21 aprile, 2008

PROMEMORIA 21 aprile 753 a.C. - Secondo la leggenda, Romolo e Remo fondano la città di Roma (Natale di Roma)


753 a.C. - Secondo la leggenda, Romolo e Remo fondano la città di Roma (Natale di Roma)
Il Natale di Roma è una festività laica legata alla fondazione della città di Roma, festeggiata il 21 aprile. Secondo la leggenda, narrata anche da Varrone, Romolo avrebbe infatti fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C..

Da questa data in poi derivava la cronologia romana, definita infatti con la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero "dalla fondazione della Città". La ricorrenza del Natale di Roma è tuttora festeggiata, con rappresentazioni in costume, eventi culturali e manifestazioni ludiche.

In epoca fascista, il regime impose questo giorno per sostituire la festa sindacale del 1 maggio.
Romolo e Remo sono, nella tradizione mitologica romana, due fratelli gemelli, uno dei quali, Romolo, fu il fondatore eponimo della città di Roma e suo primo re.
La data di fondazione è indicata per tradizione al 21 aprile 753 a.C. (detto anche Natale di Roma e giorno delle Palilie).
Secondo la leggenda, erano figli di Marte e di Rea Silvia (o "Rhea Silvia"), discendenti di Enea.
Il mito [modifica]

Esistono innumerevoli versioni della leggenda di Romolo e Remo e della fondazione di Roma, tutte tese alla glorificazione degli antenati dei Romani e della famiglia Giulia (gens Julia). Ci sono stratificazioni tra diverse leggende, dettagli diversi e "rami laterali", di volta in volta tesi ad aggiungere (o togliere) onore e diritti ai Romani.

Amulio diviene re [modifica]

Dopo la fuga da Troia, Enea giunse nel Lazio e venne accolto dal re Latino, ne sposò la figlia Lavinia e fondò la città di Lavinio (l'odierna Pratica di Mare).

Dopo trent'anni, Ascanio, figlio di Enea, fondò una nuova città, Alba Longa, sulla quale regnarono i suoi discendenti. Molti anni dopo uno di questi, Numitore, fu spodestato dal fratello Amulio, il quale, per evitare che potessero nascere eredi legittimi, costrinse la figlia di Numitore, Rea Silvia, a farsi vestale.

Rea Silvia fu posseduta con la forza dal dio Marte, in un bosco sacro dove era andata a prendere dell'acqua. Dall'unione nacquero due fratelli gemelli: Romolo e Remo.

Per ordine dello zio, la madre fu mandata a morte, come prevedeva la legge per le vestali che non rispettavano il voto di castità. Il fiume Aniene, dove il corpo fu gettato, ne ebbe pietà e la resuscitò. Il Re Amulio, in seguito, affidò i bambini a due schiavi con l'ordine di mettere i due bimbi in una cesta, portarli nella parte più alta del fiume, e affidarli alla corrente. Per le piogge recenti il fiume era straripato ed aveva allagato i campi nella zona del Velabro, quindi uno dei due uomini pensò di lasciarli nel punto dove erano arrivati. L'altro accettò la proposta e spiegò ai due bambini cosa stava per succeder loro; i due piccoli, allora, emisero un vagito come se avessero capito e vennero affidati alla corrente. La cesta coi due bambini si arenò in una pozza e, quando le acque del fiume si ritirarono, la cesta rimase all'asciutto ai piedi di un albero di fico (il ficus ruminalis).

Altre fonti fanno coincidere il punto dove si fermò la cesta con i gemelli con una grotta[1] collocata alla base del Palatino, detta "Lupercale" perché sacra a Marte e a Fauno Luperco.

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