28 febbraio, 2009

PROMEMORIA 28 febbraio 2002 - La Lira italiana cessa di avere corso legale, sostituita dall'euro


La Lira italiana cessa di avere corso legale, sostituita dall'euro.
La lira è stata, prima dell'introduzione dell'euro, la valuta ufficiale dell'Italia. Viene rappresentata premettendo all'importo il simbolo ₤ o dalle sigle L. o Lit (per "Lira italiana").

Cenni storici
In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente e alle conseguenze politico-militari che ne conseguirono non solo per gran parte del bacino mediterraneo, le attività commerciali subirono una brusca frenata, con la conseguente riduzione nella circolazione di monete.
Per i traffici più importanti si prese ad usare monete auree arabe e bizantine, mentre le transazioni minori videro l'affermazione della moneta argentea. Il risultante monometallismo argenteo venne definitivamente sancito dalla riforma monetaria attuata da Carlo Magno nei suoi vasti domini.
L'unica moneta coniata nei territori sotto giurisdizione carolingia fu il "denaro", di cui venivano dati 240 esemplari per ogni libbra d'argento portata da privati alla zecca.
Multipli "di conto" del denaro erano: il "soldo" (pari a 12 denari) e la lira (pari a 20 soldi). Sia il soldo che la lira erano solo unità di conto, non avevano cioè un corrispettivo metallico.
Questo sistema monetario rimase in uso per secoli in gran parte dell'Europa, escluse alcune zone come l'Italia meridionale che non videro mai l'affermazione di questo sistema basato su lira-soldo-denaro.
Molte volte si cercò di coniare una moneta che avesse il valore nominale di 20 soldi o di 240 denari (ossia una lira) ma questi tentativi hanno quasi sempre portato a non centrare l'obiettivo nel lungo periodo. Nel 1472 Venezia sotto il dogato di Nicolò Tron coniò un pezzo da 20 soldi (6,5 g a lega 948/1000), che fu chiamato Lira Tron.
Il duca Galeazzo Maria Sforza fece coniare nel 1474 a Milano una lira d'argento (9,8 g a lega 962/1000). Monete analoghe furono coniate a Genova sotto la dominazione milanese.
In seguito, poi, monete con questo nome si diffusero in molte città italiane (tra cui Firenze, Mantova e Bologna), anche se con riferimento a valori differenti per la libbra. Questi tipi di monete furono chiamati testoni, grossi o grossoni.
In Piemonte e in Savoia Emanuele Filiberto nel 1562 fece coniare anch'egli una "lira" (12,72 g a lega 895,83/1000).
Nel 1793 venne adottato il sistema decimale francese, con la suddivisione della lira in decimi e centesimi.
Come curiosità c'è da notare che mentre in Francia la nuova moneta, il franco, cacciava via la livre dell'Ancient Regime, in Italia il nome scelto per la nuova moneta fu lira; in ogni caso, le popolazioni dell'Italia nord-occidentale mantennero l'uso dialettale di chiamare "franch" la nuova moneta fino all'inizio del XXI secolo.

Lira italiana

L'introduzione della "lira italiana" va fatta risalire, come per il tricolore, al periodo napoleonico. Infatti, il tricolore venne adottato dalla Repubblica Cispadana nella prima campagna d'Italia (1796 - 1797). La lira, invece, venne adottata alla seconda campagna d'Italia con la ricostituzione della Repubblica Cisalpina come Repubblica Italiana (gennaio 1802), trasformatasi poi nel Regno d'Italia (marzo 1805). Le prime emissioni dalle zecche di Milano, Bologna e Venezia si ebbero nel 1807, con monete da 40, 5 e 2 lire; l'anno successivo vennero coniate anche monete da 20 lire e da 1 lira, caratterizzata da un peso di 5 g ed un titolo d'argento di 900/1000.
Dopo la fine del Regno d'Italia nel 1814, la lira riappare nel 1815 nel Ducato di Parma e Piacenza con l'introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena. Il taglio delle monete era da 1, 2, 5, 20 e 40 lire.
Nel 1861, con la riunificazione dell'Italia sotto i Savoia, la lira torna ad essere la valuta italiana ed il 24 agosto 1862 ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari: 1 lira da 5 g di argento al titolo 835/1000 corrispondeva a 0,29 g d'oro fino oppure a 4,495 g d'argento fino.
A causa della crescita del debito pubblico susseguente all'unificazione, nel 1866 per la lira viene stabilito il corso forzoso, con una limitata convertibilità ristabilita nel 1892. Nel 1893 viene messa in liquidazione la Banca Romana e creata la Banca d'Italia, con una copertura aurea di almeno il 40% delle lire in circolazione.
Alla morte di Umberto I (1900), gli successe il re Vittorio Emanuele III, un appassionato di numismatica.
L'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, con la conseguente penuria di metallo, fece ripristinare il corso forzoso, abolito nel 1909 e che durò fino al 1927, quando 1 lira corrispondeva a 0,07919 g di oro fino. L'obbligo della copertura in oro venne abolito nel 1935 e nel 1936 la valutazione venne portata a 0,04677 g.
La convertibilità venne ripristinata nel 1960 grazie all'ammissione al Fondo Monetario Internazionale, con una lira corrispondente a 0,00142 grammi d'oro o a 625 lire per dollaro.
Nel Marzo 1979 entra in vigore il Sistema Monetario Europeo e nasce l' Ecu, vi partecipano le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. La fluttuazione delle monete è limitata al 2,25% a eccezione della lira che beneficia della banda allargata al 6%. La Lira rimane nello SME fino al 1992, quando una gravissima crisi finanziaria in Europa costringe la Sterlina e la Lira ad uscire dallo SME. La Lira rientrerà nello SME il 25 novembre 1996, col cambio di 990 Lire per un Marco tedesco.
Il 1º gennaio 1999 entrò in vigore l'Euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira era stato fissato il giorno precedente. Da quel momento la lira rimase in vigore solo come espressione non decimale dell'euro, anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire. Per tutte le forme di pagamento "non-fisiche" (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), invece, da quella data si adottò solo l'euro. Il 1999 fu anche l'ultimo anno in cui la zecca coniò ed emise le monete per la comune circolazione denominate in lire.
Il 1º gennaio 2002, con l'entrata in circolazione delle monete e banconote in euro, si aprì una fase di doppia circolazione: le monete e banconote in lire vennero ritirate definitivamente il 1º marzo 2002, anche se quelle con corso legale fino a quella data, possono essere ancora scambiate presso le filiali della Banca d'Italia fino al 29 febbraio 2012. Quindi il 2002, fu l'ultimo anno nel quale vennero emesse le serie divisionali in lire di monete proof e fior di conio. Inoltre vennero emesse altre serie speciali per ricordare gli anni d'oro della valuta appena abbandonata.
Il tasso di conversione irrevocabile è di 1.936,27 lire italiane per 1 euro.

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