26 giugno, 2010

PROMEMORIA 26 giugno 1819 – Viene brevettata la bicicletta


Viene brevettata la bicicletta
La bicicletta è un veicolo a propulsione muscolare umana costituito da un telaio cui sono vincolate due ruote allineate una dietro l'altra e dotato di un sistema meccanico per la trasmissione della potenza alla ruota motrice.

Il velocipede ebbe una rinascita a Parigi verso la fine degli anni 1860. Costituito da una ruota anteriore di diametro leggermente maggiore a cui erano ora connessi pedivelle e pedali, era chiamato le velocipede bicycle da cui il termine biciclo, ma venne soprannominato anche boneshaker (scuotiossa) a causa della struttura delle ruote: in legno rivestite di ferro (non era ancora stato introdotto il copertone pneumatico) dovevano vibrare in modo spaventoso durante la corsa. L'avvento della boneshaker fu preceduto dall'improvvisa popolarità del pattinaggio a rotelle quando si iniziarono ad aprire le piste di pattinaggio. Coloro che riuscivano a cavarsela con i pattini ai piedi non avvertirono più la paura di montare su un velocipede con i piedi staccati da terra e poggiati sui pedali.
L'origine dell'idea della boneshaker è tuttora una questione aperta all'interno della ICHC, ma si è al momento d'accordo nel ritenere il 1864 come il primissimo anno della sua comparsa a Parigi. C'è chi sostiene le rivendicazioni per il modello di Ernest Michaux e dell'emigrato Pierre Lallement, che ottenne un brevetto negli USA nel 1866, chi quelle per il modello a pedalata posteriore di Alexandre Lefebvre.
I nuovi viali di Parigi pavimentati a macadam (un tipo di tecnica di costruzione stradale inventata da John L. McAdam che consisteva di alcuni strati di sassi consolidati e livellati tramite compressore e dotata di canali di scolo laterali) avevano semplificato l'andare in velocipede, sebbene, imitando la tecnologia delle carrozze per la costruzione di massicci telai d'acciaio, il peso era raddoppiato a quasi 45 chili (100 libre). Un ulteriore comodità fu portata con l'introduzione di copertoni di gomma solida e del primo cuscinetto a sfere.
Il numero delle invenzioni e dei brevetti sali rapidamente, specialmente negli USA: un ex curatore del Museo della Bicicletta d'America, Jim Hurd, riferì che all'alba del nuovo secolo, a Washington, due edifici erano dedicati a custodire qualsiasi tipo di brevetto americano. Uno di questi era stato interamente riservato solamente ai brevetti sulla bicicletta.
Necessitano una menzione anche i primi tentativi di introdurre la trazione posteriore per superare gli svantaggi di quella anteriore (la difficoltà nel mantenere la pedalata mentre si sterza e la velocità limitata), anche se dovranno passare altri 40 anni prima che questa si affermi definitivamente diventando d'uso comune. Furono pubblicati numerosi progetti tra cui quello già menzionato di A. Lefebvre. Qualcuno faceva uso di una catena, altri, come il velocipede di Thomas McCall del 1869, di aste e pedivelle. Anche a Kirkpatrick MacMillan, un fabbro scozzese, viene attribuito un progetto del 1839 di un velocipede a trazione posteriore ottenuta usando delle pedaliere fissate frontalmente che trasmettevano la potenza alla ruota posteriore tramite delle aste (una copia di questo modello è esposto al Museo delle Scienze di Londra). La similitudine tra il progetto di McCall e McMillan è stata in passato oggetto di una controversia sull'attribuzione dell'idea originale.
Le High Bicycle [modifica]

(Bicicletta Alta, ma in italiano è anche conosciuta come “Gran Bi”) fu la logica estensione del progetto della boneshaker: la ruota anteriore venne enormemente ingrandita fino al limite della misura interna della gamba del ciclista (più larga era la ruota più lontano si andava con una sola pedalata), quella posteriore fu accorciata ed il telaio reso più leggero. Eugene Meyer viene ora considerato il padre della High Bicycle dalla ICHC al posto di James Starley. Nel 1869 Meyer inventò le ruote con i raggi (riducendo sensibilmente il loro peso) e produsse un bel modello di High Bicycle fino agli anni 1880.
James Starley a Coventry aggiunse i raggi tangenti (offrono maggiore stabilità e resistenza alla ruota di quelli radiali) e lo scalino di monta alla sua famosa versione di High Bicycle chiamata Ariel o anche Ordinary (Ordinaria). Egli è giustamente considerato come il padre dell'industria ciclistica inglese, che arrivò a primeggiare in tutto il mondo, con i centri di produzione concentrati a Coventry, Birmingham e Manchester. I cuscinetti a sfere (dal 1875), i copertoni solidi e i telai di acciaio a sezione cava divennero degli standard. A seconda della lunghezza della gamba del ciclista, la ruota anteriore ora poteva raggiungere un diametro fino a 1,5 metri (60 pollici). Tanto che in Inghilterra queste Ordinarie erano chiamate anche Penny Farthing in quanto la ruota anteriore più grande era rappresentata dal grossa moneta del penny e la posteriore da quella molto più piccola del farthing. Erano perciò più veloci ma anche insicure.


Una bicicletta Ordinaria o Penny Farthing
Il ciclista si trovava con il baricentro molto distante da terra, accovacciato in modo precario sopra la ruota anteriore. Potendo ora raggiungere velocità elevate, anche una piccola asperità del terreno poteva portare come risultato ad una caduta in avanti procurandogli gravi lesioni o perfino la morte. "Cadere in avanti di testa" era un termine frequentemente usato senza accezioni umoristiche per descrivere questo abituale problema. La natura pericolosa di queste biciclette significò che il loro uso venne riservato ai giovani uomini avventurosi, rendendole poco attraenti per il grande pubblico. La bicicletta americana Star era derivata da una Ordinaria invertendo l'ordine delle due ruote: ora però c'era il pericolo di cadere all'indietro quando si correva in salita.
Le persone più anziane e le donne preferivano invece i più stabili tricicli o quadricicli, come per esempio il Salvo Quadricycle di Starley, rinominato Royal Salvo in onore della Regina Vittoria che ne usava uno.
Negli Stati Uniti fu Alexander Pope di Boston che monopolizzò la produzione delle Ordinarie dal 1876 e fu promotore del "movimento per le buone strade" (Good Roads Movement) così chiamato perché si batteva per il miglioramento delle condizioni di viabilità delle strade.

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