11 gennaio, 2012

PROMEMORIA 11 gennaio 1944 – Verona: fucilazione di Galeazzo Ciano, Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi


Verona: fucilazione di Galeazzo Ciano, Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi, condannati a morte per aver sfiduciato Mussolini nella seduta del Gran Consiglio del 25 luglio 1943
Ciano fu infatti estradato in Italia, sotto esplicita richiesta del neonato Partito Fascista Repubblicano, il 18 ottobre 1943 per essere incarcerato; anche Edda ed i figli vennero rimpatriati (sempre nel territorio della Repubblica di Salò).

Ad opera di Alessandro Pavolini si allestiva infatti il processo ai "traditori" del 25 luglio, ed il voto al Gran Consiglio fu considerato alto tradimento (sebbene si trattasse giuridicamente di una grossolana forzatura, resa peraltro di improbabile giustificabilità procedurale con l'applicazione di norme penali retroattive) e, dopo un drammatico processo pubblico, noto come il processo di Verona, Ciano venne riconosciuto colpevole insieme a Marinelli, Gottardi, Pareschi ed al vecchio Maresciallo Emilio De Bono (oltre che a molti altri gerarchi contumaci). L'11 gennaio 1944 avvenne la sua esecuzione al poligono di tiro di Verona, insieme agli altri quattro ex-gerarchi. La morte fu affrontata dal genero del Duce con grande fermezza d'animo e dignità. Ciano non venne ucciso immediatamente, fu necessario il colpo di grazia con due proiettili alla testa. Un cineoperatore tedesco realizzò dell'esecuzione un crudo filmato, che scomparso nel nulla durante i primi governi De Gasperi, è stato ritrovato grazie a Renzo De Felice.
Si è molto discusso se questa conclusione significò che Mussolini non volle proteggere il suo congiunto, o semplicemente che non poté. Molti osservatori fanno notare che se Mussolini avesse commutato la condanna a morte di Ciano, lui stesso avrebbe perso ogni residua credibilità (tuttavia fu proprio Alessandro Pavolini ad impedire che al Duce fossero inoltrate le domande di grazia, la notte precedente l'esecuzione). È noto che quando venne informata, Edda, sinceramente innamorata di Ciano, attraversò mezza Italia con mezzi di fortuna per raggiungere il quartier generale della RSI e quindi la prigione, ma tutti i suoi tentativi di soccorso, comprese le intuibili drammatiche suppliche al padre (che pure la teneva per figlia prediletta), furono vani.
Ad ogni modo, dopo l'esecuzione Edda fuggì in Svizzera portando con sé i diari del marito, nascosti sotto la camicetta. Il corrispondente di guerra Paul Ghali del Chicago Daily News apprese del suo segreto internamento in un convento svizzero ed organizzò la pubblicazione dei diari. Essi rivelano la storia segreta del regime fascista dal 1939 al 1943 e sono considerati una fonte storica primaria (i diari sono strettamente politici e contengono poco della vita privata di Ciano).

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