27 maggio, 2010

PROMEMORIA 27 maggio 1999 - Il Tribunale Internazionale dei Crimini di Guerra dell'Aia, incrimina Slobodan Milošević


Il Tribunale Internazionale dei Crimini di Guerra dell'Aia, incrimina Slobodan Milošević e altre quattro persone per crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nel Kosovo.
Slobodan Milošević in cirillico Слободан Милошевић, pronuncia IPA (Požarevac, 20 agosto 1941 – L'Aia, 11 marzo 2006) è stato un politico serbo.
È stato presidente della Serbia e della Repubblica Federale di Jugoslavia come leader del Partito Socialista Serbo (SPS).
Accusato di crimini contro l'umanità per le operazioni di pulizia etnica dell'esercito jugoslavo contro i musulmani in Croazia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo, contro di lui era stata mossa anche l'accusa di aver disposto l'assassinio di Ivan Stambolić, suo mentore negli anni ottanta e suo possibile avversario nelle elezioni presidenziali del 2000.
ilošević è eletto presidente della Repubblica Federale Jugoslava (cioè Serbia e Montenegro) nel novembre del 1996. Annulla i risultati delle elezioni municipali dello stesso anno, vinti dalla coalizione d'opposizione Zajedno (Insieme). Questo provoca enormi manifestazioni popolari a Belgrado e l'intervento dell'OCSE. Milošević riconoscerà i risultati 11 settimane più tardi. Nelle successive elezioni presidenziali serbe non viene rispettato alcuno standard di legalità e correttezza: le consultazioni vengono vinte da Milan Milutinović, stretto collaboratore di Milošević.
In Kosovo si intensificano gli scontri tra UCK, l'esercito di liberazione albanese, e la polizia federale. Nella provincia erano presenti inoltre truppe paramilitari serbe, che non godevano ufficialmente dell'appoggio di Belgrado e che agivano secondo Milošević e alcuni osservatori del tutto autonomamente. La strage di Račak, con la morte di 40-45 kosovari di etnia albanese, apparentemente giustiziati, acuisce la crisi, anche se tutt'oggi permangono forti dubbi sulle responsabilità e le autorità serbe hanno negato di aver effettuato esecuzioni di massa. A Rambouillet falliscono i tentativi di mediazione tra governo federale e gruppo di contatto (USA, Russia, Francia, Germania, Regno Unito e Italia) sullo status della provincia. Tra marzo e giugno del 1999 la NATO bombarda la Jugoslavia (Operazione Allied Force), colpendo anche molti obiettivi civili, fino al completo ritiro dell'esercito dal Kosovo.
Isolato a livello internazionale e interno (il Montenegro non riconosceva più le istituzioni federali), Milošević si ricandida alle elezioni del 24 settembre 2000, grazie ad una riforma costituzionale.
Viene sconfitto da Vojislav Koštunica, un nazionalista moderato, a capo di tutta l'opposizione, e il 6 ottobre è costretto, dopo una grande manifestazione con l'occupazione del parlamento, a riconoscere la sconfitta.
Il primo ministro serbo Zoran Đinđić lo consegna al Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia (l'Aia) il 28 giugno 2001, nonostante la contrarietà di Koštunica e di parte dell'opinione pubblica serba.
Milošević non riconosce la validità legale del tribunale, facendo appello alle leggi del diritto internazionale.

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