23 marzo, 2009

PROMEMORIA 23 marzo 2002 - Manifestazione a Roma organizzata dalla CGIL in difesa dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori


Manifestazione a Roma organizzata dalla CGIL in difesa dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
La Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) è il più importante sindacato italiano; con oltre 5 milioni e mezzo di iscritti, che la rendono la maggiore organizzazione sindacale italiana. Fu costituita con il Patto di Roma, nel 1944, in sostituzione della disciolta Confederazione Generale del Lavoro (CGdL) nata nel 1906.
Quattro deleghe (mercato del lavoro e Libro bianco, previdenza, fisco e scuola) dalle quali deriverebbero centinaia di decreti e disegni di legge, sono lo strumento con cui il Governo Berlusconi vuole cambiare il diritto del lavoro nel nostro Paese, determinare la crisi del sistema previdenziale pubblico, cambiare il patto sociale che utilizza le risorse che vengono dalla leva fiscale per lo stato sociale, far tornare la scuola indietro di qualche decennio mentre si invoca la modernità.
Contro questo attacco del Governo, condiviso e concordato con Confindustria, il movimento sindacale italiano si è mobilitato chiedendo innanzitutto lo stralcio, dalla delega, della modifica all'articolo 18 dello Statuto e dell'arbitrato e di cambiare profondamente la scelta di decontribuzione previdenziale.

La richiesta di stralcio ha una ragione fondamentale: l'articolo 18 (quello sulla giusta causa di licenziamento), è un diritto individuale indivisibile della lavoratrice e del lavoratore. E' un diritto fondamentale di dignità, di certezza della propria integrità. Questo tipo di diritti, che non a caso sono esplicitamente ripresi nella Carta Europea di Nizza, non sono mediabili, non sono traducibili in moneta, parlano dell'unicità della persona, della sua libertà di agire, della sua dignità.

Queste sono le ragioni per le quali la Cgil giudica che non si possa trattare sotto ricatto: una trattativa senza stralcio è truccata perché presuppone che il Sindacato accetti di modificare l'articolo 18; se non lo farà, come si continua a ribadire da parte del Governo, sarà il Governo stesso a farlo, procedendo con la delega.

Queste ragioni, questa qualità dell'attacco ai diritti sono alla base della difficile ma necessaria, scelta della Cgil di continuare da sola la mobilitazione, confermando l'obiettivo dichiarato da tutto il Sindacato confederale.

Il 23 marzo la Cgil sarà a Roma con una manifestazione nazionale alla quale vogliamo partecipino lavoratori, lavoratrici, pensionati, pensionate, giovani, tutti coloro che credono, insieme a noi, che i diritti siano fondamento democratico di una società.

Le nostre controparti "urlano", in questi giorni, dell'isolamento della Cgil e del suo presunto arroccamento: gran bell'isolamento quello confortato dalle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, dalle mille forme che vengono scelte per dire alla Cgil, per chiedere alla Cgil di continuare a difendere i diritti, di non considerarli scambiabili! Gran bell'arroccamento quello che considera che i diritti non sono merce, e dunque non hanno prezzo.

Quelle che ci porteranno in piazza il 23 marzo, quelle che ci faranno scioperare il 16 aprile sono essenziali ragioni sindacali che dicono della qualità civile di un Paese, di una democrazia.

Per questo la Cgil Lombardia si rivolge a tutti coloro che hanno votato contro il referendum radicale del 2000 che voleva abrogare l'articolo 18, a tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore la società dei diritti e che per questo manifestano, affinché partecipino alla manifestazione del 23 marzo a Roma, sotto le bandiere della Cgil.

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