30 settembre, 2008

Appia regina viarum": presentazione del libro di Angiolo Marroni


La Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma presenterà, martedì 30 settembre alle ore 17:00, presso la Sala Consiliare Giorgio Fregosi di Palazzo Valentini, il libro “Appia Regina Viarum – Parco di tutti”. L’autore del volume, Angiolo Marroni, illustra il lungo e appassionato percorso che ha portato all’approvazione della Legge Regionale n. 66, che nel 1988 determinò la nascita del Parco dell’Appia Antica.
Attraverso questo incontro si intende ricordare i luoghi della politica e delle istituzioni di venti anni fa, quando fu istituito il Parco, strappandolo al cemento ed alla speculazione edilizia, riflettendo anche sui danni che si sono evitati e sull’esigenza di un impegno sempre maggiore per la tutela e la valorizzazione di altre aree.
Infine, questa iniziativa aiuterà a ricostruire una pagina della vita istituzionale della nostra Regione, dove la politica ha manifestato lo spirito di servizio alla collettività e l’attenzione all’interesse generale che ne sono i capisaldi.

All’incontro interverranno - oltre all’Autore - Giuseppina Maturani, Presidente del consiglio provinciale di Roma; Cecilia D’Elia, assessore provinciale alle Politiche culturali e Paola Rita Stella, assessore alle Politiche della Scuola.

Case Ater Ponte di Nona: verificati i requisiti, ripartono le consegne


Case Ater Ponte di Nona: verificati i requisiti, ripartono le consegne
Via libera alle consegne degli alloggi di Ponte di Nona, precedentemente sospese dall'Ater per gli accertamenti disposti dal Comune (valutazione del reale possesso dei requisiti da parte dei potenziali assegnatari). Il Campidoglio ha notificato all'Ater l'elenco degli aventi diritto e le case possono essere assegnate.

Si tratta di 248 famiglie che, con un provvedimento del 27 settembre, vedono riconosciuto il loro diritto alla casa: 166 provengono dal bando generale, 77 dai bandi speciali e 5 cambiano alloggio per motivi di salute.

Rispetto ai 328 della precedente lista, risalente all''11 aprile scorso, restano 80 nuclei. Saranno contattati per presentare la documentazione necessaria a valutare il diritto all'assegnazione.

Sull'argomento l'assessore Alfredo Antoniozzi (Politiche Abitative) sottolinea in una nota "la piena trasparenza" adottata nelle assegnazioni di case popolari, in modo che "chi ha davvero titolo non venga sorpassato da qualche furbo".

PROMEMORIA 30 settembre 1975 - Massacro nel Parco del Circeo a Roma


Massacro nel Parco del Circeo a Roma.
30 settembre 1975. L'estate è già un ricordo sfumato nel parco del Circeo, un'ottantina di chilometri a sud di Roma. Le belle ville si nascondono tra piante secolari, arbusti e prati. Si raggiungono percorrendo cammini non asfaltati, e strade che lambiscono il mare. Andrea Ghira é un rampollo della borghesia romana. La sua camera é tappezzata di bandiere naziste, mezzibusti di Adolf Hitler e Benito Mussolini, libri del filosofo Julius Evola. Porta sempre la pistola in tasca. Si dichiara nazional-socialista. Dietro a lui si muovono altri due giovani, Angelo Izzo e Gianni Guido. Per la polizia sono estremisti e delinquenti comuni. già condannati per rapine, violenza sessuale e maltrattamenti, sequestri di persona.

Al Circeo. la famiglia Ghira ha costruito una villa lussosa su due piani con giardino, box e taverna. Poco lontano dalla costa, con una vista mozzafiato sull'isola di Ponza. E' lì che Ghira, Izzo e Guido portano due ragazze provenienti dai quartieri popolari e periferici della Capitale. Sono Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. I tre fascisti le convincono a salire sulla loro potente macchina. "Andiamo ad una festa a Lavinio, ci divertiremo vedrete", dicono alle due ragazze. Ma a Lavinio Donatella e Rosaria non arriveranno mai perché saranno portate a Villa Moresca, nel Circeo, la villa di Ghira.

Il resto si snoda lungo 36 ore di torture morali, fisiche e sessuali. Ghira, Izzo e Guido uccidono Rosaria Lopez e colpiscono ripetutamente Donatella Colasanti. A quel punto pensano che le due ragazze siano morte. Le avvolgono in sacchi di plastica, le caricano nel bagagliaio della 127 di Guido e fanno ritorno a Roma. Parcheggiano l'auto proprio sotto l'abitazione dello stesso Guido e vanno a mangiare in pizzeria. Ma Donatella Colasanti è ancora viva. Si accorge che l'auto è stata abbandonata, la sua voce richiama l'attenzione di alcune persone che aprono il bagagliaio dell'auto.Donatella é salva, per Rosaria non c'é nulla da fare. Vengono arrestati in poche ore Gianni Guido e Angelo Izzo. Andrea Ghira riesce invece a fuggire.

Il processo si svolge nel luglio 1976. I giudici non concedono alcuna attenuante ai tre imputati che vengono condannati in primo grado all'ergastolo per omicidio pluriaggravato. Gennaio 1977. Gianni Guido e Angelo Izzo cercano di evadere dal carcere di Latina, prendono in ostaggio una guardia carceraria ma il tentativo fallisce. Al processo d'appello, il 28 ottobre 1980, i familiari di Rosaria Lopez, accettano il risarcimento offerto dalla famiglia di Gianni Guido. Il fatto induce la Corte a ridurgli la pena a 30 anni di reclusione.

Le storie di Gianni Guido e Angelo Izzo sono costellate da ripetuti tentativi di evasione dalle carceri. A volte riusciti grazie a complicità non sempre acceratte in sede penale.

Gianni Guido viene subito trasferito nel carcere di San Gimignano. Da quel penitenziario fugge nel 1981. Due anni dopo, viene arrestato a Buenos Aires: sotto falso nome, vende automobili. Ricoverato in ospedale in attesa di estradizione, il 15 aprile 1985 Guido riesce a dileguarsi. Sarà nuovamente intercettato nel giugno 1994 a Panama e trasferito definitivamente in Italia dove sta scontando il residuo di pena. Anche per Angelo Izzo la fuga resta l'unica arma per sottrarsi alla giustizia. Izzo riesce ad evadere dal carcere di Alessandria il 25 agosto 1994 per essere poi rintracciato in Francia il 15 settembre successivo.

Angelo Izzo si trasforma in uno dei più importanti pentiti della destra eversiva come spiega davanti ai giudici di Milano che lo ascoltano nell'ambito del procezzo di primo grado sulla strage di Piazza Fontana

Poi c'é Andrea Ghira, il capo della banda del Circeo, lui che si dilegua poco dopo aver assassinato Rosaria Lopez e ferito Donatella Colasanti. Angelo Izzo, diventato ormai un pentito, lo accusa di aver ucciso la giovane Giorgiana Masi durante scontri di piazza avvenuti a Roma, il 12 maggio 1977. Ghira avrebbe utilizzato le armi in dotazione al gruppo "Drago", una struttura di "uomini scelti" all'interno di Avanguardia Nazionale. L'allora parlamentare Mauro Mellini racconta così a Radio Radicale il pomeriggio in cui qualcuno sparò a Giorgiana Masi a Roma, sul Ponte Garibaldi

Quel giorno, Andrea Ghira non é ancora un ricercato. Solo nell'ottobre 1977, la magistratura spicca contro di lui un mandato di cattura per il delitto del Circeo. Lo inchiodano le dichiarazioni di Donatella Colasanti che si ricorda di quel ragazzo che si fa chiamare Jacques responsabile materiale della morte della povera Rosaria Lopez. Ghira resta a Roma almeno fino al 1978. Vive da clandestino e cambia casa di giorno in giorno. Poi si dilegua. Il Giallo e nero é in grado oggi di ricostruire la sua via di fuga.

Nel 1978, Andrea Ghira raggiunge l'Argentina grazie a documenti falsi forniti dalla rete di solidarietà dell'Internazionale nera, la stessa che in passato ha guidato la fuga di Stefano Delle Chiaie, Guido Giannettini, Carlo Digilio ed altri esponenti della destra eversiva..Ma a Buenos Aires, negli anni Ottanta, non si sente più sicuro, sente il fiato sul collo degli investigatori e fugge a Londra dove nel frattempo si é insediata una comunità di camerati: Massimo Morsello, Roberto Fiore, Vittorio Spadavecchia, Antonio D'Inzillo. La sua identità cambia di anno in anno. Diventa Mirko Elise, poi si trasforma in Sergio Balzanelli. Da Londra si sposta a Johannesburg, in Sudafrica e alla fine in Kenia dove oggi risiede. Perché lo Stato italiano si é dimenticato di Andrea Ghira? Chi ha protetto per 26 anni la sua latitanza? Sono domande che a oggi non hanno trovato alcuna risposta.

a cura di Daniele Biacchessi

29 settembre, 2008

Birmania: a Palazzo Valentini gigantografia di Aung San Suu Kyi


Una gigantografia di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace e leader dell'opposizione democratica al regime birmano, costretta agli arresti domiciliari, campeggia sul portone d'ingresso di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma.

Il manifesto, affisso in occasione del primo anniversario della rivolta dei monaci birmani e del ventesimo anniversario della nascita della Lega per la Democrazia in Birmania, recita: "Aung San Suu Kyi libera. Settembre 1988-Settembre 2008, vent'anni di lotta per i diritti e la democrazia in Birmania".

A scoprire il telo con il volto della leader democratica, questa mattina, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, l'inviato speciale dell'Unione europea per la Birmania, Piero Fassino e il presidente del Consiglio provinciale, Giuseppina Maturani.

"È un atto di testimonianza - spiega Zingaretti - per dimostrare che non dimentichiamo quello che è successo un anno fa in Birmania con la rivolta dei monaci, e che non vogliamo spegnere i riflettori su quel Paese".

PROMEMORIA 29 settembre 1944 Strage di Marzabotto


Strage di Marzabotto
L'eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto, dal maggiore dei comuni colpiti) fu un insieme di stragi compiute dalle truppe naziste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio di Marzabotto e nelle colline di Monte Sole, nel quadro di un'operazione di rastrellamento di vaste proporzioni diretta contro la formazione partigiana Stella Rossa. La strage di Marzabotto è uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in Europa occidentale durante la Seconda guerra mondiale.

Gli avvenimenti
Dopo il Massacro di Sant'Anna di Stazzema commesso il 12 agosto 1944, gli eccidi nazifascisti contro i civili sembravano essersi momentaneamente fermati. Ma il feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa, e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che la appoggiavano. Già in precedenza Marzabotto aveva subito rappresaglie, ma mai così grosse come quella dell'autunno 1944.

Capo dell'operazione fu nominato Walter Reder, capo del 16ª battaglione SS della 16. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, già autore dell'eccidio di S. Anna, sospettato a suo tempo di essere uno tra gli assassini del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss. La mattina del 29 settembre, prima di muovere all'attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che soldati della Wermacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno, utilizzando anche armamenti pesanti. «Quindi – ricorda lo scrittore bolognese Federico Zardi – dalle frazioni di Panico, di Vado, di Quercia, di Grizzana, di Pioppe di Salvaro e della periferia del capoluogo le truppe si mossero all'assalto delle abitazioni, delle cascine, delle scuole», e fecero terra bruciata di tutto e di tutti.

Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta, raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una raffica di mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 195 vittime, di 28 famiglie diverse tra le quali 50 bambini.[citazione necessaria] Fu l'inizio della strage. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La violenza dell'eccidio fu inusitata: alla fine dell'inverno fu ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini.

Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il bilancio delle vittime civili si presentava spaventoso: oltre 800 morti. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative all'eccidio furono negate dalle autorità fasciste e dalla stampa locale (Il Resto del Carlino), indicandole come diffamatorie; solo dopo la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l'entità del massacro.

21 settembre, 2008

Riforme istituzionali: istituita la Commissione provinciale speciale. Zingaretti: è un fatto storico


A Palazzo Valentini è stata istituita la commissione provinciale speciale per le riforme istituzionali. E' quanto ha deciso il Consiglio provinciale di Roma.

Il presidente della Commissione è il consigliere Piero Cucunato (Pdl), a cui sono stati attribuiti 14 voti.
Vicepresidente vicario è Walter Enrico Perandini, Pd, eletto con 25 voti.
Vicepresidente è Anselmo Tomaino (Pdl), eletto con 13 voti.

Nove sono i componenti della maggioranza: cinque del Pd (Paolo Bianchini, Nicola Galloro, Daniele Leodori, Giuseppe Lobefaro, Walter Enrico Perandini), Erminio Latini per la Lista civica
Zingaretti, Gianluca Peciola per la sinistra arcobaleno, Sabatino Leonetti per Italia dei Valori e Sergio Urilli dei Verdi. Sei sono i componenti della minoranza. Quattro sono del Pdl (Marco Bertucci, Piero Cucunato, Romeo De Angelis, Anselmo Tomaino), Teodoro Buontempo per la Destra e Mario Sisto Ferrante per l'Udc.

“Quanto si sta determinando è un fatto storico grazie a una convergenza bipartisan". E' quanto ha affermato il presidente della Provincia Nicola Zingaretti in merito all'istituzione della commissione provinciale speciale per le riforme istituzionali.

"Roma - ha proseguito Zingaretti - è capofila tra le città metropolitane volute dal governo Berlusconi. L'idea condivisa è quella di eleggere tra cinque anni il sindaco della città metropolitana. E' un fatto importante che il consiglio si doti di uno strumento adatto per dire la propria. Saluto con
favore e sostegno l'idea dell'istituzione della commissione e il fatto che la presidenza vada all'opposizione perché quando si scrivono le regole del gioco tutti devono sentirsi garantiti".

La presidente dell’assemblea elettiva provinciale, Giuseppina Maturani ha affermato: "Sottolineo la soddisfazione della presidenza del consiglio provinciale per l'insediamento della commissione per le riforme istituzionali che sarà luogo di protagonismo del consiglio provinciale nel dibattito in corso per le importanti riforme per la città metropolitana, in particolare per seguire
con proposte l'iter parlamentare della legge”.

Libri in campo 2008", un'edizione tutta 'autunnale'


Libri in campo 2008", un'edizione tutta 'autunnale'
Torna "Libri in Campo", manifestazione nata nel 1992 per promuovere editoria e letteratura a Roma. Filo conduttore di questa sedicesima edizione: l'incontro tra letteratura e musica in tema di autunno. Un terreno fertile, il cui emblema è "Autumn leaves", "Le foglie morte", il celebre standard jazz su testo originale del poeta francese Jacques Prévert.

La rassegna editoriale del 2008 si tiene infatti straordinariamente in periodo autunnale e propone, dal 19 settembre al 3 ottobre, un programma di incontri, dibattiti, letture e concerti che si svolgeranno nel giardino della Casa delle Letterature, in orario pomeridiano. Sull'adiacente piazza dell'Orologio verrà allestita in contemporanea una grande libreria all'aperto, organizzata secondo percorsi tematici, aperta dalle 10 alle 22.

Le presentazioni di libri e collane si alterneranno ai concerti jazz a cura del Saint Louis College of Music.

La manifestazione è promossa e ideata dalla Casa delle Letterature (Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma), che la organizza in collaborazione con l'associazione culturale "Ciak '84 Arte".

Per il programma completo della rassegna, www.casadelleletterature.it

L'Apollo di Mantova ai Musei Capitolini


L'Apollo di Mantova ai Musei Capitolini
Fino al 6 gennaio 2009 la Sala degli Arazzi dei Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, ospita la statua in marmo greco dell'Apollo di Mantova, in prestito temporaneo da Palazzo Ducale. E' il primo appuntamento di "Ospitando…", nuova rassegna promossa dal Campidoglio (Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza ai Beni Culturali).

L'iniziativa vuole incoraggiare lo scambio temporaneo, tra musei, di importanti opere d'arte e rappresenta anche un'opportunità, per i visitatori dei Musei Capitolini, di ammirare capolavori esterni alla sua ricchissima collezione permanente, compensando l'assenza momentanea di opere di grande rilievo.

L'Apollo, capolavoro marmoreo databile all'epoca dell'imperatore Adriano (117-138 d.C.), è uno dei gioielli della collezione di antichità del Palazzo Ducale di Mantova. L'opera prenderà il posto della statua in bronzo denominata Camillo, richiesta temporaneamente dal museo mantovano per la prima esposizione completa dell'opera di Pier Jacopo Alari Bonacolsi, detto l'Antico, bronzista rinascimentale, protagonista delle collezioni d'arte nelle corti padane.

"Ospitando…" segue due rassegne accolte con grande favore dal pubblico dei Capitolini. La prima, "Sotto i riflettori", ha dato grande visibilità alla Lupa Capitolina, una delle opere più importanti e famose del Museo; la seconda, "Capolavori in Comune", ha presentato la splendida testa in bronzo della regina tolemaica Arsinoe III, concessa in prestito temporaneo dal Museo Civico del Palazzo del Tè di Mantova.

Orari: martedì-domenica 9-20 (la biglietteria chiude un'ora prima).

Biglietto: unico integrato (Musei Capitolini e mostra "L'invenzione dei Fori Imperali. Demolizioni e scavi: 1924-1940") 8 euro intero, 6 ridotto.

Per informazioni: 060608 (tutti i giorni 9 – 22,30), www.museicapitolini.org; www.zetema.it.

Giornata degli elefanti al Bioparco


Giornata degli elefanti al Bioparco
Oggi al Bioparco le protagoniste della giornata sono le due elefantesse Nelly e Sofia. Dalle 10,30 alle 17,30, presso l'area degli elefanti, un esperto racconta abitudini, curiosità e segreti dei pachidermi (in generale) e la storia 'personale' delle due elefantesse, descrivendo in diretta il loro comportamento.

Nelly e Sofia hanno 37 anni e sono arrivate al Giardino Zoologico di Roma nel 1972 dalla città indiana di Guwahati. Posseggono entrambe una spiccata personalità: Nelly è più intraprendente, Sofia è più timida e riservata. Ambedue sono estremamente gelose l'una dell'altra. Nel recinto hanno a disposizione una grande vasca dove amano fare il bagno anche più di una volta al giorno.

I guardiani del Bioparco preparano ogni giorno il pasto (che viene consumato alle 12) con menu a base di frutta, verdura, pane, erba fresca e fieno, rami, foglie e tronchi o corteccia. E ancora, dosi massicce di 'pellettato', lo stesso mangime utilizzato per i cavalli (a base di fibre vegetali, grassi, proteine, vitamine). In totale, 80 chili a testa di cibo al giorno. Tra la frutta non mancano mai mele, banane e pere; tra le verdure: carote, cicoria, lattuga, bieta, cipolle, zucche e patate.

La 'lezione' sugli elefanti è compresa nel prezzo del biglietto d'ingresso al Bioparco.

Viale del Giardino Zoologico, 20. Orario: 9,30 – 19 (entrata consentita fino alle 18)

Biglietti: Adulti 10 euro, bambini di altezza superiore a 1 metro e fino a 12 anni 8 euro, gratis per i bambini sotto il metro di altezza.

Per informazioni: 06-3608211, www.bioparco.it.

PROMEMORIA 21 settembre 1904 - Finisce il primo sciopero generale italiano (iniziato il 16 settembre dello stesso anno)


Finisce il primo sciopero generale italiano (iniziato il 16 settembre dello stesso anno)
Il primo sciopero generale in Italia [modifica]
Nel settembre del 1904 i lavoratori italiani, guidati dai socialisti rivoluzionari, sperimentano per la prima volta il sistema di lotta sociale inventato da Georges Eugène Sorel: lo sciopero generale. In solidarità per l'uccisione di 4 minatori sardi, durante una rivolta operaia, scoppiata per reclamare migliori condizioni lavorative e salari più alti, avvenuta il 4 settembre 1904, nelle miniere di Bugerru, da parte delle truppe inviate da Giolitti, per quattro giorni consecutivi ogni attività del paese rimane paralizzata: i giornali non escono, le fabbriche si fermano, i servizi pubblici non funzionano e a Venezia perfino i gondolieri incrociano le braccia. Giovanni Giolitti, capo del governo sin dal novembre 1903, ignorando le esortazioni dei conservatori ad usare la maniera forte, si astiene dall'intervenire, lasciando che siano le forzi sociali in lotta (i padroni da una parte ed i lavoratori dall'altra) a risolvere i loro contrasti, secondo una linea di equilibrio che sarà determinata dai rapporti di forza esistenti fra le due parti. In tal modo egli attira su di sé le accuse di debolezza e, peggio, di vigliaccheria da parte dei proprietari (di quelli terrieri non meno che degli industriali), ma ottiene di riflesso un risultato di estrema importanza. Ferri, Labriola, Leone e gli altri rivoluzionari soreliani promotori dello sciopero avevano fatto conto sulla reazione del potere costituito come pretesto per scatenare la violenza di piazza. Ora, di fronte all'atteggiamento neutrale della forza pubblica, sono sconcertati, incapaci di ricavare, in termini politici, un qualche vantaggio da un'iniziativa che pure ha avuto un grosso successo di partecipazione. L'arma dello sciopero generale, tanto paventata dalla borghesia e, in fondo, sgradita agli stessi socialisti moderati come Turati, si dimostra per quel che è: un'arma spuntata e sostanzialmente innocua, quando lo Stato sa stare al gioco. Non solo, ma tutto questo, mentre crea difficoltà per gli estremisti, dà vigore all'ala riformista del partito socialista. Grazie all'equilibrio e all'intelligenza politica di uomini come Giolitti, si viene dunque radicando anche in Italia un sistema di più eque contrattazioni nelle controversie di lavoro, e l'epidemia di scioperi che si verificano in questo periodo è non solo indizio di maggiore libertà, ma chiaro sintomo del generale miglioramento nelle condizioni economiche del paese. I salari aumentano nelle campagne, il vitto è più abbondante, migliorano le condizioni igienico-sanitarie e quasi ovunque diminuisce sensibilmente l'indice di mortalità. Ma le cause vere della nuova prosperità sono altre: tra le tante, si possono citare la fine della guerra doganale con la Francia, l'espansione del movimento cooperativistico, l'emigrazione vera valvola di scarico della sovrappopolazione e delle tensioni sociali che ne scaturiscono, l'accresciuta utilizzazione dell'energia elettrica.

18 settembre, 2008

Incentivi per l'acquisto di veicoli elettrici


Parte la nuova campagna di incentivazione per promuovere l'acquisto di veicoli elettrici, promossa dall'assessorato regionale all'Ambiente con il supporto di Sviluppo Lazio. L'iniziativa, che fa seguito alle precedenti campagne volte alla promozione di ciclomotori di nuova generazione e di elettrodomestici efficienti, mette a disposizione quest'anno contributi pari a mezzo milione di euro. "Si intende tutelare l'ambiente della nostra regione e delle nostre città - afferma l'assessore Filiberto Zaratti - in particolare le zone in cui c'è un alto indice di inquinamento. Con questa iniziativa che abbiamo messo in campo si vuole incentivare l'utilizzo di mezzi elettrici. Abbiamo voluto mettere a bando 500mila euro, predisponendo incentivi per l'acquisto di mezzi elettrici, come biciclette, scooter" prosegue Zaratti, ricordando la novità di quest'anno.

"Per la prima volta - afferma - incentiviamo anche l'utilizzo di mezzi commerciali elettrici tanto da prevedere un premio incentivante per coloro che intendono rinnovare le loro flotte commerciali. In questo caso il contributo varierà in ragione del numero di mezzi acquistati e potrà crescere anche in termini percentuali". La campagna di mobilità sostenibile si prefigge di favorire la penetrazione di questa tipologia di mezzi nelle aree più critiche del Lazio, Roma e Frosinone in testa, offre degli incentivi differenti in ragione del veicolo acquistato. A partire dai prossimi giorni sarà possibile ottenere l'incentivo, pari al 30% del prezzo di vendita e con un massimale compreso tra i 700 e 2000 euro per ciascun mezzo, direttamente tramite i rivenditori al momento dell'acquisto.

"Questo - ha detto Zaratti – è un invito che noi rivolgiamo a tutti i cittadini. Chiaramente non riusciremo ad assolvere a tutte le richieste che arriveranno a breve; sarà stilata una graduatoria così che i primi a presentare le domande possano ricevere l'incentivo. Pensiamo, comunque, di mettere in moto un meccanismo virtuoso, dimostrando che è possibile muoversi nella città non soltanto con i mezzi inquinanti, alimentati da combustibili fossili, ma che la tecnologia ci consente oggi di fare ricorso a veicoli altrettanto validi, altrettanto efficaci che, al contrario, non inquinano. Questo, inoltre, aiuterebbe i cittadini ad alleggerire i costi di gestione di questi mezzi, utilizzando energia elettrica, così da non sopportare il peso di dover fare il pieno di benzina, in un momento in cui è estremamente onerosa".

E’ possibile collegarsi al sito di Sviluppo Lazio www.sviluppolazio.it o www.incentivi.lazio.it per effettuare la prenotazione dell'incentivo oppure chiamare il numero verde 800 264 525 per avere tutte le informazioni in merito all'iniziativa.

Riforme istituzionali: istituita la Commissione provinciale speciale. Zingaretti: è un fatto storico


A Palazzo Valentini è stata istituita la commissione provinciale speciale per le riforme istituzionali. E' quanto ha deciso il consiglio provinciale nella seduta odierna.

Il presidente della Commissione è il consigliere Piero Cucunato (Pdl), a cui sono stati attribuiti 14 voti.
Vicepresidente vicario è Walter Enrico Perandini, Pd, eletto con 25 voti.
Vicepresidente è Anselmo Tomaino (Pdl), eletto con 13 voti.

Nove sono i componenti della maggioranza: cinque del Pd (Paolo Bianchini, Nicola Galloro, Daniele Leodori, Giuseppe Lobefaro, Walter Enrico Perandini), Erminio Latini per la Lista civica
Zingaretti, Gianluca Peciola per la sinistra arcobaleno, Sabatino Leonetti per Italia dei Valori e Sergio Urilli dei Verdi. Sei sono i componenti della minoranza. Quattro sono del Pdl (Marco Bertucci, Piero Cucunato, Romeo De Angelis, Anselmo Tomaino), Teodoro Buontempo per la Destra e Mario Sisto Ferrante per l'Udc.

“Quanto si sta determinando è un fatto storico grazie a una convergenza bipartisan". E' quanto ha affermato il presidente della Provincia Nicola Zingaretti in merito all'istituzione della commissione provinciale speciale per le riforme istituzionali.

"Roma - ha proseguito Zingaretti - è capofila tra le città metropolitane volute dal governo Berlusconi. L'idea condivisa è quella di eleggere tra cinque anni il sindaco della città metropolitana. E' un fatto importante che il consiglio si doti di uno strumento adatto per dire la propria. Saluto con
favore e sostegno l'idea dell'istituzione della commissione e il fatto che la presidenza vada all'opposizione perché quando si scrivono le regole del gioco tutti devono sentirsi garantiti".

La presidente dell’assemblea elettiva provinciale, Giuseppina Maturani ha affermato: "Sottolineo la soddisfazione della presidenza del consiglio provinciale per l'insediamento della commissione per le riforme istituzionali che sarà luogo di protagonismo del consiglio provinciale nel dibattito in corso per le importanti riforme per la città metropolitana, in particolare per seguire
con proposte l'iter parlamentare della legge”.

"Roma per Kyoto", convegno finale in Campidoglio. La storia del progetto ambientale


"Roma per Kyoto", convegno finale in Campidoglio. La storia del progetto ambientale
"Life – Roma per Kyoto" arriva al capolinea. Oggi e domani l'evento conclusivo: sindaci e e autorità delle principali capitali europee (tra le altre Bruxelles, Dublino, Helsinki, Varsavia, Budapest, Lussemburgo) convergono in Campidoglio, insieme a rappresentanti delle istituzioni e della comunità scientifica italiana e internazionale. L'assessore all'ambiente Fabio De Lillo ha intanto presentato la due giorni e ha tracciato un primo bilancio dell'esperienza condotta.

Scopo del convegno finale: condividere e diffondere le "buone pratiche" e gli interventi, attuati nelle città europee che hanno partecipato al progetto, per "identificare una strategia comune nella lotta contro il cambiamento climatico".

"Life-Roma per Kyoto" è nato nell'ottobre 2004 ed è stato co-finanziato dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea. A Roma, città capofila del progetto, la conduzione è stata affidata al Dipartimento Politiche Ambientali del Comune. L'obiettivo fissato per Roma era la stesura di un piano d'azione per ridurre le emissioni di gas nocivi del 6,5% (più di un milione di tonnellate di CO2) entro il 2012, nel rispetto del protocollo di Kyoto a cui l'Italia ha aderito nel 2002.

Dal 2004 il progetto si è articolato in diverse fasi operative:

misurazione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) causate da tutti i settori produttivi della capitale, per individuare quelli maggiormente responsabili dell'inquinamento cittadino.

Progetti pilota per valutare l'efficacia di sistemi di compensazione delle emissioni inquinanti, da riproporre poi su larga scala. Tra le iniziative sperimentali condotte: 12.500 alberi piantati, piano locale del traffico, 'diagnosi energetica' ed 'efficientamento energetico' di tutte le scuole (e termo-regolazione completa di una scuola) nel XV Municipio; una pista ciclabile illuminata con lampioni a led; valutazione della produttività degli impianti fotovoltaici (nelle scuole del Municipio XVI e negli uffici del Dipartimento X del Comune); 'contabilità ambientale' del Municipio XVI e del X Dipartimento capitolino.

Piano d'azione per il raggiungimento degli obiettivi, sottoscritto (grazie ad un accordo volontario) da numerosi co-firmatari (oltre 60): associazioni di categoria, sindacati, società energetiche, agenzie ambientali… Il piano andrà all'approvazione del Consiglio Comunale a fine mese. Grazie al via libera del Consiglio, si passerà all'attuazione degli interventi anti-inquinamento proposti dai diversi firmatari (si va da nuovi bus a idrogeno per la flotta Cotral all'associazione dei residenti di Casalpalocco che intendono passare, in tutto il quartiere, alle energie rinnovabili).

Dal 2004 ad oggi "Roma per Kyoto" si è sempre più connotato come progetto in grado di moltiplicare opportunità e iniziative a partire dalle azioni pianificate: è il caso dei 12 ettari di verde piantati in XV Municipio, un punto di partenza per un programma ambientale più vasto ("500.000 alberi in 5 anni").

Per saperne di più, www.romaperkyoto.org.

PROMEMORIA 18 settembre 96 - Marco Cocceio Nerva diviene Imperatore romano


Marco Cocceio Nerva diviene Imperatore romano.
Marco Cocceio Nerva (Marcus Cocceius Nerva) più noto semplicemente come Nerva (Narni, 8 novembre 30 – Roma 21, 27 gennaio 98) è stato un imperatore romano dal 18 settembre 96 alla sua morte.

Era figlio di Cocceio Nerva, famoso giureconsulto, e di Sergia Plautilla, figlia del console Popilio Lena la famiglia aveva origine dalla antica colonia romana di Narnia, l'attuale Narni (Umbria).


Busto di Nerva, Narni, ItaliaFu l'ultimo imperatore italiano sia di nascita che di famiglia. Nerva non aveva seguito l'usuale carriera amministrativa (il cursus honorum), anche se era stato console durante l'impero di Vespasiano nel 71 e con Domiziano nel 90.


Ascesa al potere
Quando fu organizzata la congiura contro Domiziano, Nerva acconsentì a divenirne il successore. Egli era molto stimato come anziano senatore ed era noto come persona mite e accorta. Alla morte di Domiziano, Nerva fu acclamato imperatore in Senato da tutte le classi concordi sul suo nome.

Durante il suo regno, breve ma significativo, apportò un grande cambiamento: il "principato adottivo". Questa riforma prevedeva che l'imperatore in carica in quel momento dovesse decidere, prima della sua morte, il suo successore all'interno del senato. Questo faceva sì che i senatori venissero responsabilizzati, e quindi si rendevano conto che il loro senatoriato era importante. Inoltre, dall'anno dei quattro imperatori il senato aveva subito un cambiamento di generazione: i senatori cominciavano a provenire anche dalle province, rinnovando così l'antico e oligarchico senato romano. Nerva e Traiano inoltre furono intelligenti a favorire anche le altre classi, annunciando che il successore poteva essere scelto anche tra la plebe.

Le loro speranze non andarono deluse: infatti, secondo Tacito, nel suo breve regno fuse le idee di impero, libertà e pace, dando inizio a un secolo poi considerato d'oro.

Appena eletto, fece cessare le persecuzioni contro i cristiani, consentì agli esiliati di rientrare a Roma, abolì i processi di lesa maestà, reintegrò il Senato nelle sue prerogative, prodigò le sue terre e i denari per soccorrere i poveri. Ciononostante, fu molto duro contro i delatori.

Fu addirittura giudicato troppo mite dal Senato e subì una congiura che venne sventata esiliando a Taranto colui che ne era a capo, il senatore Calpurnio Crasso. Nel 97 fu nominato console per la terza volta e gli fu collega Virginio Rufo.

16 settembre, 2008

Inaugurato il nuovo centro di ricerca del San Gallicano


Un centro per studiare l’interazione del metabolismo della pelle associato alle sue patologie. E’ il Centro Integrato di Ricerca sulla Metabolomica (CIRM) inaugurato oggi, a Roma, presso l’Istituto dermatologico San Gallicano. Il San Gallicano, con il ventaglio di offerte specialistiche, l’introduzione d’innovazioni gestionali e l’attenzione all’appropriatezza delle cure, si afferma come una struttura moderna e propositiva che risponde con flessibilità ed efficacia alle esigenze del sistema sanitario regionale e nazionale.

“Una convocazione urgente - si legge in una nota inviata dal presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ai presenti in occasione dell’inaugurazione - mi impedisce purtroppo di presenziare all’importante inaugurazione di oggi: ne sono davvero dispiaciuto, perché la presenza di questo prestigioso IRCSS dermatologico pubblico è un vanto per la nostra regione e perché l’inaugurazione di oggi mostra chiaramente come, anche in un momento di grande complessità per la sanità regionale, possano nascere nuovi centri di eccellenza".

A chi dice - prosegue Marrazzo - che si sta smantellando la sanità del Lazio, rispondiamo con i fatti. Questa nuova struttura è l’esempio perfetto dell’operazione complessa che stiamo facendo sul sistema sanitario della nostra regione. Una grande azione che coinvolge tutti e che ha l’obiettivo dichiarato di raggiungere il pieno equilibrio tra offerta di sanità e capacità di spesa. Meno sprechi, meno privilegi, più poli di eccellenza, più sanità sul territorio. Il Centro Integrato di Ricerca sulla Metabolomica - conclude il presidente Marrazzo - dimostra che siamo anche la regione della ricerca, delle grandi professionalità scientifiche e degli investimenti in tecnologie all’avanguardia. Una regione moderna che vuole proporre ai propri cittadini servizi sanitari avanzati ed efficienti di livello europeo. Ringrazio quindi tutti coloro che hanno reso possibile la creazione di questa nuova struttura e tutti coloro che metteranno al servizio le loro professionalità per farla funzionare”.

“La cute - spiega Mauro Picardo, direttore del CIRM e responsabile del laboratorio di fisiopatologia cutanea ISG, durante l’inaugurazione - ha dei metabolismi specifici ed è munita di un sistema enzimatico metabolico particolarmente espresso che è secondo solo a quello epatico. Grazie alla creazione del Centro di metabolomica è possibile, ad esempio, condurre studi approfonditi sul metabolismo delle ghiandole sebacee, la cui alterazione si è scoperto essere associata all’insorgenza dell’acne o di una dermatite seborroica. I nostri studi - precisa Picardo - dimostrano che c’è un’alterazione quantitativa ma anche qualitativa del sebo della pelle prodotta dai soggetti con l’acne e quello che sta diventando più evidente è che occorre un approccio diverso con il problema acne”.

Secondo il direttore del CIRM, possono essere individuati “marcatori specifici associati alla patologia, perché la cute è un organo facilmente accessibile”. “La cute - ricorda - può essere analizzata grazie a una serie di metodiche non invasive di cui il Centro è dotato, che danno la possibilità di analizzare la cute e di poter associare ad analisi di tipo biochimico parametri di funzionalità della pelle. Tali marcatori possono essere indicatori di gravità della malattia e le loro modificazioni qualitative sono importanti per il miglioramento del quadro clinico. L’individuazione di tali marcatori danno indicazioni su possibili nuove molecole che possono essere sviluppate per nuovi farmaci”.

“Oggi - affermato Giuseppe Petrella, presidente del Consiglio di indirizzo e verifica IFO, intervenendo all’inaugurazione - si conferma come la nuova sede del San Gallicano sia stata una scelta vincente. Qui, questo piccolo, ma grande e unico istituto pubblico di ricerca nel settore dermatologico ha potuto esprimere tutte le potenzialità. La condivisione di competenze e strumenti con l’Istituto Regina Elena ha consentito una crescita esponenziale. Il numero delle prestazioni ha avuto un incremento pari all’80%, si sono introdotti nuovi modelli gestionali tra l’altro interamente certificati, si effettua il ‘week ospital’ per i reparti di degenza; il tutto nell’ottica della razionalizzazione dei servizi offerti e di appropriatezza delle prestazioni erogate”.

“Il CIRM - aggiunge Aldo Di Carlo, direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano - coinvolgerà l’intero istituto dando il via a una linea di ricerca diversa e innovativa. Siamo onorati della partecipazione di gruppi di ricerca estremamente qualificati che hanno condiviso lo stesso progetto. Oggi la ricerca è prevalentemente in rete e occorre la collaborazione di prestigiosi istituti nazionali e internazionali in un campo così moderno quale la ‘postgenomica’, che porterà in un prossimo futuro sicuri vantaggi nel campo della fisiopatologia e soprattutto della terapia di molte malattie”.

La realizzazione del centro di ricerca integrato sulla metabolomica nasce su proposta del laboratorio di fisiopatologia cutanea del San Gallicano, dove c’è la sede e il coordinamento. Fanno inoltre parte del network il dipartimento biologia dell’università di Tor Vergata, il Cnr e, in particolare, l’Istituto di metodologie chimiche e l’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare, sezione di medicina molecolare, il dipartimento di chimica e organica e biochimica, università di Napoli Federico II, il Centro integrato di ricerca dell’università Campus bio-medico, l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni emigranti e per il contrasto delle malattie della povertà.

"Uto Ughi per Roma", decima edizione: da lunedì 22 la classica gratis nella capitale


"Uto Ughi per Roma", decima edizione: da lunedì 22 la classica gratis nella capitale
Da lunedì 22 settembre a mercoledì 8 ottobre si tiene la decima edizione di "Uto Ughi per Roma", il festival ideato dal maestro triestino per diffondere la musica classica, soprattutto tra i giovani. Dodici concerti gratuiti in sala e nelle chiese, con solisti e orchestre di primo piano. Il calendario è stato presentato in Campidoglio dallo stesso Ughi, dal sindaco Alemanno, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e dall'assessore capitolino alla cultura, Umberto Croppi.

Lunedì 22 l'apertura del festival all'Auditorium di via della Conciliazione, con Ughi alla testa dei Filarmonici di Roma che eseguiranno Haydn, Mozart, Vitali, Bazzini e Bartók. Il grande violinista suonerà poi il 25 a Santa Sabina sull'Aventino, in un concerto di beneficenza per la Croce Rossa con l'orchestra giovanile "Uto Ughi per Roma": alla musica di Vivaldi e Kreisler si alternerà Fabio Volo che leggerà brani di Grazia Deledda, Neruda, Saffo, Ezra Pound e Chu Fu Lan.

Il 28 settembre, quindi, l'esibizione di Natasha Korsakova, una delle migliori giovani violiniste d'oggi, nella Sala Accademica del Conservatorio di Santa Cecilia. Il primo ottobre serata di gala all'Auditorium della Conciliazione, con la consegna del premio "Una vita per la musica" a Wolfgang Sawallisch, tra i maggiori direttori d'orchestra al mondo. L'8 ottobre, chiusura con il pianista Alexander Maazdar, sempre all'Auditorium della conciliazione.

"Uto Ughi per Roma" approda quest'anno anche in provincia, con un concerto dell'orchestra giovanile "Uto Ughi" diretta da Bruno Aprea.

In dieci anni di vita il festival si è tradotto in 120 concerti con circa 150 mila spettatori.

PROMEMORIA 16 settembre 1982 - Massacro di Sabra e Shatila


Massacro di Sabra e Shatila.
Sabra e Shatila (talora trascritto come Chatila, in arabo: صبرا وشاتيلا, Ṣabrā e Shātīlā) sono due campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut. Vengono ricordati per il massacro di un numero di arabi palestinesi stimato tra diverse centinaia e 3500[1], perpetrato da milizie cristiane libanesi in un'area direttamente controllata dall'esercito israeliano, tra il 16 e 18 settembre del 1982. Sono anche ricordati per successivi fatti di sangue avvenuti nel 1985–1987 e noti come guerra dei campi.

Il massacro
In cerca di vendetta per l'assassinio di Gemayel e sotto lo svogliato controllo delle forze israeliane dislocate a Beirut ovest, le milizie cristiano-falangiste di Elie Hobeika alle 18,00 circa del 16 settembre 1982, entrano nei campi profughi di Sabra e Shatila. Il giorno prima, l'esercito israeliano aveva chiuso ermeticamente i campi profughi e messo posti di osservazione sui tetti degli edifici vicini. Le milizie cristiane lasciarono i campi profughi solo il 18 settembre. Il numero esatto dei morti non è ancora chiaro. Il procuratore capo dell'esercito libanese in un'indagine condotta sul massacro, parlò di 460 morti, la stima dei servizi segreti israeliani parlava invece di circa 700-800 morti. [1].

David Lamb scrive sul quotidiano Los Angeles Times del 23 settembre 1982:

« Alle 16 di venerdì il massacro durava ormai da 19 ore. Gli Israeliani, che stazionavano a meno di 100 metri di distanza, non avevano risposto al crepitìo costante degli spari né alla vista dei camion carichi di corpi che venivano portati via dai campi. »


Elaine Carey scrive sul quotidiano Daily Mail del 20 settembre 1982:

« Nella mattinata di sabato 18 settembre, tra i giornalisti esteri si sparse rapidamente una voce: massacro. Io guidai il gruppo verso il campo di Sabra. Nessun segno di vita, di movimento. Molto strano, dal momento che il campo, quattro giorni prima, era brulicante di persone. Quindi scoprimmo il motivo. L'odore traumatizzante della morte era dappertutto. Donne, bambini, vecchi e giovani giacevano sotto il sole cocente. La guerra israelo-palestinese aveva già portato come conseguenza migliaia di morti a Beirut. Ma, in qualche modo, l'uccisione a sangue freddo di questa gente sembrava di gran lunga peggiore »


Loren Jankins scrive sul quotidiano Washington Post del 20 settembre 1982:

« La scena nel campo di Shatila, quando gli osservatori stranieri vi entrarono il sabato mattina, era come un incubo. In un giardino, i corpi di due donne giacevano su delle macerie dalle quali spuntava la testa di un bambino. Accanto ad esse giaceva il corpo senza testa di un bambino. Oltre l'angolo, in un'altra strada, due ragazze, forse di 10 o 12 anni, giacevano sul dorso, con la testa forata e le gambe lanciate lontano. Pochi metri più avanti, otto uomini erano stati mitragliati contro una casa. Ogni viuzza sporca attraverso gli edifici vuoti - dove i palestinesi avevano vissuto dalla fuga dalla Palestina alla creazione dello Stato di Israele nel 1948 - raccontava la propria storia di orrori. In una di esse sedici uomini erano sovrapposti uno sull'altro, mummificati in posizioni contorte e grottesche. »


Testimonianza di Ellen Siegel, cittadina americana, infermiera volontaria, ebrea:

« In cima all'edificio soldati israeliani guardavano verso i campi con i binocoli. Miliziani libanesi arrivarono in una jeep e volevano portare via un'assistente sanitaria norvegese. Ci rivolgemmo ad un soldato israeliano che disse ai miliziani di andare via. Infatti partirono. Alle 11.30 circa gli israeliani ci condussero a Beirut Ovest. Sedetti sul sedile anteriore di una jeep della IDF. L'autista mi disse: «Oggi è il mio Natale (intendendo la festività ebraica del Rosh haShana). Vorrei essere a casa con la mia famiglia. Credete che mi piaccia andare porta a porta e vedere donne e bambini?» Gli chiesi quante persone avesse ucciso. Rispose che non era affar mio. Disse anche che l'armata libanese era impotente, erano stati a Beirut per anni e non avevano fatto nulla, che Israele era dovuta arrivare per fare tutto il lavoro. »

14 settembre, 2008

Anagni, Marrazzo: "Non lascerò soli i lavoratori della Videocon"


“Ho chiesto un incontro con l’ambasciatore indiano per porre il problema Videocon, e penso che all’incontro porterò un lavoratore e una lavoratrice per dimostrare che sono il rappresentante di tutti voi, di questo territorio”. lo ha detto il presidente Marrazzo ai lavoratori riuniti in un presidio permanente davanti alla fabbrica anagnina.

“Lunedì partirà una lettera indirizzata al ministro Scajola – ha proseguito il presidente della Regione – nella quale chiederò un incontro che vorrei si tenesse su questo territorio, preferibilmente presso la Provincia di Frosinone, per spiegare al ministro che troviamo paradossale che in questa realtà, che vuole confrontarsi con la sfida dell’innovazione e che può usufruire di risorse pubbliche già stanziate, non si riesca a trovare un imprenditore serio in grado di raccogliere la sfida. Abbiamo costruito con forza e fatica un progetto che ha dato fiducia a chi veniva da lontano con la promessa di investire su questo territorio – ha concluso Marrazzo - ma ora ci troviamo davanti a un muro, quello che hanno creato coloro che credono di giocare sulla pelle dei lavoratori. Le istituzioni che rappresento non lo permetteranno".

Dopo le rassicurazioni del presidente Marrazzo, che ha promesso di unirsi ai lavoratori per protestare nel caso in cui l’ambasciata indiana non dovesse accordare l’incontro, i lavoratori della Videocon hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame che si protraeva da alcuni giorni.

PROMEMORIA 14 settembre 2005 L'emulatore MAME raggiunge la storica versione 0.100


L'emulatore MAME raggiunge la storica versione 0.100. Contemporaneamente parte il Progetto EMMA di Stefano Bastianello, per riportare il MAME in Italia.
Il MAME[1] (acronimo per Multiple Arcade Machine Emulator) è un software per personal computer sviluppato inizialmente per MS-DOS e in seguito per quasi tutte le macchine e sistemi operativi in circolazione, in grado di emulare varie piattaforme di gioco arcade. Lo scopo di tale emulazione è quello di documentare il funzionamento dei coin-op, preservare la storia dei videogame e di prevenire la sparizione di vecchie rarità una volta che le macchine originali abbiano cessato di funzionare per motivi di obsolescenza.

13 settembre, 2008

Aumentano le "Sezioni Primavera"


Prendono il via 133 Sezioni Primavera, servizio educativo dedicato ai bambini tra 24 e 36 mesi, di cui 85 confermate e 48 nuove. L’Ufficio scolastico regionale e l’Assessorato all’Istruzione della Regione Lazio pubblicano le graduatorie delle Sezioni ammesse ai finanziamenti nell’anno scolastico 2008/2009 in 59 Comuni, tra i quali Roma. E’ stata confermata, infatti, la prosecuzione della sperimentazione delle 85 Sezioni già avviate lo scorso anno e l’apertura di 48 nuove Sezioni Primavera, che si rivolgono complessivamente ad un potenziale di 4.360 bambini. Nei tre anni dall’introduzione di questa sperimentazione, la Regione – sulla base dell’Accordo siglato tra il precedente Governo, il coordinamento delle Regioni e l’Anci – ha dato una importante risposta di servizio educativo, che in alcuni Comuni (soprattutto in quelli di piccole dimensioni) rappresenta l’unica soluzione alle esigenze di tante famiglie.

Questa la suddivisione delle Sezioni Primavera nelle 5 Province del Lazio e nel Comune di Roma:

49 - Comune di Roma

29 - Provincia di Roma

27 - Provincia di Frosinone

15 - Provincia di Latina

7 - Provincia di Rieti

6 - Provincia di Viterbo

“Nonostante le note difficoltà finanziarie della Regione Lazio – ha detto l’assessore all’istruzione, Silvia Costa – abbiamo voluto non solo proseguire il servizio nelle 85 Sezioni già avviate l’anno scorso per 1.400 bambini, ma, come Regione, abbiamo stanziato ulteriori 1.680.000 euro, che vanno ad aggiungersi ai finanziamenti nazionali disposti dal Governo Prodi e che permettono l’apertura di 48 nuove Sezioni Primavera.” “Si tratta di un servizio educativo che si svolge nelle scuole materne statali, paritarie e comunali o presso nidi convenzionati con i Comuni. La tipologia di intervento prevede precise condizioni di idoneità del personale e delle strutture e consente a 59 Comuni, tra cui Roma, di dare una risposta integrativa al servizio di asilo nido, che, come sappiamo, non riesce a coprire il fabbisogno di tante famiglie” ha concluso l’Assessore Costa.

Lazio, 80 milioni per la messa in sicurezza delle strade


La Giunta regionale del Lazio ha approvato all'unanimità il programma triennale che dal 2008 al 2010 prevede interventi di ammodernamento, adeguamento e ampliamento della rete viaria regionale di competenza dell'Astral. Sono stati stanziati 80 milioni di euro per mettere in sicurezza parte dei 1.800 km di strade regionali.

La delibera riguarda in particolare la messa a norma di viadotti e gallerie, in modo da adeguarli alla normativa europea in materia. Otto milioni sono stati destinati invece all'Astral per interventi straordinari.
"Sono soddisfatto che la Giunta abbia approvato il programma all'unanimità - ha dichiarato l'assessore ai Lavori pubblici della Regione Bruno Astorre - Il presidente Marrazzo ha molto sostenuto questa delibera, a conferma dell'impegno della Giunta per la messa in sicurezza delle strade regionali gestite da Astral".

Nello specifico, per il 2008, è stata autorizzata la spesa di 18.520.000 €, per la realizzazione degli interventi previsti nel programma di quest'anno, oltre l'ulteriore spesa di 1.996.000 € per gli interventi straordinari imprevedibili in sede di programmazione triennale o annuale, ed aventi a carattere di urgenza o di somma urgenza.

In tre anni saranno finanziati 23 progetti. La ripartizione delle risorse prevede nello specifico: 7milioni di euro di finanziamento complessivo per la Nettunense; per la Casilina oltre 5 milioni di euro; Cassia e Cassia bis riceveranno 6 milioni e 900 mila euro; 7 milioni e 450 mila euro per la via Flaminia.
Per la via Pontina andranno 2 milioni e 500 mila euro, 6 milioni e 670 mila euro per la SR Monti Lepini e per la Tiburtina Valeria 4 milioni e 200mila euro.

"Al tempo stesso, sono di vitale importanza anche gli altri lavori - specifica l'assessore Astorre - sulla Carpinetana, per oltre 1mln e 400mla €; la Castrense, per 840mila €; la SR di Fiuggi, per quasi 5mln €; la Flacca, per 700mila €; la SR di Forca D'Acero, per 2mln e 600mila €; la SR di Frosinone e Gaeta, per 2mln €; la SR del Lago di Campotosto, per 380mila €; la Licinese, per 2mln e 230mila €; la SR di Montecassino, per 2mln e 800mila €; la SR di Morro, per 740mila €; la SR di Passo Corese, per quasi 2mln €; la SR di Salto Cicolana, per 3mln 500mila €; la SR di Sora, per oltre 1mln €; la Sublacense, per 2mln 350mila €; la SR della Valle del Liri, per 3mln 250mila €; la SR della Vandra, per 1mln 250mila €".

A ciò si aggiunga tutta una serie di installazioni di segnaletica verticale, sull'intera rete viaria regionale. Gli interventi vanno dalla ripavimentazione ai nuovi sistemi di drenaggio, dalla eliminazione di incroci alla costruzione di rotatorie, dalla messa in sicurezza di fermate di mezzi pubblici alla realizzazione di svincoli.

"Ritengo che, osservando con attenzione le tabelle di ogni singola iniziativa - ha sottolineato Bruno Astorre - saranno comunque evidenti gli obiettivi che l'Amministrazione si è posta per l'ammodernamento delle proprie infrastrutture viarie: senza alcun trionfalismo, un contributo sostanziale della Giunta Marrazzo per la sicurezza sulle strade della nostra regione".

Palazzo Valentini: Zingaretti incontra Vandana Shiva


Sabato 13 settembre, alle ore 11.30, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, incontra nella sala consiliare di Palazzo Valentini, in via IV Novembre 119/A a Roma, l'attivista politica e ambientalista indiana Vandana Shiva.

L'iniziativa dal titolo 'Il bene comune della terra verso una nuova coscienza. Globale" viene promossa dal presidente Zingaretti per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle questioni ambientali e sui diritti umani, temi particolarmente cari a Vandana Shiva.

L'ingresso alla manifestazione, promossa dalla Provincia di Roma, è aperto al pubblico.

"Dopo la straordinaria esperienza vissuta con Ingrid Betancourt - commenta Zingaretti - un'altra eccezionale donna sarà ospite della Provincia di Roma. Vandana Shiva non è solo una delle scienziate più conosciute e stimate in tutto il mondo, ma è soprattutto un esempio di come, guidati dalla passione, si possano centrare obiettivi importanti".

"Siamo felici di affrontare - conclude il presidente della Provincia di Roma - tematiche così significative come quelle della tutela dell'ambiente, dello sviluppo sostenibile e della pacificazione tra i popoli di culture diverse con una donna che sta dedicando a tutto questo la sua vita e il suo lavoro".

Vandana Shiva è uno dei leader dell'International Forum on Globalization e si è occupata anche dei diritti sulla proprietà intellettuale, e di biodiversità, biotecnologie, bioetica e ingegneria genetica. Nel 1993 ha vinto il Right Livelihood Award, una sorta di Premio Nobel alternativo per la pace.

Notte Bianca dei Municipi


Notte Bianca sabato 13 settembre nei Municipi III, V, VI, IX, X, XI, XVI e XVII.
La manifestazione prevede tante iniziative in molti quartieri della città, all'insegna della cultura, dello sport e dell'impegno sociale. Per una notte le strade e le piazze saranno animate con spettacoli, concerti, cinema e tanti altre iniziative. Tutti gli eventi sono gratuiti.

Il programma si può consultare sulle pagine dei Municipi che hanno aderito alla manifestazione.

Per la Notte Bianca alcune linee Atac subiranno delle deviazioni nei Municipi X e XVI.

A Monteverde, nel Municipio XVI, cambierà strada la linea 871. In arrivo dalla stazione di Trastevere, i bus non effettueranno la fermata "Fonteiana/Donna Olimpia", che si trova all'altezza del liceo Morgagni.

Nel X Municipio, in via Tito Labieno., a partire dalle 18, la linea di bus 451 non raggiungerà il capolinea di piazza di Cinecittà, terminando le corse sulla circonvallazione Tuscolana, circa 70 metri prima di via Tuscolana.
Sempre dalle 18, ci sarà la temporanea soppressione delle fermate su via Quinto Publicio (all'altezza del civico 13 e poco prima di via Sulpicio), delle linee 451, 557, 559 e n27. Soppressa anche la fermata all'altezza del civico 14 di via Tito Labieno delle linee 502, 557 e 558. Per le linee 451, 559 e n27, inoltre, fermata provvisoria, in comune con la 558, su viale Palmiro Togliatti, all'altezza di Cinecittà 2.

Tutte le informazioni al numero di Atac spa 06.57.003, operativo tutti i giorni festivi inclusi 24 ore su 24, e sul sito Internet www.atac.roma.it

PROMEMORIA 13 settembre 1993 Primo accordo Israele-Palestina.


Primo accordo Israele-Palestina. Ai palestinesi viene concesso un auto-governo limitato nella Striscia di Gaza e a Gerico.
Avvio del primo processo di pace. Dopo sei mesi di negoziati segreti a Oslo (Norvegia), Israele e l’Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp) firmano, il 13 settembre 1993, a Washington un accordo di riconoscimento reciproco. L’accordo prevede le modalità e il calendario di un periodo provvisorio di cinque anni di autonomia dei Territori palestinesi.

12 settembre, 2008

Scuola: gli investimenti della Giunta Zingaretti


In occasione dell'apertura del nuovo anno scolastico, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e l'assessore provinciale alle Politiche della Scuola, Paola Rita Stella, fanno il punto sui lavori programmati e realizzati dall’Amministrazione provinciale per gli istituti superiori di Roma e del territorio.

Gli investimenti sulla scuola rappresentano una priorità di questa Amministrazione che finora ha già messo in bilancio 64 milioni di euro per un totale di 141 interventi di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza e nuova edilizia scolastica. Si tratta di un intervento consistente, frutto anche del costante confronto con i dirigenti scolastici dei 207 istituti di competenza della Provincia di Roma.

Nello specifico, i finanziamenti stanziati dalla Giunta Zingaretti prevedono una spesa di 6 mln di euro per la costruzione del nuovo istituto superiore polifunzionale di Ladispoli, 3 mln e mezzo per dotare 40 istituti di pannelli fotovoltaici e 54 mln e 500 mila euro per lavori di straordinaria manutenzione in numerosi plessi scolastici, oltre alla realizzazione di 54 nuove aule.

Alla fine dello scorso anno scolastico abbiamo ricevuto alcune richieste specifiche da parte dei provveditorati di competenza per la concessione di nuove aule. Una richiesta alla quale abbiamo ritenuto prioritario rispondere per permettere ai nostri ragazzi di condurre la vita scolastica in spazi nuovi, moderni, puliti e adatti alle loro esigenze.
La popolazione scolastica che frequenta gli istituti superiori di Roma e provincia ammonta a 162.532 alunni (dato aggiornato al giugno 2008).

Nello specifico, per quanto riguarda le scuole di Roma, sono state consegnate due aule all'I.I.S. "Alberti", un'aula all'I.P.S.C.T "Einaudi", sei aule all'I.M. "Gassman"(per nuova succursale), dieci aule all'I.S.P.I.A "V.Woolf (per nuova succursale), dieci aule all'I.M. "Caetani", (per nuova succursale), dieci aule al liceo scientifico "Gullace" (per nuova succursale).

Per gli istituti della provincia, la Giunta Zingaretti ha realizzato otto nuove aule per il magistrale "Isabella d'Este" di Tivoli; un'aula per l'istituto "Braschi" e una per l'istituto "Quarenghi" di Subiaco; cinque nuove aule sono state previste anche al L.S. 'Landi' di Velletri.

È stata inoltre data risposta alla richiesta di riorganizzazione delle sedi in uso per quattro istituti di Ostia: i licei scientifici "Anco Marzio", "Enriques" e "Labriola", e l'I.T.C.G."Toscanelli".

La Provincia di Roma, inoltre, è impegnata per affrontare in maniera decisa il problema della sicurezza degli edifici scolastici con l'obiettivo prioritario di provvedere nei prossimi 5 anni alla messa in regola di tutti gli istituti superiori. Un pool di esperti è al lavoro per verificare la situazione dei 207 istituti di competenza provinciale, che comprendono anche 132 succursali e sedi distaccate. A questo capitolo sono dedicati numerosi interventi allo studio nel Piano Triennale delle Opere per arrivare al più presto a consegnare ai nostri ragazzi una scuola moderna e sicura e in piena regola con gli standard europei.

PROMEMORIA 12 settembre 1990 - 1990 - Le due Germanie e le Quattro Potenze alleate firmano a Mosca il trattato che apre la strada alla riunificazione


Le due Germanie e le Quattro Potenze alleate firmano a Mosca il trattato che apre la strada alla riunificazione tedesca.
Il termine Riunificazione tedesca (Deutsche Wiedervereinigung) indica il processo di riconquista dell'unità nazionale da parte della Germania, che era stata divisa in due stati dalle potenze alleate, al termine della II guerra mondiale.

La riunificazione tedesca avvenne il 3 ottobre 1990, quando i territori dell'ex Repubblica Democratica Tedesca (RDT, comunemente chiamata "Germania Est") si costituirono in Länder accedendo quindi alla Repubblica Federale di Germania (comunemente "Germania Ovest"). Dopo le prime elezioni libere nella Germania Est, tenute il 18 marzo 1990, i negoziati tra i due Stati culminarono in un Trattato di Unificazione, mentre i negoziati tra le due Germanie e le quattro potenze occupanti produssero il cosiddetto "Trattato due più quattro", che garantiva la piena indipendenza ad uno stato tedesco riunificato. La Germania riunificata rimase un paese membro della Comunità Europea (e poi dell'unione Europea) e della NATO. Il termine "riunificazione" viene usato in contrasto con l'iniziale unificazione della Germania nel 1871.

La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il "Giorno della riunificazione"), quando i cinque stati federali - Brandeburgo, Meclenburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia - già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca ma aboliti e trasformati in province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest), scegliendo tra le due opzioni di costituzione quella della Germania Ovest (Grundgesetz). Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all'articolo 23 attivo in quegli anni, l'area di applicazione del Grundgesetz (Legge fondamentale, l'equivalente tedesco della Costituzione) fu semplicemente ampliata includendoli. L'alternativa sarebbe stata di aderire all'unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per le Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, ma fu causa del diffuso sentimento, da parte dei tedeschi dell'est, di essere stati "occupati" o "annessi" alla vecchia repubblica federale.

Per facilitare il processo di riunificazione ed assicurare gli altri paesi, la RFT approvò alcune modifiche alla sua costituzione. L'Articolo 146 fu emendato in modo che l'Articolo 23 del documento attuale fosse utilizzabile per la riunificazione. Poi, una volta che i "ristabiliti stati federali" dell'Est si unirono alla Repubblica Federale, la costituzione fu emendata nuovamente indicando che non ci sono altre parti della Germania, esistenti al di fuori dei territori unificati, che non avevano ancora acceduto alla federazione. Comunque, la costituzione può essere emendata ancora e questo continua a permettere l'adozione di un'altra costituzione del popolo tedesco in futuro.

Il 14 novembre 1990, il Governo tedesco firmò un trattato con la Polonia fissando i confini permanenti tra i due stati sulla linea Oder-Neisse, e quindi rinunciando a qualsiasi rivendicazione su Slesia, Pomerania Orientale, Danzica e Prussia Orientale. Il mese successivo si tennero le prime elezioni libere di tutto il popolo tedesco a partire dal 1933. Esse risultarono in un incremento della maggioranza della coalizione di governo del Cancelliere Helmut Kohl.

10 settembre, 2008

PROMEMORIA 10 settembre 1943 - Le truppe tedesche iniziano l'occupazione di Roma durante la seconda guerra mondiale


Le truppe tedesche iniziano l'occupazione di Roma durante la seconda guerra mondiale.
Roma, dopo una strenua resistenza organizzata spontaneamente dalle truppe italiane a Porta San Paolo (con oltre 400 caduti) si arrende alle truppe del 3° Reich.

08 settembre, 2008

PROMEMORIA 8 settembre 1943 viene reso pubblico l'armistizio di Cassibile


Seconda guerra mondiale: con il Proclama Badoglio, che fa seguito a quello del generale Dwight D. Eisenhower lanciato da Radio Algeri un'ora prima, viene reso pubblico l'armistizio di Cassibile firmato per l'Italia il 3 settembre dal generale Giuseppe Castellano a nome del Presidente del Consiglio maresciallo d'Italia Pietro Badoglio fedele al re Vittorio Emanuele III.
L'armistizio di Cassibile o armistizio corto, siglato segretamente il 3 settembre del 1943, è l'atto con il quale il Regno d'Italia cessò le ostilità contro le forze britanniche e statunitensi (alleati) nell'ambito della seconda guerra mondiale. In realtà non si trattava affatto di un armistizio ma di una vera e propria resa senza condizioni da parte di un'Italia ormai esanime.

Poiché tale atto stabiliva la sua entrata in vigore dal momento del suo annuncio pubblico, esso è comunemente detto dell'"8 settembre", data in cui, alle 18.30,[1] fu pubblicamente reso noto prima dai microfoni di Radio Algeri da parte del generale Dwight D. Eisenhower e, poco più di un'ora dopo, alle 19.42, confermato dal proclama del maresciallo Pietro Badoglio trasmesso dai microfoni dell'EIAR.

Conseguenze dell'armistizio di Cassibile
Il prematuro annuncio dell'armistizio da parte degli alleati colse del tutto impreparate e quasi prive di direttive le forze armate italiane che si trovavano su tutti i fronti.

All'annuncio di Badoglio la confusione regnava totale nell'esercito italiano: in molti reggimenti la notizia dell'armistizio fu una sorpresa, in altri non si sapeva che fare, in altri ci si preparava a combattere. Il mattino successivo il Re, il Governo, e gli Stati Maggiori si trasferirono a Brindisi, una delle poche zone del territorio nazionale libera sia dai tedeschi che dagli alleati. Per raggiungere tale località, però, affrontarono un rocambolesco viaggio attraversando gli appennini ed imbarcandosi ad Ortona sulla corvetta Baionetta (scortata da un incrociatore), giungendo nella città pugliese solo il mattino del 10 settembre.

Tuttavia le modalità del viaggio, improvvisato all'ultimo momento, e la pusillanimità di molti loro componenti, fecero sì che esso assomigliasse molto più ad una fuga disperata che non al trasferimento in una zona sicura del vertice delle istituzioni. Tristemente nota è la penosa scena dell'imbarco nel porto di Ortona: poiché non c'era posto per tutti i componenti del numeroso seguito, molti di loro, pur essendo alti ufficiali delle Forze Armate, si gettarono inutilmente all'assalto della piccola corvetta Baionetta, ed una volta respinti a terra, colti dal panico, vestirono abiti borghesi e, abbandonando bagagli ed uniformi per terra nel porto, si diedero alla macchia.

Così, mentre avveniva il totale sbandamento delle forze armate, le armate tedesche della Wehrmacht e delle SS presenti in tutta la penisola poterono far scattare l'Operazione Achse (secondo i piani già predisposti sin dal 25 luglio dopo la destituzione di Mussolini) occupando tutti i centri nevralgici del territorio nell'Italia settentrionale e centrale, fino a Roma, sbaragliando quasi ovunque l'esercito italiano: la maggior parte delle truppe fu fatta prigioniera e subì l'internamento in Germania, mentre il resto andava allo sbando e tentava di rientrare al proprio domicilio. Di questi ultimi chi non vi riusciva si dava alla macchia andando a costituire i primi nuclei del movimento partigiano.

La marina da guerra italiana, che era ancorata nei porti da circa un anno per penuria di carburante, dovette consegnarsi nelle mani degli alleati. Fu proprio a causa di questo ordine che il convoglio partito da La Spezia, composto da 3 corazzate (Roma, Vittorio Veneto e Littorio appena ridenominata Italia), 6 incrociatori e 9 cacciatorpediniere verrà assalito da velivoli tedeschi. Verso le 15.00 del 9 settembre uno stormo composto da bombardieri tedeschi Dornier 217 attaccò la nostra flotta senza infliggerle danni e perdendo un velivolo a causa del fuoco contraereo. Ma dopo 40 minuti un altro stormo di aerei tedeschi attaccò causando l'affondamento della super corazzata Roma, vanto della marina da guerra italiana. Sfruttando un nuovo tipo di bomba radiocomandata, i tedeschi riuscirono a far affondare la nave con tre soli ordigni, anche grazie al fatto che uno esplose nelle vicinanze dei magazzini prodieri di proiettili generando un'enorme deflagrazione. Tuttavia la nostra marina riusci a salvare l'onore in quanto, una volta consegnatasi agli alleati, le navi continuarono a sventolare il tricolore e, utilizzate esclusivamente da equipaggi italiani, si unirono alle flotte alleate per combattere contro il nuovo nemico. Si evitò così un nuovo tragico episodio come l'autoaffondamento tedesco di Scape Flow del 1919 o l'autoaffondamento francese di Tolone del 1942.

Nonostante alcuni straordinari episodi di valore in patria e su fronti esteri (uno dei più celebri è quello che si concluse con l'eccidio di Cefalonia), quasi tutta la penisola cadde sotto la pronta occupazione tedesca e l'esercito venne disarmato, mentre l'intera impalcatura dello Stato cadde in sfacelo. Solo in Sardegna, in Corsica (nel frattempo occupata dell'Italia) e in Puglia, le Forze Armate italiane riuscirono da sole a sconfiggere e mettere in fuga il nemico tedesco. A Napoli, invece, fu necessaria la sollevazione di tutta la popolazione per scacciare i nazisti.

Una questione a parte si originò circa la mancata difesa di Roma, che poté essere facilmente espugnata dai tedeschi.

07 settembre, 2008

Commercio, De Angelis: "11,5 milioni di euro per sviluppo e sicurezza"


Per i centri commerciali naturali e per la sicurezza nei negozi è in arrivo un finanziamento di 11,5 milioni di euro. Da domani, infatti, verranno pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio due bandi di concorso per accedere al fondo.

“Sono due importanti opportunità di sviluppo per rendere più competitivi i piccoli negozi – ha spiegato Francesco De Angelis, l’assessore regionale alla piccola e media Impresa, commercio e artigianato - promuovendo sia le aggregazioni locali di imprese che le singole aziende. Con il primo avviso, infatti, la Regione finanzia con 8,5 milioni di euro i progetti dei municipi di Roma e dei comuni laziali per lo sviluppo dei centri commerciali naturali; con il secondo bando, si concedono contributi alle imprese per l'acquisto e l'installazione di sistemi di sicurezza anticrimine”.

L'obiettivo del bando per i centri commerciali naturali, gestito direttamente dalla Regione Lazio è offrire a comuni e municipi strumenti in grado di rilanciare le piccole imprese operanti in determinate vie, piazze o centri storici a vocazione commerciale. A tale scopo il bando, che resterà aperto per 45 giorni, finanzia il miglioramento dell'illuminazione pubblica, dell'arredo urbano, dei trasporti e dei servizi diretti ai cittadini nell'area pertinente al centro commerciale naturale; la promozione di iniziative di intrattenimento ed aggregazione, eventi promozionali ed azioni di marketing. Il secondo bando, le cui istruttorie sono affidate a Sviluppo Lazio, stanzia tre milioni di euro per l'acquisto e l'installazione da parte dei negozianti di apparati e dispositivi di sicurezza, tra cui sistemi antifurto collegati alle stazioni di polizia, sistemi di videosorveglianza interna ed esterna, apparati antitaccheggio, vetrine antisfondamento, illuminazione notturna, dispositivi di pagamento elettronici ed altri strumenti di sicurezza.

“Per consentire a tutti i potenziali fruitori di organizzarsi per tempo, la novità di questo bando - ha concluso De Angelis, risiede nel fatto che la prenotazione on-line delle domande sul sito di Sviluppo Lazio, necessaria alla partecipazione, si aprirà 7 giorni dopo la pubblicazione. Il contributo previsto a favore dei commercianti è a fondo perduto, fino al 50% delle spese sostenute e fino a un totale di 5.000 euro per ciascuna domanda”.

Le vie del cinema da Venezia a Roma


Le vie del cinema da Venezia a Roma
Dall'8 al 16 settembre "I Grandi Festival…Da Venezia a Roma" presenta, nella sua XIV edizione, una selezione di titoli da tutte le sezioni (Concorso, Fuori Concorso, Orizzonti, Settimana Della Critica, Venice Days) della 65ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

I film vengono proiettati a rotazione nei cinema Adriano, Alcazar, Barberini, Doria, Eden, Farnese, Fiamma, Greenwich, Intrastevere, Quattro Fontane, Roma e Savoy.

Si conferma anche per quest'anno la proiezione di una scelta di film delle "Giornate degli Autori-Venice Days" presso il Cinema Farnese. Previsti, inoltre, eventi speciali e incontri con la partecipazione di registi, attori e operatori del settore.

La rassegna consente anche quest'anno al pubblico di immergersi nel clima della Mostra Internazionale di Venezia condividendone l'atmosfera, gli echi e i commenti, a poche ore dalla premiazione con il Leone d'Oro.

La manifestazione, promossa dal Comune di Roma (Assessorato alla Cultura), è realizzata dall'ANEC Lazio in collaborazione con la Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

I film sono in anteprima assoluta e in versione originale, con sottotitoli italiani. Ingresso: biglietto intero 6 euro, ridotto 4 (Roma Pass Card, Soci FNAC, Bibliocard e over 60). Fidelity Card: 2 omaggi ogni 10 ingressi.

Informazioni e programma della rassegna su www.agislazio.it.

Corsi formazione del Comune, iscrizioni in scadenza


Corsi formazione del Comune, iscrizioni in scadenza
Lunedì 8 settembre è l'ultimo giorno per iscriversi ai corsi gratuiti di formazione professionale del Comune (termine già prorogato: in un primo tempo scadeva il 31 luglio). Possono iscriversi tutti i ragazzi tra i 14 e i 18 anni.

I corsi, organizzati dal XIV Dipartimento con il contributo dell'Unione Europea, della Regione Lazio e della Provincia di Roma, coprono un ventaglio vasto di mestieri, con possibilità concrete di inserimento nel lavoro: informatico, elettricista, termo-idraulico, frigorista, meccanico, estetista, acconciatore, grafico… Non mancano la ristorazione, la nautica, il settore turistico-alberghiero e l'assistenza ai disabili.

I corsi sono sia triennali che biennali (in quest'ultimo caso, possono iscriversi i giovani tra i 16 e i 18 anni).

Tutto sui corsi professionali del Comune chiamando lo 060606, chiedendo ai COL (Centri di Orientamento al Lavoro) e consultando www.romalavoro.net.

PROMEMORIA 7 settembre 1938 Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri Regio decreto-legge 7 settembre 1938-XVI, n. 1381


Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri Regio decreto-legge 7 settembre 1938-XVI, n. 1381
VITTORIO EMANUELE III,  PER GRAZIA DI DIO E PER LA VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D’ITALIA IMPERATORE D’ETIOPIA
Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere;
 Visto l’art. 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n. 100;
 Sentito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Duce, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro Segretario di Stato per l’interno;

Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. Dalla data di pubblicazione del presente decreto-legge è vietato agli stranieri ebrei di fissare stabile dimore nel Regno, in Libia e nei
Possedimenti dell’Egeo.
Art. 2. Agli effetti del presente decreto-legge è considerato ebreo colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica.
Art. 3. Le concessioni di cittadinanza italiana comunque fatte a  stranieri ebrei posteriormente al 1í gennaio 1919 s’intendono ad ogni effetto
revocate.
Art. 4. Gli stranieri ebrei che, alla data di pubblicazione del presente decreto-legge, si trovino nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo  e che vi abbiano iniziato il loro soggiorno posteriormente al 1í gennaio 1919, debbono lasciare il territorio del Regno, della Libia e dei Possedimenti dell’Egeo, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente  decreto.
Coloro che non avranno ottemperato a tale obbligo entro il termine suddetto saranno espulsi dal Regno a norma dell’art. 150 del testo unico delle  leggi
di P.S., previa l’applicazione delle pene stabilite dalla legge.
Art. 5. Le controversie che potessero sorgere nell’applicazione delpresente decreto-legge saranno risolte, caso per caso, con decreto del Ministro per l’interno, emesso di concerto con i Ministri eventualmente interessati.
Tale decreto non è soggetto ad alcun gravame nè in via amministrativa, né in via giurisdizionale. Il presente decreto entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge.

 Il Duce, Ministro per l’interno, proponente, è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a San Rossore, addì 7 settembre 1938-Anno XVI
 Vittorio Emanuele, Mussolini
 

Le leggi razziali - Italia 1938

 PROVVEDIMENTI PER LA DIFESA DELLA RAZZA ITALIANA
 DECRETO-LEGGE 17 novembre 1938-XVII, n.1728
 VITTORIO EMANUELE III, PER GRAZIA DI DIO E PER LA VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D’ITALIA IMPERATORE  D’ETIOPIA
Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere;
 Visto l’art. 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n. 100, sulla  facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche;
 Sentito il Consiglio dei Ministri;
 Sulla proposta del DUCE, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro per  l’interno, di concerto coi Ministri per gli affari esteri, per la grazia e giustizia, per le finanze e per le corporazioni;

Abbiamo decretato e decretiamo:

 CAPO I
Provvedimenti relativi ai matrimoni

Art. 1. Il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito. Il matrimonio celebrato in  contrasto
con tale divieto è nullo.
Art. 2. Fermo il divieto di cui all’art. 1, il matrimonio del cittadino italiano con persona di nazionalità straniera è subordinato al preventivo consenso del Ministero per l’interno. I trasgressori sono puniti con l’arresto fino a tre mesi e con l’ammenda fino a lire diecimila.
Art. 3. Fermo il divieto di cui all’art. 1, i dipendenti delle Amministrazioni civili e militari dello Stato, delle Organizzazioni del Partito Nazionale Fascista o da esso controllate, delle Amministrazioni delle Provincie, dei Comuni, degli Enti parastatali e delle Associazioni sindacali ed Enti collaterali non possono contrarre matrimonio con persone di nazionalità straniera. Salva l’applicazione, ove ne ricorrano gli estremi, delle sanzioni previste dall’art. 2, la trasgressione del  predetto divieto importa la perdita dell’impiego e del grado.
Art. 4. Ai fini dell’applicazione degli articoli 2 e 3, gli italiani non regnicoli non sono considerati stranieri.
Art. 5. L’ufficiale dello stato civile, richiesto di pubblicazioni di matrimonio, è obbligato ad accertare, indipendentemente dalle  dichiarazioni delle parti, la razza e lo stato di cittadinanza di entrambi i  richiedenti.
Nel caso previsto dall’art. 1, non procederà nè alle pubblicazioni nè alla celebrazione del matrimonio. L’ufficiale dello stato civile che  trasgredisce
 al disposto del presente articolo è punito con l’ammenda da lire  cinquecento a lire cinquemila.
Art. 6. Non può produrre effetti civili e non deve, quindi, essere trascritto nei registri dello stato civile, a norma dell’art.5 della  legge27 maggio 1929-VII, n. 847, il matrimonio celebrato in violazionedell’art.1.  Al ministro del culto, davanti al quale sia celebrato tale matrimonio, è vietato l’adempimento di quanto disposto dal primo commadell’art.8 della predetta legge. I trasgressori sono puniti con l’ammenda da lire  cinquecento a lire cinquemila.
Art. 7. L’ufficiale dello stato civile che ha proceduto alla trascrizione degli atti relativi a matrimoni celebrati senza l’osservanza del disposto dell’art. 2 è tenuto a farne immediata denunzia all’autorità competente.

 CAPO II

 Degli appartenenti alla razza ebraica
Art. 8. Agli effetti di legge:
a) è di razza ebraica colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se appartenga a religione diversa da quella ebraica;

 b) è considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori di cui uno  di razza ebraica e l’altro di nazionalità straniera;

 c) è considerato di razza ebraica colui che è nato da madre di razza  ebraica qualora sia ignoto il padre;

 d) è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da genitori  di nazionalità italiana, di cui uno solo di razza ebraica, appartenga alla religione ebraica, o sia, comunque, iscritto ad una comunità israelitica, ovvero abbia fatto, in qualsiasi altro modo, manifestazioni di ebraismo.

 Non è considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori di nazionalità italiana, di cui uno solo di razza ebraica, che, alla data del1í ottobre
 1938-XVI, apparteneva a religioni diversa da quella ebraica.

Art. 9. L’appartenenza alla razza ebraica deve essere denunziata ed annotata nei registri dello stato civile e della popolazione. Tutti gli estratti dei predetti registri ed i certificati relativi, che riguardano appartenenti alla razza ebraica, devono fare espressa menzione di tale annotazione. Uguale menzione deve farsi negli atti relativi a concessione  o autorizzazioni della pubblica autorità. I contravventori alle disposizioni del presente articolo sono puniti con l’ammenda fino a lire duemila.
Art. 10. I cittadini italiani di razza ebraica non possono:
 a) prestare servizio militare in pace e in guerra;
 b) esercitare l’ufficio di tutore o curatore di minori o di incapaci non appartenenti alla razza ebraica;
 c) essere proprietari o gestori, a qualsiasi titolo, di aziende dichiarate interessanti la difesa della Nazione, ai sensi e con le norme dell’art. 1R.
 decreto-legge 18 novembre 1929-VIII, n. 2488, e di aziende di qualunque natura che impieghino cento o più persone, nè avere di dette aziende la direzione nè assumervi comunque, l’ufficio di amministrazione o di  sindaco;
 d) essere proprietari di terreni che, in complesso, abbiano un estimo superiore a lire cinquemila;
 e) essere proprietari di fabbricati urbani che, in complesso, abbiano un imponibile superiore a lire ventimila. Per i fabbricati per i quali non esista l’imponibile, esso sarà stabilito sulla base degli accertamenti eseguiti ai fini dell’applicazione dell’imposta straordinaria sulla proprietà immobiliare di cui al R. decreto-legge 5 ottobre 1936-XIV,  n.1743.


 Con decreto Reale, su proposta del Ministro per le finanze, di concerto  coi Ministri per l’interno, per la grazia e giustizia, per le corporazioni e  per
 gli scambi e valute, saranno emanate le norme per l’attuazione delle disposizioni di cui alle lettere c), d), e).

Art. 11. Il genitore di razza ebraica può essere privato della patria potestà sui figli che appartengono a religione diversa da quella ebraica, qualora risulti che egli impartisca ad essi una educazione non corrispondente ai loro principi religiosi o ai fini nazionali.
Art. 12. Gli appartenenti alla razza ebraica non possono avere alle  proprie dipendenze, in qualità di domestici, cittadini italiani di razza ariana. I trasgressori sono puniti con l’ammenda da lire mille a lire cinquemila.
Art. 13. Non possono avere alle proprie dipendenze persone appartenenti alla razza ebraica:
 a) le Amministrazioni civili e militari dello Stato;
 b) il Partito Nazionale Fascista e le organizzazioni che ne dipendono o  che ne sono controllate;
 c) le Amministrazioni delle Provincie, dei Comuni, delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e degli Enti, Istituti ed Aziende, comprese quelle dei trasporti in gestione diretta, amministrate o mantenute col concorso delle Provincie, dei Comuni, delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza o dei loro Consorzi;
 d) le Amministrazioni delle aziende municipalizzate;
 e) le Amministrazioni degli Enti parastatali, comunque costituiti e denominati, delle Opere nazionali, delle Associazioni sindacali ed Enti collaterali e, in genere, di tutti gli Enti ed Istituti di diritto  pubblico, anche con ordinamento autonomo, sottoposti a vigilanza o a tutela dello Stato, o al cui mantenimento lo Stato concorra con contributi di carattere continuativo;
 f) le Amministrazioni delle aziende annesse o direttamente dipendenti  dagli Enti di cui alla precedente lettera e) o che attingono ad essi, in modo prevalente, i mezzi necessari per il raggiungimento dei propri fini,  nonché delle società, il cui capitale sia costituito, almeno per metà del suo importo, con la partecipazione dello Stato;
 g) le Amministrazioni delle banche di interesse nazionale;
 h) le Amministrazioni delle imprese private di assicurazione.
 Art. 14. Il Ministro per l’interno, sulla documentata istanza degli interessati, può, caso per caso, dichiarare non applicabili le  disposizioni dell’art 10, nonché dell’art. 13, lett. h):
 a) ai componenti le famiglie dei caduti nelle guerre libica, mondiale, etiopica e spagnola e dei caduti per la causa fascista;
 b) a coloro che si trovino in una delle seguenti condizioni:
 1.mutilati, invalidi, feriti, volontari di guerra o decorati al valore nelle guerre libica, mondiale, etiopica e spagnola;
 2.combattenti nelle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola che  abbiano conseguito almeno la croce al merito di guerra;
 3.mutilati, invalidi, feriti della causa fascista;
 4.iscritti al Partito Nazionale Fascista negli anni 1919-20-21-22 e nel secondo semestre del 1924;
 5.legionari fiumani;
 6.abbiano acquisito eccezionali benemerenze, da valutarsi a termini dell’art.16.

 Nei casi preveduti alla lett. b), il beneficio può essere esteso ai componenti la famiglia delle persone ivi elencate, anche se queste siano premorte. Gli interessati possono richiedere l’annotazione del  provvedimento del Ministro per l’interno nei registri di stato civile e di popolazione.  Il provvedimento del Ministro per l’interno non è soggetto ad alcun gravame, sia in via amministrativa, sia in via giurisdizionale.

Art. 15. Ai fini dell’applicazione dell’art. 14, sono considerati componenti della famiglia, oltre il coniuge, gli ascendenti e i  discendenti fino al secondo grado.
Art. 16. Per la valutazione delle speciali benemerenze di cui all’art. 14 lett. b), n. 6, è istituita, presso il Ministero dell’interno, una Commissione composta del Sottosegretario di Stato all’interno, che la presiede, di un Vice Segretario del Partito Nazionale Fascista e del Capo  di Stato Maggiore della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale.
Art. 17. è vietato agli ebrei stranieri di fissare stabile dimora nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo.

 CAPO III
 Disposizioni transitorie e finali

Art. 18. Per il periodo di tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, è data facoltà al Ministro per l’interno, sentita l’Amministrazione interessata, di dispensare, in casi speciali, dal  divieto di cui all’art. 3, gli impiegati che intendono contrarre matrimonio con persona straniera di razza ariana.
Art. 19. Ai fini dell’applicazione dell’art. 9, tutti coloro che si  trovano nelle condizioni di cui all’art.8, devono farne denunzia all’ufficio di stato civile del Comune di residenza, entro 90 giorni dalla data di  entrata in vigore del presente decreto. Coloro che non adempiono a tale obbligo entro il termine prescritto o forniscono dati inesatti o incompleti sono puniti con l’arresto fino ad un mese e con l’ammenda fino a lire tremila.
Art. 20. I dipendenti degli Enti indicati nell’art.13, che appartengono alla razza ebraica, saranno dispensati dal servizio nel termine di tre  mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
Art. 21. I dipendenti dello Stato in pianta stabile, dispensati dal servizio a norma dell’art.20, sono ammessi a far valere il diritto al trattamento di quiescenza loro spettante a termini di legge. In deroga  alle vigenti disposizioni, a coloro che non hanno maturato il periodo di tempo prescritto è concesso il trattamento minimo di pensione se hanno compiuto almeno dieci anni di servizio; negli altri casi è concessa una indennità pari a tanti dodicesimi dell’ultimo stipendio quanti sono gli anni di servizio compiuti.

Art. 22. Le disposizioni di cui all’art.21 sono estese, in quanto applicabili, agli Enti indicati alle lettere b),c),d),e),f),g),h), dell’art.13. Gli Enti, nei cui confronti non sono applicabili le disposizioni dell’art.21, liquideranno, ai dipendenti dispensati dal servizio, gli assegni o le indennità previste dai propri ordinamenti o  dalle norme che regolano il rapporto di impiego per i casi di dispensa olicenziamento per motivi estranei alla volontà dei dipendenti.
Art. 23. Le concessioni di cittadinanza italiana comunque fatte ad ebrei stranieri posteriormente al 1° gennaio 1919 si intendono ad ogni effetto revocate.
Art. 24. Gli ebrei stranieri e quelli nei cui confronti si applichi l’art.23, i quali abbiano iniziato il loro soggiorno nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo posteriormente al 1° gennaio 1919, debbono lasciare il territorio del Regno, della Libia e dei possedimenti dell’Egeo entro il 12 marzo 1939-XVII. Coloro che non avranno ottemperato a tale obbligo entro il termine suddetto saranno puniti con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a lire 5.000 e saranno espulsi a norma dell’art.150 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R. decreto 18 giugno 1931-IX, n. 773.
Art. 25. La disposizione dell’art.24 non si applica agli ebrei di nazionalità straniera i quali, anteriormente al 1° ottobrel938-XVI:
 a) abbiano compiuto il 65° anno di età;
 b) abbiano contratto matrimonio con persone di cittadinanza italiana.
 Ai fini dell’applicazione del presente articolo, gli interessati dovranno far pervenire documentata istanza al Ministero dell’interno entra trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
Art. 26. Le questioni relative all’applicazione del presente decreto saranno risolte, caso per caso, dal Ministro per l’interno, sentiti i Ministri eventualmente interessati, e previo parere di una Commissione da lui nominata. Il provvedimento non è soggetto ad alcun gravame, sia in via amministrativa, sia in via giurisdizionale.
 Art. 27. Nulla è innovato per quanto riguarda il pubblico esercizio del culto e la attività delle comunità israelitiche, secondo le leggi vigenti, salvo le modificazioni eventualmente necessarie per coordinare tali leggi con le disposizioni del presente decreto.
Art. 28. è abrogata ogni disposizione contraria o, comunque,  incompatibile con quella del presente decreto.
Art. 29. Il Governo del Re è autorizzato ad emanare le norme necessarie  per l’attuazione del presente decreto. Il presente decreto sarà presentato al
 Parlamento per la sua conversione in legge. Il DUCE, Ministro per  l’interno, proponente, è autorizzato a presentare relativo disegno di legge.

 Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.

 Dato a Roma, addì 17 novembre 1938 - XVII

 Vittorio Emanuele, Mussolini, Ciano, Solmi, Di Revel, Lantini