24 marzo, 2010

PROMEMORIA 24 marzo 1999 Italia/Francia - Nel tunnel del Monte Bianco un incidente scatena un incendio che causa 39 morti


Italia/Francia - Nel tunnel del Monte Bianco un incidente scatena un incendio che causa 39 morti.
Il 24 marzo 1999, un camion prende fuoco fermandosi dentro il tunnel. L'incendio, alimentato dalle materie combustibili presenti nel veicolo, è amplificato dall'effetto forno causato dal tunnel e in breve tempo raggiunge enormi proporzioni: i pompieri impiegheranno 53 ore per domarlo. 39 persone muoiono carbonizzate.
Cronologia degli avvenimenti [modifica]
10:46 Un camion prende fuoco dentro il tunnel
10:51 Scatta un primo allarme antincendio
10:55 Viene chiuso l'ingresso francese del tunnel
10:56 Anche l'ingresso italiano viene chiuso
10:58 I soccorsi vengono allertati
11:09 Arrivano i primi mezzi di soccorso
Ogni anno il 23 marzo molti motociclisti si riuniscono all'ingresso del tunnel, per ricordare un uomo, Pierlucio Tinazzi detto "Spadino", addetto alla sicurezza della TmB, che grazie alla sua moto ed al suo coraggio riusci a salvare dal rogo molte vite, ma sfortunatamente entrato nel tunnel l'ultima volta per salvare un camionista, perse la vita sopraffatto dalle fiamme.

Le conseguenze del dopo incidente

Dopo questi drammatici avvenimenti, il tunnel restò chiuso per tre anni e riaperto unicamente per le automobili il 9 marzo 2002, dopo lunghi lavori di riparazione e ristrutturazione (la volta, fortemente danneggiata, è stata completamente rifatta). Questi sono stati i principali interventi adottati dopo il rogo:
La creazione di nicchie ogni cento metri.
Un posto di soccorso è stato costruito nel centro del tunnel, con un veicolo attrezzato allo spegnimento delle fiamme e un gruppo di pompieri presenti in permanenza sul posto.
Costruzione di rifugi collegati ad una galleria d'evacuazione indipendente (sotto la carreggiata).
Costruzione di una sala di comando unica.
Le regole di utilizzo del tunnel sono state cambiate con l'unificazione delle due società concessionarie sotto una unica società, la GEIE (groupement europèen d'intéret èconomique). Sono stati costituiti dei gruppi di lavoro comuni italo-francesi per assicurare la gestione corrente e la sicurezza. È stata interdetta la circolazione ai mezzi che trasportano materiali pericolosi e ai veicoli inquinanti (dal peso superiore alle 3,5 tonnellate e euro 0); la velocità è stata notevolmente ridotta e la distanza di sicurezza tra i veicoli aumentata (150 m tra i veicoli in movimento e 100 m tra i veicoli fermi).
Le prime condanne [modifica]
Il tribunale di Bonneville (Alta Savoia) il 27 luglio 2005 ha emesso una prima sentenza. A conclusione di una lunga istruttoria, il giudice ha considerato che "la catastrofe poteva essere evitata".
Gerard Roncoli, il capo della sicurezza di competenza francese, è stato condannato a trenta mesi di prigione (con la condizionale).
Gilbert Degrave, l'autista del camion che ha originato l'incendio, è stato condannato a quattro mesi di prigione (con la condizionale)
Michel Charlet, il sindaco di Chamonix, è stato condannato a sei mesi di prigione e a 1.500,00 Euro d'ammenda.

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