29 gennaio, 2008

PROMEMORIA 29 gennaio 1990


Il processo all'ex capitano della Exxon Valdez, Joseph Hazelwood, inizia ad Anchorage (Alaska). Viene accusato di negligenza che provocò uno dei peggiori disastri ecologici della storia statunitense.
Exxon Valdez era il nome di una superpetroliera di proprietà della Exxon Mobil. Il 24 marzo 1989 la nave si incagliò in una scogliera dello stretto di Prince Williams in Alaska disperdendo in mare oltre 38 milioni di litri di petrolio. Dopo questo incidente fu rinominata Sea River Mediterranean.

La nave, lunga 300 m larga 50 m e con un pescaggio di 27 m ha lo scafo in acciaio, pesa 30.000 tonnellate, dispone di un motore diesel da 31.650 cavalli vapore (24 MW) e può trasportare fino a 1,48 milioni di barili (200.000 t) di petrolio ad una velocità di 16,25 nodi (30 km/h). Fu costruita a San Diego, consegnata alla Exxon nel dicembre e destinata al trasporto del petrolio dal terminal dell'oleodotto del consorzio Alyeska situato a Valdez in Alaska negli Stati Uniti.

La nave è tuttora in attività ma ha il divieto di entrare nello stretto di Prince Williams.

L'incidente
Il 24 marzo del 1989 la petroliera lasciò il terminal di Valdez in direzione sud, attraversando lo stretto di Prince William carica di petrolio. Il comandante chiese al locale comando della Guardia Costiera di cambiare rotta per evitare alcuni piccoli iceberg. Per una serie di equivoci nella linea di comando vi fu un cambio di rotta effettuato troppo lentamente e la nave urtò contro una scogliera disperdendo nell'ambiente circa 42.000 m³ di greggio e inquinando 1.900 km di coste.

Migliaia di animali perirono a causa della fuoriuscita, la stima fu di 250.000 uccelli marini, 2.800 lontre, 300 foche, 250 Aquila di mare testabianca circa 22 orche e miliardi di uova di salmone e aringa.

I danni ambientali che ne conseguirono costrinsero il governo degli Stati Uniti a rivedere i requisiti di sicurezza delle petroliere e ad assegnare i costi delle operazioni di pulizia della costa alle compagnie petrolifere.

Nel 1991 la Exxon Mobil fu condannata in sede civile e penale per oltre un miliardo di dollari, il maggior risarcimento mai registrato per un disastro industriale. Le operazioni di ripulitura delle coste costarono alla Exxon circa 2 miliardi di dollari, coperti in gran parte delle assicurazioni.

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