10 aprile, 2012

PROMEMORIA 10 aprile 1991 – Italia: fuori da Livorno un traghetto italiano, il "Moby Prince, si scontra con una petroliera per cause incerte.


Italia: fuori da Livorno un traghetto italiano, il "Moby Prince, si scontra con una petroliera per cause incerte, provocando 140 morti.Alle ore 22:03 del 10 aprile 1991, il traghetto Moby Prince, in servizio di linea tra Livorno e Olbia, mollò gli ormeggi per la traversata. A bordo era presente l'intero equipaggio, formato da 65 persone agli ordini del Comandante CSLC Ugo Chessa e 75 passeggeri. Il traghetto, durante la percorrenza del cono di uscita del porto, colpì con la prua la petroliera Agip Abruzzo, penetrando all'interno della cisterna numero 7, contenente circa 2700 tonnellate di petrolio Iranian Light. Alle ore 22:25, il marconista di bordo lanciò il Mayday dal VHF portatile, e non dalla postazione radio, dato che, come stabilito anche dal punto in cui fu ritrovato il cadavere, al momento dell'impatto non si trovava in sala radio. Purtroppo il flebile may day lanciato dalla Moby Prince non venne udito immediatamente dalla Capitaneria di Porto.
Parte del petrolio che fuoriuscì dalla cisterna n. 7 della petroliera Agip Abbruzzo si riversò in mare, parte invece investì in pieno la prua del traghetto. In seguito allo sfregamento delle lamiere dei due natanti prodotto dalla manovra di disincagliamento (indietro tutta) operata dal Comandante Chessa il petrolio si incendiò trasformando repentinamente la collisione in tragrdia.
Non è possibile stabilire esattamente quanto greggio sia stato "spruzzato" sul Moby; secondo l'ingegnere Del Bene, nominato come consulente di Parte civile nel processo, si trattò di una quantità compresa tra le 100 e le 300 tonnellate.
L'incendio sprigionatosi all'esterno della nave probabilmente penetrò all'interno del traghetto a causa della rottura di due coperchi che separavano la coperta prodiera dal garage superiore (probabilmente fino al locale eliche di prua).
Tuttavia l'incendio non si propagò subito a tutta la nave, in quanto il Moby Prince era provvisto di paratie tagliafuoco per impedire la propagazione delle fiamme. Si stima che le fiamme siano arrivate all'altezza del salone De Lux (dove sono state ritrovate gran parte delle 140 vittime) in un tempo sicuramente superiore alla mezz'ora. I soccorsi partirono in mare solo dopo le ripetute richieste di aiuto da parte dell'Agip Abruzzo. Lo scafo in fiamme della Moby Prince non venne individuato fino alle ore 23:35. Il Moby Prince, con i motori ancora in funzione, percorse ancora alcune migliaia di metri, allontanandosi dal punto d'impatto e iniziando a girare in senso circolare e rendendo ancora più difficoltosa la sua individuazione.
Si appurò, in seguito, che l'equipaggio fece sistemare, in attesa dei soccorsi (attesi in brevissimo tempo, visto la vicinanza delle banchine del porto), gran parte dei passeggeri nel salone De Luxe posto a prua della nave e dotato di pareti e porte tagliafuoco. Le fiamme provenivano appunto dalla parte anteriore della nave e, raggiunto il salone, lo "scavalcarono", passando intorno e infiammando tutti gli arredi e le strutture circostanti al suo perimetro. In questo modo il salone De Luxe si trovò esattamente al centro dell'incendio e, quando l'equipaggio si accorse del ritardo dei soccorsi, non fu più possibile evacuare le persone dall'uscita posteriore del salone, tanto meno da quella anteriore, già luogo di provenienza delle fiamme. Gli esami tossicologici rilevarono inoltre un elevatissimo tasso di monossido di carbonio nel sangue delle vittime, sintomo del fatto che in molti sopravvissero per ore (anche in stato di incoscienza) all'incendio, e non tutti quindi morirono a causa delle fiamme nel giro di pochi minuti dall'impatto.
Un fattore che ha contribuito in maniera importante alla mortalità sul traghetto è stato di sicuro il fumo nero e denso originato dalla combustione del petrolio e dei materiali plastici, e in misura minore i gas prodotti dall'evaporazione del petrolio che, concentrati in ambienti ridotti come quelli di un traghetto, hanno aumentato il loro potere soffocante. Ad aggravare la presenza dei fumi e dei gas è poi intervenuto il sistema di aria condizionata e di aria forzata in circolazione sul traghetto, rimasto accesso durante tutto l'evolversi dell'incendio (fu trovato ancora in funzione il giorno dopo l'incidente), che ha distribuito il fumo e i gas tossici anche negli ambienti della nave non direttamente interessati dall'incendio.

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