09 dicembre, 2009

PROMEMORIA 9 dicembre 1961 - In Israele, Adolf Eichmann viene riconosciuto colpevole di crimini di guerra


In Israele, Adolf Eichmann viene riconosciuto colpevole di crimini di guerra.
Karl Adolf Eichmann (Solingen, 19 marzo 1906 – Ramla, 31 maggio 1962) è stato un militare tedesco.
Col grado di SS-Obersturmbannführer era responsabile di una sezione del RSHA; esperto di questioni ebraiche, nel corso della cosiddetta "soluzione finale" organizzò il traffico ferroviario che trasportava gli ebrei ai vari campi di concentramento.

Il processo
Il processo Eichmann, celebrato nel 1960, a quattordici anni da quello di Norimberga fu il primo processo ad un criminale nazista tenutosi in Israele.
L'arrivo di Eichmann in Israele fu accolto da una fortissima ondata di esultanza mista ad odio verso quello che si era impresso nell'immaginario dei sopravvissuti ai lager come uno dei maggiori responsabili della sorte degli Ebrei. Tuttavia Eichmann offrì di sé stesso un'immagine poco appariscente, quasi sottomessa, ben diversa da quella di inflessibile esecutore degli ordini del Fuhrer; negò di odiare gli ebrei e riconobbe soltanto "la responsabilità di aver eseguito ordini come qualunque soldato avrebbe dovuto fare durante una guerra".
Hannah Arendt lo descrisse, con una frase poi passata alla storia, come l'incarnazione dell'assoluta banalità del male.
La linea difensiva fu impostata nel dipingere l'imputato Eichmann come un impotente burocrate, mero esecutore di ordini inappellabili, negando quindi ogni diretta responsabilità; egli stesso d'altro canto non mostrò nessun segno di sincero rimorso e di critica verso l'ideologia razzista del terzo Reich e le sue concrete e criminali applicazioni. La sua colpevolezza, provata in maniera esaustiva dalle testimonianze di numerosi sopravvissuti chiamati a deporre contro di lui, condusse il giudice militare a pronunciare la definitiva sentenza di morte.
Prima che il condannato fosse giustiziato furono presentate diverse richieste di grazia (in prima persona da Eichmann, dalla moglie e da alcuni parenti di Linz), tutte respinte dall'allora presidente d'Israele, Yitzhak Ben-Zvi.
Adolf Eichmann fu condannato a morte e impiccato nel carcere di Ramla il 1º giugno 1962. Come da verdetto il cadavere fu cremato e le sue ceneri vennero caricate su una motovedetta della marina israeliana e disperse nel Mar Mediterraneo al di fuori delle acque territoriali israeliane.

Esecuzione
Eichmann fu impiccato pochi minuti prima della mezzanotte di giovedì 31 maggio 1962 (vedi Hanna Arendt, "La banalità del male", pag. 256, collana Universale Economica Feltrinelli), in una prigione a Ramla, in Israele. Questa è rimasta l'unica esecuzione civile eseguita in Israele, che ha una politica generale di non impiego della pena di morte. Eichmann, presumibilmente, rifiutò l'ultimo pasto preferendo invece una bottiglia di Carmel, vino rosso secco Israeliano. Ne consumò mezza bottiglia.
Secondo un calcolo ufficiale, furono due le persone che tirarono contemporaneamente le leve della corda, in maniera tale che nessuno sapesse con certezza per quale mano Eichmann morì.[2]
Esiste una disputa sulle ultime parole pronunciate da Eichmann. Una versione afferma che furono "Lunga vita alla Germania. Lunga vita all'Austria. Lunga vita all'Argentina. Questi sono i paesi con i quali sono stato associato e io non li dimenticherò mai. Io dovevo rispettare le regole della guerra e la mia bandiera. Sono pronto."[3] Comunque, secondo David Cesarani, un prominente storico e professore ricercatore dell'olocausto all'Università di Londra, l'ordine dei paesi fu invertito (Austria and Argentina) e parlò inoltre di sua moglie, dei suoi amici e della famiglia, nonché del suo credo in Dio.

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