25 luglio, 2007

Individuati oltre 5.300 lavoratori irregolari


La Direzione regionale del Lavoro per il Lazio nei primi sei mesi del 2007 ha individuato, sul totale degli oltre 19 mila occupati in 6.097 aziende ispezionate nelle 5 province laziali, 5.361 lavoratori irregolari. Una cifra che corrisponde a un tasso di irregolarità lavorativa pari, nell'intera regione, al 21,47%. In pratica, un lavoratore su 5 ha un problema di regolarità o contributiva o contrattuale. Le aziende irregolari sono 3.598, pari a un tasso di irregolarità aziendale della regione del 58,96%. La provincia con il maggior tasso di irregolarità aziendale è Frosinone (66,72%), seguita da Latina (63,16%), Rieti (62,83%), Viterbo (62,69%) e Roma (51,62%). I dati sono stati illustrati questa mattina, a Roma, da Raffaele Buonomo, direttore della Direzione Regionale del Lavoro di Roma. Fra i 5.361 lavoratori irregolari individuati, 1.379 sono totalmente in nero. Una cifra che corrisponde a un tasso di incidenza del lavoro nero pari nella regione al 25,72%. La provincia dove il fenomeno del lavoro sommerso si fa più sentire è Latina, con il 33% degli irregolari totalmente in nero, seguita da Roma (30,06%), Rieti (20,38%),Viterbo (19,66%) e Frosinone (19,49%).

NEI CANTIERI IRREGOLARE IL 61,42%

Per quanto riguarda la vigilanza ispettiva nel settore delle costruzioni, nei primi sei mesi del 2007 sono stati ispezionati 1.127 cantieri che facevano capo a 1.581 aziende, trovandone ben 971 irregolari (61,42%). La provincia dove è stato riscontrato il più alto tasso di irregolarità aziendale in edilizia è Frosinone (76,89%), seguita da Viterbo (59,60%), Rieti (58,60%), Roma (51,49%) e Latina (51,36%). I lavoratori occupati nei cantieri edili erano 6.190, di cui 1.251 irregolari (il 20,21%). Fra gli irregolari, poi, 285 erano totalmente in nero (22,78%): fra loro 91 extracomunitari, due minori, e 35 clandestini. Le attività ispettive condotte nel primo semestre del 2007 nel Lazio hanno portato all'emissione di 1.646 provvedimenti penali e 5.647 provvedimenti amministrativi, per un valore rispettivamente di oltre 1,7 milioni di euro e di oltre 5,7 milioni di euro.

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