30 dicembre, 2007

PROMEMORIA 30 DICEMBRE 2006 - L'ex-dittatore dell'Iraq Saddam Hussein viene giustiziato mediante impiccagione


Saddām Husayn Abd al-Majīd al-Tikrītī[1] صدام حسين عبد المجيد التكريتي (Tikrit, 28 aprile 1937 – Baghdad, 30 dicembre 2006) è stato un politico iracheno, presidente e dittatore del suo paese dal 1979 al 2003, quando venne destituito in seguito all'invasione anglo-americana in quella che è conosciuta come la seconda guerra del Golfo. La data di nascita è incerta[2].

È stato giustiziato per impiccagione il 30 dicembre 2006 in esecuzione di una sentenza di condanna a morte pronunziata da un tribunale iracheno - confermata in appello - per crimini contro l'umanità. La sua esecuzione ha destato scalpore e polemiche in tutto il mondo.

Il video dell'esecuzione
Nelle ore successive alla morte, i media di tutto il mondo, a cominciare dalla televisione di Stato dell'Iraq, al-ʿIrāqiyya, hanno trasmesso un filmato relativo ai momenti immediatamente precedenti al momento dell'esecuzione, dove si vede Saddam Hussein giungere, apparentemente tranquillo, al patibolo e gli viene applicato il grosso cappio intorno al collo. Il video si interrompe poco prima che la botola sotto i piedi di Ṣaddām Ḥusayn venga aperta. Più tardi sono stati diffusi altri due filmati, di cattiva qualità, il primo che mostrava il cadavere del condannato avvolto parzialmente in un lenzuolo bianco - ma con il volto visibile, livido e sanguinante - mentre veniva portato via dal luogo dell'esecuzione e il secondo (l'unico dotato di traccia audio), ripreso verosimilmente con un telefono cellulare dai piedi del patibolo, che mostra l'intera sequenza dell'esecuzione. In quest'ultimo video[6] è possibile seguire, con angolazione dal basso, gli stessi eventi ripresi nel primo video; di seguito si odono chiaramente i presenti inneggiare a Muqtadà al-Ṣadr non appena il condannato viene lasciato solo dal boia in piedi sulla botola chiusa e con il cappio già stretto al collo, il quale replica pronunciando a propria volta il nome Muqtadà con aria e tono ironico e chiedendo con aria di sfida a chi lo insulta se creda in tal modo di comportarsi da uomo. Alcuni secondi dopo Ṣaddām inizia, nel silenzio, a pronunciare ad alta voce la professione di fede islamica quando, dopo pochi secondi, viene interrotto all'incipit del secondo versetto dall'apertura della botola che, con uno stridore metallico, fa precipitare il suo corpo e tendere la corda. Seguono alcuni confusi fotogrammi accompagnati dall'inneggiare dei presenti all'avvenuta esecuzione dell'ex presidente iracheno e, poco dopo, le immagini ne inquadrano il volto, mentre, ormai morto, pende appeso al cappio.

La diffusione dei due filmati, in particolare quello nel quale è evidente lo scherno e l'oltraggio cui venne sottoposto il condannato poco prima dell'esecuzione, ha provocato notevole scandalo internazionale, profondo risentimento tra gli arabi sunniti e grave imbarazzo al governo iracheno, che ha annunciato di aver arrestato due persone come responsabili della sua esecuzione e diffusione. Ciò nonostante, dopo qualche giorno è emerso ed è stato diffuso via Internet un terzo filmato simile al primo, ancora una volta di cattiva qualità, che mostra il cadavere di Ṣaddām poco dopo l'esecuzione avvolto in un sudario, che viene scostato per mostrare la testa del giustiziato innaturalmente piegata a destra e il collo con un'ampia e profonda ferita sanguinolenta.

A seguito dell'impiccagione del fratellastro di Saddām Husayn, Barzān Ibrāhīm al-Tikrītī, e dell'ex-presidente del tribunale rivoluzionario iracheno, Awad al-Bandar (coimputati nella stesso processo conclusosi con la condanna capitale ai danni di Ṣaddām Ḥusayn), originariamente previste per la stessa notte nella quale fu eseguita quella di Saddām, poi rinviate ed effettuate alle 03:00 locali del 15 gennaio 2007, si è nuovamente diffuso orrore nel mondo alla notizia che la corda ha decapitato di netto il primo, facendo schiantare il corpo al suolo e rotolare la testa a diversi metri di distanza, come riferito dai giornalisti che hanno potuto visionare il video dell'esecuzione, rimasto questa volta riservato. Anche queste esecuzioni hanno attratto riprovazione da parte della comunità internazionale.

Il 16 gennaio 2007, in un'intervista senza precedenti, persino il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, la cui amministrazione aveva in precedenza difeso senza riserve la condanna morte e l'esecuzione di Saddām Husayn, ha condannato con parole molto forti le modalità di impiccagione ("L'esecuzione di Ṣaddām è sembrata come una vendetta", ha dichiarato Bush[7] e il governo iracheno presieduto da Nūrī al-Mālikī che, ha spiegato ancora il presidente, "deve ancora maturare" e "rende difficile [per il governo USA] far passare presso il popolo americano l'idea che si tratti di un governo che voglia unificare il Paese".[8].

Tali dichiarazioni di George Bush sono state accolte con scetticismo da alcuni osservatori internazionali che, come Feurat Alani, inviato a Baghdad per il giornale svizzero Le Temps, hanno sollevato il sospetto che la fretta nel liberarsi di Ṣaddām e dei suoi più prossimi complici sia in realtà stata originata dal desiderio di metter a tacere per sempre la delicata questione costituita dai considerevoli aiuti - anche militari ed in termini di armi di distruzione di massa - forniti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna al regime di Ṣaddām Ḥusayn durante gli anni '80 [9].

Nessun commento: