russia; con Gran Bretagna e Serbia allineate a queste ultime. In effetti nessuna delle alleanze venne attivata fin da subito, anche se la mobilitazione generale russa e la dichiarazione di guerra tedesca contro la Francia furono motivate dalla paura che l'alleanza avversa venisse posta in gioco.
La dichiarazione di guerra britannica contro la Germania (4 agosto), per esempio, non fu il risultato di intese ufficiali con Russia e Francia (ufficialmente non era alleata a nessuna delle due nazioni), ma fu causata dall'invasione tedesca del Belgio (la cui indipendenza la Gran Bretagna aveva garantito di sostenere fin dal 1839), il quale si trovava sul percorso pianificato dai tedeschi per l'invasione della Francia.

27 giugno, 2007

PROMEMORIA 27 giugno 1980 - Il DC9 I-TIGI Itavia IH870, in volo da Bologna a Palermo,esplode nei cieli a nord di Ustica


Il DC9 I-TIGI Itavia IH870, in volo da Bologna a Palermo, partito con due ore di ritardo, esplode nei cieli a nord di Ustica, 81 le vittime, di cui 13 bambini
Roma. Torre di controllo di Ciampino. 27 giugno 1980. Ore 20, 59 minuti e 45 secondi. Sul punto di coordinate 39°43’N e 12°55’E scompare dalla schermo radar un velivolo civile. E’ il Dc9 I-TIGI della società Itavia, in volo da Bologna a Palermo, nominativo radio IH870, con a bordo 81 persone, 78 passeggeri e tre uomini di equipaggio. Il controllore di turno cerca di ristabilire il contatto con il pilota del Dc9. Lo chiama disperatamente una, due, tre volte. A rispondergli solo un silenzio di morte. Scatta l’allarme, ma non scattano i soccorsi che arrive- ranno sul punto di inabissamento dell’aereo, a metà tra le isole di Ponza ed Ustica, soltanto la mattina dopo. Un ritardo sospetto. Così come misteriosa è la causa della scomparsa del Dc9. La cosa più facile? Attribuire il disastro ad un difetto strutturale dell’aereo, un cedimento. La tesi del cedimento strutturale del Dc9 dell’Itavia resterà per quasi due anni la spiegazione ufficiale della tragedia, tanto che la società proprietaria dell’aereo diventerà il primo capo espiatorio e sarà costretta a scio- gliersi. Ma in ambienti giornalistici la tesi semplicistica della sciagura comincia quasi subito a fare acqua. Che qualcosa in questa storia non quadri dovrebbe capirlo anche il magistrato romano al quale l’inchiesta è affidata. Per consegnare al pubblico ministero Santacroce i nastri di Roma Ciampino, sui quali era impressa tutta la sequenza del volo del Dc9, fino alla scomparsa dagli schermi radar, l’aeronautica militare impiega ben 26 giorni. Addirittura 99 per consegnarli i nastri di Marsala. Senza contare il materiale che gli verrà tenuto nasco- sto. Insomma il fatto che l’arma azzurra giochi sporco di fronte alla morte di 81 persone e che, specie all’inizio, il governo italiano sia più di ostacolo che di aiuto all’inchiesta giudiziaria è la prima vera risposta ad una domanda che ancora oggi in molti si pongono: chi ha abbattuto il Dc9 di Ustica?

26 giugno, 2007

Anche i figli hanno le loro ragioni


Premessa, E se i padri sbagliano…
A suo tempo dissi che le madri non sbagliano mai, ma non dissi che le madri hanno sempre ragione. Qual è l’origine di un pensiero soltanto apparentemente così paradossale?
Patologie a parte, nella mia esperienza ho incontrato figli che hanno dimenticato gli errori delle madri e ricordato indelebilmente quelli dei padri: per questo si può dire che “le madri non sbagliano mai”. E i padri invece sbagliano? Se sbagliano, comunque i loro errori vengono ricordati, soprattutto dai figli maschi. Le ultime ricerche ci dicono che il 54% di loro è soddisfatto delle madri, mentre solo il 9% dei padri. Cosa possiamo dedurne? A domande più specifiche i ragazzi rispondono di essere insoddisfatti dei padri che non portano a casa uno stipendio sufficiente rispetto allo standard borghese, o non provvedono ai loro desideri materiali, come lo sport, una macchina nuova, lo stereo, abiti firmati, tecnologie sofisticate o semplicemente un nuovo telefonino.
È evidente a tutti quanto queste confessioni dimostrino un vero e proprio fallimento culturale, concepito in una profonda mancanza di valori alternativi. Eppure, oggi, i padri sono molto più vicini di una volta ai loro figli; basti notare la quantità di carrozzine e passeggini da loro portati, a volte con un atteggiamento più tenero e attento di quello delle madri; e poi l’interessamento per la scuola, da me tanto auspicato, che oggi è aumentato; e così il dialogo, ancora insufficiente ma più aperto e mirato. Nonostante tutto ciò, nella mente dei figli l’identikit del padre è modellato su effigi, icone e ritratti degli eroi vincenti in televisione, negli spot e nei film d’azione: feticci e simulacri nei quali vogliono a tutti i costi individuare i propri padri. È tuttavia molto interessante scoprire che pochissimi vorrebbero cambiare famiglia o averne una diversa. È sconcertante vedere che la madre non è stata ancora identificata in una figura “produttiva” sul piano materiale, al di là dello stipendio che riesce a portare a casa: l’effigie materna resta ancora una sorta di icona. Ma per lo meno crudele è il cinismo riservato al padre, il quale naturalmente cercherà di trovare facili scappatoie in una fuga in avanti per liberarsi dal sentimento di inadeguatezza che lo deprime quotidianamente.
Per i ragazzi riconoscere di non essere soddisfatti di quello che ricevono dal padre è meglio del rinunciare all’apparire, scimmiottando una realtà che li fa sentire “forti” e che, al contrario, li rende sempre più deboli. La visione costantemente ripetuta del solito modello consumistico alza uno steccato, costruito giorno per giorno, paletto dopo paletto, intorno all’immagine del padre, il quale, alla fine, si troverà davvero di fronte una barricata. Dato poi che gli uomini non trovano mai quello che cercano, bensì quello che creano, rendiamoci conto della pericolosità di questo spostamento di valori. Se non rendiamo i ragazzi consapevoli della loro identità e delle loro reali possibilità, essi non riusciranno mai a immaginarsi forti senza ricchezza, firme e automobili costose.
Il padre deve perciò avere un rapporto di empatia con il figlio soprattutto dai dodici-tredici anni fino ai venti. Dai diciassette ai venti è importantissimo che egli ne comprenda l’esperienza affinché il figlio si ritenga da lui appoggiato. I figli devono poter dire come si sentono; e devono fidarsi, in modo che, nel momento in cui esploderà il conflitto, ci sia un terreno di confronto comune a disposizione per risolvere insieme il problema. È così che si può arrivare a percorrere la strada che li condurrà a desiderare di ricevere e ascoltare i consigli.
Non si arriverebbe a tanto cinismo se il padre riuscisse a riconoscere molto prima le emozioni del bambino, creando così un’occasione di intimità. Potendo capire dall’interno quelle emozioni comincerà, poi, a porre dei limiti ai desideri del figlio e a poggiare sull’altro piatto della bilancia i valori fondamentali che stanno nelle sue qualità morali e intellettive, strumenti non valutabili in denaro, ma essenziali per affrontare la vita e capaci di renderlo più felice, con un’esistenza migliore. Insieme a valori come l’amore, l’aiuto, la solidarietà.
Bisogna evitare che diventi emotivamente impedito perché turbato e preoccupato da discussioni e conflitti che, troppo spesso, esplodono in famiglia per motivi economici; conflitti nei quali il padre appaia sminuito da richieste eccessive e sproporzionate al suo guadagno. E bisogna iniziarlo fin da piccolissimo al confronto con chi vive una vita fatta soltanto di povertà e dolore: ciò non lo spaventerà, anzi lo renderà più consapevole di tutto il positivo che c’è anche soltanto in una delle sue giornate “felici”, costruite sull’unione delle energie di padre e madre. Prospettandogli la possibilità di rendere felici molti altri bambini: bastano il suo pensiero, i suoi piccoli risparmi e la condivisione delle sue emozioni.

Giovanni Bollea

Dietro la Maschera.


eSSeStore via dei Monti di Pietralata 24 /26, Roma 28 Giugno h.19.30 Tel.: 06-99700267 oppure 3479432450 www.essestore.it
Reading teatrale multimediale di “Una Giornata” Interventi della Prof.ssa Florinda Nardi e del Prof Rino Caputo. Aperitivo a base di prodotti tipici siciliani Ventotto Giugno 2007, 140°compleanno virtuale di Pirandello.
eSSestore vi dà appuntamento per rendere omaggio al grande scrittore siciliano e con lui concludere la stagione dei “SIMPOSI CON GLI AUTORI” prima della pausa estiva. In una escalation di pungente disincanto, feroce lucidità e mordace virtuosismo, nelle pagine di Pirandello sfila una sterminata processione di marionette ritratte in pose grottesche e allucinate, specchio di un’umanità straniata e dolente. Con implacabile ingegnosità vengono scardinati gli ingranaggi delle infinte trappole in cui l’uomo vanamente si dibatte, mentre la prorompente fantasia dello scrittore si sprigiona con tutta la provocatoria audacia del suo acume corrosivo e della sua vena satirica impenitente. E dietro la maschera del mite professore benpensante si scatenano le infinite forme di un’immaginazione anarchica.
Le tinte espressioniste e il parossismo delle scene fanno esplodere l’eterno dramma dell’esistenza in un caleidoscopico universo di azioni, gesti e comportamenti destituiti oramai di ogni significato. La messinscena diventa una reductio ad absurdum dei falsi sistemi di certezze. Ma l’importanza di Pirandello per noi oggi non si esaurisce nella sublime rappresentazione di una condizione metafisica, e il potere demistificante della sua arte ci suggerisce spunti di riflessione che sembrerebbero riguardare direttamente l’ambigua realtà del nostro tempo. Con sottile lungimiranza il padre de Il fu Mattia Pascal e di Uno, nessuno e centomila ha tracciato non solo un perspicace ritratto dell’individuo moderno, ma anche un‘immagine profetica dell’Io postmoderno, con le sue mille maschere ed il suo fondo oscuro, in funambolica sospensione tra insofferenza per i ruoli e angoscia nichilista. La ritualità oppressiva e la monotonia avvilente del lavoro che affiora come un Leitmotiv nelle novelle mette a nudo la crudele trappola economica che stringe ogni giorno un po' di più le maglie della nostra vita quotidiana. Fonte inesauribile di ispirazione è poi l’indimenticabile saggio sull’umorismo. In un’epoca sempre più dominata da meccanismi sociali perversi e alienanti, il “sentimento del contrario” insegna a strappare il reale alla rigidità stereotipa di forme sclerotizzate per restituirlo alla sua magmatica fluidità; antidoto contro l’indifferenza, ci invita ad un’autentica coscienza critica e a una moderna pietas civile. Un reading artistico multimediale ci farà vivere le emozioni di Una Giornata, capolavoro della novellistica e summa rappresentativa dell‘intera opera letteraria. Ci parleranno dell’autore due ospiti d’eccezione: il Prof.Caputo—odinario di Letteratura italiana dell’Università di Roma Tor Vergata, direttore della rivista internazionale Pirandelliana e autore di molti saggi critici su Pirandello nonché del volume Il piccolo Padreterno.
Saggi di lettura dell’opera di Pirandello e curatore di una raccolta di saggi Intorno a Pirandello - e la Prof.ssa Nardi, docente di Letteratura Teatrale italiana presso l’Università di Tor Vergata, responsabile della redazione di “Pirandelliana” e autrice del volume Percorsi e strategie del comico. Comicità e umorismo sulla scena pirandelliana

COMUNICATO: Segnalazioni riguardanti i campi nomadi.


COMUNICATO: Segnalazioni riguardanti i campi nomadi.Gentili cittadini, il problema dei campi nomadi è una questione che va affrontata valutando tutta una serie di aspetti che esulano dalle competenze specifiche del Municipio. I problemi di sicurezza e ordine pubblico, dell'accoglienza e della convivenza civile tra gli individui, si miscelano in questo caso in forme sulle quali non è semplice trovare soluzioni. Si intrecciano competenze di Prefettura, Questura e Amministrazione. "Il patto della legalità" sottoscritto in Campidoglio poco tempo fa, con il Ministro Amato, il Sindaco e le Forze dell'Ordine sancisce appunto la necessità di agire e trovare soluzioni per garantire la legalità, l'ordine e l'incolomutà per la cittadinanza e, nello stesso tempo, non venire meno dall'assicurare, come succede in ogni società democratica degna di questo nome, accoglienza e convivenza civile, specie per quelle fascie sociali più deboli e disagiate. Accoglienza e legalità sono quindi i principi sui cui fondare gli interventi per ristabilire l'ordine e offrire garanzie di sicurezza ai cittadini. Questo input ha già prodotto alcuni interventi in varie zone della città e, per rimanere nel nostro municipio, ha determinato lo sgombero dell'area di Via Tor Cervara e sulle sponde del fiume Aniene. Come Presidente del V Municipio ho già espresso al sindaco Veltroni piena fiducia in questo progetto di ripristino della legalità e sulla necessità di affrontare l'emergenza realizzando zone attrezzate per i campi nomadi, eventualmente presidiati dalle forze dell'ordine, ma agendo anche di concerto con i paesi di provenienza di queste comunità, per contenere i flussi di immigrazione. Specificando che il territorio del V Municipio vive già una situazione ai limiti del collasso, in termini di presenze di nomadi e cittadini extra-comunitari, e che la cittadinanza, sempre pronta in atti di solidarietà e accoglienza, non è più in grado di sostenere ulteriori presenze sul territorio municipale. Il Presidente del Municipio Roma VIvano Caradonna

Globe theatre, una stagione all'insegna del teatro Shakespeariano


Parte il 26 giugno (e si conclude il 23 settembre) la nuova stagione del Silvano Toti Globe Theatre, il teatro elisabettiano di Villa Borghese, nato nel 2003 grazie ad un'intuizione di Gigi Proietti (anche per quest'anno direttore artistico) e sostenuto dalla Fondazione Silvano Toti e dall'Amministrazione comunale.

Promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma (insieme a Gioco del Lotto e Poste Italiane), la nuova stagione prevede una "full immersion" nel teatro shakespeariano, portato in scena soprattutto da giovani compagnie e attori emergenti. Viene così confermata la vocazione del Globe a sperimentare nuovi talenti; una scelta vincente visto il successo ottenuto dal cartellone dello scorso anno con oltre 32.000 spettatori presenti alle serate.

A dare il via alla ricca stagione 2007 sarà, dal 26 giugno al 1° luglio, "Molto rumore per Nulla" di William Shakespeare (regia di Loredana Scaramella, traduzione e riduzione Loredana Scaramella e Mauro Santopietro). Uno spettacolo che ritorna in scena al Globe dopo il successo dello scorso anno. Protagonisti sono alcuni soldati che, finita la guerra, cercano di manipolare il destino di chi li circonda secondo i loro desideri, usando le uniche armi consentite in tempo di pace, le parole.

Dal 21 luglio al 5 agosto sarà la volta di un altro grande classico shakespeariano, "Sogno di una notte di mezza estate" (versione scenica di Riccardo Cavallo traduzione di Simonetta Traversetti). Una commedia in cui si contrappongono tre mondi: quello della realtà (dove vivono Teseo, Ippolita e la corte), quello del teatro (dove gli artigiani si preparano alla rappresentazione) e quello della fantasia.

Dal 7 al 19 agosto sarà in scena una tragedia a lieto fine, "Racconto d'inverno" (regia di Francesco Manetti, traduzione di Augusto Lombardo). Un'opera scritta da uno Shakespeare maturo; una rappresentazione sulla gelosia, sull'errore e sul tempo che mette tutti alla prova e che ha il potere di ridare un senso agli eventi di una intera vita.

Una grande tragedia shakespeariana sull'ossessione del potere sarà invece rappresentata dal 25 agosto al 6 settembre. Il "Giulio Cesare" (portato in scena al Globe da Daniele Salvo, traduzione di Masolino D'Amico) narra il dramma vissuto da Bruto, diviso tra onore, patriottismo e amicizia.

Chiude la stagione una grande favola, "Come vi piace" (regia di Loredana Scaramella, traduzione e riduzione Loredana Scaramella e Mauro Santopietro) in scena dall'11 al 23 settembre. Una grande sinfonia degli opposti in cui ci si dispera, si fugge, ci si innamora, ci si traveste, si gioca e si recita la vita in un luogo finalmente protetto, la Foresta di Arden, un bosco capace di rispecchiare le emozioni degli uomini.

Per maggiori informazioni telefonare allo 06 82059127 (tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.30) oppure consultare il sito www.globetheatreroma.com

La "JuniOrchestra!" in concerto al Parco Rosati dell'Eur


Martedì 26 giugno alle 21 al Parco Rosati dell'Eur, concerto della "JuniOrchestra!" dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la prima orchestra di bambini e ragazzi creata nell'ambito delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane, diretta dai maestri Antonio Pantaneschi e Simone Genuini.

Il concerto prevede l'esecuzione di Antonio Vivaldi "Concerto in do maggiore per archi", Francesco Storino Inno "Tutti a Santa Cecilia!", Georges Bizet Habanera dalla Carmen, George Gershwin Blues, da Un americano a Parigi, Edvard Grieg Nell'antro del Re della Montagna da "Peer Gynt", Wolfgang Amadeus Mozart Ouverture da Lucio Silla, Dmitri Shostakovich Tema dell'assedio dalla Sinfonia n. 7 "Leningrado", Antonin Dvorak Danza Slava n. 6, Astor Piazzolla Libertango.

Nata lo scorso anno, la "JuniOrchestra!" si è rivelata un'esperienza esplosiva, coronata da un vero e proprio entusiasmo generale. Caratteristica unica è il non aver come requisito di partecipazione un limite minimo di età, ma solo un limite massimo (15 o 17 anni a seconda dello strumento musicale suonato). L'esperienza dell'orchestra è per i ragazzi una grande occasione per imparare a suonare con gli altri, ad ascoltare e ad ascoltarsi e a condividere quindi il meraviglioso mondo della Musica.
A questo si aggiunge un importante significato sociale, consolidato dalla collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali e Promozione della Salute che, attraverso l'ISMA, ha contribuito alla realizzazione dell'iniziativa.
Gode inoltre del sostegno di Gioco del Lotto-Lottomatica che ha abbracciato la "JuniOrchestra!" in un progetto triennale.

Biglietti: euro 5,00
Info: 06 5916849 – 06 45432397

Da Roma a Ostia con l'aria condizionata. Arriva il primo treno Caf


Sulla ferrovia Roma-Lido si potrà viaggiare con l'aria condizionata. Con l'entrata in servizio del primo treno Caf, inizialmente destinato a potenziare il parco vetture della linea A del metrò, sulla Roma-Lido prende il via il programma di potenziamento e ammodernamento concordato da Comune, Regione, Atac spa e Metropolitane di Roma spa.

La prima fase si concluderà a fine 2007 con l'entrata in funzione di sei treni Caf, tutti dotati di aria condizionata, carrozze intercomunicanti, monitor e telecamere per la sicurezza, nonché di una capienza pari a 1300 passeggeri e di livelli di comfort decisamente superiori ai vecchi treni. Il nuovo treno, che si aggiungerà a quelli attualmente in servizio portando a 12 i convogli in linea nell'ora di punta, consentirà di abbassare la frequenza delle partenze dagli attuali 8 a 7,5 minuti.

Con l'arrivo degli altri convogli, la frequenza scenderà a 6 minuti alla fine del 2008 per raggiungere l'obiettivo dei 5 minuti di intervallo tra un treno e l'altro nel 2010, con 18 treni tutti dotati di aria condizionata (il programma prevede l'immissione in servizio di 4 Frecce del Mare con aria condizionata l'anno a partire dal 2008).

L'investimento complessivo dell'operazione ammonta a circa 106 milioni di euro che Comune e Regione hanno previsto nei rispettivi piani di investimento; sempre nell'ambito del progetto Atac sta attuando l'installazione, lungo tutta la linea Roma-Lido, di nuovi varchi automatici, operazione cominciata con la stazione Porta San Paolo, dove il nuovo sistema di accessi, volto a scoraggiare l'evasione tariffaria, è già attivo. Il programma su tutte le stazioni della Roma-Lido verrà completato entro ottobre.

La decisione di "spostare" i treni dalla linea A del metrò alla ferrovia regionale che collega il centro della città al litorale è stata presa dopo una serie di riunioni tecniche, coordinate dall'Assessorato comunale alla Mobilità, fra i tecnici di Atac spa, Metropolitane di Roma spa, VII Dipartimento, direzione regionale trasporti e della società spagnola Caf che fornisce i treni.

L'operazione di spostamento dei treni dalla linea A, i quali potranno essere sostituiti ricorrendo all'integrazione di fornitura di 9 treni prevista dal bando di gara d'acquisto dei convogli, è stato approvata da Atac spa e comporta un investimento aggiuntivo di circa 81 milioni di euro da reperire e inserire nel piano investimenti del Comune di Roma per i prossimi anni. Altri 53 milioni di euro, invece, sono stati messi a disposizione dalla Regione Lazio per gli ulteriori interventi di ammodernamento e potenziamento della linea, comprese le nuove stazioni.

PROMEMORIA 26 giugno 1819 - Viene brevettata la bicicletta


La bicicletta (o velocipede) è un veicolo a due ruote a propulsione muscolare umana, con trazione sulla ruota posteriore mediante catena di trasmissione.
Descrizione e componenti
L'energia è fornita dal conducente spingendo i pedali, che sono solidali con una ruota dentata (corona o moltiplica) montata sul movimento centrale. Questa, attraverso una catena, è connessa ad una ruota dentata coassiale con la ruota posteriore.
Il conducente viaggia normalmente in posizione seduta su una sella o sellino di forma approssimativamente triangolare, posta leggermente arretrata rispetto alla verticale del movimento centrale. Da questa posizione, gode di una ottima visuale sull'ambiente circostante e sull'eventuale traffico.
Sulla ruota posteriore è normalmente montato un meccanismo di ruota libera, che permette alla bicicletta di avanzare per inerzia senza dover muovere i pedali.
Alcune biciclette montano invece il cosiddetto scatto fisso, in cui vi è un solo ingranaggio, solidale col mozzo. Con questo sistema vi è una trasmissione diretta del moto dai pedali alla ruota e, smettendo di pedalare o pedalando all'indietro, si frena. È il caso tipico delle bici da pista, usate nei velodromi senza freni e senza cambio, ma questa scelta viene adottata anche da molti per l'uso su strada. Tra i precursori dello scatto fisso, sono da segnalare i cosiddett "bike messangers", ovvero fattorini in bicicletta, popolari in diverse grandi città, che prediligono lo scatto fisso per l'efficenza meccanica e per l'affidabilità. Molti ciclisti invece apprezzano il contatto di diretto con la strada, e lo giustificano con motivazioni filosofiche.
Spesso è presente anche un cambio di velocità, costituito da ingranaggi multipli sulla ruota posteriore ed eventualmente sulla corona, o più raramente da sistemi di ingranaggi contenuti nel mozzo della ruota posteriore.
Lo sterzo è basato su una forcella che regge la ruota anteriore, incernierata in un canotto leggermente inclinato in avanti, solidale con un manubrio che può avere varie foggie.
I freni possono agire sul mozzo della ruota (a disco o a tamburo) o sui cerchioni (a bacchetta, cantilever, v-brake, ... ). Esiste anche un meccanismo di freno a contropedale, poco diffuso in Italia, che frena la ruota posteriore se i pedali vengono ruotati in direzione opposta al movimento. I comandi dei freni sono normalmente sul manubrio.
Per ridurre l'attrito delle parti in movimento, vengono utilizzati cuscinetti a sfere. Sul mozzo delle ruote, sono realizzati avvitando sui perni supporti a forma di cono con la superfice concava, su cui scorrono le sfere, trattenute in apposite cavità realizzate nel mozzo. I cuscinetti sono presenti anche sul movimento centrale, sui pedali, sullo sterzo, sul meccanismo di ruota libera.

25 giugno, 2007

PROMEMORIA 25 giugno 2006


Si celebra, in Italia, la prima delle due giornate del referendum per l'approvazione del disegno di legge costituzionale concernente "Modifiche alla Parte II della Costituzione": l'elettorato respinge il premierato, la devolution ed il Senato federale della Repubblica.

24 giugno, 2007

PROMEMORIA 24 giugno 1999 - La chitarra con cui Eric Clapton incise Layla viene venduta all'asta per la cifra astronomica di 497.500 dollari


Ha voglia di raccontarsi Eric Clapton. Lo ha cominciato a fare con il suo ultimo album, Back Home, intimista e autobiografico, che aveva presentato ad agosto proprio con le parole: «Voglio raccontare quello che avviene nella mia vita». Ma se il prezzo dei ricordi di Clapton in cd costa circa 22 euro, un pò più salato potrebbe essere il conto per la casa editrice che deciderà di comprare i diritti di autore della famosa rockstar britannica, che ha messo all'asta: 3.5 milioni di sterline. E' il prezzo base da cui partire. A rivelarlo, il Times on line.
Una cifra simile non è stata mai raggiunta da nessuna biografia nel mondo del rock britannico. A Ronnie Wood, il chitarrista dei Rolling Stones,era stato offerto un milione e mezzo di sterline. Stessa cifra per John Peel, il giornalista della Bbc. Ma Clapton non sembra curarsi affatto dei precedenti e ha già spedito il suo agente a bussare alle case editrici più importanti per sapere chi è disposto a offrire di più. E l'agente di Clapton, Ed Victor, sa come vendere bene il prodotto.
Libero accesso a tutti i segreti della turbolenta carriera dell'artista: dall'alcolismo all'abuso di droghe fino ai suoi rapporti con leggende della musica come Jimi Hendrix e i Beatles. Non verrà trascurato nemmeno il capitolo dedicato alle donne famose che Clapton ha frequentato, come la modella Naomi Campbell, la cantante Sheryl Crow e l'attrice Sharon Stone. Clapton potrebbe anche parlare della morte del figlio di 4 anni Conor, avuto dalla showgirl italiana Lory Del Santo e precipitato dalla finestra di un appartamento di Manhattan nel 1991.
La biografia parlerà anche della sua nascita, nel 1945 nel Surrey (Gran Bretagna), della prima volta in cui tenne in mano la chitarra, a 13 anni, e dei suoi legami con band come Yardbirds, Cream e Derek and the Dominos. L'asta è aperta.
E se Clapton mette all'asta la sua vita, c'è chi invece riprende i pezzi da collezione delle grandi star del mondo musicale. Il 29 ottobre andrà all'asta - prima online, poi dal vivo a Las Vegas - il carro funebre appartenuto a John Lennon, una Austin Princess del 1956. Comparve nel documentario Imagine girato da Lennon nel 1973 e ha un valore economico valutato come base d'asta tra i 200 e i 300 mila dollari. Sarà questo il pezzo forte di una vendita della casa d'aste Julien's Auctions, di oggetti appartenenti all'ex Beatle e ad altri personaggi del mondo dello spettacolo. E dopo il carro funebre anche la giacca bianca che John Lennon indossava sulla copertina dell'album Abbey Road dei Beatles sarà venduta all'asta il prossimo mese. Fra gli oggetti battuti, c'è pure l'agenda e un telefono di Marilyn Monroe e l'orologio del nonno di Charlie Chaplin.

23 giugno, 2007

Metro C, dal 25 giugno aperti tutti i cantieri


Lunedì 25 giugno aprono altri due cantieri della linea C, situati in piazzale delle Gardenie e in piazza Mirti, dove sorgeranno le rispettive stazioni della terza metropolitana romana. Con queste aperture saranno attivi tutti i cantieri previsti per la realizzazione delle 9 stazioni della tratta S. Giovanni – Alessandrino.

In seguito all'apertura dei nuovi cantieri, dal 25 giugno la viabilità ordinaria, i percorsi, le fermate dei mezzi pubblici ed i parcheggi subiranno delle variazioni. I cittadini residenti verranno informati con locandine e volantini distribuiti agli incroci stradali, nelle cassette delle lettere, presso tutti gli esercizi commerciali e gli uffici di zona. Un infocamper – stazionato in prossimità dei due cantieri – sarà a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.

Come ha sottolineato il sindaco Veltroni, con l'apertura delle due ultime aree di cantiere per la costruzione delle stazioni Mirti e Gardenie a Centocelle si chiude la prima fase del programma che porterà ad aprire la linea C del metrò nel 2011. Sono occorsi due mesi per aprire tutti i cantieri e cinque anni per aprire al pubblico le prime 22 stazioni della terza linea di metropolitana della città. Un buon risultato del modello Roma per le grandi opere.

BiciRoma 2007. Domenica una pedalata per vivere Roma a bassa velocità


Tutti pronti a oliare e controllare le proprie bici. Si rinnova Domenica 24 giugno l'appuntamento con BiciRoma, in cui tutti gli amanti della bicicletta, romani e turisti, possono scoprire le bellezze della città, al riparo dalle macchine e dalle emissioni inquinanti in un percorso protetto.

L'evento BiciRoma 2007, giunto quest'anno alla terza edizione, è organizzato dall'associazione BiciRoma. da anni attiva per la promozione della mobilità ciclabile nella capitale, e si svolge con il patrocino del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dell'Ambasciata dei Paesi Bassi, della Regione Lazio, della Provincia di Roma e della Presidenza del Consiglio Comunale di Roma, e con la collaborazione di US ACLI.

La manifestazione sportiva di domenica consisterà in un evento agonistico (gara sportiva a cronometro organizzata con US ACLI) che si svolgerà dalle 7,30 alle 9,30 e vedrà percorrere due volte i 7 Km della Panoramica, e in un evento amatoriale (con partenza alle 10,45 da a Castel S. Angelo e arrivo allo stesso punto), allo scopo di sensibilizzare il più possibile i cittadini sulla possibilità di spostarsi in bicicletta per la città, risparmiando tempo, denaro e guadagnando in salute.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.biciroma.it

PROMEMORIA 23 giugno 2003 - Viene ufficialmente aperta al pubblico Quintiliani (metropolitana di Roma).


Quintiliani è il nome di una stazione della Linea B della Metropolitana di Roma. Si trova in via della Pietra Sanguigna e prende il nome dall'antico Casale Quintiliani, che sorgeva nelle adiacenze della stazione.
La fermata è stata inaugurata il 23 giugno 2003, per molto tempo, tuttavia, la linea B è transitata in questa stazione, senza tuttavia fermarsi poiché ancora non era stata aperta.

22 giugno, 2007

Istruzione: 15 milioni per favorire il diritto allo studio


15 milioni di euro per interventi relativi al diritto allo studio scolastico e all’educazione permanente sono stati assegnati, per l’anno scolastico 2007/2008, alle cinque Province del Lazio dalla Giunta regionale, che ha approvato la delibera proposta dall’assessore Silvia Costa. Il riparto dei fondi, che le Province assegneranno ai Comuni, dovrà avvenire in relazione a specifiche finalità. Si dovranno privilegiare prima di tutto gli interventi diretti alla maggiore efficienza dei servizi per il diritto allo studio: gratuità dei testi scolastici per tutti gli alunni della scuola primaria, trasporto e mensa scolastica. Dovranno, inoltre, essere sostenuti l’attività di integrazione scolastica e di inserimento dei soggetti con disabilità, gli interventi integrativi in favore delle fasce di utenza disagiate o ad alto rischio educativo e quelli di orientamento di supporto al sistema scolastico.

“Stiamo investendo sulla formazione di chi rappresenta il futuro della nostra regione e di questo Paese – ha detto il presidente Piero Marrazzo - Con questi fondi andremo a intervenire su servizi essenziali e garantiremo a migliaia di studenti nel Lazio uguaglianza di opportunità per realizzare il proprio diritto all’Istruzione”.

“Si tratta di una scelta precisa e strategica ha commentato l'assessore Costa – la Regione mette al centro delle sue politiche gli obiettivi nazionali e comunitari per ridurre la dispersione scolastica, garantire condizioni di eguaglianza di opportunità agli studenti, incrementare i livelli di istruzione e sostenere le autonomie scolastiche, nonché per ampliare i servizi che i Comuni e le Province devono mettere a disposizione. Pur in condizioni di difficoltà, abbiamo evitato un taglio e siamo riusciti a garantire la stessa somma dello scorso anno”.

In base al Piano annuale degli interventi le Province utilizzeranno la somma di 15 milioni di euro per l’esercizio delle funzioni delegate dalla Regione, secondo gli indirizzi ed i criteri da quest’ultima stabiliti. I fondi saranno così ripartiti tra le Province: 7.620.000 per Roma; 2.520.000 per Frosinone; 1.800.000 per Latina; 1.650.000 per Rieti e 1.410.000 per Viterbo.

Investire sull'infanzia: in arrivo 23 nuovi asili nido


Con un investimento di trenta milioni di euro, tra settembre e dicembre prossimi, apriranno a Roma 23 nuovi asili nido, cinque scuole materne e due medie per un totale di 2.695 posti. Il 23 nuovi asili nido sono 13 comunali e 10 aziendali per un totale di 1.235 posti. Con queste nuove strutture si arriverà a fine anno ad oltre 18.000 posti, più che raddoppiati dal 2001.

I nuovi edifici scolastici, hanno spiegato gli assessori comunali alla Scuola e ai Lavori pubblici, rispettivamente, Maria Coscia e Giancarlo D'Alessandro, sono realizzati con tecniche di bioarchitettura. In particolare, quattro asili nido, realizzati in project financing e che apriranno entro dicembre, saranno costruiti in legno lamellare, in strutture ecocompatibuili, all'interno di parchi. Saranno fruibili dai disabili e dotati di ludoteca.

I nidi comunali che apriranno a settembre, per un totale di 340 posti, sono Pisana Vignaccia, in via D'Aronco (XVI municipio), Centro Giano (XIII), via Gradenico-Casetta Mattei a Corviale (XV), Caserosse (V), via Refice all'Infernetto (XIII), Nuova Fiera di Roma (XV).

Gli asili nido comunali che apriranno entro dicembre, per un totale di 180 posti, sono quelli in via Libero Leonardi a Cinecittà Est (X), viale dei Colli Portuensi (XVI) e via Ravà (X).

I quattro asili nido realizzati in project financing e costruiti in legno lamellare, per un totale di 240 posti, sono in via A. Bertolucci (V municipio), via A. Urri a Osteria del Curato (X), via R. Salvatori a Anagnina II (X) e a via P. Rosi a Torresina (XIX).

Il project financing è una operazione di finanziamento di opere di pubblica utilità, di ispirazione anglosassone, con la quale uno o più soggetti (detti "promotori") propongono ad una Pubblica amministrazione di finanziare, eseguire e gestire un'opera pubblica, il cui progetto è stato già approvato, in cambio degli utili che deriveranno dai flussi di cassa generati dall'efficiente gestione dell'opera stessa.

I nidi aziendali non sono compresi nell'investimento di 30 milioni di euro: quelli che apriranno a settembre, per un totale di 74 posti, sono del Ministero delle Infrastrutture in via Nomentana (III), della Provincia di Roma (XVI) e dell'ospedale Cto (XI).

I nidi aziendali che apriranno entro dicembre, per un totale di 240 posti, sono nell'ospedale Sandro Pertini (V), nell' Agenzia del territorio (X), nell'Università Roma Tre (XI), nell' ospedale Sant'Eugenio (XII), nel Ministero dei Trasporti in via dell'Arte (II), all'Inail (XII) e al Ludus (XVIII).

PROMEMORIA 22 giugno 2005 - Dieci ex-ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per il Massacro di Sant'Anna di Stazzema


L' eccidio di Sant'Anna fu un crimine contro l'umanità commesso dai tedeschi del 16° battaglione SS della 16. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS", con a capo il maggiore Walter Reder (1915 - 1980) il 12 agosto 1944 e continuato in altre località fino alla fine del mese.

Agosto 1944. Sant’Anna di Stazzema è un piccolo paese di montagna in provincia di Lucca, in Toscana. La storia parte da una fotografia in bianco e nero, leggermente sfuocata. Ritrae un gruppo di piccoli che giocano festosi davanti al parco della scuola. Cantano e ridono felici, si tengono per mano e compiono un girotondo. Le bambine vestite di bianco, con i grembiuli puliti e i cappellini in testa. I bambini con la camicia, i pantaloni corti e le bretelle.
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Poco prima avevano scritto i loro sogni su fogli di carta. Poche righe, frasi di bambini che vivono spensierati dentro i loro giochi mentre intorno la guerra dei grandi distrugge e divide il mondo.
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Ma il 12 agosto 1944, quei sogni di bimbi vennero infranti da qualcosa più grande di loro, qualcosa che aveva a che fare con la morte e la violenza dei grandi. I razzi illuminarono il cielo di rosso. Poi apparvero i soldati nazisti delle SS. Entrarono a Sant’Anna di Stazzema accompagnati da italiani fascisti in camicia nera. Bruciarono le case e alla fine si contarono 560 morti. In pochissimi riuscirono a sopravvivere da quel massacro.
Se andate a Sant’Anna di Stazzema c’è una lapide nella piazza principale:
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Quella fotografia di bambini che corrono e ridono senza preoccuparsi delle cose del mondo, conserva ancora oggi il senso della storia e della memoria. Ancora oggi, dopo che il tempo è passato. Scriveva Cesare Pavese:
Io non saprei cosa rispondere. Non adesso almeno. Non mi pare che gli altri lo sappiano. Poiché lo sanno unicamente i morti, soltanto per loro la guerra è finita davvero.>>
Sapete quante cose si possono stipare in un armadio? Provate ad immaginare. Un armadio rimasto dimenticato dentro un palazzo del Cinquecento, a Roma, sede della Procura Generale Militare. Un armadio con le ante rivolte verso il muro, chiuse a chiave, protetto da un cancello e da un lucchetto. Nel maggio 1994, alcuni operai stavano compiendo lavori nel palazzo. Si accorsero della presenza di quell’armadio. Lo aprirono e venne fuori ciò che restava della memoria italiana.
695 fascicoli, stipati uno sull’altro. Un registro composto da 2273 voci annotava il contenuto di quel materiale in modo rigoroso, preciso, ordinato. C’erano le testimonianze dei sopravvissuti alle stragi dei nazisti e dei fascisti. C’erano i nomi dei colpevoli. Al numero 1, l’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma. In testa Herbert Kappler, seguito dai nomi di altri assassini. C’era Erich Priebke e Carl Hass. E c’erano quelli che colpirono a Marzabotto, Fivizzano e a Sant’Anna di Stazzema e in centinaia di paesi e città italiane tra il 1944 e il 1945. Tutto ordinato con una puntigliosità quasi encomiabile in una storia di vera ingiustizia, la più tremenda ingiustizia che un popolo possa subire. Fu una carneficina. Nazisti e fascisti, SS e repubblichini di Salò fecero migliaia di vittime. Gente senza armi, civili in fuga dalla guerra. Per lo più donne, bambini e vecchi, piccoli ancora in fasce. Non furono rappresaglie. La loro esatta definizione è omicidi. Come è stato possibile nascondere per tutto quel tempo una verità così importante e scomoda? Chi ha deciso lo spostamento di quei fascicoli?
Sapete qual’è la verità? Quei fascicoli rimasti sepolti per quasi 50 anni portavano due timbri: Comando alleato e Comando tedesco. Archiviati per sempre in nome del trattato di Yalta e della spartizione del mondo. Un silenzio colpevole dei Governi italiani che si sono avvicendati fino al 1994 e che in nome di quegli accordi hanno tenuto nascosto la storia del paese ai loro cittadini. Ma qualcuno nel 2005 conserva inchieste e processi sulle stragi nazi-fasciste in Italia dal ‘44 al ’45. E’ il Procuratore Capo di La Spezia Marco De Polis. Un giorno mi ha raccontato:
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Le bombe portano messaggi. Spesso sono nascosti, velati, non dichiarati. A volte non vengono neppure compresi. Del resto gli attentati in tempo di pace mettono paura, dividono il Paese, chiudono il dialogo tra le forze politiche e parlamentari, bloccano lo sviluppo di una democrazia compiuta, colpiscono vittime innocenti, fanno sentire tutti più vulnerabili, e soprattutto spengono le luci delle case. Ogni bomba però contiene un’impronta digitale indelebile. Non è sempre agevole giungere al suo Dna ma spesso ci si riesce. Servono laboratori, perizie, professionalità. Ci vuole comunque tempo, pazienza e molta fortuna. Poi quell’impronta lasciata su ogni ordigno diventa un marchio di fabbrica. Il messaggio delle bombe scoppiate in Italia dal 1969 ad oggi è qualcosa di più di una prova. Ora non servono analisi. Basta solo voler capire.
Aula bunker di San Vittore. 30 giugno 2001. La campanella del processo alla storia squilla alle 16,05. In quell’attimo che precede la lettura della sentenza, è come udirle le emozioni che si rincorrono nell’aula. Le speranze dei familiari delle vittime, dell’accusa e della parte civile, le angosce e i dubbi degli avvocati della difesa.
Strage di Piazza Fontana, 12 dicembre 1969, 16 morti, 88 feriti. 32 anni dopo. Il Presidente della seconda Corte d’Assise di Milano, Luigi Martino è un uomo con i capelli grigi. Di cose ne deve aver viste prima di quel processo. Per mesi ascolta neofascisti, uomini legati ai servizi segreti, generali, faccendieri. Martino legge la sentenza.
I militanti di Ordine Nuovo Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Giancarlo Rognoni condannati all’ergastolo. Due anni a Stefano Tringali, per favoreggiamento nei confronti di Zorzi. Non luogo a procedere per il collaboratore di giustizia Carlo Digilio.
Eppure solo anni dopo quella sentenza viene ribaltata. I pentiti riconosciuti credibili nel processo di primo grado, ora per i giudici del secondo grado e della Cassazione mentono. Perché a distanza di così tanti anni non si vuole fare luce sulle stragi italiane? Quali verità indicibili sono dietro a quegli attentati?
Mi chiedete fatti e nomi?
Il 12 dicembre 1969 esplode una bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, 16 morti e 88 feriti. Un’altra viene collocata nella sede della Banca Commerciale. Possiede le stesse caratteristiche della prima ma non scoppia. Altri ordigni vengono piazzati nel passaggio sotterraneo della Banca Nazionale del Lavoro a Roma. Tredici feriti. Bombe di elevata potenza colpiscono l’Altare della Patria e l’ingresso del Museo del Risorgimento a Roma. Quattro feriti. Gli inquirenti indirizzano le indagini verso gli anarchici. Ottanta fermati e arrestati. Tra loro ci sono il ferroviere Giuseppe Pinelli e il ballerino Pietro Valpreda. Pinelli cade dal quarto piano della Questura di Milano durante un interrogatorio. Anni dopo i giudici scriveranno che Pinelli fu colpito da un malore attivo. Che coraggio….Valpreda viene rinchiuso in carcere fino al 1972. Innocente. Passano gli anni e la magistratura imbocca la pista giusta. Le valigette che contengono l’esplosivo del’69 sono state acquistate da Franco Freda e Giovanni Ventura, fascisti di Padova. Emerge un piano che deve sfociare in un tentativo di colpo di Stato militare.
E qualcuno lo organizza davvero, la notte dell’8 dicembre 1970. E’ il principe Junio Valerio Borghese.
Il 22 luglio 1970 esplode una bomba sul treno Freccia del Sud a Gioia Tauro ma gli inquirenti dicono che è stato un incidente. Non si faranno indagini fino al 1993. La bomba è stata invece collocata da due criminali calabresi simpatizzanti del MSI.
E ancora. 31 maggio 1972. Vincenzo Vinciguerra è un militante di Ordine Nuovo. Organizza un attentato contro i carabinieri. Chiama i militari al telefono: sta andando a fuoco una macchina. I carabinieri giungono a Peteano di Sagrado. Si avvicinano ad una cinquecento imbottita di tritolo. Aprono la portiera ..tre carabinieri saltano in aria.
7 aprile 1973. Il fascista Nico Azzi si fa scoppiare tra le gambe un ordigno sul treno Torino-Roma. Alcuni testimoni lo avevano visto girare tra le carrozze con in mano una copia del quotidiano Lotta continua.
17 maggio 1973. Gianfranco Bertoli, vi ricordate dice di essere anarchico ma appartiene ai servizi segreti. Lancia una bomba a mano davanti alla Questura di Milano. 4 morti.
Mi avete chiesto fatti e nomi. Scrive il neofascista Vincenzo Vinguerra, vi ricordate, reo confesso della strage a Peteano di Sagrato,in Friuli. Scrive qualcosa che oggi possiamo solo sussurrare, ma non gridare ad alta voce.
Allora sussurriamo........
“ Le stragi che hanno insanguinato l’Italia a partire dal 1969, appartengono ad un’unica matrice organizzativa. Tale struttura obbedisce ad una logica secondo cui le direttive partono da Apparati inseriti nelle Istituzioni e per l’esattezza in una struttura parallela e segreta del ministero dell’Interno.”.
Mi avete chiesto fatti e nomi, eh…Adesso tutto è più chiaro?
Brescia, 28 maggio 1974. Il cielo non promette nulla di buono. Entrano in Piazza della Loggia diecimila sindacalisti, operai, studenti, disoccupati, giovani e vecchi, volti di gente comune. I manifestanti attendono un cenno, un gesto il segno di una civile protesta contro una violenza che dura ormai da settimane. Lo hanno giurato: quegli attentati, quelle bombe devono proprio finire. Parla Franco Castrezzati della Cisl. Sono le 10 e 12 minuti. La pioggia inizia a battere fitta su mille ombrelli aperti, sugli impermeabili, sui giubbotti. Le sue saranno parole ingoiate di traverso.
“Amici e compagni, lavoratori, studenti, siamo in piazza perché questi ultimi tempi una serie di attentati di chiara marca fascista ha posto la nostra città all’attenzione preoccupata di tutte le forze antifasciste. Sono così venuti alla luce uomini di primo piano che hanno rapporti con gli attentatori di Piazza Fontana e del direttissimo Torino- Roma, vengono pure alla luce bombe, armi, tritolo, esplosivi di ogni genere. Ci troviamo di fronte a trame intessute segretamente da chi ha mezzi e obietti precisi. A Milano…. State fermi…state calmi, state calmi. State all’interno della piazza, il servizio d’ordine faccia cordone intorno alla piazza, state all’interno della piazza. Invitiamo tutti a portarsi sotto il palco, venite sotto il palco, state calmi, lasciate il posto alla Croce Bianca, lasciate il passo, lasciate il passaggio delle macchine, tutti in piazza della Vittoria, tutti in piazza della Vittoria”.
Piazza della Loggia, 28 maggio 1974. Otto morti. Novantaquattro feriti, alcuni gravi. Cinque insegnanti, due operai, un pensionato. Neanche un sorriso, un sospetto, una parola, nemmeno una frazione di tempo, quanto basta per accorgersi che in un cestino dei rifiuti, sotto i portici della piazza, c’è chi ha piazzato poco prima un ordigno di alto potenziale. Alla fine moriranno sul colpo, nel giorno in cui dalla polvere nera e giallastra c’è chi vede perfino volare una bicicletta. Va su, verso il cielo, sembra uno strano mostro di metallo. Si alza oltre lo sguardo delle persone, poi si schianta sull’asfalto.
80 chilometri separano Firenze da Bologna. In treno sono circa un'ora di cammino ma durano un’eternità. Ci puoi vedere un mondo dentro quelle lunghe gallerie, spesse di un buio intenso. Alla fine di un tunnel ce n’è un’altro ancora. Da Vernio a San Benedetto Val di Sambro c’è una galleria, diciotto chilometri, la più lunga d’Italia.
Il 4 agosto 1974 era una giornata di sole, di caldo. Io ero al mare, seduto su una sdraio. Guardavo l’orizzonte lontano, c’era chi faceva il bagno, chi leggeva, qualcuno ascoltava la radio. E in quell’agosto di 30 anni fa, un brano musicale venne interrotto bruscamente e andò in onda la sigla dell’edizione straordinaria del giornale radio. Dentro un vagone di seconda classe è scoppiata una bomba ad alto potenziale. E’ accaduto proprio nel tunnel ferroviario di San Benedetto Val di Sambro. 12 morti e un centinaio di feriti.
Quel giorno nessuno entrò più in acqua, mio padre si mise le mani nei capelli e iniziò a fumare, i bambini smisero di gridare. Un lungo silenzio.
Per la strage sul treno Italicus, a oggi non vi é ancora giustizia alcuna.
Ci sono silenzi così pieni di rumori che spesso si annullano a vicenda. Frasi, azioni, gesti, sguardi, la vita si è congelata, ibernata, come quelle statue di gesso che non hanno colore, stanno lì immobili, ti guardano, non hanno più un’anima ma parlano. Cosa contengono due minuti di tempo dopo una strage? Ci sono silenzi in cui le parole non dette suonano ancora più forte. Frasi che risuonano nella testa, chiare e rotonde, pizzicano in gola, sul fondo della lingua, premono forte sulla laringe e schioccano, sonore e senza voce, contro il palato. Silenzi in cui le parole si trasformano in urla soffocate. Come vite sospese che non sono più corpo e spazio. D’inverno, ci sono mattine fredde e livide in cui un urlo è più acuto e veloce di un giorno di nebbia fitta. D’estate ci sono certe giornate di primo agosto, limpide, calde, dove non c’è ragione perché un urlo non possa fare lo stesso. E sul mare, quando il sole si riflette sull’acqua, sulla spiaggia giungono le voci di barche lontane alcune miglia, un urlo corre sul riverbero e salta come i sassi lanciati sulle onde. Quell’urlo lontano, straziante, indifeso, giunge come un fischio acuto. E compie il giro del mondo. In molti lo percepiscono, forte e chiaro, potente come una bomba. Nulla sarà più uguale a prima.
2 agosto 1980, stazione di Bologna. Sergio Secci ha 24 anni. La sera prima telefona ai suoi genitori, Torquato e Lidia: "Stasera sono a una festa. Domani vado su in Alto Adige, a Bolzano, prendo l'espresso delle 8,18 a Bologna". Ha la voce tranquilla, distesa, calma ma quel giorno Sergio non riesce a prendere il treno. Uno stupido ritardo di pochi minuti. Si reca all’ufficio informazioni e scopre che un altro convoglio sta per arrivare. E’ annunciato alle 10,50. Attende la sua coincidenza.
Anche Roberto Procelli è a Bologna. Viene da San Leo di Anghiari,Arezzo. E’ partito soldato. 121 Battaglione di artiglieria a Bologna. Ora si trova lì, sotto la pensilina, ad aspettare il suo treno di ritorno. Si mette sotto il vecchio orologio della stazione. Lancette che segnano il tempo, e treni in arrivo, e nuove partenze.
Lo può vedere quel fiume di gente, di treni in transito che si intersecano lungo binari affollati, di grida di venditori di panini e bibite. Del resto è il 2 agosto e un Paese vuole andare al mare. Le carrozze sono stipate fino all’inverosimile. C’è chi entra dalle porte. Enormi valige passano dentro a pochi centimetri di finestrini aperti. Una ressa. In biglietteria c’è una coda che non si vedeva da tempo, tutti spingono, i posti sono pochi, chi ha prenotato, chi non avrà mai un biglietto quel giorno.
I bambini non conoscono le regole degli adulti. Figuriamoci in una stazione d’agosto, in mezzo a quel chiasso è come sentirli. Scappano, si nascondono poi si riprendono e si rincorrono. Una danza che può andare avanti fino all’infinito. "Dai.....non mi prendi....non sai correre". I genitori non riescono proprio a tranquillizzarli. Ci sono i fratelli danesi Eckhardt, 14 anni e Kai Mader ,8 anni, un bambinone dalla faccia tonda. Margherete Mader, 39 anni, è la loro madre. I bambini corrono....corrono....senza sosta.
Nella sala entra un uomo con una borsa-valigia in mano, di quelle con la cerniera e piedini metallici. Si guarda intorno, tutti parlano, fumano, leggono. Non badano a quello che accade. Non prestano granché attenzione. Nessuno lo vede, nessuno lo scorge tra tanti volti. Un sospetto, una circostanza, una testimonianza. Niente. L’uomo piazza la valigia sul tavolino portabagagli, a cinquanta centimetri dal suolo, accanto al muro portante della sala, il timer è già azionato, puntato su dei numeri, 10,25.
Dieci minuti. Poi la strage. Venti, venticinque chilogrammi di esplosivo gelatinato Compound B, di tipo militare, compresso in una valigia, di aspetto normale. 10,25. Un vento forte spazza via ogni cosa, un tornado violento, più forte di un terremoto, qualcosa che ha il sapore della morte e di cose bruciate, di vecchi boati, e urla, e grida, polvere, fumo, odore di braccia. Una sala d’aspetto di seconda classe si è sbriciolata come fanno quei castelli di sabbia quando c’è l’alta marea, è entrata in quella di prima classe e ha travolto ogni cosa.
Centinaia di metri cubi di terra, travi lunghe duecento metri, pensiline in acciaio, traversine, sassi, binari troncati di netto, frammenti di rotaie, enormi blocchi di cemento armato ridotti a minuscoli pezzetti, con dentro uomini, donne, bambini, ragazzi, anziani, due carrozze del treno straordinario 13534 Ancona-Basilea, il ristorante Cigar, e ancora speranze, discorsi, progetti, sogni di una vacanza promessa solo per un’estate. Un onda lunga di tutto questo si é riversata in meno di un secondo nella piazza della stazione, verso il binario 1, infilata laggiù nel sottopassaggio. Un mondo compatto, fatto di cose e persone che poco prima erano vive, è venuto giù, sfaldato e si è dissolto. E in quel macello l’orologio si è fermato. 10,25. 85 morti, 200 feriti.
Strage alla stazione di Bologna. Sentenza della Corte di Cassazione.
Ergastolo per i neofascisti dei Nar Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. Sette tribunali accertano che sono gli autori della strage. Dai 7 ai 10 anni di carcere per il capo della loggia P2 Licio Gelli, il faccendiere Francesco Pazienza, i vertici del Sismi, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Sono i personaggi che hanno depistato le indagini.
Provate a chiedermi dove sono queste persone…
Oggi sono tutti sostanzialmente liberi
23 dicembre 1984. Manca poco a Natale.
Il Rapido 904 corre lungo la tratta Napoli-Milano. Gli scambi incrociano i binari, poi li separano e ancora li incrociano. Tu tu tu tum
Le carrozze sono stracolme di persone. Le valige non si riescono nemmeno a contare. Invadono i corridoi, fin quasi dentro i bagni. Ci sono i sacchetti con i regali impacchettati. Ci sono i salumi, i formaggi del Sud, il pane buono, quello fatto in casa, i dolci poche ore prima sfornati. Nei portafogli qualcuno porta le fotografie dei nipotini e dei figli più grandi da mostrare orgogliosi ai parenti lontani. I bimbi più piccoli piangono. Le madri li accarezzano di poco accanto.
Chi legge, chi dorme, chi guarda fuori dai finestrini appannati. Tu tu tu tum
Il Rapido 904 é come un mulo, solo le stazioni e i semafori rossi possono fermarlo. Di chilometri ne deve avere macinati tanti prima di quella sera.Tu tu tu tum
Alla Stazione di Firenze le porte si aprono e si chiudono. L'altoparlante annuncia un lieve ritardo ma tutto sembra normale in quella tranquilla serata di fine dicembre. Nessuno, proprio nessuno nota un uomo sulla quarantina con in mano una grande valigia. Buon natale..Buon natale….Soprattutto buon viaggio....La deposita in fretta nella carrozza e svanisce nel nulla. Il treno riparte. Sono le 18,35. Tu tu tu tum
Il treno lascia la stazione di Firenze Santa Maria Novella, sfiora Prato con i capannoni del tessile e si avvia verso il tratto appenninico. Il sole é già tramontato da due ore. In alcuni scompartimenti c'é chi ride e chi discute di calcio e di politica. A tratti intermittenti, la luce fa affiorare paesaggi montani che sanno di terra incolta, pascoli liberi, cascinali. Tu tu tu tum
Il Rapido 904 sembra inarrestabile. Alle 18,55 imbocca la galleria tra Vernio e San Benedetto Val Di Sambro. Dentro il tunnel, il buio é intermittente. Ogni cento metri le luci delle fotoelettriche rendono tutto più inquietante. Le 19,08. Tu tu tu tum
Il comando a distanza innesta l'esplosivo contenuto nella grande valigia posta nella carrozza centrale del Rapido 904 Napoli-Milano. La forza d'urto é impressionante. La deflagrazione crea uno squarcio enorme nel vagone. La gente urla come impazzita, apre le portiere, si incammina a piedi lungo la galleria, qualcuno si inerpica perfino lungo la scalinata che dal tunnel porta quasi al paese di San Benedetto Val Di Sambro. Alla fine si conteranno 15 morti, 267 feriti.
Si ma chi erano?
Erano vittime innocenti. Nomi di persone comuni, colpite mentre compivano gesti usuali, quotidiani. Nomi e cognomi, messi in fila uno dopo l'altro, servono a ricordarci che la memoria a volte ritorna e lascia tracce spesso indelebili.
“………3,7,6,8,14,16,19,20,21,23,24,44,66,72. Anni vissuti che non sono numeri per statistiche. Scoprono che quella targa ha un'anima e a volte parla. Quelle parole spezzate è come se volassero. Ancora oggi, dopo che il tempo ha fatto il suo corso. Intorno a Bologna i treni compiono gli stessi percorsi. Sul primo binario c'é un signore con il grembiule bianco che vende panini e caffè. La locomotiva decelera, frena, si ferma, scarica passeggeri mentre altri rimangono affacciati al finestrino. Proprio come il 2 agosto 1980. Se ti metti dall'altra parte del vetro della sala d'aspetto puoi osservare i volti di chi passa veloce e di quanti si fermano e ricordano. Laura è un'insegnante di Modena. Tiene per mano due bimbi. Quel viaggio è una promessa mantenuta. Sull'Appennino Tosco-Emiliano, a Porretta Terme c'è un campeggio. I bambini scendono dal treno e Laura li porta a bere al bar. Quaranta minuti li separano dalla coincidenza con il locale Bologna-Firenze. Passano cantando davanti a quella lapide ma Laura si ricorda che oggi è il 2 agosto. E si mette proprio davanti a quella lista di nomi che non ci sono più e che non ha mai conosciuto. Ales, Alganon, Avati, Barbaro, Basso, Bandouban, Bergianti, Bertasi, Betti, Bianchi, Bivona, Bonora, Bugamelli, Burri........ Sono 85 i morti della strage. A quei bimbi che vanno in vacanza, Laura racconta:
"Era un giorno d'agosto proprio come oggi. Qui c'erano centinaia di persone che andavano in vacanza, come noi adesso. A un certo punto lo scoppio di bomba li ha travolti, uccisi. Molti di loro erano bimbi, come voi".
I due fanciulli la stanno ad ascoltare, in silenzio, impietriti. Uno si mangia le unghie, l'altro guarda verso i binari. Per pochi secondi hanno la sensazione di non essere immortali. Laura rimane ancora sotto la pensilina del primo binario ma l'altoparlante annuncia il treno per Firenze. Così prende i bambini e se ne va. Spariscono dietro all'angolo dell'ala della stazione dove partono i treni locali. Almeno Laura ha gli occhi della memoria”.
Alla memoria delle vittime di tutte le stragi
Per non dimenticare