20 dicembre, 2010

PROMEMORIA 20 dicembre 1960 - Viene costituito il Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam


Viene costituito il Fronte Nazionale per la Liberazione del Vietnam
« Nessun vietcong mi ha mai chiamato negro »
(Cassius Clay, motivando il suo rifiuto alla leva militare in Vietnam)
Viet Cong (Việt Cộng) era il gruppo di resistenza sud vietnamita ai vari governi filoamericani dell'epoca. Il termine è un'abbreviazione e significa comunista del Vietnam, in virtù del fatto che il comunismo (il partito Lao Dong - partito dei lavoratori) era una forte componente della resistenza, ma non l'unica.

Fronte di liberazione nazionale
L'FLN (fronte di liberazione nazionale del Vietnam del sud), era una delle componenti fondamentali della resistenza. Era un movimento politico con buona componente nazionalista in cui confluivano diverse correnti di pensiero, sia comuniste, sia correnti abbastanza neutrali. Il suo leader era Nguyen Huu Tho.
Nato nel 1960, suoi obiettivi erano quelli dell'indipendenza del Vietnam del sud dalla dittatura del regime filoamericano di Ngo Dinh Diem e dei suoi successori (anche dagli americani), la realizzazione di un governo che risollevasse il paese (inteso come Vietnam del sud) sia sul piano politico che su quello economico/sociale, prima della riunificazione pacifica del Vietnam. Questi obiettivi vengono esposti dettagliatamente nel manifesto dell'FLN redatto nel 1960.
L'FLN era la componente più autorevole dell'intero movimento di resistenza, tanto che la bandiera del movimento viene associata all'intero gruppo di resistenza. La bandiera si rifaceva alla bandiera del Vietnam del nord, con l'aggiunta di una metà blu.
Durante la guerra questo movimento venne fortemente appoggiato dall'RDVN (Repubblica democratica del vietnam del nord) e nutriva forti consensi nella popolazione. Dopo la fine del conflitto i rapporti tra FLN e RDVN precipitano per via del cambiato atteggiamento da parte dell'RDVN.

Governo rivoluzionario provvisorio
Il GRP (governo rivoluzionario provvisorio) è stato fondato nell'8 giugno 1969, come alternativa al governo di Saigon. In seguito avrebbe preso parte, seppur in misura limitata, alle trattative di pace. Il GRP era stato fondato durante l'esilio nella giungla delle componenti di resistenza dall'FLN e dal COSVN(quartier generale militare del Lao Dong).
Dopo la fine della guerra il GRP viene considerato un intralcio da parte dell'RDVN, la futura vita politica del Vietnam del sud venne decisa solamente dall'RDVN (che quindi risultava essere l'unico vincitore), infatti si passò direttamente ad una riunificazione forzata del Vietnam, in cui il GRP poteva avere solo un'utilità propagandistica[1].

I combattenti
Il braccio armato dell'FLN era la FALP (forze armate della liberazione del popolo). I nemici che si trovarono ad affrontare erano oltre alle forze armate le ostilità della giungla, anzi secondo alcuni il nemico più pericoloso sul piano militare era rappresentato dal vivere nella giungla, e non dagli avversari.
Chiunque prendesse parte alla lotta per la resistenza perdeva il contatto diretto con i familiari (venendo così a mancare anche un sostegno morale), in alcuni casi i guerriglieri rividero i propri familiari solamente dopo la fine della guerra, mentre generalmente i guerriglieri che provenivano dalle campagne riuscivano a vedere i propri familiari in occasione della concessione delle licenze, recandosi loro stessi nelle campagne. Per quanto riguardava i guerriglieri che provenivano dalle città il discorso era molto più complicato, infatti spesso in questi casi erano le famiglie a venire nella giungla (a volte queste visite si rivelarono drammatiche).
C'è da dire infine che buona parte dei combattenti vietcong non aveva alcun movente politico, infatti erano in molti che si arruolavano con i guerriglieri solo per motivi strettamente personali, per migliorare le condizioni di vita proprie e dei familiari. In alcuni casi i combattenti si schieravano nelle file dei vietcong per vendicarsi della distruzione dei propri villaggi da parte delle forze filoamericane. Per questo motivo alcuni ritenevano che i vietcong talvolta inducevano gli americani ad attaccare un villaggio (attaccando degli avamposti americani in alcuni casi quest'ultimi si ritorcevano nei confronti di qualche particolare villaggio nella zona).

Vita nella giungla
Vivere nella giungla rappresentava per i vietcong un vero problema. Infatti alcune delle maggiori preoccupazioni in ambito militare del conflitto derivava dal vivere nella giungla: nella giungla il primo nemico non erano gli americani o gli nguy ("fantocci", termine con cui indicavano il governo di Saigon e le sue truppe), ma la malaria, che pochissimi riuscivano ad evitare (Truong Nhu Tang:2008). Infatti i bombardamenti dei B-52, seppur arrecavano danni di certo non trascurabili, tra il 1968 e il 1970 non uccisero nessun capo civile o militare. I principali problemi erano rappresentati dalla malnutrizione e dalle malattie, quali ad esempio la malaria. Per capire quanto fosse diffusa la malaria, basti pensare che persino il ministro della sanità dell'RDVN, quando giunse nella giungla per valutare la situazione, venne colpito fatalmente dalla malattia.[senza fonte]
Per quanto riguarda la nutrizione, le razioni giornaliere comprendevano pochi chilogrammi di riso, acqua, e assoluta mancanza di carne, quindi la nutrizione garantita dalle razioni era carente sia dal punto di vista della quantità che della qualità. Per colmare questa mancanza molti guerriglieri cercarono, qualora gli eventi glielo consentissero, di allevare polli o maiali, in altri casi la malnutrizione porterà i guerriglieri a cercare cibo nella giungla, e quindi a cacciare (e mangiare) animali esotici come elefanti o leopardi. Nei casi più fortunati arrivava qualche rifornimento speciale dalla Cambogia.
Poi tra le altre problematiche offerte dalla giungla è da segnalare la presenza dei serpenti velenosi, verso cui i vietcong erano particolarmente vulnerabili per via anche delle calzature leggere. Il rettile più letale era il "cham guap": il suo veleno era quasi istantaneo richiedendo così ottimo tempismo nell'applicazione dell'antidoto.

Le incursioni aeree
Ovviamente vivere nella giungla in una guerra non era l'unico problema. Per quanto riguarda gli scontri militari con l'esercito di Saigon era sentito tra le file dei vietcong il problema delle incursioni aeree. Inizialmente i guerriglieri erano particolarmente indifesi, molti dei rudimentali bunker cedevano all'esplosione di una bomba ad un chilometro di distanza e soprattutto i guerriglieri non erano capaci di prevederli.
La situazione cambia in un secondo momento quando i vietcong ricevono aiuto da parte dei servizi segreti russi che, mantenendo agenti appostati nelle vicinanze delle basi di partenza dei B-52, informavano il COSVN e a sua volta i vari gruppi della resistenza. Queste previsioni permisero ai vietcong di maturare adeguate strategie difensive che consistevano semplicemente nell'evacuare i bunker fino alla fine dei bombardamenti. Queste evacuazioni a volte duravano giorni.
Per quanto riguardava invece gli attacchi di fanteria, non sembra che fosse considerato un problema da parte dei vietcong, anzi su questo piano sembravano abbastanza avvantaggiati per via della conoscenza del territorio.

L'armamento
Il movimento di resistenza non poteva contare su un arsenale simile a quello posseduto dalle truppe di Saigon o dall'esercito americano: era pur sempre un movimento di resistenza.
Le armi e i rifornimenti venivano recuperati da canali clandestini, per esempio dalla Cambogia e, cosa che sorprende, arrivavano anche dall'esercito nemico, oppure dal nord (attraverso il famoso sentiero di Ho Chi Minh) i materiali forniti da cinesi e russi. Sia i rifornimenti dalla Cambogia sia quelli dall'ARVN (esercito della repubblica del Vietnam) furono importanti, per quanto riguarda la Cambogia infatti degli imprenditori realizzarono una sorta di emporio o spaccio per i guerriglieri in alcune zone confinanti, mentre per quanto riguarda i rifornimenti provenienti dall'ARVN, c'è da dire che c'era un commercio molto attivo fra i guerriglieri e gli ufficiali di più alto grado dell'ARVN.
Comunque l'arsenale rimaneva sempre limitato, infatti in molti casi i guerriglieri si armavano alla meglio, recuperando talvolta munizioni e armi tra i caduti nemici. Ad esempio i guerriglieri avevano dei veri e propri laboratori per il recupero delle bombe inesplose. I guerriglieri usavano anche armi non convenzionali, in particolare trappole di varia natura. Oltre alle semplici mine (talvolta realizzate usando granate inesplose) realizzavano trappole con il bambù che si azionavano a scatto e trafiggevano il corpo dei malcapitati. Per evitare che gli stessi guerriglieri cascassero in queste trappole si preoccupavano di porre degli opportuni segnali nella zona della trappola, segnali che variavano di zona in zona rendendo l'dentificazione generale da parte delle truppe nemiche abbastanza difficile.

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