19 marzo, 2010

Secondo rapporto sui servizi sociali del Lazio: 2.700 strutture e servizi a disposizione di 260mila utenti


Secondo rapporto sui servizi sociali del Lazio: 2.700 strutture e servizi a disposizione di 260mila utenti

Sul territorio laziale sono presenti complessivamente 2.678 strutture e servizi socio-assistenziali, con un incremento del 9,3% rispetto al 2007 (quando erano 2.451). Gli utenti sono 259.887, +5,5% rispetto al 2007 (quando erano 246.374). In particolare, 862 strutture (erano 821 nel 2007, +5%) ospitano 17.324 utenti (+6,4%) e 1.816 servizi (erano 1.630, +11,4%) rispondono ai bisogni di assistenza di 242.563 utenti (+5,4%). A livello territoriale, i maggiori incrementi di utenti nel biennio si registrano nella provincia di Viterbo (+8,2%) e in quella di Roma (+6,7%). Questi i dati rilevati dal Sistema informativo dei servizi sociali del Lazio (Siss), costituito presso l'Assessorato alle Politiche sociali e delle sicurezze della Regione Lazio, che effetua un monitoraggio sistematico e dettagliato dell'offerta socio-assistenziale nel territorio laziale e contenuti nel 2° Rapporto sui servizi sociali del Lazio realizzato con il supporto scientifico del Censis.

"Le attività del Siss, grazie all'importante supporto dato da tutte le Province che hanno fornito i dati relativi ai servizi e alla domanda - ha detto Luigina Di Liegro, assessore alle Politiche Sociali e delle Sicurezze della Regione Lazio - ci hanno permesso di ricavare una fotografia aggiornata delle strutture presenti sul territorio, degli utenti che le utilizzano, delle risorse e delle attività degli uffici addetti ai servizi sociali dei 378 Comuni della regione. Inoltre, attraverso una indagine su un campione di assistenti sociali, operatori, volontari ed esperti, è stato delineato il quadro della domanda di servizi sociali espressa da minori, anziani, adulti con disabilità, immigrati e persone con dipendenze. Tutte le informazioni rilevate sono messe a disposizione dei cittadini e degli operatori sul portale www.socialelazio.it. Inoltre, è in fase di avvio la «Cartella sociale informatizzata», uno strumento che permetterà di seguire in modo efficace tutti i cittadini che si rivolgono ai servizi sociali regionali".

I dati del Rapporto dimostrano che anziani, famiglie, minori e giovani disagiati rappresentano quasi il 90% dell'utenza dei servizi sociali nel Lazio. Tra il 2007 e il 2009 le strutture e i servizi per famiglie, minori e giovani si sono rafforzati (+13,5%), mentre la relativa utenza è aumentata dell'8,9%, passando da 62.999 persone nel 2007 a 68.634 nel 2009. Cresce il numero di asili nido, da 542 a 663 (+22,3%). E aumenta il numero dei bambini che li frequentano, da 22.537 a 27.851 (+23,6%), soprattutto nella provincia di Roma (+35,4%) e nel comune di Roma (+25,6%). Per gli anziani ci sono 1.080 strutture e servizi (erano 1.038 nel 2007), mentre l'utenza è cresciuta da poco più di 174 mila a 180.494 unità (+3,6%). Gli utenti anziani sono aumentati soprattutto nella provincia di Rieti (+8,6%). La rete socio-assistenziale del Lazio si completa con 195 comunità alloggio (erano 187 nel 2007: +4,3%), 180 strutture e servizi per 2.841 adulti con disabilità (+0,4%), 47 strutture e servizi per 2.990 donne in difficoltà (+8%), 23 strutture e servizi per 1.192 persone affette da patologie invalidanti (+21,1%), come l'Alzheimer, 21 strutture di prima accoglienza per 1.054 utenti immigrati (+4,9%). Dall'indagine sulla domanda sociale nel Lazio emerge in primo luogo l'importanza del disagio relazionale, visto che il 61,7% degli operatori intervistati ha indicato nel conflitto intrafamiliare il disagio più rilevante tra i minori. Il 47,1% del campione ha sottolineato il disagio economico nel caso degli anziani, ma il 46,4% la solitudine. Per gli adulti con disabilità, il 55,6% degli operatori intervistati ha indicato i disagi relazionali, di sostegno morale e di compagnia. Per gli immigrati, invece, contano di più i disagi materiali, visto che l'85% degli intervistati ha segnalato il lavoro nero e il 64,5% le difficoltà economiche. Il ruolo della famiglia resta comunque centrale. Per il 90% degli operatori intervistati, quando l'offerta pubblica e convenzionata non basta, i famigliari pagano di tasca propria badanti o strutture private per soddisfare le necessità degli anziani. Secondo l'80,8% del campione, sono i parenti a fornire direttamente l'assistenza ai disabili in caso di inadeguatezza della copertura pubblica e convenzionata. Per il 69,5% degli operatori intervistati, anche nel caso dei minori è la famiglia a farsi carico dei bisogni se l'offerta pubblica e convenzionata non è sufficiente. Nel caso dei soggetti affetti da dipendenze, oltre alla famiglia (indicata da più del 62% degli intervistati) viene richiamato il ruolo dei volontari (da oltre il 53% degli intervistati). Secondo più del 64% del campione, anche per gli immigrati sono soprattutto i volontari a fare supplenza. Per il futuro è forte la richiesta di attivare o potenziare servizi di supporto alle famiglie: gli assistenti familiari per bambini di età inferiore ai tre anni (il 54% degli intervistati chiede di attivarli dove non ci sono), l'assistenza domiciliare (il 71% chiede di potenziare quella rivolta ai minori, più dell'87% quella per gli anziani e l'85% di attivarla per i disabili dove non c'è ancora), la semiresidenzialità (oltre il 57% chiede di attivarla per gli anziani, il 58% per le persone affette da dipendenze) e i centri diurni (il 60,5% chiede di potenziarli per gli adulti con disabilità e il 58,6% di potenziare quelli per gli anziani). Dallo studio emerge anche che, tra le dipendenze, nel Lazio è in netta crescita l'alcolismo (il 34,4% degli operatori intervistati ritiene che è molto aumentata la presenza di alcolisti nel distretto in cui vive o opera) e la diffusione delle droghe pesanti, in particolare la cocaina (per il 32% del campione).

"Questi dati - ha concluso l'assessore Di Liegro - ci permettono di monitorare con precisione le esigenze dei cittadini e di programmare i nostri interventi sulla base dei bisogni e delle emergenze sociali più allarmanti (alcolismo, assistenza familiare, disagio psichico, supporto agli anziani, ecc.), su cui, come dimostrano le percentuali in crescita rilevate dallo studio, in questi anni, la Giunta regionale ha investito molto, potenziando la rete di servizi sociali su tutto il territorio della nostra regione".

Questi dati sono una prima anticipazione del 2° Rapporto sui servizi sociali del Lazio, che verrà presentato nei prossimi mesi.

Nessun commento: