30 giugno, 2009

A Palazzo Valentini i riconoscimenti per il "Premio NOI - Nuovi Orizzonti d'Impresa"


A Palazzo Valentini i riconoscimenti per il "Premio NOI - Nuovi Orizzonti d'Impresa"

Mercoledì 1 luglio, alle ore 20,45, a Palazzo Valentini si terrà la premiazione per la terza edizione del “Premio NOI – Nuovi Orizzonti d’Impresa”, un’iniziativa promossa dall’UIR (Unione degli Industriali e delle imprese di Roma) con l’adesione dell’Ufficio della Consigliera Nazionale di Parità, in collaborazione con la Provincia di Roma.

Alla serata interverranno, tra gli altri, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ed il presidente dell’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma Aurelio Regina.

A presentare la serata sarà Giampiero Ingrassia, con la partecipazione straordinaria di Tosca, accompagnata da Ruggiero Mascellino (piano) e Giovanni Mattaliano; performance artistica di Gianfranco Phino.

Il Premio NOI rappresenta un’occasione di riflessione per le aziende sulle politiche di inclusione di genere, sui servizi offerti ai propri clienti interni affinché possano conciliare le proprie scelte personali con le esigenze aziendali e sui modelli organizzativi che investono sulla diversità riconoscendone il contributo insostituibile per l’innovazione e la crescita del sistema più ampio.

Il Premio si è articolato su due distinte categorie di iniziative:
1. “Prodotti e/o servizi alla persona” (es. scuolabus; servizi di disbrigo pratiche; servizio di baby sitting durante le riunioni; asilo aziendale; altri servizi al nucleo familiare e/o al territorio; ecc.).
2. “Iniziative e/o buone pratiche” (es. corsi di formazione per la diffusione della cultura di genere in azienda; tele-lavoro; campagne di comunicazione per diffondere la cultura dell’inclusione di genere, per far conoscere la legge sui congedi parentali; corsi di aggiornamento/mentoring/coaching per facilitare il rientro di donne/uomini dai congedi di maternità/paternità; iniziative a supporto dello sviluppo di carriere al femminile).

Attraverso il Premio NOI si intende valorizzare le imprese che si siano distinte in azioni e comportamenti volti a sostenere le famiglie e a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
L’obiettivo è promuovere le iniziative delle aziende che più si sono impegnate a sostenere i collaboratori nei loro percorsi familiari, attraverso prodotti e servizi ad hoc, modelli organizzativi e “buone pratiche”.

Anziani: presentato il piano caldo 2009 28/06/09 - Un numero verde "Pronto Nonno" (800.147.741) in collaborazione tra Regione Lazio e Comune di Roma


Anziani: presentato il piano caldo 2009

Un numero verde "Pronto Nonno" (800.147.741) in collaborazione tra Regione Lazio e Comune di Roma per garantire un punto di riferimento per gli anziani e per chi resta d'estate in città. Questi ed altri provvedimenti sono contenuti nel "piano caldo 2009", presentato insieme alla firma del protocollo d'intesa tra Regione e Comune, in collaborazione con la Protezione civile e le 5 asl della capitale.

Il piano è stato presentato dal vice presidente della Regione Lazio Esterino Montino e dall'assessore comunale alle politiche sociali, Sveva Belviso. Per dare ascolto agli anziani della capitale un nucleo sanitario della protezione civile risponderà alle richieste telefoniche. Il primo livello di intervento consisterà in un colloquio telefonico successivo a seguito del quale il personale della protezione civile valuterà se trasportare l'anziano in una struttura sanitaria.

Montino ha così commentato l'iniziativa: "Questo è un modo utile per selezionare all'origine i flussi di persone che si recano in ospedale. Le indicazioni telefoniche agli anziani sono molto importanti e, grazie a questa sinergia, riusciremo a governare in modo adeguato le emergenze".

Il "Piano caldo" è organizzato insieme agli "Angeli di Roma" con le oasi estive e i servizi di assistenza e socializzazione rivolti agli anziani e pervede anche un cartellone di eventi dedicati agli over 65. La prenotazioni possono essere fatte chiamando il numero 06.4461141. Tra le associazioni coinvolte figurano le Acli, Caritas, Libera cittadinanza, Nuova Sair, Sant'Egidio, Unitalsi.

PROMEMORIA 30 giugno 1963 Nell'attentato mafioso noto come Strage di Ciaculli perdono la vita sette uomini delle Forze dell'ordine.


Nell'attentato mafioso noto come Strage di Ciaculli perdono la vita sette uomini delle Forze dell'ordine.
La strage di Ciaculli è stata un attentato mafioso, in cui hanno perso la vita sette uomini delle forze dell'ordine. La strage di Ciaciulli-Villa Serena fu una delle più sanguinose stragi ad opera della mafia durante gli anni Sessanta che concluse la prima guerra di mafia della Sicilia del dopoguerra.
Ebbe luogo in contrada Ciaculli a Palermo il 30 giugno 1963: un'Alfa Romeo Giulietta imbottita di esplosivi uccise il tenente dei carabinieri Mario Malausa, i marescialli Silvio Corrao e Calogero Vaccaro, gli appuntati Eugenio Altomare e Mario Farbelli, il maresciallo dell'esercito Pasquale Nuccio, il soldato Giorgio Ciacci.
Questa guerra vide le uccisioni di importanti boss mafiosi: Salvatore La Barbera, Cesare Manzella e Salvatore Gambino. Vittime innocenti di un attentato ad un mafioso locale, caddero invece Pietro Cannizzaro e Giuseppe Tesauro rimasti uccisi dall'esplosione di un'auto imbottita di tritolo a Villabate. Il 30 giugno 1963, poche ore dopo quest'ultimo attentato, a seguito di una telefonata alla questura di Palermo, avvisante della presenza sospetta di un'auto una pattuglia di carabinieri si recò sulla stradale Gibilrossa-Villabate (Palermo) rinvenendo una Alfa Romeo Giulietta abbandonata con le portiere aperte. Sospettando che si trattasse di un'autobomba venne chiamata una squadra di artificieri, questi ispezionarono l'auto e tagliarono la miccia di una bombola trovata all'interno e quindi dichiararono il cessato allarme[1]. Viceversa l'apertura del bagagliaio da parte del tenente Mario Malausa, comandante della tenenza di Roccella, causò l'esplosione della grande quantità di tritolo ivi contenuta.
Le investigazioni ipotizzarono un mancato attentato preparato dalla cosca La Barbera contro il rivale boss di Ciaculli Salvatore Greco, tuttavia nessuno venne mai rinviato a giudizio. Si ipotizza che per questa guerra mafiosa con autobombe i boss mafiosi possano aver utilizzato come consulenti artificieri esperti dell'OAS, reduci della stagione di attentati con autobombe in Algeria durante la tentata repressione della insurrezione algerina nel 1962.[2]
Altre indagini ed ipotesi giornalistiche conclusero che l'obiettivo della strage dovesse essere il tenente Malausa a causa di un rapporto che aveva consegnato alla magistratura riguardante gli intrecci fra politica locale e mafia.
Ad oggi non si conoscono i nomi dei mandanti degli autori di questa strage ed il caso è insoluto.

28 giugno, 2009

PROMEMORIA 28 giugno 1946 Enrico De Nicola è eletto Capo provvisorio della Stato italiano


Enrico De Nicola è eletto Capo provvisorio della Stato italiano.
Enrico de Nicola (Napoli, 9 novembre 1877 – Torre del Greco, 1º ottobre 1959) è stato un politico e avvocato italiano. Fu il primo Presidente della Repubblica Italiana. Fu infatti eletto Capo provvisorio dello Stato dall'Assemblea Costituente e dal 1º gennaio 1948, a norma della prima disposizione transitoria della Costituzione, assunse titolo ed attribuzioni del Presidente della Repubblica. Precedentemente era stato Presidente della Camera dei Deputati dal 26 giugno 1920 al 25 gennaio 1924
Avvocato penalista di notorietà nazionale, politicamente di area liberale giolittiana, fu eletto per la prima volta deputato nel 1909 (XXIII legislatura) nel collegio di Afragola. Riconfermato sino alla XXVI legislatura, all'epoca della marcia su Roma (1922) si ritrova garante del patto nazionale di pacificazione tra fascisti e socialisti, poi abortito. Era persino di simpatie monarchiche, e questo rappresentava un segnale di pacificazione e di unità nazionale dopo un referendum molto combattuto.
Dopo l'incarico a Mussolini di formare un governo in funzione antisocialista e stabilizzatrice, si ritrovò, nei liberali e coi democristiani, ad appoggiarne la fiducia.
Fu presidente della Camera fino al 1924, quando decise di non ricandidarsi alle elezioni col listone nazionale assieme ai fascisti. Nel 1929 fu nominato senatore del Regno, ma non prese mai parte ai lavori parlamentari, tranne in alcune commissioni giuridiche.
Nel 1943, dopo la caduta del regime, considerato figura autorevole della politica pre-fascista, fu chiamato a mediare fra gli Alleati e la Corona per consentire un più agevole passaggio di poteri ed è generalmente considerata una sua creazione l'istituzione della figura del Luogotenente, con la quale si riduceva l'impatto formale della sconfitta pur limitando la sovranità monarchica.
De Nicola, inoltre, è l'unico ad aver ricoperto sia la carica di Presidente del Senato sia quella di Presidente della Camera dei Deputati. Nella sua vita ricoprì anche la carica di Presidente della Repubblica e Presidente della Corte Costituzionale, trovandosi così ad esser stato a capo di 4 delle 5 cariche dello Stato.

27 giugno, 2009

PROMeMORIA 27 giugno 1980 Disastro nel cielo dio Ustica.


Il DC9 I-TIGI Itavia IH870, in volo da Bologna a Palermo, partito con due ore di ritardo, esplode nei cieli a nord di Ustica, 81 le vittime, di cui 13 bambini.
Con strage di Ustica si indica il disastro aereo in cui persero la vita 81 persone nel cielo tra le isole di Ustica e Ponza, venerdì 27 giugno 1980, quando l'aereo di linea I-TIGI [1] Douglas DC-9 appartenente alla compagnia aerea Itavia si squarciò in volo senza preavviso e scomparve in mare.
Dopo quasi trent'anni di inchieste, molti aspetti di questo disastro appaiono ancora poco chiari.

Ricostruzione dell'accaduto
Alle 20.08 il volo IH870 diretto da Bologna a Palermo, inizia con due ore di ritardo, e si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta previsti fino all'ultimo contatto radio tra velivolo e controllore procedurale di "Roma Controllo", che avviene alle 20:58.
Alle 21.04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo IH870 non risponde. L'operatore di Roma reitera invano le chiamate; lo fa chiamare, sempre senza ottenere risposta, anche da due voli dell'Air Malta KM153, che segue sulla stessa rotta, e KM758[2]; dal radar militare di Marsala e dalla torre di controllo di Palermo. Passa senza notizie anche l'orario di arrivo a destinazione, previsto per le 21.13.
Alle 21.25 il comando del Soccorso Aereo di Martina Franca assume la direzione delle operazioni di ricerca, allerta il 15º Stormo a Ciampino, sede degli elicotteri HH-3F del Soccorso Aereo.
Alle 21.55 decolla il primo HH-3F e inizia a perlustrare l'area presunta dell'eventuale incidente. L'aereo è ormai disperso.
Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell'alba viene individuata da un un elicottero HH-3F del Soccorso Aereo alcune decine di miglia a nord di Ustica, una chiazza oleosa. Poco dopo raggiunge la zona un Breguet Atlantique dell'Aeronautica e vengono avvistati i primi relitti e i primi cadaveri. È la conferma che il velivolo è precipitato in quella zona del Tirreno dove la profondità supera i tremila metri.

Il recupero delle vittime
Le vittime del disastro sono ottantuno, di cui tredici bambini, ma si ritrovano e recuperano i corpi di sole trentotto persone.
Sulle salme disposte per l'autopsia furono riscontrati sia "grandi traumatismi" da caduta a livello scheletrico e viscerale sia lesioni enfisematose polmonari da decompressione (l'aereo si era dunque aperto in volo). Nelle perizie gli esperti affermarono che l'instaurarsi degli enfisemi da depressurizzazione precedette cronologicamente tutte le altre lesioni riscontrate ma non causò direttamente il decesso dei passeggeri facendo loro perdere solo conoscenza. La morte sopravvenne soltanto in seguito a causa di fatali traumi riconducibili, assieme alla presenza di schegge e piccole parti metalliche in alcuni dei corpi, a reiterati urti con la struttura dell'aereo in caduta.
Il Flight Data Recorder dell'aereo registra dati di volo assolutamente regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 nodi, la quota circa 7630 m con prua a 178°, l'accelerazione verticale oscillava senza oltrepassare 1,15 g. Il tranquillo dialogo tra il comandante Domenico Gatti e il copilota che si raccontano barzellette, che ci restituisce il Cockpit Voice Recorder (CVR) è interrotto improvvisamente senza alcun segnale allarmante che preceda la troncatura della registrazione.
Gli ultimi secondi dal CVR:
"Allora siamo a discorsi da fare... [...] Va bene i capelli sono bianchi... È logico... Eh, lunedì intendevamo trovarci ben poche volte, se no... Sporca eh! Allora sentite questa... Gua..."
La registrazione si ferma tagliando l'ultima parola. Questi particolari indicherebbero - è stato ipotizzato - un'improvvisa interruzione dell'alimentazione elettrica e l'evento causa della caduta del DC-9 sarebbe stato, quindi, repentino e inavvertito.

26 giugno, 2009

Estate al parco Meda Dal 25 giugno al 6 luglio 2009 12 giorni di festa


Estate al parco Meda Dal 25 giugno al 6 luglio 2009 12 giorni di festa

Il Municipio Roma V, insieme alle associazioni Articolo1, La Strada, Kollatino Underground, Tony Clifton Circus e On the Road reinterpretano la periferia metropolitana con12 giorni di festa. Dalle 18 alle 24, il parco Meda, nel cuore del quartiere Tiburtino, sarà animato da Laboratori e letture per bambini, Clown shows pomeridiani, Aperitivi Letterari, Stands eno-gastronomici bio e del commercio equo , Spettacoli di Teatro e di Nuovo Circo, Concerti, Proiezioni Cinematografiche ed Esposizioni d’Arte Contemporanea. “Un piccolo parco del periferia romana sta diventando il punto di riferimento per i giovani e per le attività culturali della Tiburtina – afferma Antonio Medici, Vicepresidente e Assessore alle Politiche giovanili del V Municipio. Ma non vogliamo produrre solo un evento: i giovani hanno bisogno di luoghi di aggregazione stabili e di continuità nelle politiche pubbliche a loro rivolte. Intendiamo fornire di strumenti per cogliere opportunità di relazione, cultura, formazione e lavoro; perciò, abbiamo voluto collegare la Festa GO! a due iniziative che si svolgono nello stesso periodo al Parco Meda, sostenute anch’esse dal Municipio V, oltre che dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio: Anomalie (25 giugno -1 luglio), con le sue proposte internazionali di spettacoli musicali e di teatro-circo, e la Fiera dell’editoria della pace (25 - 28 giugno), dove si parlerà di libri di pace, non violenza e intercultura”.

Aperto a Trastevere hospice per malati terminali presso Nuovo Regina Margherita 26/06/09 - Aperto a Trastevere un nuovo hospice per malti terminali,


Aperto a Trastevere hospice per malati terminali presso Nuovo Regina Margherita

Aperto a Trastevere un nuovo hospice per malti terminali, inaugurato oggi dal vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino all'interno dell'ospedale Nuovo Regina Margherita.
La struttura offre 10 posti letto per ospitare altrettanti pazienti in fase terminale e un equipe capace di seguirne altri 30 a domicilio.
Per ogni paziente viene messa a disposizione una stanza singola con tutti i confort per i malati e per i familiari.
Un polo sanitario al servizio del quartiere con un'unità di day surgery e day hospital medico.
Tra le altre strutture un polo geriatrico, un centro prelievi e una nuova struttura residenziale per trattamenti psichiatrici.
La ristrutturazione dei locali è stata finanziata con oltre un milione e 600mila euro, realizzata da un consorzio d'impresa guidato dalla cooperativa Cir.
Oltre a questi lavori, il consorzio ha sostenuto, attraverso il project financing anche i costi del recupero delle aree monumentali presenti all'interno del complesso del Nuovo Regina Margherita. Investendo 110 mila euro, e' stato restaurato un patrimonio architettonico ritenuto dagli esperti di grande valore storico. Tre gli interventi effettuati: il restauro della fontana del giardino risalente al 1731, il portale della chiesa di San Cosimato.
"Altre strutture di questo tipo saranno realizzate in tutta la regione- ha detto il vicepresidente della giunta regionale, Esterino Montino- e anche a Roma. Uno degli hospice che offriremo alla popolazione romana avrà sede sicuramente all'ospedale San Giacomo, dove sarà seguito il modello sperimentato con successo qui al Nuovo Regina Margherita".

PROMEMORIA 26 giugno 1945 - Viene firmato lo statuto delle Nazioni Unite


Viene firmato lo statuto delle Nazioni Unite.
Gli Alleati della seconda guerra mondiale sono i paesi che ufficialmente si coalizzarono contro le Potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale (1939-1945). Nel dicembre 1941, il presidente statunitense Roosevelt scelse il nome Nazioni Unite (United Nations) per gli Alleati[1], e la Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1 gennaio 1942 è alla base dell'ONU.
Tra gli Alleati, l'Impero britannico, gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica sono noti come i Big Three, i "Tre Grandi"; la Francia, prima della sua sconfitta nel 1940 e dopo la sua liberazione nel 1944, è considerata uno dei principali Alleati, come pure la Cina.

25 giugno, 2009

Sicurezza: inaugurata la "Centrale Operativa della Provincia" Oggi a Palazzo Valentini il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, l’as


Sicurezza: inaugurata la "Centrale Operativa della Provincia"

Oggi a Palazzo Valentini il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, l’assessore provinciale alle Politiche della Sicurezza e della Protezione Civile Ezio Paluzzi e il direttore del dipartimento della Polizia Provinciale Luca Odevaine hanno inaugurato la 'Centrale Operativa della Provincia'.

Alla presentazione della nuova ‘Centrale Operativa della Provincia’ hanno partecipato il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, il questore di Roma Giuseppe Caruso e i comandanti provinciali di Carabinieri, Corpo forestale, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanzia, rispettivamente Vittorio Tomasone, Donato Monaco, Gioacchino Giomi, Andrea De Gennaro.

Da Monte Verde a Palazzo Valentini, la nuova sede della Centrale operativa è collegata internamente con la sala Crisi della prefettura. La sala è dotata di 10 terminali di consultazione, due megaschermi e un vidiwall composto da 9 schermi installato a parete

Si tratta di una struttura innovativa, realizzata con le tecnologie più avanzate, che ha l’obiettivo di razionalizzare le funzioni di controllo e monitoraggio del territorio dal punto di vista ambientale, della viabilità, delle emergenze sociali e che vuole essere uno strumento al servizio dei Comuni della provincia.

Nel presentare la struttura, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti ha affermato: “La nuova sala crisi della centrale operativa della Provincia di Roma è a disposizione della Protezione Civile, uniamo le competenze e siamo pronti ad adoperarci anche nel caso di calamità naturali".

“La centrale operativa della Provincia di Roma – ha aggiunto Zingaretti – è stata istituita in ottemperanza al Patto per Roma Sicura 2. Abbiamo lavorato per rendere più efficienti le funzioni e per ampliare le opportunità e i servizi alla comunità".

"Questa struttura - ha concluso il presidente della Provincia di Roma Zingaretti – non nasce per sovrapporsi ad altre già esistenti: è uno strumento in più per la sicurezza e per far sentire la nostra vicinanza ai territori".

PROMEMORIA 25 giugno 1950 - Scoppio della Guerra di Corea


Scoppio della Guerra di Corea.
La guerra di Corea determinò una delle fasi più acute della Guerra Fredda, durante la quale il mondo rimase con il fiato sospeso, temendo lo scoppio di un nuovo conflitto mondiale con l'uso delle bombe nucleari, già sperimentate durante la seconda guerra mondiale a Hiroshima e Nagasaki.
La guerra di Corea scoppiò nel 1950 a causa dell'invasione della Corea del Sud da parte dell'esercito nord-coreano, che determinò una rapida risposta dell'ONU: su mandato ONU, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 paesi, intervennero militarmente nel tentativo di liberare il paese occupato ed, eventualmente, rovesciare il governo nordcoreano. All'epoca, in occidente, la guerra venne considerata come una reazione all'espansionismo sovietico e, ideologicamente, come parte di una più ampia lotta fra il "mondo libero" e il "mondo comunista".
Calcolata per difetto, la carneficina costò circa 1.500.000 tra morti, feriti e prigionieri tra i comunisti e circa 650.000 tra gli alleati. Ad essi vanno sommate le vittime civili, spesso barbaramente massacrate, ammontanti ad almeno 250.000 morti.

24 giugno, 2009


Castiglione lascia la giunta di Alemanno
Al suo posto Maurizio Leo, deputato del Pdl
Sarà il deputato del Pdl Maurizio Leo a prendere il posto dell'assessore dimissionario al Bilancio e allo Sviluppo economico del Comune di Roma Ezio Castiglione.
Le controversie dimissioni dell'assessore Castiglione, anticipate da indiscrezioni già una settimana fa e smentite subito dopo da Gianni Alemanno, si concretizzano al termine delle elezioni europee.
A scatenare la resa dei conti interna alla maggioranza capitolina sarebbe stato il disaccordo con la gestione caotica delle società partecipate del Campidoglio: in particolare Acea, Risorse per Roma Ama e il TPL .

“Il licenziamento dell’Assessore Castiglione - dichiara il capogruppo del Pd Umberto Marroni - è il segno della crisi della Giunta Alemanno. Fallisce così, come era già accaduto con la Commissione Amato, il tentativo di allargare la compagine del Sindaco a figure esterne ed indipendenti. La nomina del nuovo Assessore Maurizio Leo - esperto in economia e finanza e Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria - fornisce una connotazione ancora più a destra della Giunta Comunale ed è in contraddizione con la scelta del Sindaco di non avere nella sua Giunta Assessori con doppi incarichi nazionali. Le continue fibrillazioni all’interno della Giunta e della Maggioranza, sono lo specchio dell’incapacità di affrontare i problemi della città e di gestire politiche anticicliche capaci di rispondere alla crisi, all’emergenza abitativa, alla sicurezza e al riordino della holding capitolina, punto cruciale - conclude Marroni - per l’economia romana”.

Marrazzo, Sanit momento per riforma sistemi sanitari


Marrazzo, Sanit momento per riforma sistemi sanitari
"In un momento di grandi cambiamenti socio-economici, credo che sia fondamentale analizzare in profondità il concetto stesso di salute, con una sensibilità nuova di fronte alle buone pratiche che i diversi sistemi sanitari sono in grado di esprimere e, soprattutto, alle sfide per riformarli e migliorarli. Il Sanit è un momento sempre più importante per raggiungere tali obiettivi". Questo il saluto del Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, all'apertura oggi a Roma della sesta edizione del Sanit, il Forum internazionale della Salute. Ad ospitarlo, fino al 26 giugno, il Palazzo dei Congressi, all'Eur. "Si tratta - ha detto Marrazzo riferendosi al Sanit - infatti di un luogo aperto in cui si incontrano tutti gli attori in campo: in primo luogo i cittadini, a cui è offerta la possibilità di informarsi su tutte le novità nell'offerta sanitaria. Poi le istituzioni - ha aggiunto - che possono confrontare le loro esperienze e stabilire obiettivi comuni; infine, i diversi soggetti che operano nel settore, dal personale medico ai ricercatori, fino alla vasta galassia dell'imprenditoria legata alla sanità. Mi sembra fondamentale tuttavia - ha rimarcato - che proprio i primi, i cittadini, debbano rimanere il centro di gravità di questa manifestazione".

A caratterizzare la manifestazione di quest'anno saranno numerose iniziative culturali e la promozione di stili di vita corretti. Mostre a tema sulla salute delle donne, spazi dedicati alla prevenzione, al primo soccorso, all'orientamento universitario, check-up gratuiti: tutto questo e altro ancora sarà presente al Sanit 2009. Il Presidente della Regione Lazio è intervenuto anche sulla specifica situazione della sanità nel territorio regionale: "Nel Lazio è in corso una profonda riorganizzazione della sanità - ha detto Marrazzo - che però non deve lasciare sul campo morti e feriti, dobbiamo difendere i lavoratori e tutelare i malati". Il Presidente della Regione ha quindi espresso anche un auspicio sul futuro della sanità regionale: "Il mio obiettivo - ha sottolineato - è che nel Lazio ci sia una grande prevenzione, pensata ad esempio in relazione allo sport e agli anziani".

Marrazzo ha quindi lanciato un appello agli altri soggetti istituzionali e politici: "Attenzione - ha dichiarato - a dividerci politicamente sulla sanità, sarebbe un errore: chi vuol fare polemiche su questo tema non aiuta i cittadini". Il Presidente della Regione Lazio ha aggiunto che "questo è un messaggio - ha concluso - per chi ha responsabilità politiche sul territorio, servono principi condivisi, che ci sono ad esempio sugli obiettivi con alcuni esponenti del governo: l'unione fa la forza".

PROMEMORIA 24 giugno 1859 - Battaglia di Solferino: Regno di Sardegna e Francia sconfiggono l'Austria


Battaglia di Solferino: Regno di Sardegna e Francia sconfiggono l'Austria.
La Battaglia di Solferino (24 giugno 1859) fu combattuta fra l'esercito austriaco e quello franco-sardo e la vittoria di questi ultimi concluse la seconda guerra d'indipendenza italiana. Insieme a San Martino, fu la più grande battaglia dopo quella di Lipsia del 1813, avendovi partecipato complessivamente più di 230.000 soldati.

Storia
Dopo la sconfitta a Magenta, l'esercito austriaco si ritirava verso est, inseguito dall'esercito franco-piemontese. Lo stesso Francesco Giuseppe venne personalmente in Italia per prendere il comando delle truppe, rimuovendo dall'incarico il generale Gyulai, considerato colpevole della sconfitta precedente.

Il mattino del 23 giugno le armate austriache fecero dietro front per contrattaccare lungo il fiume Chiese. Allo stesso tempo Napoleone III ordinò l’avanzata delle sue truppe e così gli eserciti avversari vennero a scontrarsi in luoghi del tutto imprevisti. Mentre a nord, sui colli di San Martino, le truppe piemontesi combattevano con l'ala destra dell'esercito austriaco, l'esercito francese si scontrò a sud, più precisamente a Solferino (a metà strada fra Mantova e Brescia), con il grosso delle truppe nemiche: entrambe le parti non si aspettavano assolutamente di trovarsi di fronte l'intero esercito nemico.
La battaglia si sviluppò caoticamente lungo un fronte di 15 km, finché, nel primo pomeriggio, le truppe francesi sfondarono il centro di quelle austriache. I combattimenti proseguirono ancora nel pomeriggio inoltrato attorno a Solferino, Cavriana e Guidizzolo, sino a quando un violento temporale interruppe la lotta (iniziata alle prime luci del giorno), nei pressi di Cavriana, ma non sui colli di San Martino, ove la battaglia cessò soltanto a sera. Lo scontro fu così feroce e cruento che l'esercito vincitore non ebbe la forza di inseguire quello sconfitto in fuga, il quale riparò oltre il Mincio.
La battaglia di Solferino e San Martino fu la più lunga (dalle 12 alle 14 ore di combattimento) e la più sanguinosa combattuta per l'indipendenza e l'unità d'Italia e superò per quoziente di perdite la pur cruenta battaglia di Waterloo.

Gli austriaci persero 14000 uomini e 8000 vennero presi prigionieri, i franco-sardi 15000 e 2000 prigionieri; questa carneficina sembra aver indotto Napoleone III a firmare l'armistizio a Villafranca, con questo atto concludendo di fatto la seconda guerra d'indipendenza[senza fonte].

L'Austria fu costretta a cedere la Lombardia, eccetto Mantova, a Napoleone III, che come da accordi [1], la girò al regno di Sardegna.
Testimone d'eccezione della battaglia fu Henry Dunant ideatore, promulgatore e primo segretario della Croce Rossa.

23 giugno, 2009

Energia pulita, Marrazzo firma protocollo con Enea e Confindustria per nuova centrale solare.


Energia pulita, Marrazzo firma protocollo con Enea e Confindustria per nuova centrale solare
Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il presidente dell'Enea Luigi Paganetto, e il presidente di Confindustria Lazio Maurizio Stirpe, hanno firmato oggi presso la Regione un protocollo per la realizzazione di una centrale solare per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Alla firma del documento ha partecipato anche Filiberto Zaratti, assessore regionale all'Ambiente.
L'impianto solare termodinamico a concentrazione, per cui è stato stimato un investimento di circa 150 milioni di euro,
sorgerà nella provincia di Latina e occuperà un'area di 100 ettari. I prossimi tre mesi verranno dedicati allo studio di prefattibilità dell'opera, per la realizzazione e messa in funzione dell'impianto ci vorranno invece almeno due anni. Si tratta della prima centrale solare termodinamica del Lazio, la seconda in Italia dopo il prototipo di Priolo in Sicilia e a regime, secondo il protocollo, l'impianto sarà in grado di fornire tra i 25 e i 30 MW di potenza. Importante innovazione tecnica legata all'impianto sarà la costruzione di una piscina per il recupero dei cascami termici, che consentirà un'ulteriore razionalizzazione della produzione energetica, e nell'area troverà posto anche un "Museo dell'energia per le fonti rinnovabili", un'eccellenza a livello mondiale.
"Se andrà a buon fine - ha dichiarato Marrazzo - l'impianto entrerà nella linea politica di green energy che la Regione Lazio sta portando avanti da tempo. L'obiettivo 20-20-20 che la Comunità Europea ci impone ci mette di fronte a certe sfide e il Lazio potrà diventare la Regione delle energie rinnovabili. E questo grazie all'elevato numero di imprenditori che crede nelle rinnovabili e alla forte presenza di centri di eccellenza di rilevanza internazionale. A Montalto di Castro vogliamo creare la più grande centrale fotovoltaica d'Europa: dalla crisi si esce investendo e sfruttando le energie rinnovabili".
"Con questo protocollo - spiega l'assessore Zaratti - vogliamo diventare entro un anno la prima Regione italiana sull'energia solare. Quando siamo arrivati si produceva lo 0,5% del totale da energia fotovoltaica. Oggi siamo a 35 megawatt ma presto, con 200 già pronti anche grazie all'entrata in funzione, il primo dicembre, della più grande centrale fotovoltaica d'Europa a Montalto di Castro, saliremo ancora".

PROMEMORIA 23 giugno 1969 - Esce il primo numero del quotidiano il Manifesto


Esce il primo numero del quotidiano il Manifesto.
Il manifesto è un quotidiano di ideologia comunista fondato nel 1969.
Non è un quotidiano di partito, non avendo esso aderito a nessun partito o gruppo politico organizzato. Appartiene a una cooperativa di giornalisti e dà un notevole contributo alla riflessione politica della sinistra italiana.
Dal 6 giugno 2008 è stata rinnovata la grafica che conserva ugualmente le particolari "prime pagine", caratteristiche di questo quotidiano.

Unicità nella gestione e nel trattamento economico
Gestito da un collettivo di giornalisti si trova a non avere una proprietà davvero distinta dalla redazione, con giornalisti che sono editori di se stessi.
Tutti i lavoratori sono soci della cooperativa, compresi i tecnici addetti alla stampa, e hanno lo stesso stipendio.
Per questo spesso non partecipa agli scioperi dei giornalisti contro gli editori andando comunque in edicola, ma ospitando alcune pagine di ragioni degli scioperanti.

Storia

Le origini
Nasce in origine come rivista politica, diretta da Lucio Magri e da Rossana Rossanda. Alla redazione del primo numero, uscito il 23 giugno 1969 con una tiratura di 75.000 copie per le Edizioni Dedalo, partecipano Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina e Ninetta Zandegiacomi.
Il periodico nasce dalla componente più a sinistra del Partito Comunista Italiano (PCI) che con Pietro Ingrao aveva sostenuto nel corso dell'XI congresso alcune battaglie per la democrazia interna al partito e sollevato la questione del "modello di sviluppo" in contrapposizione alla componente più moderata del partito, capeggiata da Giorgio Amendola.
L'idea di dare vita ad una pubblicazione autonoma risale all'estate del 1968, ma viene congelata in vista del XII congresso del PCI, dove, peraltro, Pintor, Natoli e Rossanda non avevano votato in comitato centrale le tesi.
La rivista assume posizioni in contrasto con la linea maggioritaria del partito (in particolar modo rispetto all'invasione Sovietica in Cecoslovacchia, con l'editoriale uscito nel secondo numero intitolato "Praga è sola") che ne chiede la sospensione delle pubblicazioni. Il Comitato centrale del PCI del 24 novembre 1969 delibera la radiazione per Rossana Rossanda, Luigi Pintor e Aldo Natoli con l'accusa di "frazionismo". Successivamente viene adottato un provvedimento amministrativo per Lucio Magri e non vengono rinnovate le iscrizioni per Massimo Caprara, Valentino Parlato e Luciana Castellina.

La fondazione
Il manifesto si costituisce, quindi, come formazione politica con una piccola rappresentanza parlamentare (Natoli, Pintor, Rossanda al quale si aggiungono Massimo Caprara, già segretario particolare di Palmiro Togliatti, e Liberato Bronzuto). Nel settembre del 1970 (la tiratura sarà di 60.000 copie) vengono proposte le tesi per il comunismo nelle quali viene avanzata una piattaforma politica per l'unità della sinistra rivoluzionaria e si caldeggia la costituzione di una forza politica. Si intensificano, inoltre, le relazioni con Potere operaio con il quale tiene un congresso nel febbraio 1971 che dovrebbe sancire l'unificazione tra le due forze e che si chiude invece con una rottura.
Con la trasformazione in quotidiano (avvenuta il 28 aprile 1971), il manifesto si costituisce anche come struttura politica alle elezioni del 1972 presentando una propria lista alla Camera ed invitando a votare il PCI al Senato.
Nel 1974 si unifica con il Partito di Unità Proletaria (PdUP), che da allora cambia nome in PdUP per il Comunismo. Già nel gennaio 1977, però, la componente ex-PdUP uscì dal partito, essendo gli ex-manifesto più orientati verso il PCI che non verso altri progetti politici (come la costituente di Democrazia Proletaria). Coloro che provenivano dal gruppo de Il manifesto mantennero comunque il nome PdUP per il Comunismo, assorbendo poi la minoranza di Avanguardia Operaia e soprattutto i militanti del vecchio Movimento Studentesco del dopo 1968, il Movimento Lavoratori per il Socialismo. Nel 1983 il PdUP si presenta alle elezioni con il PCI, nel quale confluì nel 1984.
Anche se i principali fondatori del giornale si allontaneranno col tempo dalla vita politica, Il manifesto resterà comunque un interessante progetto editoriale.

La crisi, la ripresa e di nuovo la crisi
Verso la prima metà del 2006 la crisi economica che da tempo investe la testata, giunta ormai al 35° anno di pubblicazione, si fa sempre più grave e rischia di far chiudere il giornale, che attraverso il suo sito chiede ai lettori di sostenere il quotidiano tramite sottoscrizioni, e di pagare 5 euro l'edizione del giovedì; l'iniziativa consente di raccogliere oltre 1.700.000 euro. Da segnalare anche la donazione di Loredana Bertè, per la cifra di 20.000 euro versati al giornale. Il quotidiano in questi ultimi mesi del 2008 sta attraversando un' ennesima crisi " il manifesto 24 settembre 2008 ". I tagli all' editoria voluti dal ministro Giulio Tremonti stanno portando lo storico giornale comunista alla chiusura; ancora una volta punta al sostegno economico dei suoi lettori.

22 giugno, 2009

A Palazzo Valentini "Interviste Impossibili Live" Mercoledì 24 giugno, alle ore 21.00, serata-evento “Interviste Impossibili Live” presso il cortile


A Palazzo Valentini "Interviste Impossibili Live"

Mercoledì 24 giugno, alle ore 21.00, serata-evento “Interviste Impossibili Live” presso il cortile di Palazzo Valentini.

Durante lo spettacolo saranno presentate due interviste impossibili inedite, realizzate per l’occasione:
Stefano Benni intervista il Lupo Mannaro – con Stefano Benni e Alba Rohrwacher; Domenico Starnone intervista il Ricco Epulone – con Domenico Starnone e Giuseppe Battiston.

La serata sarà presentata da Lorenzo Pavolini, conduttore di Rai Radio Tre, che introdurrà gli artisti e i loro personaggi, raccontando cosa sono state e cosa sono oggi le Interviste Impossibili. La regia è affidata a Roberto Tarasco. I contributi video sono a cura di Lorenzo Letizia.

“Le Interviste Impossibili” rappresentano un format lanciato nel luglio 1974 da Radio Rai: scrittori come Italo Calvino, Umberto Eco, Vittorio Sermonti, Leonardo Sciascia prestarono la creatività e la voce alla radio per intervistare personaggi storici e letterari. A rispondere alle domande taglienti degli scrittori furono le voci di attori come Carmelo Bene, Paolo Poli, Romolo Valli, Paolo Bonacelli.

Ideato e prodotto da GUSH con la regia di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, il format radiofonico è diventato uno spettacolo di grande successo, andato in scena all’Auditorium Parco della Musica di Roma durante la primavera del 2008 e in alcuni importanti festival in Italia.

Le “Interviste Impossibili Live”, animate da artisti e scrittori contemporanei ai quali è stato chiesto di intervistare nuovi personaggi impossibili, hanno visto salire sul palco autori quali Camilleri, Baricco, Capossela, Emma Dante, Scurati, Odifreddi, Siti, Lucarelli, Carofiglio, Augias, Scarpa,Riondino accompagnati da popolari attori come Mastandrea, Orlando, Bentivoglio, Rubini.

PROMEMORIA 22 giugno 2005 2005 - Dieci ex-ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per il Massacro di Sant'Anna di Stazzema


Dieci ex-ufficiali e sottufficiali tedeschi vengono condannati all'ergastolo per il Massacro di Sant'Anna di Stazzema.
L' eccidio di Sant'Anna fu un crimine contro l'umanità commesso dai soldati tedeschi della 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS", comandata dal generale (Gruppenführer) Max Simon, il 12 agosto 1944 e continuato in altre località fino alla fine del mese.
Ai primi di agosto 1944 Sant’Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco “zona bianca”, ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell’estate aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto ’44, tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle, sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Fu trovata, ancora viva ma gravemente ferita, da una sorella miracolosamente superstite tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Infine il fuoco, a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
La ricostruzione degli avvenimenti, l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare della Spezia e conclusosi nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al Pm Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “Armadio della vergogna”, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra.
Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spingevano in comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nella zona di San Terenzo. Nel giro di cinque giorni uccidevano oltre 340 persone mitragliate, impiccate, addirittura bruciate con i lanciafiamme.
Nella prima metà di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portavano avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido venivano fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), e per finire a Bergiola e a Forno i nazisti facevano circa 200 vittime. Avrebbero continuato la strage con il massacro di Marzabotto.

21 giugno, 2009

Trasporti gratis per giovani e disoccupati, Marrazzo: garantita libertà di muoversi 21/06/09 - «Un aiuto concreto a tanti ragazzi e disoccupati.


Trasporti gratis per giovani e disoccupati, Marrazzo: garantita libertà di muoversi

«Un aiuto concreto a tanti ragazzi e disoccupati che usano il trasporto pubblico per i loro spostamenti. Un impegno per garantire a tutti la fondamentale libertà di muoversi. Questo provvedimento continua sulla strada intrapresa dalla nostra amministrazione in questa fase».

Questo il commento del Presidente Marrazzo al provvedimento che dal primo settembre consentirà a ragazzi residenti nel Lazio tra i 10 e i 25 anni di età e un ISEE inferiore ai 20 mila euro all'anno e a molti disoccupati di viaggiare gratuitamente con i mezzi del trasporto pubblico locale.

La delibera regionale, che ha previsto nell'ultima Finanziaria regionale uno stanziamento di 12 milioni l'anno fino al 2011, è stata approvata il 29 maggio scorso e dovrebbe coinvolgere più di 300 mila giovani. Per gli studenti e i lavoratori l'esenzione coprirà la tratta che va dal Comune di residenza al luogo di studio o di lavoro, anche se questo si trova in regioni limitrofe. I disoccupati potranno, invece, beneficiare di titoli gratuiti per i trasporti locali oppure per recarsi dal comune di residenza al capoluogo della loro provincia.

Verrà stilata una graduatoria basata esclusivamente sul reddito: si può aderire e compilare la domanda dal sito dell'assessorato regionale alla Mobilità.

«Il nostro obiettivo - ha detto l'assessore alla Mobilità, Franco Dalia- è quello di intervenire con decisione sul sistema della mobilità per rendere i mezzi di trasporto più attraenti e maggiormente fruibili Allo stesso tempo non potevamo rimanere indifferenti verso questioni di giustizia sociale».

L'assessore regionale al Bilancio, Luigi Nieri ha aggiunto: «Offrendo ai più giovani la possibilità di fruire gratuitamente del trasporto pubblico la Regione Lazio prosegue la politica di aiuti alle famiglie e alle imprese intrapresa con l'ultima finanziaria regionale».

PROMEMORIA 21 giugno 1689 - Praga, un incendio devasta la Città Ebraica della capitale boema


Praga, un incendio devasta la Città Ebraica della capitale boema.

Il Vecchio Cimitero Ebraico
Il Vecchio Cimitero Ebraico ("Starý Židovský Hřbitov" in ceco), è sorto nella prima metà del XV secolo ed è forse il monumento più caratteristico della Città Ebraica di Praga. Stretto tra gli edifici del quartiere Josefov, è stato per secolo l'unico luogo nel quale gli ebrei praghesi hanno potuto seppellire i propri defunti. È stato così che fino al 1787, anno della chiusura, si è dovuto più volte ricorrere ad un suo rialzamento, ricoprendo la superficie di nuovi strati di terreno. Le vecchie lapidi non sono state ovviamente interrate, ma sono state portate in superficie, sopra il luogo dov'è sepolto il relativo defunto. Ne è risultata un'incredibile distesa di lapidi tra loro vicinissime, tra le quali la principale è quella del rabbino Jehuda Liwa Ben Betzalel (detto Rabbi Löw), morto nel 1609. La più antica è invece quella del poeta e studioso Avigdor Karo, risalente addirittura al 1439.
Dopo la chiusura del Vecchio Cimitero Ebraico è stato costruito quello nuovo ("Nový Židovský Hřbitov"). Tra le tombe ivi presenti vi è pure quella del grande scrittore Franz Kafka.

Le sinagoghe
Oltre al Vecchio Cimitero Ebraico, sono le sinagoghe i monumenti più significativi della Città Ebraica di Praga. Questi edifici non sono solo monumenti importanti dal punto di vista architettonico, ma documentando lo sviluppo storico e le singole epoche della vita ebraica nella città.
Nel passato le sinagoghe servivano sia per le funzioni religiose sia come centro della vita pubblica della comunità ebraica locale: furono spesso centri di apprendimento (perciò denominate anche scuole), vi si dibattevano questioni religiose, vi si riunivano gli anziani, etc...
La prima notizia espressamente riferita all'esistenza di una sinagoga sotto il castello di Praga risale al 1124: tale sinagoga fu forse distrutta dalle fiamme nel 1142. È sempre stata tuttavia la "Vecchia scuola" ad essere considerata la sinagoga più antica (XII secolo): cominciò ad essere chiamata così dopo che alla fine del duecento fu costruita la sinagoga Grande oggi detta la "Vecchionuova" ("Staronová"). La Vecchia Scuola fu demolita e al suo posto fu costruita la più recente sinagoga della città ebraica, la "Sinagoga Spagnola" ("Španĕlská"), decorata secondo lo stile moresco.
Nel 1535 Aron Meshullam Horowitz fece costruire la "Sinagoga Pinkasova". Adiacente al Vecchio Cimitero Ebraico, è oggi divenuta monumento agli ebrei moravi e boemi vittime dell'olocausto. Sui muri dell'edificio sono infatti scritti gli oltre 80mila nomi degli Ebrei moravi e boemi sterminati dai nazisti, mentre al primo piano sono esposti i disegni (oltre 4mila) dei bambini prigionieri del campo di concentramento di Theresienstadt (nel quale, tra il 1942 e il 1944 furono internati oltre 8mila bambini e ragazzi fino ai 15 anni, solo 242 dei quali sono sopravvissuti).
Mordecai Maisel, primate della comunità, nel 1568 fece edificare la "Sinagoga Alta" ("Visoká"), probabilmente costruita insieme al Municipio Ebraico essendo ad esso collegata sia dal punto di vista strutturale che funzionale, e nel 1590 la "Sinagoga Maiselova".
Negli anni 1622 e 1623 il ghetto si allargò notevolmente soprattutto verso nord ed est ove furono costruite le "Sinagoghe Barocche", la "Zigeuner" e quella della "Grande Corte".
Il grande incendio che colpì la Città Ebraica il 21 giugno 1689 danneggiò gravemente le due sinagoghe e i palazzi residenziali del ghetto furono rasi al suolo. Entrambe vennero ricostruite e poi definitivamente demolite nell'ambito della ricostruzione del quartiere ebraico di Josefov negli anni tra il 1898 e il 1906.
Nel 1694, pochi anni dopo l'incendio, venne ultimata la costruzione della "Sinagoga Klausová" (dal tedesco "klaus", piccolo), adibita a funzioni funebri.
La tuttora numerosa comunità ebraica praghese svolge oggi le proprie funzioni religiose solo in tre sinagoghe, la "Vecchionuova", la "Alta" e quella "di Gerusalemme" ("Jeruzalemská"). Quest'ultima sorge nel quartiere di Staré Město.

20 giugno, 2009

PROMEMORIA 20 giugno 1978 - L'Italia aderisce alla Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche


L'Italia aderisce alla Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche.
La Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche, adottata a Berna nel 1886, ha per la prima volta stabilito il riconoscimento reciproco del diritto d'autore tra le nazioni aderenti.
Fu elaborata su pressione di Victor Hugo. Prima dell'adozione della convenzione, le nazioni spesso si rifiutavano di riconoscere sul materiale di nazioni straniere il diritto d'autore. Così per esempio un lavoro pubblicato a Londra da un cittadino britannico era tutelato nel Regno Unito ma liberamente riproducibile in Francia, così come un lavoro pubblicato a Parigi da un francese era protetto in Francia ma liberamente riproducibile nel Regno Unito.
La convenzione di Berna stabilisce che ogni contraente deve riconoscere come soggetto a diritto d'autore il lavoro creato da cittadini degli altri stati contraenti. La tutela è automatica, nessuna registrazione è richiesta e neppure è necessario apporre un avviso di copyright. Inoltre alle nazioni firmatarie è proibito richiedere alcuna formalità come una registrazione agli autori stranieri che possa ostacolare il "godimento e l'esercizio" del diritto d'autore. I contraenti rimangono liberi di imporre richieste di registrazione o note di copyright ai propri autori e ad autori di nazioni non aderenti alla convenzione di Berna, ma questa pratica è applicata molto di rado tranne che per gli Stati Uniti.
I firmatari restano liberi di imporre registrazioni o pubblici requisiti agli autori domestici o agli autori provenienti da nazioni non firmatarie, ma in pratica si tratta di casi di estrema rarità.
La convenzione stabilisce un termine minimo di tutela per tutta la vita dell'autore più 50 anni, ma le parti contraenti sono libere di estendere questo periodo, come ha fatto l'Unione europea con la direttiva sull'armonizzazione del diritto d'autore nel 1993. Gli Stati Uniti hanno più volte esteso il termine di copyright, l'ultima volta con il Sonny Bono Copyright Term Extension Act nel 1998.
Le nazioni soggiacenti alla prima versione del trattato possono scegliere di aderire, e per certi tipi di opere (come registrazioni musicali e film) si può aderire per termini minori, altrimenti l'attuale durata generale del copyright è pari alla vita dell'autore (o dell'ultimo autore sopravvissuto se ne esiste più di uno) più 70 anni o nel caso di lavori creati da enti diversi da singoli individui, 95 anni dalla prima pubblicazione.
Inizialmente gli Stati Uniti rifiutarono di entrare nella convenzione, poiché ciò avrebbe richiesto importanti cambiamenti nella propria legislazione sul copyright (in particolare per quanto riguarda i diritti morali, la rimozione della necessità di registrazione e della nota di copyright). Così fu adottata la Universal Copyright Convention nel 1952, per ovviare a queste obiezioni. Gli Stati Uniti aderirono alla convenzione di Berna nel 1989 e in base quanto in essa stabilito la nota di copyright non è più necessaria per ottenere la tutela del diritto d'autore.
La convenzione di Berna ebbe diverse revisioni: Berlino (1908), Roma (1928), Bruxelles (1948), Stoccolma (1967) e Parigi (1971). Dal 1967 la convenzione è amministrata dall'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO).
Nel 1994 l'organizzazione mondiale del commercio (WTO) elaborò l'accordo Agreement on trade-related aspects of intellectual property rights, in base al quale le nazioni aderenti (quasi tutte le nazioni mondiali sono membri del WTO) devono accettare pressoché tutte le condizioni della convenzione di Berna.

19 giugno, 2009

V Municipio, Caradonna: "Piccolo non conosce i veri problemi delle periferie" Il presidente del Municipio replica al nuovo delegato capitolino alle P


V Municipio, Caradonna: "Piccolo non conosce i veri problemi delle periferie"
Il presidente del Municipio replica al nuovo delegato capitolino alle Periferie Samuele Piccolo

Nel botta e risposta tra Rutelli e Piccolo sull'attuale stato delle periferie romane, sull'incremento degli episodi di violenza e sulle relative responsabilità interviene a difesa della vecchia amministrazione comunale di centro sinistra il presidente del V Municipio, Ivano Caradonna:

“Come al solito si tende a riflettere sul passato e anche il nuovo delegato capitolino alle Periferie Samuele Piccolo dimostra di non conoscere quali siano i veri problemi delle periferie romane ”. Così il presidente del V Municipio di Roma Ivano Caradonna, a seguito dell’intervento di Samuele Piccolo, delegato del sindaco Gianni Alemanno per lo Sviluppo delle Periferie. “ Nel V Municipio – spiega Caradonna – ci sono ben 3 miliardi di Euro tra opere pubbliche e opere private; progetti e programmi che nel corso degli anni abbiamo costruito: dal Campus universitario di Pietralata, alla Nuova Stazione Tiburtina, dal Parco archeologico di Tiburtino, al contratto di quartiere di Pietralata vecchia, dal Print di Pietralata, all’articolo XI della Legge 493 su S. Basilio, dall’articolo 2 della Legge 179 su Case Rosse, all’allargamento della Tiburtina, ai 9 Kilometri di viabilità alternativa, dal prolungamento della linea metropolitana B 2, al polo tecnologico romano, dagli interventi in sostegno dell’occupazione, al contributo dato alla formazione professionale, in particolare, rivolto alle persone espulse dai processi produttivi ”.

Caradonna esprime inoltre “ piena solidarietà a Rutelli ”, associandosi alla sua richiesta rivolta ad Alemanno di avere misure credibili per le periferie. “ Desidero infatti ricordare a Piccolo – aggiunge Caradonna - quando, nel ’93, il centrosinistra subentrò alla guida della città, trovando una città devastata dagli scandali e commissariata. Proprio Rutelli prima, – continua Caradonna – e Veltroni dopo, hanno restituito a Roma trasparenza, legalità e soprattutto la dignità di essere a pieno titolo, la capitale di questo Paese. L’opera di ricostruzione – sottolinea Cardonna – iniziò in quegli anni ed oggi, se nel V Municipio non ci sono soltanto fenomeni di microcriminalità, ma anche progetti e programmi che vanno soltanto attuati, lo dobbiamo al lavoro di questi anni ”. Caradonna quindi, invita Piccolo a conoscere meglio le periferie, chiedendogli un incontro “ per ricevere un aiuto a far sì che questo territorio possa vedere i progetti che lo riguardano, finalmente realizzati e concretizzati ”.

All'Ospedale Bambino Gesù la Notte Bianca della ricerca e prevenzione 19/06/09 - Una festa dal tramonto all'alba all'ospedale Pediatrico Bambino Gesù


All'Ospedale Bambino Gesù la Notte Bianca della ricerca e prevenzione

Una festa dal tramonto all'alba all'ospedale Pediatrico Bambino Gesù sabato 20 giugno per la "Notte Bianca della prevenzione e della ricerca".
In vista del solstizio d'estate, presso la sede di Roma (piazza Sant'Onofrio, 4) dell'Ospedale, punto di riferimento di livello internazionale per la cura dei neonati, dei bambini e degli adolescenti, ci saranno Visite guidate, momenti ludico-formativi ed esercitazioni. E all'alba concerto della Banda della Marina Militare.
Si tratta della prima iniziativa del genere realizzata in Italia .
Per tutta la notte i ricercatori e i professionisti sanitari del Bambino Gesù illustreranno ai cittadini, con vere e proprie visite guidate, esercitazioni, momenti ludico-formativi, proiezioni di video e mini conferenze, le ricerche e le attività cliniche di eccellenza raggiunte in campo biomedico e le regole più importanti per vivere meglio.
Tra le attività proposte: visite ai laboratori di ricerca, esercitazioni di primo soccorso, giochi di abilità e di cultura su come salvaguardare la propria salute. Ragazzi e adulti potranno prendere parte alle iniziative, ascoltare musica dal vivo e intrattenersi con le tante iniziative proposte. Per i bambini sarà allestita una babyland all'interno della Ludoteca.
All'alba del 21 giugno, a conclusione della "Notte bianca della prevenzione e della ricerca", si terrà un concerto della Banda della Marina Militare Italiana sull'emiciclo del Gianicolo e l'apertura straordinaria del Servizio Immunotrasfusionale per la prima buona azione dell'estate.
La manifestazione, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Lazio e del Comune di Roma è stata organizzata nel quadro delle celebrazioni del 140esimo anniversario della fondazione del Bambino Gesù.

Le altre iniziative previste dal programma sono scaricabili su www.ospedalebambinogesu.it.

PROMEMORIA 19 giugno 1996 - La Versilia viene devastata da un'alluvione. Due paesi, Cardoso e Fornovolasco, vengono distrutti da una serie di frane.


La Versilia viene devastata da un'alluvione. Due paesi, Cardoso e Fornovolasco, vengono distrutti da una serie di frane. Si conteranno 14 morti.

18 giugno, 2009

PROMEMORIA 16 giugno 1858 Darwin decide di pubblicare la sua teoria sull'evoluzione


Charles Darwin riceve da Alfred Russel Wallace un documento che contiene conclusioni quasi identiche alle sue sull'evoluzione. Questo fatto spinge Darwin a pubblicare la teoria.
In biologia, l'evoluzione delle specie è il fenomeno del cambiamento, non necessariamente migliorativo, del fenotipo, espressione visibile e diretta del genotipo (cioè del patrimonio genetico) degli individui di una specie. La teoria dell'evoluzione delle specie è uno dei pilastri della biologia moderna. Nelle sue linee essenziali, essa è riconducibile all'opera di Charles Darwin (che vide nella selezione naturale il motore fondamentale dell'evoluzione della vita sulla Terra) e alla genetica.
Se i princìpi generali della teoria dell'evoluzione sono consolidati presso la comunità scientifica, aspetti secondari della teoria sono tutt'oggi ampiamente dibattuti, e costituiscono un campo di ricerca estremamente vitale.
La definizione del concetto di evoluzione ha costituito una vera e propria rivoluzione nel pensiero scientifico in biologia, e ha ispirato numerose teorie e modelli in altri settori della conoscenza.

17 giugno, 2009

Marrazzo: patto tra istituzioni, imprese e cittadini per sviluppo sostenibile 16/06/09 - Rilanciare un patto tra le istituzioni, le imprese e i citta


Marrazzo: patto tra istituzioni, imprese e cittadini per sviluppo sostenibile

Rilanciare un patto tra le istituzioni, le imprese e i cittadini per uno sviluppo sostenibile del sistema produttivo della Regione Lazio. E' quanto ha chiesto il Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, intervenuto oggi durante il convegno 'La competitività ambientale per il rilancio delle imprese e dei territori', tenutosi presso la Regione Lazio e organizzato dalla Rete Cartesio, progetto di networking sulle politiche ambientali indirizzate ai territori produttivi, che coinvolge le Regioni Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Sardegna e Toscana. Durante l'appuntamento, è stato presentato anche il 'Rapporto Ecodistretti 2009', che effettua una rassegna delle buone pratiche realizzate in materia di politiche ambientale nei distretti industriali e nei sistemi produttivi locali in Italia.

E agli imprenditori del sistema produttivo laziale si è rivolto Marrazzo: "Noi come Regione - ha spiegato - abbiamo fatto tanto per l'ambiente in termini di leggi e di governo, ad esempio attraverso i tanti bandi europei. Siamo una Regione che politicamente ha fatto delle scelte di inversione di tendenza in questi anni e oggi ci ritroviamo con un'amministrazione che è quasi più avanti dei distretti industriali. La sostenibilità ambientale - ha detto rivolgendosi alle imprese - non blocca lo sviluppo ma apre nuovi scenari".

Il Presidente della Regione ha quindi ricordato gli interventi realizzati dall'amministrazione regionale in tema di energie rinnovabili: "Nel 2005 eravamo a meno di un megawatt di energia prodotta con il fotovoltaico - ha ricordato - e a fine 2009 saremo sopra i 100, mentre nel 2010 potremo aspirare alla leadership nel settore in Italia". E nel fotovoltaico Marrazzo vede una via di sviluppo sempre crescente per la Regione: "A Montalto di Castro - ha detto - c'è chi pensa all'energia nucleare: noi intanto lì abbiamo fatto sorgere la più grande centrale fotovoltaica d'Europa, sta qui la differenza".

Al workshop è intervenuto anche l'Assessore regionale all'ambiente e alla Cooperazione tra i popoli, Filiberto Zaratti: "Stiamo lavorando con impegno - ha detto - sull'ipotesi di ecodistretti: c'è una legge regionale che approveremo quanto prima. Realizzeremo degli ecodistretti specie in quei territori che hanno avuto problemi dal punto di vista ambientale, come ad esempio la Valle del Sacco. Proprio lì dovrebbe nascere - ha annunciato - il più importante ecodistretto". E gli ecodistretti potranno essere la 'via' per uno sviluppo sostenibile, secondo Zaratti: "Penso che possano rappresentare - ha concluso - la nuova frontiera per una nuova economia che nel Lazio sta andando bene, quella della 'green economy', rispetto alla quale dobbiamo creare e rafforzare la struttura organizzativa".

PROMEMORIA 17 giugno 1982 Trovato morto Roberto Calvi.


Il corpo del "Banchiere di Dio", Roberto Calvi viene trovato penzolante dal Blackfriars Bridge di Londra.
Roberto Calvi (Milano, 13 aprile 1920 – Londra, 17 giugno 1982) è stato un banchiere e finanziere italiano. La sua carriera iniziò nel 1947, quando entrò nel Banco Ambrosiano, banca privata strettamente legata all'Istituto per le Opere di Religione (IOR), in qualità di semplice impiegato, salvo riuscire, nell'arco di una trentina d'anni, a raggiungere prima la carica di direttore generale nel 1971 e poi quella di presidente nel 1975, carica quest'ultima tramite la quale riuscì ad avviare una serie di speculazioni finanziarie per lanciare il Banco Ambrosiano nella finanza internazionale. Fondamentali, a questo scopo, le amicizie con membri della loggia massonica deviata P2 (di cui in seguito fece parte)[1] e i rapporti con esponenti del mondo degli affari e della mafia. Nel 1968 conobbe Michele Sindona divenendone socio in affari; nel 1975 Sindona gli presentò Licio Gelli e Calvi entrò nella loggia P2.
In poco tempo divenne uno dei finanzieri più aggressivi, intrecciando una fitta rete di società create in paradisi fiscali con lo IOR, la banca vaticana: acquistò la Banca del Gottardo, una banca svizzera; fondò una finanziaria in Lussemburgo, la Banco Ambrosiano Holding; con l'arcivescovo Paul Marcinkus fondò la Cisalpine Overseas, nelle Bahamas; insieme al tecnico informatico Gerard Suisson (che morì a 40 anni in un Club Méditerranée in Corsica), Calvi ideò un meccanismo di compensazione dei conti fra istituzioni bancarie. Gli obblighi internazionali di riserva frazionaria vennero in questo modo applicati solo al saldo dei crediti tra due banche, a quella delle due che ha il saldo positivo (saldo creditore).
In seguito Calvi si fece ancora più spregiudicato: costruì società fantasma nei paradisi fiscali per aumentare gli introiti del Banco Ambrosiano, poi arrivò addirittura a finanziare alcune dittature del Sudamerica.[2]: In seguito all'inchiesta per il suo omicidio, divenne noto col soprannome di Banchiere di Dio, tanto da ispirare un libro[3] ed un film[4] omonimi.

15 giugno, 2009

PROMEMORIA 15 giugno 763 a.C. - Gli Assiri registrano un'eclissi solare


Gli Assiri registrano un'eclissi solare.
Anticamente il termine Assiria (Accadico: Aššur; Aramaico: אתור/ܐܬܘܪ, Aṯûr; Ebraico: אשור, Aššûr) si riferiva ad una regione dell'alto Tigri, corrispondente all'estrema regione settentrionale dell'odierno Iraq. Era cinta ad est dai monti Zagros e a nord dal massiccio dell'Armenia, mentre a sud-ovest si estendeva la pianura mesopotamica.
Alla fine del III millennio a.C. questo territorio fu colonizzato da una popolazione semitica di Amorriti, strettamente imparentata coi Babilonesi, cioè gli Assiri che, come la stessa regione, presero il nome dall'antica città di Assur. Più tardi il termine andò ad indicare l'impero assiro propriamente detto che, dal IX al VII secolo a.C. dominò su tutta la Mezzaluna fertile, l'Egitto e gran parte dell'Anatolia.
Gli Assiri sono oggi noti soprattutto per la loro terribile ferocia nei confronti delle popolazioni vinte che venivano trucidate e deportate.
La loro storia può essere suddivisa cronologicamente in tre periodi. Questi sono detti:
Antico Impero o periodo Paleoassiro (1950-1365 a.C)
Medio Impero o periodo Medioassiro (1365-932 a.C.)
Nuovo Impero o periodo Neoassiro (911-612 a.C.).[1]
Fu durante il periodo del Nuovo Impero che la civiltà assira raggiunse il suo apogeo.

14 giugno, 2009

Fondazione per l'Audiovisivo, cabina di regia per il 'made in Lazio' 14/06/09 - Sostenere imprese e lavoratori del settore dell'audiovisivo del Lazio


Fondazione per l'Audiovisivo, cabina di regia per il 'made in Lazio'

Sostenere imprese e lavoratori del settore dell'audiovisivo del Lazio, coordinando i diversi interventi a sostegno del comparto, che occupa nella regione 130 mila persone, compreso l'indotto. Questo il compito della neonata Fondazione Lazio per l'Audiovisivo, promossa e attivata dalla Regione Lazio due mesi fa. "Siamo nati - spiega Francesco Gesualdi, presidente della Fondazione - innanzitutto per dare solidità e una struttura stabile al 'RomaFictionFest', di cui quest'anno, tra il 5 e l'11 luglio, presentiamo la terza edizione, in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma e l'Associazione produttori televisivi (Apt). L'obiettivo - sottolinea - è quello di svolgere il ruolo di cabina di regia, di coordinamento degli interventi per il settore, da svilupparsi poi attraverso i diversi Assessorati regionali interessati al comparto dell'audiovisivo, e le agenzie di dipendenza regionale come Filas e Sviluppo Lazio".

La Fondazione opererà inoltre in stretto contatto con i rappresentanti delle 4.700 aziende laziali del comparto (l'80% di quelle presenti sul territorio nazionale). "Il nostro interesse per questo settore - dice Gesualdi - nasce anche da questi importanti numeri e il nostro operato punta a rendere più solide e forti le imprese del settore nel Lazio. Per questo, individueremo problemi, criticità ed esigenze del settore proprio consultandoci con imprese e rappresentanti del comparto, e poi attiveremo gli interventi necessari".

Intanto, oltre al 'RomaFictionFest', vetrina d'eccezione per i prodotti 'made in Lazio', la Fondazione per l'Audiovisivo ha già approvato un altro intervento concreto per l'audiovisivo della regione. "Abbiamo appena varato in consiglio d'amministrazione - ricorda Gesualdi - e pensiamo di renderlo operativo a partire da settembre 2009, uno 'sportello cinema' per permettere alle aziende di avere le informazioni e l'assistenza per accedere ai bandi e ai finanziamenti europei erogati dalla Regione per il settore". E' di 50 milioni, infatti, la 'manovra' della Regione Lazio per l'audiovisivo con investimenti per l'innovazione, le tecnologie, la formazione e l'internazionalizzazione di imprese e lavoratori.

Nel programma della Fondazione, anche un progetto sul modello del 'Sundance Film Festival': "Vorremmo realizzare una scuola del cinema - rivela Gesualdi - seguendo l'esempio del 'Sundance Film Festival' di Robert Redford che si tiene in America, dove si ha la possibilità anche di studiare per diventare 'produttori'. L'idea - spiega il Presidente della Fondazione - è quella di formare dei professionisti del cinema, attraverso la docenza di eccellenze del settore, e allo stesso tempo di creare prodotti cinematografici 'finiti', da lanciare subito sul mercato. In questo programma - sottolinea - cercheremo di sfruttare le sinergie con strutture già esistenti, come ad esempio il Centro sperimentale cinematografico".

E nell'azione della Fondazione Lazio per l'Audiovisivo c'è anche la solidarietà per l'Abruzzo colpito dal terremoto, con la disponibilità al trasferimento temporaneo nel Lazio dell'Accademia dell'Immagine de L'Aquila, polo d'eccellenza per l'audiovisivo. "Vogliamo dare continuità - afferma Gesualdi - a un'istituzione importante come l'Accademia e abbiamo pensato di permettere di trasferire a Roma le strutture della scuola per il tempo che sarà necessario alla ricostruzione".

Un altro degli obiettivi della Fondazione è quello di portare i prodotti audiovisivi 'made in Lazio' anche fuori dai confini nel nostro Paese. Una strada, quella dell'internazionalizzazione, già seguita da anni dalla Regione Lazio, che, insieme a Cinecittà Luce Spa, finanzia il Centro Cinematografico e dell'Audiovisivo a Casablanca in Marocco. "E' un intervento molto importante anche sotto il punto di vista sociale - assicura Gesualdi - visto che spostando la sede del Centro da Ouarzazate a Casablanca abbiamo individuato un quartiere molto 'popolare' della città. Qui insegniamo, agli oltre 80 ragazzi che seguono i corsi, la lingua italiana e i diversi mestieri del cinema. E a testimonianza dell'importanza dell'iniziativa - sottolinea Gesualdi - il Re del Marocco ha inaugurato la sede, una cosa che non capita per tutte le scuole". Un progetto che, secondo Gesualdi, potrebbe allargarsi anche ad altre forme di collaborazione: "Abbiamo intenzione di rafforzare il legame con il Marocco incrementando il progetto della Scuola, ma anche pensando a creare un rapporto di mercato in modo da portare i nostri prodotti nelle sale cinematografiche e nelle tv del Marocco. Stiamo poi pensando - annuncia - di portare anche ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, il 'RomaFictionFest', in modo da veicolare i nostri prodotti sulla strada dell'internazionalizzazione".

Dunque, l'obiettivo, secondo Gesualdi, deve essere quello di ripercorrere le 'strade di successo' dei prodotti cinematografici italiani degli anni '60 e '70, conosciuti e venduti in tutto il mondo: "Per riuscire in questo intento - conclude Gesualdi - sono necessarie due cose: più risorse per fare prodotti di sempre maggiori qualità e, allo stesso tempo, per promuoverli al meglio alla conquista dei mercati internazionali".

PROMEMORIA 14 giugno 1940 I tedeschi aprono Auschwitz


I tedeschi aprono Auschwitz.
Facevano parte del complesso tre lager principali e 39 sottocampi di lavoro. L'area di interesse del campo (Interessengebiet), con sempre nuove espropriazioni forzate e demolizioni delle proprietà degli abitanti residenti, arrivò a raggiungere, dal dicembre 1941, la superficie complessiva di circa 40 chilometri quadrati. All'interno di questa superficie avevano sede anche alcune aziende agricole e di allevamento modello volute personalmente da Hitler e nella quale venivano impiegati i deportati.
I lager principali erano:
Auschwitz I
Conosciuto in seguito come Stammlager («lager principale»), era l'originario Konzentrationslager («campo di concentramento») reso operativo dal 14 giugno 1940 e centro amministrativo dell'intero complesso. Il numero di prigionieri rinchiuso in questo campo fluttuò tra le 15.000 e le oltre 20.000 unità. Qui furono uccise, in una piccola camera a gas ricavata dall'obitorio, o morirono, a causa delle difficili condizioni di vita, circa 70.000 persone, per lo più intellettuali polacchi e prigionieri di guerra sovietici.
Auschwitz II - Birkenau
Birkenau era Vernichtungslager («campo di sterminio») del complesso di Auschwitz nel quale persero la vita circa un milione di persone, per lo più ebrei e zingari condotti alle camere a gas immediatamente dopo il loro arrivo.
Birkenau era inoltre il più esteso Konzentrationslager dell'intero sistema concentrazionario nazionalsocialista ed arrivò a contare fino ad oltre 100.000 prigionieri. Gli internati, reclusi separatamente in diversi settori maschili e femminili, erano utilizzati per il lavoro coatto o vi risiedevano temporaneamente in attesa di trasferimento verso altri campi. Il campo, situato nell'omonimo villaggio di Brzezinka, distava circa 3 chilometri dal campo pricipale e fu operativo dall' 8 ottobre 1941.
Auschwitz III - Monowitz
Fu il principale Arbeitslager («campo di lavoro») che sorgeva nei pressi del complesso industriale Buna Werke per la produzione di gomma sintetica, proprietà dell'azienda I.G. Farben che però, nonostante l'impegno profuso, non entrò mai in produzione. Il campo, situato a circa 7 chilometri da Auschwitz I, fu operativo dal 31 ottobre 1942 ed alloggiò fino a 12.000 internati.
Genesi del complesso di Auschwitz [modifica]
Fin dagli anni trenta la nazione polacca avrebbe dovuto essere smembrata, depauperata di tutte le risorse nazionali e la popolazione "trasferita" in altre aree per poi essere ripopolata da "coloni" di razza germanica. I piani tedeschi prevedevano la deportazione e lo sterminio di circa l'80% della popolazione polacca.
In questo contesto, già durante l'invasione tedesca della Polonia, avvenuta l 1° settembre 1939, le truppe tedesche vennero seguite da speciali Einsatzkommandos destinati allo sterminio di ebrei e personalità politiche e culturali polacche. Presto tutte le prigioni polacche furono piene e si ebbe la necessità di trovare nuove aree di internamento per i numerosi prigionieri che venivano catturati durante i rastrellamenti.
Durante le prime fasi dell'espansione Tedesca, venivano eseguite numerose fucilazioni di massa (svolte dai soldati dell'esercito) dei "Nemici del Popolo Tedesco": Ebrei, Zingari, oppositori politici. Ci furono numerosi casi di diserzione e suicidi nelle file dell'esercito tedesco, i cui soldati faticavano ad accettare ordini comportanti la fucilazione di vecchi, donne e bambini. La scelta di aprire appositi campi di sterminio veniva incontro anche all'esigenza di evitare il lavoro "sporco" ai semplici soldati di leva. I campi di sterminio assolvevano tre necessità:
segretezza delle operazioni;
efficienza nello sterminio, applicato in scala industriale;
indipendenza dall'esercito, in quanto svolto da corpi speciali.
Nel dicembre 1939 il comandante della polizia di sicurezza (Sipo) e dell'SD di Breslavia, SS-Oberführer Arpad Wigand pose allo studio, in collaborazione con l'ufficio dell'alto comando delle SS e della polizia del Sud-Est (SS-Gruppenführer Erich von dem Bach-Zelewski), la possibilità di costruire un nuovo campo di concentramento nella zona di Oświęcim (Auschwitz).
Il luogo venne scelto per la presenza di una caserma di artiglieria polacca caduta nelle mani della Wehrmacht, situata fuori dalla città, quindi facilmente escludibile dal mondo esterno, alla confluenza tra i fiumi Vistola e Soła. La posizione era inoltre provvista di favorevoli collegamenti ferroviari con la Slesia, il Governatorato Generale, la Cecoslovacchia e l'Austria che avrebbero semplificato la deportazione degli elementi "ostili", "asociali" e degli ebrei.
Tra i mesi di gennaio ed aprile 1940 vennero vagliate diverse ipotesi alternative per l'ubicazione del campo, con l'intervento dello stesso comandante delle SS Heinrich Himmler, desideroso di risolvere quanto prima il problema della creazione di un nuovo complesso. Nel febbraio sorsero ulteriori problemi legati alle difficoltà poste dall'esercito tedesco nella consegna della caserma ad Auschwitz.
L'8 aprile 1940 il generale Halm stipulò con le SS un contratto per la consegna del complesso. Il 18-19 aprile 1940, Rudolf Höß, già aiutante presso il campo di concentramento di Sachsenhausen, venne inviato a compiere un ultimo sopralluogo. Prima di visitare il campo Höß si incontrò con Wingand a Bratislava e venne messo minuziosamente al corrente del progetto: creare un campo di quarantena per prigionieri polacchi destinati alla successiva deportazione in altri campi all'interno del Reich.
Il 27 aprile 1940, il comandante Himmler, in seguito al rapporto di Höß, decise di dare ordine all'ispettore dei campi di concentramento, SS-Oberführer Richard Glücks per la costruzione del nuovo campo di concentramento – che sarebbe diventato Auschwitz I - ricorrendo alla manodopera di detenuti già internati in altri campi. Il 29 aprile Glücks nominò Höß comandante provvisorio (ottenne la nomina definitiva il 4 maggio 1940) del nuovo campo, che Höß raggiunse il giorno successivo con la scorta di cinque uomini delle SS. Da subito vennero impiegati per i lavori di sistemazione dell'area civili polacchi e circa 300 ebrei, forniti dal locale consiglio ebraico (Judenrat).
Il 20 maggio 1940 arrivarono al campo i primi 30 prigionieri, provenienti dal campo di concentramento di Sachsenhausen, per maggior parte criminali comuni selezionati appositamente per la loro crudeltà ed ottusa obbedienza ad ogni ordine, destinati a diventare il primo nucleo di Kapò e "prominenti" del campo ed aiutare le SS nel successivo "lavoro" di controllo della massa dei deportati.
Il 10 giugno 1940, prima ancora che i primi prigionieri deportati giungessero al campo, vennero ordinati i progetti per un primo forno crematorio prodotto dalla J.A. Topf und Söhne di Erfurt; i progetti vennero rapidamente approvati e la costruzione ultimata entro il 23 settembre dello stesso anno, data della prima cremazione conosciuta.
Il 14 giugno 1940, seppur ancora in fase di costruzione ed ampliamento, il campo di Auschwitz I ricevette il primo convoglio di 728 deportati, accolti dal primo direttore del lager SS-Hauptsturmführer Karl Fritzsch con le parole:
« Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c'è altra via d'uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi »

13 giugno, 2009

Marrazzo inugura il nuovo polo interospedaliero Trapianti del San Camillo-Spallanzani "Silvio Natoli" 12/06/09 - Da oggi il Centro Trapianti 'Silvio


Marrazzo inugura il nuovo polo interospedaliero Trapianti del San Camillo-Spallanzani "Silvio Natoli"

Da oggi il Centro Trapianti 'Silvio Natoli' dell'ospedale Spallanzani di Roma ha due nuove sale operatorie e un reparto di Chirurgia generale e dei trapianti d'organo.

Le strutture sono state inaugurate oggi dal presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, dal direttore del Centro Nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa, e dai direttori generali dello Spallanzani, Laura Pellegrini, e del San Camillo, Luigi Macchitella. Le due sale operatorie sono certificate per operare in categoria ISO 5 (l'indicatore del grado di purezza dell'aria) mentre il reparto di degenza e' composto da 10 stanze da 2 letti e 7 stanze da un letto, tutte climatizzate. I reparti possono contare su un'equipe trapiantologica che dal
primo aprile 2007, data del suo insediamento al San Camillo, ha effettuato 61 trapianti di fegato, 75 di rene e 1 di pancreas, oltre a quasi 2000 interventi di chirurgia generale.

L'inaugurazione odierna, di fatto, conclude la realizzazione del polo interospedaliero Trapianti del San Camillo-Spallanzani intitolato alla memoria dell'ex direttore sanitario della Regione Lazio Silvio Natoli.

"Questo centro- ha affermato Marrazzo- è l'esempio della sanità che tutti noi vogliamo. Un risultato di tutti raggiunto durante il commissariamento che non vogliamo venga depauperato e che oggi va festeggiato". Marrazzo ha aggiunto che "la possibilita' che qui ci fosse un centro trapianti veniva messa in dubbio e invece oggi diamo una risposta di buona sanità. Sono qui oggi anche perché c'é il ricordo di chi mi ha aiutato:Silvio Natoli, un uomo che conosceva bene la sanità".

Da gennaio a maggio sono stati effettuati 181 trapianti, mentre sono 824 i pazienti in attesa di un nuovo organo. È quanto emerge dai dati del Centro regionale Trapianti del Lazio, diffusi oggi nel corso dell'inaugurazione delle sale operatorie e del nuovo reparto di Chirurgia generale e dei Trapianti d'organo all'ospedale Spallanzani di Roma. L'attività di donazione e trapianto nella Regione Lazio é in costante
aumento: nei primi cinque mesi dell'anno si sono verificati 117 accertamenti di morte encefalica, con 57 donatori effettivi e 49 donatori utilizzati. Con una previsione a fine 2009 di 138 donatori, contro i 90 del 2007.

Per quanto riguarda l'attivita' di trapianto svolta nei 5 centri regionali (Irccs, Bambino Gesu', Policlinico Gemelli, Policlinico Umberto I, San Eugenio, San Camillo) nei primi cinque mesi dell'anno, sono stati effettuati 181 interventi: 100 trapianti di rene, 61 di fegato, 16 di cuore, 4 di polmone. "Siamo in controtendenza rispetto al resto d'Italia- ha affermato il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo- cio' significa che la nostra e' una Regione solidale, che mette al centro la persona umana e la coesione sociale".

PROMEMORIA 13 giugno 1973 - Guerra del Vietnam: Henry Kissinger e Le Duc Tho firmano un accordo di pace


Guerra del Vietnam: Henry Kissinger e Le Duc Tho firmano un accordo di pace.

La fine della guerra
Il 15 gennaio 1973, citando i progressi nei negoziati di pace, Nixon annunciò la sospensione dell'azione offensiva nel Vietnam del Nord, che venne fatta seguire da un ritiro unilaterale delle truppe statunitensi dal Vietnam. Gli accordi di pace di Parigi vennero firmati il 27 gennaio 1973, il che pose ufficialmente fine all'intervento statunitense nel conflitto del Vietnam. Il primo prigioniero di guerra americano venne rilasciato l'11 febbraio e a tutti i soldati statunitensi venne ordinato di andarsene entro il 29 marzo. Contrariamente alle precedenti guerre americane, i soldati di ritorno in genere non vennero trattati come eroi, e i soldati vennero talvolta addirittura condannati per la loro partecipazione alla guerra.
L'accordo di pace non durò.
Anche se Nixon aveva promesso al Vietnam del Sud che avrebbe fornito supporto militare, nel caso di una situazione militare sgretolata, il Congresso votò contro ogni ulteriore sovvenzionamento dell'azione militare nella regione. Nixon stava anche lottando per la sua carriera politica, nel crescente scandalo Watergate. In questo modo, nessuno degli aiuti promessi ai sudvietnamiti era in arrivo. Anche se qualche piccolo aiuto economico continuò ad arrivare, la maggior parte venne incamerato da elementi corrotti del governo sudvietnamita, e poco venne effettivamente impiegato per lo sforzo bellico. Il 94° Congresso, alla fine, votò per un taglio totale di tutti gli aiuti, a partire dall'inizio dell'anno fiscale 1975-76 (1º luglio 1975). Allo stesso tempo gli aiuti al Vietnam del Nord da parte di URSS e Cina iniziarono ad aumentare, in quanto con l'abbandono degli americani, le due nazioni non vedevano più la guerra come importante per le loro relazioni con gli USA. L'equilibrio del potere pendeva decisamente dalla parte del Nord.
All'inizio del 1975 il Nord invase il Sud e consolidò rapidamente il suo controllo sulla nazione. Saigon venne catturata il 30 aprile 1975. L'episodio è detto "Liberazione di Sài Gòn" (espressione usata in Vietnam e nei paesi comunisti) o "Caduta di Sài Gòn" (espressione usata in Occidente). Il Vietnam del Sud fu annesso al Vietnam del Nord il 2 luglio 1976, per formare la Repubblica Socialista del Vietnam. Saigon venne ribattezzata Città Ho Chi Minh, in onore dell'ex Presidente nordvietnamita. Centinaia di sostenitori del governo sudvietnamita vennero arrestati e giustiziati, molti di più vennero imprigionati. Il governo comunista resiste tutt'oggi.
Il 21 gennaio 1977 il presidente statunitense Jimmy Carter graziò praticamente tutti quelli che si erano sottratti alla coscrizione per la guerra del Vietnam.

12 giugno, 2009

PROMEMORIA 12 Giugno 1941 - Si tiene a Londra la Conferenza Interalleata nella quale vengono gettate le basi per la fondazione delle Nazioni Unite




« Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte[1] nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole [...] »
(dal preambolo dello Statuto delle Nazioni Unite[2])
L'Organizzazione delle Nazioni Unite (in inglese United Nations, in sigla UN; in francese Organisation des Nations Unies; in spagnolo Organización de las Naciones Unidas; in russo Организация Объединённых Наций; in cinese 聯合國; in arabo الأمم المتحدة), in sigla ONU, spesso abbreviata in Nazioni Unite, è la più importante organizzazione internazionale, in particolare è un'organizzazione intergovernativa.
Le Nazioni Unite hanno come fine il conseguimento della cooperazione internazionale in ambito di sviluppo economico, progresso socioculturale, diritti umani e sicurezza internazionale. Relativamente alla sicurezza internazionale in particolare ha come fine il mantenimento della pace mondiale anche attraverso efficaci misure di prevenzione e repressione delle minacce e violazioni ad essa rivolte.
Membri delle Nazioni Unite sono gli Stati che accettano gli obblighi imposti dal suo statuto e che sono ritenuti in grado di farne fronte, in particolare l'Assemblea generale ne decide l'ammissione in base alle raccomandazioni del Consiglio di sicurezza. Dal 3 luglio 2006 gli Stati membri delle Nazioni Unite sono 192[3] (vedi Lista degli stati membri delle Nazioni Unite).
La sede centrale delle Nazioni Unite si trova a Ginevra, Svizzera e a New York (USA). L'attuale Segretario generale è Ban Ki-Moon che ha sostituito il 1º gennaio 2007 Kofi Annan.
Nel 2001 le Nazioni Unite e il Segretario generale Kofi Annan furono insigniti del Premio Nobel per la pace, ma già in precedenza altre organizzazioni dipendenti dell'ONU furono premiate con un Nobel per la Pace:
nel 1954 e nel 1981 l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR);
nel 1965 il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF);
nel 1988 le forze delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

11 giugno, 2009

Al via la "Settimana Internet @ Roma" Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e l’assessore provinciale alle Politiche Culturali, C


Al via la "Settimana Internet @ Roma"

Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e l’assessore provinciale alle Politiche Culturali, Cecilia D’Elia hanno presentato la ‘Settimana Internet @ Roma’, una iniziativa realizzata in collaborazione con Codice Internet - progetto di eventi e campagne per la divulgazione di Internet in Italia - per sensibilizzare i cittadini sul tema delle opportunità della Rete e farne comprendere le molteplici occasioni di impiego nella vita quotidiana.

Dal 22 al 26 giugno sono in programma cinque conferenze spettacolo (ingresso gratuito fino a esaurimento posti) che toccheranno diversi aspetti dell’uso delle nuove tecnologie: Internet e turismo, Internet e Anziani, Internet e Imprese, Internet e Giovani e Internet e Donne.

Questo l’elenco delle iniziative previste:

22 giugno – Vivere e viaggiare nell’era di Internet. Palazzo Valentini, dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Si parlerà di come il web possa essere uno strumento utile per promuovere il turismo e per sostenere le imprese che operano nel settore, nonché un canale aggiuntivo per chi intende mettersi in viaggio. A questa serata interverrà il Trio Medusa.

23 giugno – Internet alleato dell’azienda. Palazzo Valentini, dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Verranno illustrate le modalità con cui la rete può aiutare i consumatori e le aziende ad uscire dalla crisi. Parteciperà il Direttore responsabile di Sky Tg 24, Emilio Carelli.

24 giugno – Toglimi tutto ma non il mio Facebook. Istituto Europeo di Design (IED), via Alcamo 11, dalle ore 20.00 alle ore 22.00. Si discuterà di come internet possa rappresentare una risorsa preziosa per i più giovani e per valorizzarne talento e creatività. Partecipa alla serata il duo musicale “Zero Assoluto”.

25 giugno – Mio nipote è online… e io? Centro Anziani di Monterotondo, dalle ore 16.30 alle ore 18.30. Verranno presentate le potenzialità della Rete per le persone anziane. Intervengono Piergiorgio Bellocchio e sua madre Gisella Burinato.

26 giugno – Quando la Rete è donna. Palazzo Valentini, dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Si parlerà delle opportunità che internet offre alle donne. Interverrà Simona Izzo, nota attrice regista e sceneggiatrice.
Le serate saranno condotte da Marco Montemagno – uno dei maggiori esperti Internet italiani, cofondatore di Codice Internet e volto noto della tv su Sky Tg24 – che porterà a Roma in anteprima anche il format divulgativo ‘Internet Show’, monologo di intrattenimento sul tema della Rete il cui dvd sarà regalato al pubblico durante gli eventi.

Tra gli ospiti dell’evento, il Trio Medusa, gli Zero Assoluto, Simona Izzo, Emilio Carelli, Riccardo Luna, Piergiorgio Bellocchio e tanti altri volti noti del mondo dello spettacolo, della politica, dell’imprenditoria e dell’informazione, chiamati a raccontare il loro personale approccio con la Rete.

Questa iniziativa rientra nel ‘Piano Innovazione’ che l’Amministrazione provinciale sta portando avanti e che ha due grandi obiettivi: contribuire, da un lato, a diffondere la rete e a renderla davvero accessibile a tutti, dall’altro far sì che nessuno abbia più paura di internet e che lo utilizzi liberamente per studiare, lavorare e divertirsi. La Provincia di Roma mette in campo così una grande campagna di alfabetizzazione digitale: diffondere il linguaggio del web per spiegare ad ogni cittadino cosa Internet offre, e come farne buon uso.

I cinque appuntamenti previsti saranno ripresi e i video messi on-line per creare un archivio a disposizione di tutti.

La ‘Settimana Internet @ Roma’ è un evento realizzato con il sostegno di Unicredit Banca di Roma e Volagratis.
L’evento vede la partecipazione di IED, Eldy, Cattid e Microsoft e con la media partnership de ‘La Repubblica’ e ‘Radio Rock’.

Per ulteriori informazioni: www.codiceinternet.it