31 gennaio, 2010

Biblioteca Vaccheria Nardi, le prime iniziative:


Biblioteca Vaccheria Nardi, le prime iniziative:

Li romani in Russia.
Il 2 febbraio 2010 alle ore 17,00, presentazione del libro ‘Li romani in Russia’ di Elia Marcelli

con Marcello Teodonio
La verità, detta a ‘sta maniera,
pare fasulla, perché è troppo vera.

Il poema in ottave romanesche di Elia Marcelli (1915-1998) Li Romani in Russia racconta la
spedizione dei soldati italiani in Russia, cui Marcelli partecipò con onore. Questa esperienza, con il suo carico di dolore e paura, dimostrò all’autore la follia della guerra, la necessità della pace e il valore assoluto della solidarietà.


Alla ricerca delle ceneri di Pasolini.

Il 4 febbraio 2010 alle ore 15.00 presso la Biblioteca Vaccheria Nardi inizia il percorso di ricerca-azione del Laboratorio (auto)biografico
Che cosa sono le periferie.
IL MONDO DI SOTTO
da Pier Paolo Pasolini ai giovani talenti delle periferie

L'obiettivo non è solo quello di promuovere la lettura ad alta voce di brani delle sue opere, nei luoghi da lui vissuti o descritti negli anni ’50, ma anche quello di contribuire a restituire quanto rimane dell’eredità di un grande intellettuale della seconda metà del ‘900, attraverso la raccolta di testimonianze di persone che abbiano vissuto in quel periodo nei quartieri della Tiburtina.
Il percorso si avvarrà anche di ricerche bibliografiche, documentarie e iconografiche.

Il laboratorio di formazione autobiografica avrà inizio con la costituzione del gruppo di ricerca, secondo il metodo della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (AR). Ogni partecipante dovrà realizzare uno scritto autobiografico in cui siano compresi un libro e un film di Pasolini. Successivamente raccoglierà alcune testimonianze di persone che erano adolescenti negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, nel territorio del Municipio Roma 5, dove sono ambientati i romanzi “Ragazzi di vita” e Una vita violenta”.
Il percorso si concluderà nel mese di giugno con un convegno di restituzione.

Per informazioni ed adesioni rivolgersi a:
Associazione Spazio Tempo per la Solidarietà
Via Cesare Massini 20 - 00155 Roma
Tel. 064073474 – 3336625293
giovanni.dalfonso@fastwebnet.it
www.spaziotemposolidale.it
Bambini, appuntamenti di gennaio

giovedì 28 gennaio ore 16.30 "Arazzi"
laboratorio per bambini dai 6 ai 13 anni a cura di Mariella Sto

Per la prenotazione ai laboratori contattare i seguenti numeri:
0645460491 (front-office) - 0645460493 (casale dei ragazzi)

Coltivando il nostro giardino
laboratorio per adulti, a cura di Lorenza Zambon

Il laboratorio si rivolge:
- a persone interessate alla narrazione come strumento di approfondimento della relazione con se stessi e con la città;
- a chi voglia inserire nella propria formazione un esperimento di creatività di gruppo in cui si contamino diverse prassi
artistiche quali il teatro, la narrazione, la scrittura;
-ad insegnanti, bibliotecari ed operatori che ricerchino stimoli per successivi progetti interdisciplinari.

Il giardino come metafora della vita individuale. Lo sguardo del giardiniere come pratica di autoeducazione.
L'autobiografia come cura di sè.
Il giardino come archetipo della nostra relazione con il mondo. Il giardino della dea, il giardino dell'Eden, il "giardino planetario".
La foresta dei libri: esplorazione guidata alla ricerca delle parole che accompagnino il nostro viaggio.

le date sono le seguenti:
venerdì 22 gennaio dalle ore 15.00 alle ore 19.00
sabato 23 gennaio dalle ore 9.00 alle ore 13.00
lunedì 25 gennaio dalle ore 9.00 alle ore 13.00
venerdì 26 febbraio dalle ore 15.00 alle ore 19.00
sabato 27 febbraio dalle ore 9.00 alle ore 13.00
lunedì 1 marzo dalle 9.00 alle 13.00
20-21-22-23-24 aprile - orario da definire

La partecipazione al laboratorio è gratuita, la frequenza è obbligatoria.
Per prenotarsi telefonare ai numeri 0645460294-295

Biblioteca Vaccheria Nardi - Via Grotta di Gregna 27 - 00155 Roma
tel. 0645460491- e mail biblioteca.vaccherianardi@bibliotechediroma.it

PROMEMORIA 31 gennaio 1929 - L'Unione Sovietica esilia Leon Trotsky ad Alma Ata (nell'attuale Kazakhistan)


L'Unione Sovietica esilia Leon Trotsky ad Alma Ata (nell'attuale Kazakhistan).
Lev (Lejba) Davidovič Bronštejn (in russo: Лев (Лейба) Давидович Бронштейн "Троцкий" [?] ascolta [?·info]) Trockij, traslitterato come Trotsky [2] (Janovka, 7 novembre 1879 – Coyoacán, 21 agosto 1940) è stato un politico e rivoluzionario russo.
Fu un influente politico nella neonata Unione Sovietica, dapprima come commissario del popolo per gli affari esteri e in seguito come fondatore e comandante dell'Armata Rossa e commissario del popolo per la guerra, e membro fondatore del Politburo. Fu presidente del Soviet di Pietroburgo durante le rivoluzioni del 1905 e del 1917. Fu anche scrittore di notevoli capacità, soprannominato Penna dai compagni di partito. A seguito della lotta contro Stalin negli anni venti, fu espulso dal partito e deportato: venne assassinato in Messico da un agente sovietico. Le idee di Trotsky formano la base della corrente comunista del trotskismo.

Biografia
Nacque in una agiata famiglia di contadini ebrei a Janovka, nella provincia di Kherson (Ucraina). La sua data di nascita nel calendario gregoriano è il 7 novembre – lo stesso giorno della Rivoluzione d'ottobre del 1917 (il calendario giuliano venne abolito in Russia nel 1918).
Si avvicinò agli ambienti ed alle idee rivoluzionarie già durante i suoi studi all'università di Odessa. Venne arrestato per la prima volta nel 1898 mentre lavorava come organizzatore per l'Unione Operaia della Russia Meridionale. Nel 1900 venne condannato a quattro anni di esilio in Siberia. Nel 1902 riuscì a fuggire dalla Siberia, prendendo il nome di Trotsky da un ex-carceriere di Odessa, e raggiunse Londra per unirsi a Vladimir Lenin, all'epoca redattore capo del giornale Iskra (Scintilla), organo del Partito Social Democratico Russo dei Lavoratori (PSDRL, denominazione esatta Partito Operaio Socialista Democratico Russo, sigla esatta dal russo POSDR).
Partecipò al secondo congresso del POSDR nell'estate del 1903, e nella disputa interna che divise il partito, si mise con i Menscevichi contro Lenin. Anche se la sua lealtà ai Menscevichi ebbe vita breve, il danno alle sue relazioni con Lenin sarebbe durato per i quattordici anni successivi.
Nel 1905 tornò in Russia. Il suo coinvolgimento nello sciopero generale di ottobre, con la presidenza del Soviet di San Pietroburgo e il suo appoggio alla rivolta armata, lo portarono all'arresto e a una sentenza di esilio a vita. Nel gennaio del 1907 fuggì sulla strada per l'esilio e ancora una volta trovò la via di Londra, dove partecipò al quinto congresso del partito. In ottobre si spostò a Vienna.

Nel 1912 era stato inviato dal diffuso quotidiano radical-democratico Kievskaja Mysl' nei Balcani, dove fu testimone della guerra del 1912-1913, tragico prologo della Prima Guerra Mondiale. In quel periodo fu corrispondente di guerra per diversi giornali.
Le sue corrispondenze furono successivamente raccolte nel volume Le guerre balcaniche 1912-1913 (1926).
« D'un tratto la guerra ci rivela che procediamo ancora a quattro zampe e che non siamo ancora usciti dal grembo dell'era barbarica della nostra storia. »
Con l'avvicinarsi della guerra si spostò nella neutrale Svizzera, e quindi in Francia. Fu espulso dalla Francia e viveva a New York quando la Rivoluzione di febbraio rimosse lo Zar. Fece ritorno in Russia nel maggio 1917 dove infine si unì ai Bolscevichi e divenne attivamente coinvolto nei loro sforzi per rovesciare il governo provvisorio guidato da Aleksandr Kerensky, ed anzi ne fu tra i massimi dirigenti.
Dopo la presa del potere da parte dei Bolscevichi divenne Commissario del popolo per gli Affari Esteri, con lo scopo principale di negoziare la pace con la Germania e i suoi alleati; nella speranza che i soldati tedeschi si ribellassero ai loro ufficiali si ritirò dai colloqui (10 febbraio 1918). Tale speranza fu però delusa e i tedeschi invasero il territorio russo (18 febbraio), costringendo l'Unione Sovietica a firmare l'altamente penalizzante Trattato di Brest-Litovsk il 3 marzo. Trotsky successivamente rassegnò la sua posizione diplomatica e divenne Commissario del Popolo alla Guerra. Come fondatore e comandante dell'Armata Rossa, fu ampiamente artefice del successo contro l'Armata Bianca e della vittoria nella Guerra Civile Russa, durante la quale decine di migliaia di persone vennero uccise in Russia e in Ucraina.

Stalin al potere
Con la malattia e la morte di Lenin, Stalin e il gruppo attorno a lui (che inizialmente, nel periodo della cosiddetta trojka, includeva anche le frazioni di Lev Kamenev e Grigorij Zinov'ev) furono in grado di consolidare il proprio controllo sul Partito e sullo Stato. Il 1924 è l'anno della "lotta contro il trotskismo", un feroce scontro formalmente ideologico in cui, senza risparmio di colpi bassi (con accuse reciproche molto dure sul ruolo avuto dai vari dirigenti nell'Ottobre, negli anni precedenti e negli anni successivi), viene portata avanti l'emarginazione dell'ala trotskista (che inizia a farsi chiamare "Opposizione di sinistra"), fino all'ottenimento delle dimissioni di Trotsky dal posto di Commissario del Popolo alla Guerra e agli Affari della Marina (gennaio 1925).
Trotsky aveva infatti approfondito la sua teoria della Rivoluzione Permanente (che aveva peraltro già preso le mosse subito dopo la fallita rivoluzione del 1905), che si poneva in netto contrasto con la politica stalinista di costruire il "socialismo in un solo paese". I punti decisivi della polemica dell'Opposizione in quegli anni sono la critica al regime autoritario vigente nel Partito, la critica allo sviluppo di deformazioni burocratiche nell'apparato statale sovietico, l'opposizione allo sviluppo di una nuova borghesia in seguito al prolungamento eccessivo delle misure di mercato (NEP); sul piano delle rivendicazioni, il gruppo di Trotsky chiede una politica di forte industrializzazione, un piano di collettivizzazione volontaria nelle campagne (da realizzarsi in tempi lunghi) e soprattutto la promozione su scala mondiale di nuove rivoluzioni proletarie (Cina, Germania), viste come unica soluzione ai pericoli di involuzione del regime interno dell'URSS. Trotsky scrive il libro La Rivoluzione Tradita,nel quale denuncia i crimini della burocrazia staliniana.

Dopo la brusca rottura della trojka e la costituzione di un nuovo blocco Stalin-Bucharin che allontana da ogni posizione di potere le frazioni Kamenev e Zinov'ev (forti soprattutto a Leningrado), queste ultime formano nel 1926, insieme ad altri gruppi minori, un'alleanza con il gruppo di Trotsky che sarà conosciuta come Opposizione Unificata.
Si apre una fase di scontri sempre più violenti tra il gruppo al potere e i gruppi oppositori, che contavano su decine se non centinaia di migliaia di sostenitori nel Partito e nel sindacato.
Nell'autunno 1927 l'Opposizione decide di organizzare in forma autonoma la celebrazione del decimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre; è da parte di Trotsky e dei suoi alleati un tentativo di una prova di forza nei confronti del regime staliniano in formazione. In piazza nelle principali città del Paese (e specialmente a Mosca e Leningrado) scendono migliaia di persone sotto le bandiere dell'Opposizione Unificata, che si scontrano con sostenitori di Stalin e con le milizie statali: le dimostrazioni degli oppositori sono sciolte con la forza. Pochi giorni dopo, il 12 novembre, Trotsky e Zinov'ev sono espulsi dal partito Comunista Sovietico, lasciando Stalin alla guida indiscussa dell'Unione Sovietica (Kamenev sarà espulso poche settimane dopo e in seguitò sarà liquidato anche l'alleato Bucharin).
Piegata l'Opposizione e iniziata la persecuzione sistematica dei suoi militanti, Trotsky venne esiliato ad Alma Ata (oggi nel Kazakhistan) il 31 gennaio 1929. Fu poi espulso e si spostò dalla Turchia alla Francia e alla Norvegia, stabilendosi finalmente in Messico su invito del pittore Diego Rivera: visse ad un certo punto nella casa di Rivera, e in un altro momento in quella della moglie del pittore, l'artista Frida Kahlo, con cui ebbe una breve relazione.
Nel 1938, Trotsky fondò un'organizzazione marxista internazionale, denominata Quarta Internazionale, la quale intendeva essere un'alternativa alla Terza Internazionale stalinista.
Ebbe una discussione con Rivera e nel 1939 si spostò in una residenza sua. Il 24 maggio 1940, Trotsky sopravvisse a un raid nella sua casa da parte di assassini stalinisti capitanati dal pittore Siqueiros.
Mentre era a casa sua, a Coyoacán (un sobborgo di Città del Messico), il 20 agosto 1940, venne aggredito alle spalle da Ramón Mercader, rivelatosi un agente stalinista, che gli sfondò il cranio usando una piccozza. Trotsky morì il giorno seguente.
Mercader in seguito testimoniò al suo processo:
« Lasciai il mio impermeabile sul tavolo, in modo tale che fossi in grado di rimuovere la piccozza che si trovava nella tasca. Decisi di non mancare la meravigliosa opportunità che si presentava. Il momento in cui Trotsky iniziò a leggere l'articolo mi diede la chance, estrassi la piccozza dall'impermeabile, la strinsi in pugno e, con gli occhi chiusi, sferrai un colpo terrificante alla sua testa. »
La casa di Trotsky a Coyoacán è stata preservata più o meno nelle stesse condizioni in cui si trovava il giorno del suo assassinio ed è oggi un museo. La tomba di Trotsky si trova nel terreno attorno alla casa.

30 gennaio, 2010

Montino, realizzati 25 dei 39 punti Patto anticrisi


Montino, realizzati 25 dei 39 punti Patto anticrisi

"Abbiamo fatto quest'incontro con le tre delegazioni di Cgil, Cisl e Uil che avevano con noi sottoscritto nel 2009 i 39 punti del piano anticrisi. Abbiamo constatato, punto per punto, che 25 dei 39 sono applicati, ci sono già atti deliberativi, ci sono state decisioni, delibere d'appalto, cantieri in corso". Così Esterino Montino, vice presidente della Giunta Regionale del Lazio, al termine dell'incontro in regione con le delegazioni regionali di Cgil, Cisl e Uil sul Patto anticrisi sottoscritto nel 2009. "Abbiamo sei punti - ha quindi sottolineato Montino - che riguardano questioni aperte con il governo nazionale, che sono incagliate per responsabilità del governo, e penso al Cipe. Non siamo riusciti ad avere l'approvazione del progetto per la Pontina. Come è incagliata anche la questione della Salaria".

"Ci sono altri sei punti - ha spiegato il vicepresidente - che riguardano atti legislativi, come la legge sugli appalti, che non sono di competenza della giunta, ma del consiglio regionale, che visto che siamo nell'ordinaria amministrazione, non si è potuto portare a termine". All'incontro con Montino hanno partecipato Claudio Di Berardino, segretario generale Cgil di Roma e Lazio, Salvatore Biondo, segretario regionale di Cisl Roma e Lazio e Luigi Scardaone, segretario generale di Uil Roma e Lazio.

Soddisfatto il segretario generale della Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino. "Abbiamo chiesto alla regione - ha detto - di dare un segnale evidente sull'equità sociale, e quindi di sviluppare delle prossime ore un intervento sul cosiddetto redditometro. Chi ha di più paga di più, chi ha di meno paga di meno. Non si capisce - ha aggiunto - perchè una persona che ha una difficoltà economica, deve pagare un ticket come una persona che ha una condizione economica diversa, magari più alta. E quindi questo redditometro finirebbe per essere un segnale di equità enorme".

"Noi nel 2009 - ha spiegato il sindacalista - abbiamo sottoscritto con la regione un protocollo non di fine legislatura, ma per affrontare la crisi. Quest'incontro è importante perché dimostra che le cose non solo si scrivono, ma si devono anche fare. La valutazione - ha detto Di Berardino - è positiva perché i punti attuati, 25, sono più di quelli che ancora non lo sono. Altri punti hanno avuto dei problemi perché il consiglio regionale non è più operativo, altri riguardano il rapporto con il governo e lì abbiamo chiesto alla regione di andare avanti. I finanziamenti alle infrastrutture - ha concluso Di Berardino - sarebbero uno dei modi in cui il Governo potrebbe intervenire. Se il Cipe blocca le opere pubbliche, il Lazio si ferma".

E il segretario generale di Uil Roma e Lazio, Luigi Scardaone ha chiesto un intervento sul consorzio Gaia. "Abbiamo chiesto un intervento a favore del consorzio Gaia, e abbiamo chiesto che se ci sono comuni che devono avere finanziamenti regionali, non li dessero a quei comuni che mettono in crisi Gaia. E poi ci dovrebbero spiegare - ha concluso - come mai un consorzio a totale capitale pubblico rimane operoso".

PROMEMORIA 30 gennaio 2003 - Il Belgio da validità legale al matrimonio omosessuale


Il Belgio da validità legale al matrimonio omosessuale.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso (spesso indicato come matrimonio omosessuale) è riconosciuto dalla legge di diversi Paesi.
L'apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso è in tutto il mondo una delle principali rivendicazioni della militanza omosessuale. Tale richiesta politica nasce dall'esigenza di eliminare completamente dalla legislazione la disparità di trattamento fra unioni eterosessuali e unioni omosessuali, sul presupposto che il rapporto omosessuale sia una sana espressione della sessualità e che il diritto al matrimonio sia un diritto individuale inalienabile della persona.

I matrimoni omosessuali nel mondo
Allo stato attuale, le persone omosessuali possono contrarre matrimonio nei Paesi Bassi, in Belgio, in Spagna, in Canada, in Sudafrica, in Norvegia e in quattro stati USA: Massachusetts, Connecticut, Iowa e Vermont. Nello stato della California il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato legalizzato da una sentenza della Corte Suprema dello stato nel maggio 2008 ma, nel novembre del medesimo anno, gli elettori, per mezzo un referendum popolare, hanno approvato un emendamento alla costituzione dello stato rendendo nuovamente questo tipo di unione non riconosciuto dalla legge.
Inoltre in Francia, in Israele, in Aruba, nelle Antille Olandesi e nello stato USA di New York pur non essendo possibile contrarre matrimoni gay, vengono riconosciuti i matrimoni gay contratti dove ciò sia possibile. Una simile normativa è discussa attualmente nel Distretto di Columbia degli Stati Uniti.
In vari Paesi si può accedere a ufficializzazioni diverse dalle nozze; le persone omosessuali, aventi o meno la possibilità di contrarre matrimonio, hanno spesso accesso a questa tipologia di unioni civili.

Belgio
Dal 30 gennaio 2003 il Belgio è il secondo Paese al mondo che ha riconosciuto il matrimonio tra individui dello stesso sesso. Come nei Paesi Bassi la legge sul matrimonio gay ha visto la luce quando il partito cristiano-democratico non era al potere.
Per alcuni mesi sono state in vigore restrizioni sugli omosessuali stranieri desiderosi di contrarre matrimonio, poi cancellate con una nuova regolamentazione in vigore dal 2004 che, prescindendo dal sesso delle coppie che vogliono sposarsi, richiede ad almeno uno dei partner la residenza in territorio belga da minimo tre mesi.
Inizialmente la legge belga non permetteva alle coppie omosessuali l'adozione congiunta di minori e nel caso di figli di uno dei partner lo sposo, o il convivente, dello stesso sesso non poteva diventarne genitore; ora le cose sono cambiate con una riforma in materia di adozioni approvata in via definitiva il 20 aprile 2006 che entrerà in vigore a breve.
Il 22 luglio 2005 il governo belga ha annunciato che in totale si erano sposate 2.442 coppie.

29 gennaio, 2010

PROMEMORIA 29 gennaio 1958 - Entra in vigore la Legge Merlin, che abolisce le case di tolleranza in Italia.


Entra in vigore la Legge Merlin, che abolisce le case di tolleranza in Italia.
Il termine Legge Merlin indica convenzionalmente la legge n. 75 - approvata il 20 febbraio 1958 dal Parlamento italiano ed entrata in vigore sette mesi dopo (il 20 settembre a mezzanotte) - che aveva come prima firmataria la senatrice Lina Merlin, con la quale veniva decisa l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e, contestualmente, veniva avviata la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui; veniva, conseguentemente, decisa la soppressione delle case di tolleranza.
Questo provvedimento fu il principale dell'attività politica della parlamentare socialista, che intese seguire l'esempio dell'attivista francese (ed ex-prostituta) Marthe Richard sotto la cui spinta già nel 1946 erano stati chiusi i postriboli di Francia.

28 gennaio, 2010

Lavoro, Tibaldi: "Governo mantenga impegni su ammortizzatori sociali"


Lavoro, Tibaldi: "Governo mantenga impegni su ammortizzatori sociali"

"Permane anche nel 2010 la preoccupazione di come fronteggiare la crisi, non solo dal punto di vista degli ammortizzatori sociali, e di sostegno al reddito, ma anche per quanto riguarda le politiche attive. E su questo chiediamo al Governo di mantenere i suoi impegni". Con queste parole Alessandra Tibaldi, assessore al Lavoro della Regione Lazio, ha introdotto la seconda giornata della 'Conferenza regionale del lavoro', organizzata dall'assessorato, in collaborazione con Lait, Sviluppo Lazio e Bic Lazio, e in corso allo Spazio Etoile di Roma fino a domani.

"Noi come Regione Lazio - ha sottolineato Tibaldi - oltre a sottoscrivere anche per il 2010 l'accordo, con le parti sociali, sugli ammortizzatori sociali in deroga, abbiamo lavorato per rendere la gestione degli ammortizzatori più semplice, anche attraverso il Sil (Sistema informativo lavoro) regionale".

E al centro della seconda giornata della Conferenza la discussione sulla possibilità di realizzare, nel nostro Paese, un nuovo modello di welfare, capace di combinare ammortizzatori sociali e politiche attive. Una strada, quella della riforma degli ammortizzatori sociali, che per Natale Forlani, presidente e ad di Italia Lavoro, deve passare da tappe ben precise. "Ci sono tre nodi da risolvere - ha detto Forlani - nel panorama italiano. E' necessario innanzitutto costruire una base ragionevole di tutele di sostegno al reddito generalizzata, con carattere assicurativo, indipendentemente dai settori di appartenenza dei lavoratori. E' poi necessario un riordino degli incentivi che guardano alla persona, alle esigenze oggettive di ognuna di esse. E poi ci deve essere - ha concluso - la capacità delle parti sociali, attraverso la contrattazione collettiva, di sviluppare delle politiche inclusive nel lavoro a favore delle cosiddette categorie 'deboli', e cioè giovani, anziani, persone che sono momentaneamente fuori dal mercato del lavoro, e donne".

Ma, secondo Matilde Mancini, direttore generale per gli Ammortizzatori sociali e incentivi all'occupazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, intervenuta all'evento, una riforma è possibile solo "se trova l'impegno e la convergenza di tutte le parti, istituzionali e non. Non sarà un percorso semplice, e si dovranno anche trovare le risorse finanziare per coprire questo intervento e per razionalizzare il nostro attuale sistema". E, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali in deroga, Mancini ha ricordato che "sono disponili i fondi per fare fronte anche nel 2010 a questa 'coda' di crisi, e per finanziare gli ammortizzatori necessari".

Per Emiliano Mandrone, ricercatore dell'Isfol, il Lazio in questi anni ha rappresentato una sorta "di 'laboratorio' per un nuovo sistema di welfare, costruendo una rete-sistema tra gli attuatori delle politiche attive, gli erogatori di politiche passive e servizi per l'impiego. La Regione - ha spiegato Mandrone - ha provveduto a stanziare finanziamenti complementari alla cig per aumentare la platea dei beneficiari, o meglio ridurre la dimensione del disagio con il programma del reddito minimo".

E uno sguardo alla situazione di altri paesi europei l'ha lanciato Vincenzo Silvestri, segretario del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro: "In tutti i paesi europei - ha detto - sono in vigore sussidi di disoccupazione di tipo assicurativo, ma accanto a questi vi sono quasi sempre schemi di assistenza sociale, da non confondere con l'assistenzialismo, per quanti non si qualificano per il sostegno del primo. Quindi, accanto a un'indennità di disoccupazione - ha aggiunto - di stampo assicurativo, che sarebbe interamente finanziata dai contributi dei lavoratori, dovrebbe essere introdotta un'indennità di assistenza sociale, rivolta a quei lavoratori che non riescono (a causa della discontinuità lavorativa e dei bassi salari) a soddisfare i requisiti per lo schema di primo livello. E, per completare il panorama, non sarebbe utile - si è chiesto - introdurre il reddito di inserimento, reddito minimo che manca, nell'Europa a 27, solo in Italia, Grecia e Ungheria?".

PROMEMORIA 28 gennaio 1855 - La prima locomotiva corre dall'Oceano Atlantico all'Oceano Pacifico lungo la Panama Railway


La prima locomotiva corre dall'Oceano Atlantico all'Oceano Pacifico lungo la Panama Railway.
La locomotiva è il mezzo ferroviario che imprime il movimento al treno. La prima locomotiva fu realizzata nel 1825 in Inghilterra ad opera di George Stephenson come applicazione della macchina a vapore al movimento di merci e persone. In termini strettamente tecnici, il termine locomotiva si riferisce esclusivamente alle locomotive a vapore. Si dovrebbe infatti usare il termine locomotore o locomotrice per le locomotive elettriche e motrice per le locomotive Diesel. Vi sono poi casi particolari nei quali va usato il termine elettrotreno. Tuttavia, per facilitare la ricerca delle voci, il vocabolo locomotiva verrà qui usato per tutte le tipologie di trazione.

Storia della locomotiva
Sin dal XVII secolo nelle miniere erano in uso semplici carrelli su binari, trainati da animali o da uomini.
Con la rivoluzione industriale e l'invenzione della trazione a vapore, la meccanica cominciò a sostituire la forza degli animali nei lavori pesanti.
Già alla fine del XVIII secolo il motore a vapore cominciava a diffondersi in ambito industriale, e vi furono i primi tentativi di applicazione delle caldaie a mezzi di trasporto.
Il primo a riuscire a far muovere un veicolo su rotaia grazie alla forza del vapore fu l'inventore inglese Richard Trevithick, che nel febbraio 1804 costruì la prima locomotiva a vapore funzionante per la miniera di Pennydarren in Galles.
La macchina di Trevithick era semplice e spartana, una semplice caldaia in ferro con un camino posto presso la bocca di caricamento del carbone. Il vapore veniva convogliato ad un cilindro verticale, al lato opposto del camino, che trasmetteva il movimento ad un asse motrice tramite un semplice biellismo. La caldaia era capace di una pressione di circa 2,8 chilogrammi per centimetro quadrato, ed era dotata di una valvola di sfogo per le sovrappressioni.
Nel 1808 Trevithick costruì una seconda macchina, simile, chiamata ironicamente Catch me who can (Mi prenda chi può).
Nel 1812 l'ingegnere Matthew Murray e l'industriale John Blenkinsop costruirono la prima macchina a due cilindri, da 203 mm di diametro l'uno. Anche in questo caso i cilindri erano verticali, ed erano collegati con un meccanismo simile a quello di Trevithick. L'asse motrice era dotato di ruote dentate che correvano su una cremagliera, aumentando notevolmente la presa sul binario e quindi l'efficienza. Questa macchina a tre assi, denominata Salamanca, era di dimensioni maggiori rispetto a quella di Trevithick e si dimostrò adatta a trasportare il carbone della miniera di Middleton (di proprietà di Blenkinsop). Ne vennero prodotti altri tre esemplari; queste macchine servirono ininterrottamente fino agli anni trenta del XIX secolo, nonostante fossero costose da mantenere e fossero soggette a guasti della ruota dentata.[1]
Nel 1813 l'ingegnere William Hedley, il motorista Jonathan Forster e il fabbro Timothy Hackworth costruirono una nuova locomotiva per Christopher Blackett, proprietario della miniera di Wylam Colliery presso Newcastle upon Tyne. Questa macchina, denominata Puffing Billy, condivideva la struttura a tre assi con la Salamanca, ma era priva di assi indentati: la trazione veniva data dal semplice attrito ruota-rotaia, come per la Pennydarren di Trevithick. La trasmissione in compenso era molto più complessa, con una coppia di bilancieri collegati ai cilindri che muovevano un ingranaggio che distribuiva la rotazione alle ruote.
George Stephenson costruì nel 1814 la sua prima locomotiva: ingegnere motorista presso la miniera di Killingworth costruì una macchina ispirata alle precedenti, chiamata Blucher. La caldaia, lunga 2430 mm e di 863 mm di diametro esterno (507 interno) alimentava due cilindri da 203 mm di diametro per 609 mm di corsa. La Blucher pur essendo di meccanica tradizionale, aveva alcune significative innovazioni: per la prima volta le ruote erano dotate di flange interne per tenere la macchina sul binario (invece di usare il binario stesso come flangia), e per la prima volta i cilindri (ancora verticali) erano collegati direttamente alle ruote motrici.
Nel 1821 Stephenson costruì la Locomotion per la Stockton and Darlington Railway: era in grado di percorrere 15 km a 39 km/h, portando 80 tonnellate di carico.
Nel 1829 fu la volta della Rocket, sempre di Stephenson, la prima locomotiva moderna. Per la prima volta usava una caldaia multitubolare, più efficiente, e per la prima volta lo scarico era dotato di eiettore che ne migliorava le prestazione. La macchina vinse i Rainhill Trials nell'ottobre del 1829, entrando in servizio sulla Liverpool-Manchester.
Sempre nel 1829 la Compagnia del Canale del Delaware & Hudson acquistò dall'Inghilterra la Stourbridge Lemon, la prima locomotiva in servizio sul continente americano, destinata a trasportare carbone tra Carbondale e Hones (Pennsylvania). L'esperimento fallì per via delle rotaie troppo deboli.
Intanto anche negli Stati Uniti alcuni inventori si lanciarono nell'impresa di costruire locomotive a vapore: Peter Cooper costruì una rudimentale locomotiva per servire tra Baltimora e l'Ohio: la caldaia era costruita con tubazioni ricavate da canne di fucile, e la macchina sviluppava soltanto 1,43 cavalli vapore. Dal 1830 gli esperimenti cominciarono a dare i risultati, con la costruzione della Best Friend e della West Point, (1831). Quest'ultima, più tradizionale, era caratterizzata dalla lunga caldaia e dai cilindri inclinati, mentre la prima aveva una rudimentale caldaia verticale.
Le macchine statunitensi erano in genere più innovative ed insolite, ma meno efficienti. Gli inglesi continuarono lo sviluppo su una linea più tradizionalista, in cerca di maggiore efficienza e potenza, mentre gli americani cercarono di risolvere i problemi puntando su revisioni radicali della struttura della locomotiva.
Nel 1831 venne presentata la South Carolina, una strana e lunghissima macchina simmetrica con due corpi caldaia contrapposti, due grandi ruote motrici centrali e due camini alle estremità; la postazione di guida stava al centro, con il guidatore arrampicato sopra le due caldaie. Nel 1832 fu costruita la Atlantic, Phineas Davis, altra macchina dalla sagoma peculiare per via della caldaia e dei camini ritti al centro dell'ampio pianale.
Nel 1832 il costruttore americano Matthias W. Baldwin presentò la Old Ironsides, la sua prima macchina. Baldwin in seguito avrebbe fondato la Baldwin Locomotive Works, colosso del settore delle costruzioni ferroviarie.
L'evoluzione delle locomotive a vapore è proseguita senza interruzione fino alla seconda metà del XX secolo, con una continua evoluzione sia nelle dimensioni che nelle potenze e nel numero di assi fino ad arrivare a delle potenze di traino invidiabili anche ai giorni odierni.
La successiva tappa evolutiva ha portato all'utilizzo di motori diesel e motori elettrici con benefici effetti sia sul problema dell'alimentazione dei motori (oggi solo durante le corse dei treni storici è possibile vedere i ferrovieri che spalano carbone dal tender nel forno della locomotiva), sia riguardo all'inquinamento atmosferico con la progressiva sparizione dei famosi pennacchi di fumo (iconografia classica di tanti film western ad esempio). La prima locomotiva elettrica risale al 1879, a corrente continua; quella a corrente alternata al 1903. Nel 1908 è la volta della turbina a vapore; nel 1912 la prima locomotiva diesel, e nel 1914 la prima diesel-elettrico.
Nel 1905 viene stabilito il record di velocità (tuttora imbattuto) di 205 km/ora per le locomotive a vapore. Nel 1955 la locomotiva elettrica raggiunge il record di 315 km/ora, e nel 1972 una locomotiva a turbina raggiunge i 318 km/ora.
Verso la fine del secolo XIX in Italia, dopo l'unificazione delle Reti Ferroviarie (Rete Mediterranea e Rete Adriatica) fu dato un forte impulso alla elettrificazione con il sistema trifase per agevolare la trazione sulle reti di valico, poi convertito in 3 kV CC dopo la sperimentazione sulla Foggia-Benevento cominciata nel 1927. Al giorno d'oggi la preferenza per i treni passeggeri va alle locomotive elettriche e la scelta di quelle Diesel rimane confinata ai tratti dove l'elettrificazione delle linee non è presente o per usi specifici di manovra. Fra le zone non elettrificate in Italia la maggiore carenza è nel 90% della strada ferrata della Sardegna.
In altri paesi la motrice Diesel rimane relegata al campo dei trasporti merce, ma ci sono casi (in Danimarca, ad esempio) dove viene utilizzata con successo anche per i treni passeggeri ad alta velocità.
Nelle locomotive Diesel la trasmissione può essere idraulica oppure elettrica. Nel primo caso tra motore ed assi agisce un cambio idraulico in cui un fluido (olio) viene pompato su una turbina mettendola in rotazione, la turbina a sua volta trascina gli assi motori; nel secondo caso il mo un alternatore o una dinamo, collegata rigidamente col motore diesel, genera l'elettricità che alimenta i motori di trazione posti nei carrelli e collegati con cascate di ingranaggi agli assi.
Non ha avuto invece molto successo il tentativo, a cavallo della seconda guerra mondiale, dell'alimentazione con turbina a gas, all'inizio soprattutto a causa del notevole rumore prodotto da questa soluzione, in seguito per una valutazione poco positiva dei costi di esercizio e manutenzione di questa tecnica.
Nel 2005 è entrata in funzione sulla linea Linköping-Västervik (Svezia) la prima automotrice spinta da biogas. Le due automotrici sulla linea consumano biogas prodotto dalla decomposizione di sostanze organiche ed emettono una minor quantità di anidride carbonica rispetto a quella emessa da altri tipi di motori. Ha un'autonomia di 600 km e raggiunge una velocità massima di 130 km/h. La prima automotrice è del tipo Y1, prodotta da Fiat Ferroviaria a Savigliano ALn 668 modificata con motore Volvo; la seconda del tipo Kustpilen dalla ditta Scania AB.
Nel maggio 2006 è stata sperimentata con successo sulla linea Mestre-Adria l'alimentazione di un'automotrice Diesel tradizionale (la 663 906 ST) con olio di girasole. Il motore non ha subito alcuna modifica, è stato aggiunto un serbatoio supplementare per l'olio di girasole ed una serpentina di riscaldamento per portarlo alla viscosità ottimale.
Oggi, sono in via di sviluppo anche alcuni nuovi progetti per treni ad alta velocità con trazione a vapore, resi possibili dalle nuove tecniche costruttive e pensati per recuperare il fascino dei vecchi steamer degli anni '30.

27 gennaio, 2010

Occupazione: persi 21.000 posti di lavoro atipici nel 2009


Occupazione: persi 21.000 posti di lavoro atipici nel 2009

La sempre maggiore precarizzazione nel mercato del lavoro italiano e laziale, le difficoltà nell'inserimento lavorativo e l'esigenza sempre più pressante di adeguate politiche di reddito. Questi i temi al centro della tavola rotonda 'I nuovi esclusi dal mercato del lavoro: gestione del precariato, transizione nel mercato del lavoro, politiche di reddito', tenutasi oggi nell'ambito della Conferenza regionale del Lavoro del Lazio, organizzata dall'Assessorato al Lavoro della Regione Lazio, in corso a Roma allo spazio Etoile.

"Nel Lazio - ha detto Mario Albisinni, responsabile analisi e diffusione dati forze di lavoro Istat, intervenuto alla tavola rotonda, riferendosi ai dati sulle forze lavoro del terzo trimestre 2009 - all'interno di un calo generale dell'occupazione la crisi ha colpito di più i lavoratori atipici, co.co.co e a tempo determinato, che dal terzo 2008 a terzo 2009, sono diminuiti di 21.000 unità. Sono cresciuti i contratti a tempo indeterminato, sorretti dalla componente straniera (colf e badanti), come anche nel settore della ristorazione". Sempre secondo l'Istat "i 'lavoratori atipici' nel Lazio sono 250 mila, nella maggior parte (68%) hanno meno di 34 anni".
Albisinni è quindi entrato nello specifico della situazione dei lavoratori atipici nella Regione. "Un'altra caratteristica del lavoro atipico è quella durata del contratto. Nel Lazio il rischio di una lunga 'durata' dello stato di precarietà per il lavoratore è relativamente meno esteso nel Lazio rispetto al resto d'Italia. Nella Regione infatti il periodo di precarietà va dai 4 anni per il 64% degli atipici, mentre nel resto d'Italia è del 71%". E spesso i lavoratori sono costretti a scegliere il part-time per potere lavorare. "Il part-time 'involontario', nel senso che non è scelto dal lavoratore, è del 67%".
E per Giovanna Altieri dell' Ires, intervenuta anch'essa alla tavola rotonda, la crisi ha prodotto "effetti devastanti", e oggi il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da "una sempre maggiore segmentazione, iniquità sociale, precarietà e squilibri territoriali".
Nel corso della tavola rotonda si è parlato anche di possibili soluzioni alle difficoltà dei giovani di inserirsi nel mercato del lavoro. Per Piero Lucisano, docente dell'Università 'La Sapienza' di Roma, e responsabile scientifico di Soul (Sistema orientamento università lavoro) "E' necessaria una grande alleanza, una rete tra istituzioni, università, e forze sociali per realizzare un sistema che sappia non solo introdurre giovani nel posto di lavoro, ma capace anche di dare stabilità sociale. E quindi valorizzare il patrimonio di conoscenze che i giovani acquisiscono con lo studio".

PROMEMORIA 27 gennaio - Giornata della Memoria


« Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria »
(Gustav Meyrink)
« Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario »
(Primo Levi)

Il Giorno della Memoria. E' una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo (nazismo) e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Il testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.[1] »
Origine
La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (nota con il nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
Il 27 gennaio il ricordo della Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebreo, è celebrato anche da molte altre nazioni, tra cui la Germania e la Gran Bretagna, così come dall'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7[2] del 1º novembre 2005.(vidia)
In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi, Chełmno, e Bełżec, ma questi campi detti più comunemente di "annientamento" erano vere e proprie fabbriche di morte dove i prigionieri e i deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo pochi "sonderkommando".
Tuttavia l'apertura dei cancelli ad Auschwitz, dove 10-15 giorni prima i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con se in una "marcia della morte" tutti i prigionieri abili, molti dei quali morirono durante la marcia stessa, mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento del lager (anche se è doveroso dire che due dei forni crematori situati in Birkenau I e II furono distrutti nell'autunno del 1944).
In Italia sono ufficialmente più di 400 le persone insignite dell'alta onorificenza dei Giusti tra le Nazioni per il loro impegno a favore degli ebrei perseguitati durante l'Olocausto.[3]

26 gennaio, 2010

Promossa dall’assessorato alle Politiche culturali, prosegue la manifestazione dedicata a Simone Weil


Promossa dall’assessorato alle Politiche culturali, prosegue la manifestazione dedicata a Simone Weil

L’assessore provinciale alle Politiche culturali, Cecilia D’Elia, ha presentato il programma di iniziative dal titolo: “Simone Weil. Bellezza, sventura attesa di Dio”, che si svolgeranno a Roma fino al 5 maggio prossimo, per valorizzare la scrittura e il pensiero femminili che attraversano la cultura e la storia del XX secolo.

La manifestazione prevede un ricco calendario di appuntamenti diversi che si terranno nella Capitale, con riflessioni, letture, proiezioni, mostra fotografica e incontri teatrali, dedicati a Simone Weil.

L’evento - inaugurato il 23 gennaio scorso – prevede un nuovo appuntamento, sabato 30 gennaio a partire dalle ore 18, alla Casa internazionale delle donne (via della Lungara 19) dal titolo “Perché mi fai del male?”; introdurranno Costanza Fanelli, Presidente Casa Internazionale Donne e Pia Mazziotti, Biblioteche di Roma Ufficio Progetti Speciali Culturali; interverranno: Alessandra Bocchetti che leggerà da Simone Weil “La persona e il sacro”, con Maddalena Rizzi, diretta da Filippo d’Alessio (testi di riferimento S.Weil, Pagine scelte, a cura di G. Gaeta, Marietti 2009; S.Weil, Il racconto di Antigone e di Elettra, Il Melangolo 2009).


La manifestazione dedicata a Simone Weil è promossa dalle Biblioteche di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali con la Provincia di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali e la Commissione delle Elette, il Dipartimento Pari Opportunità – Presidenza Consiglio dei Ministri, l’Ambasciata di Francia, l’Università di Roma Tre, il Centro culturale Aracoeli e con il contributo dell’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche, della Gioventù e della Famiglia del Comune di Roma.

Si tratta di un’iniziativa rivolta agli studenti e alle studentesse di Roma: a loro principalmente si intende far conoscere l’attualità del pensiero di Simone Weil, la sua vita, la sua opera, maturati tra lo studio e l’insegnamento, nel lavoro di fabbrica e nel sindacato, tra la guerra di Spagna e il conflitto mondiale.

Il fitto calendario degli appuntamenti coinvolgerà la città di Roma, dalla periferia estrema di Torbellamonaca fino a Corviale e Quarticciolo, attraversando i quartieri di Nomentano, Salario, San Giovanni, Ostiense, Garbatella, Trastevere, con il coinvolgimento dei Comuni di Subiaco e Cerveteri.

Il progetto e programma “Simone Weil. bellezza, sventura, attesa di Dio” rientra nell’ambito dei “progetti speciali” curati dalle Biblioteche di Roma; prevede un ciclo di 18 incontri, con interventi di 45 relatori/relatrici, letture, proiezioni di film, mostre fotografiche, riflessioni, letture degli studenti dei licei romani, piecès teatrali.

A rendere più vicina e comprensibile Simone Weil i contributi di relatori del calibro di Luisa Muraro, Giancarlo Gaeta, Gabriella Caramore, Mario Tronti, Alessandra Bocchetti, Marcello Veneziani, Ida Dominijanni, Annalisa Terranova, Giampaolo Rossi, Maria Concetta Sala.

Emanuela Piovano presenterà il suo film su Simone Weil, “Le Stelle Inquiete”.

In allegato a questa news l’Invito all’inaugurazione dell’evento il calendario dettagliato con tutte le iniziative in programma.

PROMEMORIA 26 gennaio 1917 - Giuseppe Ungaretti compone la poesia "Mattina"


Giuseppe Ungaretti compone la poesia "Mattina".
L'Allegria segna un momento chiave della storia della letteratura italiana: Ungaretti rielabora in modo molto originale il messaggio formale dei simbolisti (in particolare dei versi spezzati e senza punteggiatura dei Calligrammes di Guillaume Apollinaire), coniugandolo con l'esperienza atroce del male e della morte nella guerra. Al desiderio di fraternità nel dolore si associa la volontà di ricercare una nuova "armonia" con il cosmo[10] che culmina nella citata poesia Mattina (1917). Questo spirito mistico-religioso si evolverà nella conversione in Sentimento del Tempo e nelle opere successive, dove l'attenzione stilistica al valore della parola (e al recupero delle radici della nostra tradizione letteraria), indica nei versi poetici l'unica possibilità dell'uomo, o una delle poche possibili, per salvarsi dall' "universale naufragio".
Il momento più drammatico del cammino di questa vita d'un uomo (così, come un "diario", definisce l'autore la sua opera complessiva) è sicuramente raccontato ne Il Dolore: la morte in Brasile del figlioletto Antonio, che segna definitivamente il pianto dentro del poeta anche nelle raccolte successive, e che non cesserà più d'accompagnarlo. Solo delle brevi parentesi di luce gli sono consentite, come la passione per la giovanissima poetessa brasiliana Bruma Bianco, o i ricordi d'infanzia ne I Taccuini del Vecchio, o quando rievoca gli sguardi d'universo di Dunja, anziana tata che la madre aveva accolto nella loro casa d'Alessandria:[11]
« Il velluto dello sguardo di Dunja
Fulmineo torna presente pietà »
(da L'Impietrito e il Velluto, 1970).
Mattina
Mattina è una delle più famose composizioni poetiche di Giuseppe Ungaretti, e fa parte della raccolta L'Allegria, in Naufragi. Fu scritta il 26 gennaio 1917 a Santa Maria la Longa, e il suo titolo originario era Cielo e mare. La brevissima lirica, scritta dal poeta, soldato sul fronte del Carso durante la Prima guerra mondiale, esprime l'illuminazione della improvvisa consapevolezza del senso della vastità del cosmo. Il messaggio che la lirica vuol comunicare è la fusione di questi due elementi contrapposti: il singolo, ciò che è finito, si concilia con l'immenso, ritrovando nella luce (m'illumino) il principio e la possibilità di tale fusione.

25 gennaio, 2010

PROMEMORIA 25 gennaio 1858 - La Marcia nuziale di Felix Mendelssohn diventa una popolare musica da matrimonio


La Marcia nuziale di Felix Mendelssohn diventa una popolare musica da matrimonio dopo essere stata suonata in questo giorno alle nozze della figlia della regina Vittoria del Regno Unito con il principe ereditario di Prussia.
Mendelssohn nacque ad Amburgo da un'aristocratica famiglia di origine ebraica. Era figlio di Abraham, banchiere, e nipote del filosofo Moses Mendelssohn.

La famiglia di Felix, poi, più per motivi politici che di effettivo credo religioso[senza fonte], si convertì al luteranesimo, aggiungendo al proprio cognome Bartholdy per distinguersi dai membri della famiglia rimasti ancora fedeli all'ebraismo. Felix non rimase sconvolto da questa scelta del padre, poiché la spensieratezza e la sua saggezza giovanile e prematura gli permettevano di pensare più alla musica e alle arti che alla religione.

Il giovane Felix ebbe modo di maturare rapidamente, grazie ai suoi genitori, assai colti, che fecero in modo che gli venisse impartita un'educazione completa, rivelandosi veloce nell'apprendimento della musica. Imparò a suonare il pianoforte dalla madre all'età di sei anni, a sette divenne allievo di Marie Bigot. Sua sorella, Fanny Mendelssohn conosciuta poi come Fanny Hensel era lei stessa pianista di fama e compositrice di rilievo tanto che alcune opere firmate dal fratello furono scritte in realtà da lei. Nel XIX secolo infatti non era ritenuto conveniente che una donna si dedicasse alla composizione musicale.

Nel 1819 si trasferì con la famiglia a Berlino, dove si concentrò nello studio del pianoforte sotto l'insegnamento di Ludwig Berger - allievo diretto di Muzio Clementi - e della composizione con Carl Friedrich Zelter, che gli insegnò ad amare la musica di Bach e gli presentò, nel 1821, Goethe. L'anziano poeta manifestò grande ammirazione per il giovane Mendelssohn, tanto che lo invitò a suonare per lui per alleviare la sua malinconia.

Mendelssohn si esibì nel suo primo concerto all'età di nove anni, quando prese parte ad un'esibizione da camera suonando in modo impeccabile il difficile Concerto militare di Dussek. Si rivelò un compositore prolifico fin dalla più giovane età, pubblicando il suo primo lavoro, un quartetto per pianoforte, all'età di tredici anni, ma in realtà aveva già al suo attivo uno svariato numero di operette, musica da camera e pianistica.

Durante la giovinezza si concentrò sul suo lavoro nella sua abitazione grazie ad un'Orchestra privata. Scrisse le sue prime dodici sinfonie, che iniziarono ad essere eseguite con regolarità solamente in tempi recenti, durante i primi anni di adolescenza (più precisamente, dai dodici ai quattordici anni). A quindici anni scrisse la prima sinfonia per orchestra completa, op. 11 in Do minore (1824), nel 1825 il celebre Ottetto per archi op.20, e a diciassette l'Ouverture per il Sogno di una notte di mezza estate, dall'omonimo lavoro teatrale - Sogno di una notte di mezza estate - di William Shakespeare, forse il suo primo grande successo.

Tuttavia Mendelssohn intraprese non di rado viaggi per l'Europa, incontrando le personalità di spicco della musica di quel tempo. A Parigi nel 1825 ebbe modo di conoscere Gioachino Rossini, Giacomo Meyerbeer e Luigi Cherubini, responsabile in parte della carriera musicale poi intrapresa da Felix, avendo dato un favorevole giudizio al quartetto in si minore op. 3 (dedicato a Goethe).

A Roma incontrò Hector Berlioz, con il quale instaurò una duratura amicizia, pur non considerandolo un musicista di gran livello.

Mendelssohn ebbe il merito di riportare alla luce la musica di Johann Sebastian Bach, caduta in oblio in quel periodo, in particolare la Passione secondo Matteo (mai più interpretata dalla morte di Bach), di cui diresse un'esecuzione (non integrale e rimaneggiata nella strumentazione dal giovane Mendelssohn stesso) nel 1829, con un grande successo che gli permise di guadagnare un'ottima reputazione, e i cui effetti di riscoperta verso la musica bachiana durano tutt'oggi.

Felix ebbe un ruolo determinante anche nella riscoperta dei lavori di Mozart, dal quale (congiuntamente a Bach) subì la maggior influenza musicale.

La sua vita si svolse su binari piuttosto convenzionali, se comparata a quella di altri compositori dell'Ottocento. Il suo matrimonio con Cécile Jeanrenaud nel marzo del 1837 (la luna di miele, sulla Foresta Nera, gli ispirò il concerto per pianoforte e orchestra in re minore op.40) fu molto felice e fu coronato dalla nascita di cinque figli.

Dal 1829 al 1832 fu in viaggio in Inghilterra, Svizzera, Francia ed Italia cogliendo quasi ovunque grande successo esibendosi come pianista, organista e direttore d'orchestra. Successivamente lavorò con molta intensità alle sue opere, dividendosi tra la composizione e le tournées.

Nel 1835 fu nominato direttore dell'orchestra del Gewandhaus di Lipsia e nel 1843 fondò il Conservatorio di Lipsia.

Patì di cattiva salute negli ultimi anni di vita, problemi che gli impedirono in gran parte esibizioni come pianista, e, come egli stesso dichiarò, soffrì di una grave forma di depressione a causa della morte della sorella Fanny nel maggio del 1847, alla quale dedicò il così chiamato "Requiem per Fanny", ossia il quartetto op. 80, in fa minore, sua ultima composizione di spessore (fu completato nel settembre del 1847) opera nella quale si riscontra per la prima volta una profonda malinconia.

Morì nello stesso anno a causa di una serie di infarti che portarono infine all'ictus, il 4 novembre 1847 alle 21.24, nella sua casa al numero 12 di Goldschmidtstrasse a Lipsia, e fu sepolto nel Dreifaltigkeitsfriedhof (il Cimitero della Trinità) presso Berlino. Robert Schumann, suo grande amico, dedicò alla sua memoria il brano Rimembranze dell'Album per la gioventù.

24 gennaio, 2010

PROMEMORIA 24 gennaio 1979 - Viene ucciso a Genova dalle Brigate Rosse l'operaio-sindacalista Guido Rossa


Viene ucciso a Genova dalle Brigate Rosse l'operaio-sindacalista Guido Rossa.
Guido Rossa (Cesiomaggiore, 1º dicembre 1934 – Genova, 24 gennaio 1979) è stato un operaio e sindacalista italiano, assassinato durante gli anni di piombo dal gruppo terroristico delle Brigate Rosse.

L'omicidio
Il 24 gennaio 1979 alle 6:35 del mattino Rossa esce di casa sua in via Ischia 4 per recarsi al lavoro e sale nella sua Fiat 850. Ad attenderlo su un Fiat 238 parcheggiato dietro c'è un commando composto da Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi che gli sparano contro sei colpi, uccidendolo.

L'effetto politico
È la prima volta che le Brigate Rosse uccidono un iscritto al PCI e un sindacalista. La rabbia e l'indignazione è enorme. Al funerale, cui partecipano 250.000 persone, presenzia il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
L'omicidio di Rossa segna una svolta nella storia delle Brigate Rosse, che da quel momento non riusciranno più a trovare le stesse aperture nei confronti dell'organizzazione interna del proletariato di fabbrica. In effetti, proprio per la delicatezza dell'obiettivo, è ritenuto probabile che le BR avessero intenzione di punire Rossa, ma senza eliminarlo: la vittima, probabilmente, doveva essere solo "gambizzato". Questa ipotesi è confermata dalle perizie: fu Vincenzo Guagliardo a esplodere i colpi calibro 7,65 alle gambe con una Beretta 81.
Guagliardo, uno dei componenti del commando, racconta che, a gambizzazione avvenuta, Riccardo Dura, capo della colonna genovese delle BR, dopo essersi allontanato come gli altri brigatisti dal luogo dell'operazione, era tornato indietro per esplodere l'ultimo colpo, quello che uccise Guido Rossa. L'autopsia rivela infatti che su Rossa furono esplosi quattro colpi alle gambe e uno solo mortale al cuore. Guagliardo aggiunge che il giorno dopo il delitto, i membri dell'organizzazione chiesero spiegazioni sull'accaduto e che Dura giustificò l'omicidio affermando che le spie andavano uccise. Sempre secondo Guagliardo le BR valutarono seriamente la sua espulsione, rinunciandovi però per non provocare fratture all'interno dell'organizzazione. Dura continuò quindi la sua militanza nelle BR, partecipando ad altre azioni ed entrando nel Comitato Esecutivo.
La ricostruzione dei fatti di Guagliardo suggerisce che la causa dell'omicidio di Guido Rossa sarebbe da ricercare nell'iniziativa individuale del capo dei componenti del commando e non in una volontà politica delle BR di eliminare il sindacalista. A dispetto di tale ipotesi, però, la colonna genovese delle BR si assunse interamente la responsabilità dell'omicidio, come dichiarato dal procuratore della repubblica Luigi Carli nella puntata televisiva del programma La storia siamo noi[1] .

Il film
Nel 2005 il regista Giuseppe Ferrara, anche in concomitanza con il centenario della CGIL, realizza una pellicola cinematografica sulla vita di Rossa ed il suo drammatico assassinio dal titolo "Guido che sfidò le Brigate Rosse". Nonostante il film fosse coprodotto dalla RAI ha trovato spazio nella programmazione della tv di Stato solamente nel giugno 2009.[2] Proprio nel 2009, infatti, un gruppo trasversale di 47 Senatori appartenenti al Pd, Pdl, Idv e Udc aveva proposto alla presidenza del Senato che il film fosse proiettato a palazzo Madama e alla Rai in prossimita' del 9 maggio (giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo). La presidenza del Senato aveva risposto negativamente, appellandosi a cause tecniche che impedivano la trasmissione del film nei locali del Senato. La Rai ha recapitato una lettera ai promotori dell'iniziativa il giorno 8 maggio dichiarando che il Film verra' trasmesso a 51 giorni di distanza sulla terza rete di Stato e non in prima serata.[3]. Il primo passaggio tv è datato domenica 28 giugno 2009 su Raitre alle 23:15.

23 gennaio, 2010

Apertura iscrizioni alla Scuola Comunale dell'Infanzia - anno scolastico 2010/2011.


Apertura iscrizioni alla Scuola Comunale dell'Infanzia - anno scolastico 2010/2011.

Possono essere iscritti i bambini, residenti nel Comune di Roma che, alla data del 31 dicembre 2010, abbiano compiuto il terzo anno di età o che non superino, alla stessa data, il sesto anno di età. E' prevista anche l'iscrizione dei bambini che compiranno tre anni entro il 31 gennaio 2011 - la loro ammissione, però, è subordinata all'esaurimento della lista d'attesa di tutti i bambini che abbiano compiuto 3 anni entro il 31 dicembre 2010.

Possono essere inoltre iscritti, tutti i bambini presenti temporaneamente nel Comune di Roma, anche se privi della residenza, in relazione alle vigenti norme internazionali, nazionali e regolamentari.
L'assegnazione alle classi di bambini stranieri è effettuata, ove possibile, raggruppando bambini dello stesso gruppo linguistico che, comunque, non devono superare, di norma, il numero di 5 per ogni classe. L'Amministrazione pone in essere ogni azione finalizzata ad assicurare anche attraverso accordi di rete ed interrelazioni tra ambiti, la migliore integrazione dei bambini di cittadinanza diversa da quella italiana.

SI PUO' FARE DOMANDA DALL'11 GENNAIO AL 12 FEBBRAIO

LA DOMANDA VA PRESENTATA NELLA SCUOLA D'INFANZIA DOVE LA FAMIGLIA INTENDE ISCRIVERE IL BAMBINO.

Avviso pubblico
Opuscolo "Comunicazione alle famiglie" (contenente il modello di domanda)



MUNICIPIO V.
Scuola Comunale dell'Infanzia.


BANDO D'ISCRIZIONE ANNO SCOLASTICO 2010-2011
11 GENNAIO 2010 - 12 FEBBRAIO 2010


La scuola comunale dell’infanzia accoglie tutti i bambini dai 3 anni ai 6 anni residenti nel Comune di Roma, propone percorsi educativi che integrano attività e momenti di gioco, apprendimento e socialità al fine di sviluppare le loro capacità.

Possono presentare domanda di iscrizione i bambini il cui nucleo familiare risiede nel Comune di Roma con almeno un genitore, tutore o affidatario residente nel Municipio in cui si trova la scuola prescelta, che, alla data del 31 dicembre 2010, abbiano compiuto il terzo anno d’età o che non superino, alla stessa data, il sesto anno d'età.

E' prevista, altresì, l'iscrizione dei bambini che compiranno tre anni entro il 31 Gennaio 2011; la loro ammissione è subordinata all'esaurimento della lista d'attesa municipale di tutti i bambini che abbiano compiuto 3 anni entro il 31 Dicembre 2010.

Possono essere iscritti, tutti i bambini presenti temporaneamente nel comune di Roma, anche se privi della residenza, in relazione alle vigenti norme internazionali, nazionali e regolamentari.

La domanda può essere presentata a decorrere da11 Gennaio 2010 al 12 Febbraio 2010 nella scuola dell'infanzia dove la famiglia intende iscrivere il bambino.

La domanda di iscrizione può essere presentata in una sola scuola presso un Municipio da scegliere tra :

· Municipio di residenza del nucleo familiare o di uno dei genitori affidatari o del tutore

· Municipio del luogo di lavoro di uno dei genitori

· Municipio di residenza dei nonni

· Municipio di residenza del genitore non affidatario

· Municipio dove si intende trasferire la residenza del nucleo familiare

· Municipio limitrofo a quello di residenza del nucleo familiare o di uno dei genitori affidatari o del tutore (la residenza deve ricadere nel bacino d'utenza o quartiere limitrofo a quello della scuola scelta nell'altro Municipio)


I requisiti e i criteri per l'accesso al servizio sono contenuti nell'apposito opuscolo "Comunicazione alle famiglie"nel quale è inclusa la domanda d'iscrizione, alla quale le famiglie possono allegare ogni documentazione utile a comprovare situazioni particolari.


Tale opuscolo e il modello relativo alla domanda possono essere ritirati presso le scuole dell'infanzia, negli orari indicati in ogni struttura e presso l’Ufficio di Accoglienza Unica del Municipio V, sito in Via Tiburtina 1163, dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 (il Martedì e Giovedì anche dalle 14.30 alle 16.30) sono, inoltre, consultabili nel sito internet http://www.comune.roma.it/dipscuola.

Si ricorda che è possibile richiedere l’iscrizione per una sola scuola dell’infanzia comunale, indicando la fascia oraria prescelta.

Sulla base dei punteggi attribuiti a ciascuna domanda, secondo i criteri di priorità stabiliti dal Dipartimento XI , e in base ai posti disponibili la Direzione U.O.S.E.C.S. formula la graduatoria provvisoria per ciascuna scuola, indicante le ammissioni e la lista d'attesa.

Detta graduatoria, sarà pubblicata nelle scuole e presso l'Ufficio Accoglienza Unica Municipale indicativamente, entro il 12 Aprile 2010.

Qualora la famiglia riscontri errori di valutazione potrà inoltrare ricorso presso l'ufficio Accoglienza Unica del Municipio, entro dieci giorni dalla data di pubblicazione di suddetta graduatoria, con nota indirizzata al Direttore U.O.S.E.C.S. nella quale siano specificatamente indicate le motivazione del ricorso.
La graduatoria definitiva, approvata dal Dirigente, dopo l'esame dei ricorsi, sarà ugualmente pubblicata nelle sedi sopraddette, indicativamente entro il 10 Maggio 2010.

Gi utenti interessati all’iscrizione per una delle sotto elencate scuole potranno consegnare direttamente la domanda (a partire dal giorno 11 Gennaio ’10 ) debitamente compilata, nei giorni e negli orari espressamente indicati nelle scuole.

I posti disponibili accanto a ciascuna scuola sono puramente indicativi e soggetti a variazioni dovute alla possibilità d’inserimento dei bambini della graduatoria dell’anno scolastico 2009/10, fino al 31/1/10.



ELENCO SCUOLE DELL’INFANZIA DEL MUNICIPIO V
ANNO SCOLASTICO 2010-2011

DENOMINAZIONE SCUOLA



INDIRIZZO



POSTI TEMPO ANT.



POSTI TEMPO

PIENO



GROTTE DI GREGNA

VIA G. DI GREGNA

/

39

MARY POPPINS

VIA MASSINI, 44

/

27

FABIO FILZI



VIA DEL FRANTOIO 46



/

8

PICCININI

VIA F. FIORENTINI, 8

/

44

B.ALBERTI

P.ZZA SACCO, 14

/

14

V.VENETO

VIA POMONA,9

6

61

A. TORRE

VIA A.TORRE,15

15

48

MESSI D'ORO

VIA GEMMELLARO, 47

13

53

DE RUGGIERO

VIA A. TEDESCHI,61

/

59

PENNABILLI

VIA PENABBILLI

/

16

C. AGUZZANO

VIA CARTESIO, 3

/

30

PRATOLUNGO

VIA G. ROSACCIO

/

20

CIAMICIAN

VIA CIAMICIAN,32

/

20

INA CASA

VIA FOSSACESIA,63

/

20

SETTECAMINI

VIA MONTENERO SABINO,7

/

34

CASALBIANCO

VIA CASALBIANCO,136

/

25

SAN ROMANO

VIA SAN ROMANO, 93

7

35

CASE ROSSE

V.CORROPOLI,33

/

34

SIBILLA

VIA MONTEMANNO

/

41

SAN CLETO

VIA NICOLAI,85

/

55

TORRACCIO

VIA G. SPADUCCI,1

/

27

FRANCESCHINI

VIA F. GULLO

/

24

SOMMOVIGO

VIA SOMMOVIGO, 41

12

50

RANDACCIO

VIA DI PORTONACCIO, 80

25

50

.MATITE COLORATE

P.ZZA ROSSI

/

72

CASALMONASTERO

VIA P.SABINA

/

24



Il Direttore U.O.S.E.C.S. Daniela Amici

Dall'Associazione "Giampiero Arci" borse di studio per laureati su Diritto dell'Unione Europea


Dall'Associazione "Giampiero Arci" borse di studio per laureati su Diritto dell'Unione Europea

Giunge alla quarta edizione il concorso promosso dall’Associazione “Giampiero Arci”, con il contributo ed il patrocinio della Provincia di Roma. Il concorso mette a disposizione tre borse di studio dell’importo di 2.000 euro cadauna, destinate a laureati con Tesi su un tema di Diritto dell’Unione Europea.

L’iniziativa, in memoria dell’avvocato Giampiero Arci, docente universitario, europeista ante litteram e membro a Bruxelles del Comitato dei Comuni e delle Regioni d’Europa, è destinata a cittadini italiani nati dopo il primo gennaio 1977 in possesso di laurea conseguita in base all’ordinamento degli studi precedente il D. M. 505/99 oppure in possesso di laurea magistrale conseguita in base all’ordinamento degli studi successivo al Decreto citato.

Le domande di partecipazione devono pervenire all'associazione entro il 12 Febbraio 2010 alla Associazione Giampiero Arci, Piazza Acilia 3, 00199 Roma.

Al comitato scientifico, composto dai professori Antonio Augenti, Università Pio V; Gian Donato Caggiano, Università Roma Tre; Luigi Daniele, Università Tor Vergata; Angela Del Vecchio, Università Luiss; Sergio Marchisio, Università La Sapienza; Federico Tedeschini, Università La Sapienza, sarà affiancato un comitato d'onore formato da personalità della scienza, della cultura e della politica.

Il Bando Ufficiale di concorso è consultabile in allegato a questa notizia e disponibile sul sito: www.giampieroarci.it

Regione Lazio: Il 26-28 gennaio presso lo Spazio Etoile si apre conferenza regionale del lavoro


Il 26-28 gennaio presso lo Spazio Etoile si apre conferenza regionale del lavoro

Sarà Alessandra Tibaldi, assessore al Lavoro, pari opportunità e politiche giovanili, a fare il punto sulle politiche del lavoro attuate dalla Regione Lazio e a presentare il piano di interventi per l'occupazione e lo sviluppo imprenditoriale, durante la tre giorni della Conferenza Regionale del Lavoro dal 26 al 28 gennaio presso lo spazio Etoile, piazza S. Lorenzo in Lucina.
Tre giornate dedicate alle scelte che la Regione Lazio ha messo in campo per superare la crisi economica e dare nuove opportunità di lavoro ai disoccupati, inoccupati, agli over 40 e ai giovani.
La conferenza regionale del Lavoro si proporrà quindi come un momento di riflessione delle politiche attuate in materia di lavoro della Regione Lazio e come fase di proposizione delle nuove iniziative per il futuro, nella convinzione che i processi economici, occupazionali e culturali che si sono sviluppati nel corso della crisi attuale abbiano modificato le regole del mercato del lavoro, i modelli di consumo, di competitività e di crescita, comportando la necessità di un nuovo modello di politica di sviluppo economico, occupazionale e sociale.
La conferenza sarà articolata in sei tavole rotonde dedicate a: nuovi modelli di organizzazione e qualità del lavoro: come le donne cambiano il lavoro e come si investe in qualità; i nuovi esclusi dal mercato del lavoro: gestione del precariato, transizione del mercato del lavoro, politiche di reddito; Immigrazione: ruolo attivo nel sistema produttivo e seconde generazioni; Ammortizzatori sociali e politiche attive: un nuovo sistema di welfare; Sviluppo del territorio: sistema impresa e ruolo delle banche e fondazioni bancarie.

PROMEMORIA 23 gennaio 1978 - La Svezia diventa la prima nazione a vietare gli spray che si ritiene danneggino lo strato di ozono che protegge la Terra


La Svezia diventa la prima nazione a vietare gli spray che si ritiene danneggino lo strato di ozono che protegge la Terra.
L'assottigliamento della ozonosfera [modifica]

L'ozonosfera è più sottile all'equatore e più spessa ai poli, ma negli anni settanta si è scoperto che i clorofluorocarburi (CFC) potevano provocare una riduzione innaturale del suo spessore.
Nel 1974 Stolarski e Cicerone[1] sottolinearono che gli atomi di cloro nella stratosfera potevano distruggere l'ozono; quasi contemporaneamente, Molina e Rowland[2] mostrarono che i CFC potevano rilasciare atomi di cloro nella stratosfera.
Le molecole di CFC vengono dissociate dalle radiazioni ultraviolette e liberano atomi di cloro:
CFCl3 + raggi x → Cl° + F° + C (reazione solo formale)
Cl° + O3 → ClO° + O2
ClO + O° → Cl° + O2
Gli atomi di cloro si combinano con l'ozono formando ossigeno biatomico e monossido di cloro. Il monossido di cloro si combina a sua volta con ossigeno monoatomico per formare ossigeno biatomico e ancora cloro. Il ciclo quindi continua: si stima che un singolo atomo di cloro possa distruggere 100.000 molecole di ozono prima di combinarsi con altre sostanze, come il metano, e tornare nella troposfera.
Rowland portò il problema all'attenzione dell'Accademia delle Scienze e del Congresso degli Stati Uniti. Le associazioni ambientaliste statunitensi iniziarono campagne contro l'utilizzo dei CFC nelle bombolette spray. Nonostante le resistenze dell'industria chimica, negli Stati Uniti l'uso dei CFC nelle bombolette venne vietato nel 1978, ma continuarono la loro produzione e l'impiego in altri settori.
Il problema dei danni causati all'ozono dai CFC assunse un nuovo aspetto a partire dal 1984, quando si scoprì il buco dell'ozono.

22 gennaio, 2010

La Memoria lavora per il Futuro.


Oggi alle ore 11,15 presso la sala Conferenze del Liceo Scientifico"B.Croce" l'omonima associazione culturale, che da 10 anni lavora sui temi della memoria, organizza un'incontro con gli studenti e docenti. Il tema trattato è quello dei GIUSTI ovvero delle persone che si sono battute per evitare, a costo della loro vita, l'uccisione di tanti ebrei e di tanti "diversi" che il nazifascismo voleva annientare.
Partecipano all'incontro Aldo Pavia dell'Aned, il direttore del liceo Giovanni Olivieri, il Presidente del Municipio Roma V Ivano Caradonna,il Consigliere del V Municipio Roberto Chiappini, Fabrizio Forcella Presidente del Consiglio d'Istituto. Presenterà il video introduttivo Enrica de Gasperis.

Sicurezza Stradale: Provincia di Roma e ANIA distribuiscono 35mila cd per esame patentino


Sicurezza Stradale: Provincia di Roma e ANIA distribuiscono 35mila cd per esame patentino

La Provincia di Roma e la Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, nell’ambito del Protocollo d’Intesa per la sicurezza stradale, presentano il progetto ‘Patentino on-line’, che coinvolgerà i ragazzi del biennio delle scuole medie superiori dei 121 Comuni del territorio, compresa la Capitale.

A partire da giovedì 21 gennaio, infatti, in 254 istituti scolastici (162 scuole a Roma, 92 nel resto della provincia) verranno distribuiti 35mila cd-rom - a ragazzi con età compresa tra i 14 e i 16 anni - che consentiranno di prepararsi al meglio per il conseguimento del certificato di idoneità per la guida del ciclomotore, con accesso gratuito all’esame.

Questa iniziativa si propone di contrastare il grave fenomeno dell’incidentalità stradale, prima causa di morte tra i giovani. Basti pensare che, solo nel 2008, sono state 4.731 le vittime della strada in Italia; di queste, 493 si sono registrate nella Regione Lazio, 313 in provincia di Roma, 190 sul solo territorio della Capitale.

“Iniziative come questa - dichiara l’assessore provinciale alla Mobilità e Trasporti, Amalia Colaceci – vogliono essere un valido strumento per rendere protagonisti i ragazzi nella diffusione e promozione di un messaggio importante come quello della sicurezza stradale. Da sempre siamo convinti che il modo migliore per affrontare questo tema sia quello di parlare direttamente ai ragazzi.”

“Il progetto ‘Patentino on-line’ - dichiara Sandro Salvati, Presidente della Fondazione Ania - rappresenta un ulteriore passo avanti nella diffusione della cultura della sicurezza sulle strade. Crediamo fortemente che educare i nostri giovani a una guida sicura, a partire dalle due ruote, contribuirà a renderli automobilisti migliori e più prudenti in futuro. L’educazione stradale, a partire dalla giovane età, può rivelarsi determinante per contrastare soprattutto l’incidentalità sul ciclomotore che, nell’ultimo anno in Italia, ha provocato 29.530 feriti e 305 morti”.

“Noi siamo convinti – prosegue Salviati - che la formazione dei giovani al rispetto delle regole deve essere un dovere costante di tutti: delle istituzioni pubbliche e private, ma anche degli educatori scolastici e soprattutto dei genitori. Solo così potremo piangere meno lutti e ottenere risultati concreti nella lotta contro la più grave delle tragedie nazionali, i morti e i feriti sulle strade”.

PROMEMORIA 22 gennaio 1957 - L'esercito israeliano si ritira dalla penisola del Sinai (aveva invaso l'Egitto il 29 ottobre 1956)


L'esercito israeliano si ritira dalla penisola del Sinai (aveva invaso l'Egitto il 29 ottobre 1956)
Guerra del Sinai. Israele invade la penisola del Sinai dopo che l'Egitto ha proclamato la nazionalizzazione del canale di Suez. Forze dell'esercito francese e britannico assumono il controllo del canale, gli israeliani conquistarono Gaza, sulla costa mediterranea, e Sharm el Sheikh, sul Mar Rosso. Israele si ritira nel 1957 dopo che le Nazioni Unite gli garantiscono un accesso al golfo.

21 gennaio, 2010

Parte contact center energie rinnovabili


Parte contact center energie rinnovabili
"Parte oggi il nuovo contact center della Regione Lazio dedicato alle energie rinnovabili. Chiamando il numero verde 800 589 386, utilizzando il sito www.laziorinnovabile.it o inviando una mail a info@laziorinnovabile.it e' possibile avere tutte le informazioni sulle rinnovabili, sugli incentivi nazionali e regionali e sulle politiche ambientali della Regione Lazio". Lo dichiara Filiberto Zaratti, assessore all'Ambiente della Regione Lazio.
"Abbiamo voluto creare un contact center, in collaborazione con Sviluppo Lazio - aggiunge l'assessore - collegato al web per poter guidare i cittadini del Lazio verso un percorso virtuoso nella scelta delle rinnovabili con l'intenzione di utilizzare ogni mezzo a disposizione, consapevoli che la battaglia per l'utilizzo delle nuove fonti d'energia intelligenti si gioca anche sul fronte della comunicazione. Informare i cittadini del Lazio che esistono alternative pulite, sicure e democratiche di approvvigionamento energetico, infatti, e' un dovere di un'amministrazione moderna che guarda a un futuro fatto di salute, sicurezza e certezze. In altre parole 'rinnovabile'".
"Siamo certi - conclude Zaratti - che questo strumento sarà assai utilizzato dai cittadini del Lazio che con le loro scelte, le nuove energie pulite sono aumentate da 1 a 87 MW negli ultimi cinque anni, hanno premiato le rinnovabili bocciando il nucleare inquinante, pericoloso e obsoleto".

PROMEMORIA 21 gennaio 1921 - Fondazione del PCI a Livorno


Fondazione del PCI a Livorno.
Il Partito Comunista Italiano (PCI) fu un partito politico italiano nato il 21 gennaio 1921 a Livorno come Partito Comunista d'Italia (sezione italiana della III Internazionale) per scissione della mozione di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci al XVII Congresso socialista.

Assunse il suo nome definitivo il 15 maggio 1943, in seguito allo scioglimento della III Internazionale e mentre ancora operava in clandestinità tra Mosca, Parigi e l'Italia per la sua netta opposizione al regime fascista vigente in patria.

Il Partito Comunista d'Italia inizialmente si poneva come obiettivo l'abbattimento violento dello Stato borghese e l'istaurazione di una dittatura del proletariato, seguendo così l'esempio dei comunisti russi di Lenin. Guidato nei suoi primi anni di vita da una maggioritaria corrente di sinistra raccolta attorno a Bordiga, il III Congresso, svoltosi clandestinamente a Lione nel gennaio del 1926, segnò un deciso cambiamento di politica suggellato con l'approvazione delle Tesi di Gramsci e la messa in minoranza della Sinistra di Bordiga, la quale, accusata di settarismo, verrà prima emerginata e poi si disperderà. Nel 1930 Bordiga fu definitivamente espulso dal Partito con l'accusa di «trotskismo». Stessa sorte era già toccata ad elementi a destra del gruppo dirigente, quest'ultimo diviso dal 1926 tra chi, come il segretario Gramsci, era stato condannato a misure di carcerazione fascista, e chi, come Palmiro Togliatti, operava all'estero o comunque clandestinamente.

Caduto il regime fascista nel 1943, il PCI ricominciò a operare legalmente partecipando da subito alla costituzione di formazioni partigiane e, dal 1944 al 1947, agli esecutivi antifascisti successivi al governo Badoglio I, dove il nuovo leader Palmiro Togliatti sarà anche, per un breve periodo, vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Nell'antifascismo il PCI è la forza più popolare e infatti la maggior parte degli aderenti alla Resistenza italiana era membro del partito togliattiano.

Nel 1947, nel nuovo clima internazionale di guerra fredda, il PCI è allontanato dal governo e rimarrà all'opposizione per tutto il resto dei suoi giorni, salvo un brevissimo periodo alla fine degli anni '70.

Dal 1956, in seguito al XX congresso del PCUS, il PCI si adoperò per tracciare una propria «via italiana al socialismo» che consisteva nell'accentuare il vecchio obiettivo del raggiungimento di una «democrazia progressiva» applicando integralmente la Costituzione italiana.

Nonostante l'amicizia e la lealtà che legava il PCI all'Unione Sovietica, a partire dal 1968 si assiste a una graduale e costante critica all'operato del PCUS.

Il PCI è stato per molti anni il partito comunista più grande e potente dell'Europa occidentale. Mentre, infatti, negli altri paesi democratici l'alternativa ai partiti o alle coalizioni democristiane o conservatrici era da sempre rappresentata da forze socialiste (con i partiti comunisti relegati a terza o quarta forza), in Italia rappresentò il secondo partito politico in assoluto dopo la Democrazia Cristiana, con un Partito socialista via via sempre più piccolo e relegato, dal 1953 in poi, al rango di terza forza del paese.

Nel 1976 il PCI ebbe il suo massimo storico (34,4%), dopo aver l'anno primo conquistato le principali città italiane. Fu anche il primo partito italiano alle elezioni europee del 1984, quando ebbe il 33,33% contro il 32,97% della DC.

Il Partito Comunista Italiano si sciolse il 3 febbraio 1991, quando la maggioranza dei delegati guidati approvarono la svolta della Bolognina del segretario Achille Occhetto, succeduto tre anni prima ad Alessandro Natta, al XX Congresso Nazionale e la contestuale costituzione del Partito Democratico della Sinistra (PDS) aderente all'Internazionale Socialista.

Un'area consistente della minoranza di sinistra preferì rilanciare ideali e programmi comunisti e fondò il Movimento per la Rifondazione Comunista, che poi costituì, con la confluenza di Democrazia Proletaria e di altri gruppi, il Partito della Rifondazione Comunista (PRC).

L'organizzazione giovanile del PCI fu la Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI).

20 gennaio, 2010

Tossicodipendenze, al via formazione 155 operatori dei Sert


Tossicodipendenze, al via formazione 155 operatori dei Sert

Al via il corso di formazione rivolto agli operatori dei servizi per le dipendenze. L'intervento prevede fino novembre 2010, dodici giornate formative con il coinvolgimento di 155 operatori dei Servizi per le Tossicodipendenze, Sert e delle Comunita' terapeutiche, del privato sociale. Il ciclo formativo e' calendarizzato in 10 sessioni di lezione che si terranno a partire da domani fino a novembre prossimo presso la sala Tirreno della Regione Lazio in via Rosa Raimondi Garibaldi 7 a Roma e due giornate di formazione a distanza da svolgere sul territorio della rispettiva Asl di competenza.

Il vice presidente della Regione, Esterino Montino, spiega che "si tratta del primo intervento su scala regionale appositamente pensato per migliorare, a partire dalla formazione degli operatori e in collaborazione con il privato sociale, le politiche pubbliche in tema di dipendenze.
L'idea e' quella di aumentare e soprattutto far condividere le competenze tra professionisti che finora hanno lavorato singolarmente per migliorare la presa in carico dei tossicodipendenti e aumentare l'efficacia dei trattamenti di recupero secondo un modello condiviso d'intervento e linee guida restabilite".

Il corso che ha l'obiettivo di integrare le competenze dei professionisti, della sanità pubblica e del privato sociale in tema di dipendenze, aumentare le conoscenze circa i criteri e gli strumenti per la diagnosi, migliorare l'efficacia dei trattamenti, delineare percorsi omogenei di diagnosi, trattamento e assistenza in ambito regionale e condividere criteri di appropriatezza per singola tipologia di utenza, nel rispetto delle evidenze scientifiche e delle professionalità acquisita dall'esperienza clinica.
Il ciclo formativo, promosso dalla Direzione regionale politiche della prevenzione ed assistenza territoriale - Area programmazione della rete e dei servizi per i soggetti deboli, è organizzato e coordinato dalle Asl RmA, RmC e dalla Asl di Frosinone. Nel corso del 2008, gli assistiti nei 48 Sert delle 12 Asl del Lazio sono stati circa 25.000. Di questi 21.000 per abuso da sostanze stupefacenti, circa 4.000 per dipendenza da alcol e circa 5.000 detenuti tossicodipendenti assistiti nei Sert delle carceri. Circa 6.000 degli utenti presi in carico dai Sert hanno proseguito il percorso di recupero nelle circa 30 comunità terapeutiche sul territorio regionale.

PROMEMORIA 20 gennaio 1942 I Nazisti alla conferenza di Wannsee presso Berlino decidono di risolvere la questione ebraica con la soluzione finale


Seconda guerra mondiale: I Nazisti alla conferenza di Wannsee presso Berlino decidono di risolvere la questione ebraica con la soluzione finale.

Fasi della soluzione finale
Il violento antisemitismo del partito nazionalsocialista non trovò immediatamente sfogo nello sterminio della popolazione ebraica ma si sviluppò in diverse fasi. I primi provvedimenti erano tesi ad escludere gli ebrei dalla vita pubblica e costringerli all'emigrazione, rendendo il territorio tedesco judenfrei (libero da ebrei).
La causa principale di questo comportamento "moderato" da parte del Partito fu dovuto alle necessità di consolidamento del potere e di creazione del consenso popolare. Un comportamento troppo "radicale" avrebbe rischiato di alienare al nuovo regime le simpatie della popolazione e soprattutto degli industriali, essenziali per il progettato programma di riarmo tedesco.

Le leggi di Norimberga e l'emigrazione
Giunti al potere nel 1933, Hitler e il NSDAP intrapresero una serie di successive misure tese ad escludere la popolazione ebraica dalla vita pubblica. La politica discriminatoria culminò con la promulgazione delle leggi di Norimberga, il 15 settembre 1935.
La propaganda nazista fomentò inoltre l'odio della popolazione "ariana" nei confronti degli ebrei attraverso un'ossessiva campagna di stampa - basti ricordare la rivista Der Stürmer edita da Julius Streicher - che sfociò nel 1938 nel violento pogrom scatenato dai nazisti e passato alla storia come la Notte dei cristalli.
La reazione della popolazione ebraica a questa tragica situazione fu, ove possibile, l'emigrazione, soluzione approvata ed incoraggiata dalle autorità tedesche che imposero comunque gravose condizioni economiche a coloro che decidevano di emigrare. La popolazione ebrea tedesca passò, tra il 1933 ed il 1938, dalle 560.000 alle 350.000 unità. L'annessione dell'Austria (Anschluss), avvenuta nel 1938, portò all'interno dei confini del Reich altri 220.000 abitanti di origine ebraica.

Il progetto Madagascar
Subito prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale venne posto allo studio un progetto per l'emigrazione forzata della popolazione ebraica sull'isola di Madagascar, allora colonia francese. Uno dei personaggi chiave del progetto Madagascar fu Adolf Eichmann, esperto di «problemi ebraici» e di trasferimenti forzati di popolazione.
Nonostante i numerosi colloqui diplomatici intercorsi tra Germania e Francia non si arrivò ad una soluzione anche a causa del raffreddamento dei rapporti tra i due stati nell'imminenza della guerra. Dopo la conquista tedesca della Francia e il successivo armistizio nel giugno 1940 il progetto tornò in auge. La Germania intendeva trasformare il Madagascar in una sorta di immenso ghetto per ebrei che sarebbero stati forzatamente trasferiti a loro spese.
Il previsto trasferimento via nave, però, presentò da subito insormontabili difficoltà tecniche dovute al dominio dei mari della Gran Bretagna, in guerra con la Germania. Nonostante queste difficoltà il progetto continuò ad essere sviluppato ed ampliato fino alle successive decisioni scaturite dalla Conferenza di Wannsee.

In Etiopia
Benito Mussolini nel 1938 propose ad Hitler la creazione di un territorio autonomo ebraico nel quale trasferire gli ebrei d'Europa, in Etiopia, allora colonia italiana. Avrebbe dovuto sorgere sul modello della sovietica Oblast' autonoma ebraica e nella regione etiope già abitata da ebrei, la regione dei Falascia[1]. Non è noto se Hitler abbia preso in considerazione il progetto.

I ghetti orientali
La successiva conquista di Polonia, Belgio, Olanda, Francia, Danimarca e Norvegia da parte delle armate tedesche ampliò ulteriormente il problema ebraico. Contemporaneamente al progetto Madagascar, di difficile realizzazione pratica, venne studiata ed attuata la deportazione degli ebrei verso i territori del Governatorato Generale, un'unità amministrativa non direttamente annessa al Reich, in modo da rendere il territorio tedesco judenfrei.
Tutti gli ebrei trasferiti dall'Europa occupata, inclusi quelli polacchi, avrebbero dovuto essere concentrati in grandi ghetti in vista di una futura "soluzione definitiva". La soluzione dei ghetti si scontrava infatti con un pilastro ideologico del nazismo: lo "spazio vitale" (Lebensraum) da conquistarsi ad oriente per essere occupato da coloni "ariani": La presenza di ebrei, "razzialmente impuri", avrebbe causato difficoltà al progetto.

19 gennaio, 2010

Mobilità, dal 27 gennaio nuova fermata a Minturno per pendolari FR7


Mobilità, dal 27 gennaio nuova fermata a Minturno per pendolari FR7

Nuova fermata a Minturno per i pendolari che da Formia raggiungono la Capitale utilizzando la linea ferroviaria FR7. Da mercoledì 27 gennaio, quattro convogli, due in partenza da Formia la mattina e due da Roma nel pomeriggio, effettueranno la nuova fermata consentendo ai cittadini di Formia e delle zone limitrofe di accedere alla ferrovia in modo più agevole.

"La ristrutturazione di un ponte stradale a Formia - ha detto l'assessore alla Mobilità della Regione Lazio, Franco Dalia - e la conseguente interruzione di alcune strade, stavano creando non pochi problemi ai cittadini di Formia. In questi giorni, infatti, le auto e i mezzi di trasporto accedono alla stazione con molta difficoltà causando ai viaggiatori notevoli problemi e ritardi. Per questo, anche grazie alla collaborazione e alla sensibilità di Trenitalia e di Rete Ferroviaria Italiana, abbiamo istituito, per ben quattro convogli, una nuova fermata presso Minturno, dove i viaggiatori potranno raggiungere la ferrovia senza difficoltà".
"Da mercoledì 27 gennaio - ha spiegato ancora Dalia - due treni in partenza da Formia alle 6,33 e alle 7 effettueranno la nuova fermata consentendo a chi lo preferirà di recarsi a Minturno per salire a bordo. Allo stesso modo, nel pomeriggio, due treni da Roma Termini, il primo alle 14,01 e il secondo alle 17,27, effettueranno la stessa fermata agevolando il ritorno. La nuova disciplina ferroviaria resterà in vigore fino al cambio d'orario di giugno 2010".
"Nei giorni scorsi - ha concluso l'assessore - diverse segnalazioni sono arrivate dai cittadini di Formia anche alla Regione Lazio e all'Assessorato alla Mobilità in relazione alle difficoltà scaturite dall'inizio dei lavori stradali. Era nostro dovere trovare una soluzione adeguata e veloce per lavoratori, studenti e famiglie che utilizzano la ferrovia. Con l'aiuto di Trenitalia ed RFi siamo certi di aver dato una risposta pronta, trovando una soluzione concreta ed utile".