28 dicembre, 2012

PROMEMORIA 28 dicembre 1943 I fratelli Cervi fatti prigionieri, vengono fucilati dai fascisti nel poligono di tiro di Reggio Emilia.

I fratelli Cervi fatti prigionieri, vengono fucilati dai fascisti nel poligono di tiro di Reggio Emilia. I fratelli Cervi, Gelindo, nato nel 1901; Antenore, nel 1906; Aldo, nel 1909; Ferdinando, nel 1911; Agostino, nel 1916; Ovidio, nel 1918; Ettore, nel 1921, erano i sette figli di Alcide Cervi e di Genoveffa Cocconi ed appartenevano ad una famiglia di sentimenti antifascisti. Dotati di forti convincimenti democratici, presero attivamente parte alla Resistenza e presi prigionieri, furono fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia. La loro storia è stata raccontata, fra gli altri, dal padre Alcide Cervi. L'epilogo Per diverse settimane il gruppo dei Fratelli Cervi riesce a mantenere un'intensa attività militare contro i fascisti, ma successivamente, nella notte tra il 24 e il 25 novembre 1943, durante un rastrellamento, viene sorpreso nell'abitazione dei Cervi dalle pattuglie fasciste insieme ad alcuni partigiani russi, a Dante Castellucci e a Quarto Camurri. Catturati dopo un breve scontro a fuoco vengono trasportati nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia e lì custoditi. I russi e Dante Castellucci, che si era fatto passare per cittadino francese, sono invece trasferiti nel carcere di Parma. Il 27 dicembre avvenne l'uccisione da parte dei partigiani del segretario comunale di Bagnolo in Piano Davide Onfiani e il 28 dicembre i sette fratelli Cervi furono fucilati per rappresaglia[12], per decisione del Tribunale speciale di Reggio Emilia. In un documento della direzione fascista di Reggio Emilia recuperato nel dopoguerra, compare la lista dei sette nomi che qualche dirigente (qualcuno azzarda Mussolini stesso) aveva evidenziato con una parentesi riportando accanto la scritta "sette fratelli?" sottolineata di rosso, quasi ad esprimere perplessità per la decisione. L'8 gennaio del 1944, un bombardamento apre ad Alcide una via per fuggire dal carcere di San Tommaso dove era stato trasferito. Tornato a casa, non viene subito informato della morte dei figli ma, anche quando apprenderà la tragica notizia, riuscirà a riprendersi dal durissimo colpo. Nell'ottobre del 1944 la casa della famiglia Cervi viene incendiata. Il 15 novembre dello stesso anno, forse a causa di questa ulteriore dolorosa esperienza, Genoveffa Cocconi muore di crepacuore. Solo nell'ottobre del 1945 Alcide Cervi potrà far sì che venga celebrato un funerale solenne per i suoi figli. Nel pomeriggio del 28 ottobre, dopo la manifestazione di affetto dei cittadini emiliani, i feretri dei fratelli sono portati al cimitero di Campegine. In questa occasione papà Cervi pronuncerà la celebre frase: "dopo un raccolto ne viene un altro". Per il suo impegno partigiano e per quello dei suoi figli, gli fu consegnata una medaglia d'oro creata dallo scultore Marino Mazzacurati. La medaglia reca da un lato l'effigie di Alcide Cervi e dall'altro un tronco di quercia tra i cui rami spezzati compaiono le 7 stelle dell'orsa. Durante la consegna, Alcide pronunciò un discorso di cui sono ancora ricordate queste parole: "Mi hanno sempre detto… tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta… la figura è bella e qualche volta piango… ma guardate il seme, perché la quercia morirà, e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l'ideale nella testa dell'uomo." Il 27 marzo 1970, all'età di 95 anni si spegne Alcide Cervi. Oltre 200.000 persone si riuniranno a Reggio Emilia per salutarlo per l'ultima volta.

27 dicembre, 2012

PROMEMORIA 27 dicembre 1985 Terroristi palestinesi uccidono venti persone negli aeroporti di Roma e Vienna

Terroristi palestinesi uccidono venti persone negli aeroporti di Roma e Vienna L'evento noto come strage di Fiumicino del 1985 è un duplice attentato terroristico perpetrato il 27 dicembre 1985 a opera di un gruppo palestinese, che contemporaneamente assaltò l'aeroporto di Roma-Fiumicino e quello di Vienna, uccidendo un totale di 16 persone. I feriti furono oltre 100, mentre quattro furono i terroristi uccisi. I due attacchi ebbero luogo con una differenza di pochi minuti l'uno dall'altro alle 9:15 circa.ù L'attacco all'aeroporto di Fiumicino L'azione terroristica fu perpetrata da uomini armati che, dopo aver gettato bombe a mano, aprirono il fuoco con raffiche di mitra sui passeggeri in coda per il check-in dei bagagli presso gli sportelli della compagnia aerea nazionale israeliana El Al e della americana TWA, scegliendo le loro vittime in modo indiscriminato. Nell'attacco all'aeroporto di Fiumicino morirono 13 persone. Tra le vittime, quattro statunitensi, tre greci, due messicani e un algerino. I terroristi che parteciparono alla strage di Fiumicino furono in totale quattro: tre di essi furono uccisi dalle guardie della sicurezza aeroportuale nel corso dell'azione e uno, il capo del commando Mohammed Sharam, fu catturato vivo. L'attacco all'aeroporto di Vienna Nell'attacco all'aeroporto di Vienna si ebbero tre vittime, un israeliano e due austriaci, tra i passeggeri, e decine di feriti.[1] L'attacco coinvolse tre terroristi poi fuggiti su un'automobile rubata: uno di loro, Mongi Ben Aballah Saadaoui, venne ucciso durante l'inseguimento, gli altri due, Abdelaziz Merzaughi e Mongi Ben Ahmed Shaaouali, furono catturati alla fine dell'inseguimento. I terroristi La regia del duplice attentato è stata attribuita al militante e leader politico palestinese Abu Nidal. Secondo quanto riferisce l'ammiraglio Fulvio Martini (all'epoca direttore del SISMI) nella sua autobiografia Nome in codice: Ulisse, i servizi italiani erano stati avvertiti fin dal 10 dicembre della possibilità di un attentato e poi, grazie alle informazioni ricevute dai servizi di un paese arabo amico, il 19 dicembre erano riusciti a restringere il periodo temporale in cui sarebbe avvenuto tra il 25 e il 31 dicembre e ad individuare il bersaglio nell'aeroporto di Fiumicino. Stando a quanto afferma l'ammiraglio, sia le forze di polizia italiane che i servizi alleati furono avvertiti (gli stessi israeliani, dopo questo avvertimento, fecero appostare diversi tiratori scelti in difesa della postazione della compagnia El Al, che furono poi tra i primi ad aprire il fuoco sugli attentatori); tuttavia, sempre secondo Martini, qualcosa non funzionò nella gestione delle forze dell'ordine italiane e nonostante le informazioni ottenute con più di una settimana di anticipo l'azione dei terroristi non venne fermata in tempo.

26 dicembre, 2012

PROMEMORIA 26 dicembre 1898 – Marie e Pierre Curie isolano il radio.

Marie e Pierre Curie isolano il radio. Il radio è l'elemento chimico di numero atomico 88. Il suo simbolo è Ra. La parola radioattività deriva proprio dal nome di questo elemento (per ragioni storiche) anche se non è l'elemento con la maggior radioattività conosciuto. Di colore bianco, annerisce per esposizione all'aria. È un metallo alcalino-terroso presente in tracce nei minerali dell'uranio. Il suo isotopo più stabile, 226Ra, ha un'emivita di 1602 anni e decade in radon. Il radio (dal latino radius, raggio) fu scoperto da Marie Curie e suo marito Pierre nel 1898 nella pechblenda/uraninite della Boemia settentrionale. Studiando la pechblenda, i Curie ne rimossero l'uranio e scoprirono che il materiale restante era ancora radioattivo. Quindi separarono da questo una miscela che consisteva per lo più di bario, che alla fiamma dava un brillante colore rosso e delle linee spettrali che non erano mai state descritte prima. Nel 1902 il radio fu isolato puro, nella sua forma metallica, da Curie e Andre Debierne attraverso la elettrolisi di una soluzione pura di cloruro di radio con un catodo di mercurio e distillazione in atmosfera di idrogeno. Il 20 aprile di quell'anno venne comunicato l'avvenuto isolamento dell'elemento. I prodotti di decadimento del radio furono inizialmente battezzati Radio A, Radio B, Radio C, eccetera. In seguito si capì che erano altri elementi chimici, e precisamente: Emanazione del radio - 222Rn Radio A - 218Po Radio B - 214Pb Radio C - 214Bi Radio C1 - 214Po Radio C2 - 210Tl Radio D - 210Pb Radio E - 210Bi Radio F - 210Po Il 4 febbraio 1936 il radio E divenne il primo elemento radioattivo ad essere sintetizzato artificialmente. Durante gli anni trenta si scoprì che i lavoratori esposti al radio nelle fabbriche che usavano vernice luminescente si ammalavano gravemente, per lo più di anemia e cancro alle ossa: in seguito a queste evidenze cliniche l'uso del radio declinò rapidamente. Il radio infatti viene trattato dall'organismo come il calcio, e depositato nel tessuto osseo, dove la radioattività ne degrada il midollo e può indurre mutazioni nelle cellule ossee. L'aver maneggiato radio per anni è ritenuta la causa della prematura morte di Marie Curie.

23 dicembre, 2012

AUGURI MAMMA VITTORIA

AUGURI MAMMA VITTORIA Oggi si festeggia l’onomastico di tutte le donne e gli uomini che si chiamano Vittoria o Vittorio. Oggi faccio gli auguri alla mia mamma Vittoria….anche se da 20 anni non c’è più ma , per me, c’è SEMPRE AUGURI MAMMA VITTORIA

A Palazzo Incontro la mostra "Fifty Kids" di Elliott Erwitt

A Palazzo Incontro la mostra "Fifty Kids" di Elliott Erwitt Da una selezione di cinquanta scatti è nato “Fifty Kids” di Elliott Erwitt: una mostra, un libro, un progetto. Una raccolta delle più belle immagini di bambini scattate dal grande fotografo Elliott Erwitt in oltre mezzo secolo di storia. Un evento dedicato ai bambini per aiutare altri bambini. Promossa dalla Provincia di Roma nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura e dalla A.D.I.S.C.O. in collaborazione con SudEst57, curata da Chiara Massimello e organizzata da Civita, la mostra sarà aperta al pubblico a Palazzo Incontro – nel cuore di Roma, in via dei Prefetti 22 - dal 15 dicembre 2012 al 17 marzo 2013. L'anteprima per la stampa si è tenuta venerdì 14 dicembre 2012 alle ore 12.00. L'inaugurazione per il pubblico si è svolta nel pomeriggio, a partire dalle ore 18. Agli appuntamenti è intervenuto il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Grazie alla vendita del catalogo e delle stampe fotografiche realizzate per questo progetto a cura dell’artista, “Fifty Kids” sosterrà A.D.I.S.C.O. l’Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale, presente sul territorio nazionale e al momento impegnata per la fine dei lavori di costruzione del nuovo reparto di Day Hospital e degli ambulatori di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Voluto da Francesca Lavazza e dall’artista stesso, il progetto “Fifty Kids” è dunque dedicato ai bambini e nasce per aiutare altri bambini . Figlio di emigrati russi, Elliott Erwitt è nato a Parigi nel 1928 ed ha vissuto la sua infanzia a Milano. Nel 1938 la sua famiglia è tornata a Parigi per poi emigrare negli Stati Uniti, dove è nato il suo interesse per la fotografia. Nel 1949 inizia la sua carriera di fotografo professionista, che lo porta spesso in Europa ed anche in Italia. Nel 1953, invitato da Robert Capa, entra a far parte della prestigiosa agenzia Magnum Photo, di cui sarà più volte presidente. Ad oggi, ha pubblicato oltre venti libri di fotografia e le sue opere sono state esposte nei più importanti musei del mondo. Le fotografie per Elliott Erwitt sono scatti, istantanee, momenti afferrati alla spontaneità e mai in posa. Perché la storia è tutta in quei frammenti colti al volo. Se la fotografia traduce il reale, ci sono realtà che si rivelano solo agli occhi di un grande fotografo. Il suo lavoro colpisce sempre per intuito, intelligenza e talento, sia che fotografi personaggi famosi, buffi o solo di passaggio. Come ha detto Cartier-Bresson, che è stato uno dei suoi maestri, “Elliott ha ottenuto il massimo proponendo una gamma di immagini rubate e sprigionanti un aroma, un sorriso dal suo intimo più profondo”.

PROMEMORIA 23 dicembre 1978 – Disastro aereo a Punta Raisi. Un DC 9 si schianta in mare e muoiono 108 persone.

Disastro aereo a Punta Raisi. Un DC 9 si schianta in mare e muoiono 108 persone. Il disastro di Punta Raisi (23 dicembre 1978) fu la seconda tragedia che riguardò lo scalo palermitano dopo quella del 1972 di Montagna Longa (Volo Alitalia 112) e prima della strage di Ustica del 1980. L'incidente fu attribuito a un errore dei piloti nell'eseguire le procedure per un atterraggio notturno. Il volo Alitalia 4128 era un volo di linea tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Palermo-Punta Raisi con 129 tra passeggeri e membri dell'equipaggio a bordo. Il 23 dicembre 1978, alle ore 00:38, il Mc Donnel Douglas DC-9-32 dell'Alitalia I-DIKQ "Isola di Stromboli" impattò sul Mar Tirreno a circa 3 km a Nord di Palermo, mentre era nella fase di avvicinamento finale alla pista di atterraggio. L'incidente fu attribuito a un errore dei piloti, che ritennero di essere più vicini all'aeroporto di arrivo di quanto in realtà fossero e decisero di effettuare la discesa finale prematuramente. La parte iniziale della discesa, fu effettuata in volo strumentale fino a due miglia dall'aeroporto di arrivo, poi l'equipaggio interruppe la discesa a 150 piedi (50 m) di quota sul mare, e passò a pilotare manualmente cercando di individuare il punto di contatto sulla pista, perdendo però altra quota. I piloti proseguirono la manovra, ormai divenuta pericolosa, in quanto si scorgevano le luci dell'aeroporto. Negli ultimi nove secondi del volo, però, il DC-9 volò quasi allo stesso livello del mare, alla velocità di 150 nodi (280 km/h). Un colpo di vento fece perdere la pochissima quota residua e l'aereo impattò con l'acqua con l'ala destra, spezzandosi in due tronconi e affondando. La maggior parte delle vittime perì per via dell'impatto, alcuni persero la vita per le temperature rigide dell'acqua marina. 21 passeggeri si salvarono e furono recuperati dalle vicine barche da pesca. Morirono nell'impatto in 108: 103 passeggeri e tutti i 5 membri dell'equipaggio. Secondo quanto dichiarato in seguito da alcuni piloti, l'incidente potrebbe essere stato causato da un'illusione ottica che avrebbe tratto in errore i piloti. Sembra infatti che di notte, con particolari condizioni meteo (in particolare con copertura nuvolosa a bassa quota) le luci della pista si potessero riflettere sulle nubi e in acqua, dando l'impressione che la pista si trovasse alcune centinaia di metri prima della sua posizione reale. Il disorientamento tra le informazioni degli strumenti avute durante la prima fase dell'avvicinamento e questa illusione ottica avrebbe contribuito all'incidente.

22 dicembre, 2012

Questa è una foto storica dell’Istituto Poligrafico dello Stato

Questa è una foto storica dell’Istituto Poligrafico dello Stato
molti anni prima che annettesse anche la Zecca dello Stato diventando nel 1978 Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Si tratta dell’ingresso di via Luigi Boccherini posteriore a Piazza Verdi. In questa foto storica sono immortalati molti lavoratori …. ne riconoscete qualcuno???

21 dicembre, 2012

Viabilità: inaugurata Ardeatina bis

Viabilità: inaugurata Ardeatina bis Da giovedì 20 dicembre è aperta la nuova strada provinciale Ardeatina bis che collegherà la Nettunense all'Ardeatina. Ad inaugurare l'infrastruttura, la cui realizzazione è stata finanziata dall’Amministrazione provinciale con 7 milioni di euro, è stato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. All’evento, svoltosi ieri pomeriggio al km 20 di via Ardeatina (incrocio con la provinciale Albano - Torvaianica), ha preso parte l'assessore provinciale alla Viabilità, Marco Vincenzi. Aperte al traffico, oltre all’Ardeatina bis, anche le due rotatorie realizzate al km 20 e al km 15 dell'Ardeatina. Grazie all'Ardeatina bis, lunga 2,5 chilometri e larga 10,5 metri, il flusso veicolare tra l'area sud dei Castelli Romani e la Capitale non dovrà più attraversare i centri abitati di Cecchina e di Pavona

PROMEMORIA 21 dicembre 1937 – Anteprima di Biancaneve e i sette nani al Carthay Circle Theater di Hollywood

Anteprima di Biancaneve e i sette nani al Carthay Circle Theater di Hollywood Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs) è un film del 1937 diretto da David Hand. È un film d'animazione americano prodotto da Walt Disney e distribuito dalla RKO Radio Pictures. Basato sull'omonima fiaba dei fratelli Grimm, è il primo lungometraggio in cel animation della storia del cinema, il primo film d'animazione prodotto in America, il primo ad essere stato prodotto completamente a colori e il primo film prodotto dalla Walt Disney Productions, nonché il 1º Classico Disney.[1] La storia venne adattata dagli storyboard artists Dorothy Ann Blank, Richard Creedon, Merrill De Maris, Otto Englander, Earl Hurd, Dick Rickard, Ted Sears e Webb Smith. David Hand fu il supervisore alla regia, mentre William Cottrell, Wilfred Jackson, Larry Morey, Perce Pearce e Ben Sharpsteen diressero le sequenze individuali del film. Il film venne proiettato in anteprima al Carthay Circle Theatre il 21 dicembre 1937, e distribuito in tutti gli USA il 4 febbraio 1938. In Italia uscì l'8 dicembre dello stesso anno. Dopo la sua prima uscita (prima delle riedizioni) il film aveva incassato un totale di 8 milioni di dollari in tutto il mondo. Il film è stato aggiunto al National Film Registry degli Stati Uniti per essere considerato "culturalmente, storicamente o esteticamente significativo" nel 1989. Era uno dei due film d'animazione a comparire nella lista dei 100 più grandi film americani di tutti i tempi dell'American Film Institute nel 1997 (l'altro era Fantasia, sempre della Disney), al numero 49 della classifica. Ha raggiunto il numero 34 nella revisione del 2007, questa volta come unico film in animazione tradizionale della lista. L'AFI lo ha eletto il miglior film d'animazione americano di tutti i tempi nel 2008.

19 dicembre, 2012

PROMEMORIA 19 dicembre 1996 – Gli accordi di Schengen sono estesi a Norvegia e Islanda.

Gli accordi di Schengen sono estesi a Norvegia e Islanda. Con la convenzione di Schengen si fa riferimento a un trattato (le operazioni per la preparazione del quale si svolsero nell'arco degli anni 1985-95) che coinvolge sia alcuni Stati membri dell'Unione europea sia Stati terzi. Gli accordi, inizialmente nati al di fuori della normativa UE, ne divennero parte con il Trattato di Amsterdam, e vennero integrati nel Trattato sull'Unione europea (meglio noto come Trattato di Maastricht). Gli Stati membri che non fanno parte dell'"area Schengen" (nome con cui i Paesi membri del trattato in questione indicano l'insieme dei territori su cui il trattato stesso è applicato) sono il Regno Unito e l'Irlanda, in base a una clausola di opt-out. Gli stati terzi che partecipano a Schengen sono Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein: fra questi stati e gli stati dell'Unione europea sono ancora possibili controlli doganali per le merci e IVA. Complessivamente, 29 stati europei aderiscono quindi allo Spazio Schengen (o Zona Schengen). Fra questi, tre (Cipro, Romania e Bulgaria) non hanno ancora attuato nella pratica tutti gli accorgimenti tecnici necessari per aderire all'area Schengen, e pertanto, in via provvisoria, mantengono tuttora i controlli alla frontiera. Inoltre uno, Monaco, fa parte dell'Area Schengen tramite la Francia. Altri 2 (San Marino e Vaticano) fanno parte di Schengen di fatto in concomitanza con l'entrata in vigore degli Accordi di Schengen in Italia: con essi il numero degli Stati in cui c'è Schengen sale a 29.

17 dicembre, 2012

PROMEMORIA 17 dicembre 1969 Iniziano i colloqui per il trattato SALT I

Iniziano i colloqui per il trattato SALT I SALT I(Strategic Armaments Limitations Talks), progetto proposto nel 1967 dall'allora Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson all'Urss per la limitazione degli armamenti strategici. Nel 1971 gli esperti dei due paesi convennero sul fatto che gli armamenti strategici erano i missili intercontinentali a lunga gittata (Icbm) e i missili antimissile (Abm), e previdero non tanto una limitazione quanto il congelamento del numero dei missili posseduti dalle due potenze. Il 26 maggio 1972 ebbe luogo la firma del trattato Salt I che prevedeva in definitiva il congelamento del numero dei missili posseduti dalle due potenze.

16 dicembre, 2012

PROMEMORIA 16 dicembre 1985 – A New York, i boss della mafia: Paul Castellano e Thomas Bilotti, vengono uccisi all'uscita di un ristorante, rendendo l'organizzatore dell'assassinio, John Gotti, capo della potente Famiglia Gambino

A New York, i boss della mafia: Paul Castellano e Thomas Bilotti, vengono uccisi all'uscita di un ristorante, rendendo l'organizzatore dell'assassinio, John Gotti, capo della potente Famiglia Gambino Probabilmente la più famosa famiglia, in particolare per il carisma del suo boss Carlo Gambino, uomo capace di tenere le fila dell'organizzazione agendo nell'ombra e senza esporsi. Carattere all'apparenza mite e pacato, Gambino ha diretto per quasi un ventennio l'attività criminale della famiglia (da metà degli anni cinquanta fino alla sua morte per cause naturali, nel 1976) sfruttando la sua rinomata 'invisibilità' e intelligenza. Legato ai valori tradizionali mafiosi, aveva come arma principale l'astuzia più che la violenza. Non fu mai arrestato durante la sua 'reggenza' e pare sia il don che ha maggiormente ispirato il personaggio di Vito Corleone nel film Il padrino. All'apice del potere il clan dei Gambino aveva ai suoi ordini 500 uomini d'onore con 2000 affiliati. Quella dei Gambino si è dimostrata una famiglia dedita al crimine e Thomas Gambino, figlio di Carlo, ha seguito le orme del padre insieme al fratello John. Carlo Gambino aveva, inoltre, un terzo figlio, nato da una relazione con un'altra donna. Il suo nome è Michele (Michael) e, nato nel 1962, gli venne riconosciuta la paternità solo all'età di undici anni;è molto legato alla famiglia Gambino, per il resto si sa solo che vive in Italia e porta il cognome del padre adottivo. Qui avrà un discendente nominato Paolo Gambino.

15 dicembre, 2012

Infrastrutture: Zingaretti e Vincenzi inaugurano Nomentana bis

Infrastrutture: Zingaretti e Vincenzi inaugurano Nomentana bis Da oggi la Nomentana bis è aperta al transito automobilistico lungo l'intero percorso dalla località di Capobianco, nel territorio di Roma, fino all'inizio del centro abitato di Torlupara, nel comune di Fonte Nuova. La nuova infrastruttura, lunga 4 km, finanziata con circa 20 milioni di euro dall'Amministrazione provinciale, è stata inaugurata questa mattina dal presidente Nicola Zingaretti e dall'assessore provinciale alla Viabilità, Marco Vincenzi. Presenti alla cerimonia, i sindaci di Fonte Nuova, Graziano Di Buò, di Guidonia Montecelio, Eligio Rubeis e di Mentana, Altiero Lodi. La Nomentana bis si presenta come una moderna arteria, alternativa all'attuale tratto della Nomentana caratterizzato fino ad oggi da ingorghi quotidiani a tutte le ore del giorno, in particolare in prossimità dei centri abitati di Parco Azzurro, Colleverde e Tor Lupara. La nuova strada, quindi, libera questi quartieri dalla morsa del traffico - circa 20mila mezzi al giorno tra automobili e camion - che nelle ore di punta costringeva gli automobilisti a sopportare file estenuanti superiori anche a 40 minuti. Inoltre, la Nomentana bis dà un contributo determinante nel miglioramento dei collegamenti tra la Capitale e i residenti dell'area sabina, un bacino demografico cresciuto notevolemente negli ultimi anni fino a raggiungere circa 250mila abitanti. Larga 7 metri, 3,5 metri per ogni senso di marcia, l'arteria stradale ha due svincoli in corrispondenza di via Monte Bianco e di via Tor S. Antonio e attraversa la zona del Villaggio Betania in galleria (Colle Gentile) realizzata per ridurre l'occupazione dei terreni e attenuare i rumori in prossimità del centro abitato. Sono stati costruiti, inoltre, 3 viadotti, una galleria artificiale, 3 rotatorie, 3 sottopassi e 3 sottovia. ''Oggi – ha dichiarato il presidente Zingaretti – è una bella giornata per questa comunità. Non è solo l' apertura di una strada ma qualcosa di più: la più importante infrastruttura viaria del decennio nel territorio di Roma. Ringrazio tutti i lavoratori che hanno costruito questa infrastruttura perchè ci hanno creduto e ci hanno davvero dato l'anima. Con questa strada riconfermiamo dignità alla vita di questi territori, risparmiando ore e ore di fila alle persone che spesso si sono trovate bloccate in auto ''. ''Intendiamo lanciare un messaggio culturale - ha proseguito il presidente Zingaretti – e spero che i cittadini vedendo i soldi versati in tasse ritornare loro sottoforma di una infrastruttura utile possano ricostruire il rapporto di fiducia con le istituzioni ''. ''È uno straordinario segnale di qualità del buongoverno - ha concluso Zingaretti - in questi anni abbiamo governato bene la parte del bilancio e questo ci ha permesso di chiudere tutte le opere pubbliche che avevamo in programma. Entro la prossima settimana sarà inaugurata l' Ardeatina bis con le nuove rotatorie ''. ''La Nomentana bis - ha spiegato l’assessore Vincenzi - passa in un territorio in crescita dal punto di vista edilizio e servirà a facilitare la viabilità e a rendere più umanamente vivibile la percorrenza da e per Roma ''. La Nomentana bis rappresenta infatti una tessera fondamentale del mosaico di interventi promosso dall'Amministrazione Zingaretti per rendere snella e veloce la mobilità tra l'area Nord-est del territorio e la Capitale. Sono in corso i lavori per il "Nodo di Ponte Lucano", il complesso sistema di svincoli per migliorare il collegamento tra la Tiburtina e il casello autostradale di Villa Adriana sulla Roma-L'Aquila. Un'infrastruttura finanziata dalla Provincia con circa 25 milioni di euro per decongestionare i centri abitati lungo l'asse della Tiburina, in particolare Villanova di Guidonia e Villa Adriana. È stato approvato in Conferenza dei servizi il progetto di raddoppio della Tiburtina da Setteville all'Albuccione e il nuovo collegamento tra Albuccione e la strada provinciale 28bis, in corrispondenza del casello autostradale di Guidonia sulla bretella Fiano San Cesareo. In questo caso si prevede un investimento di circa 20 milioni di euro. Infine, si è conclusa nei giorni scorsi la conferenza di servizi per il raddoppio del Ponte degli Arci, su via Empolitana, in modo da eliminare le "strozzature" in corrispondenza degli acquedotti di epoca romana e fluidificare il traffico in un'arteria fondamentale per i collegamenti tra Tivoli centro e il casello autostradale di Castel Madama sull'autostrada A24 Roma-L'Aquila.

PROMEMORIA 15 dicembre 1965 – Programma Gemini: lancio della Gemini 6A

Programma Gemini: lancio della Gemini 6A Programma Gemini, o semplicemente Gemini, è il nome del secondo programma di volo umano nello spazio intrapreso dagli Stati Uniti. Pur essendo stato il terzo programma in ordine cronologico ad essere iniziato, venne concluso prima del lancio della prima missione del programma Apollo. Il progetto venne battezzato Gemini poiché la navicella spaziale poteva ospitare un equipaggio di due uomini. Condotto durante il periodo 1963-1966, il suo scopo fu quello di sviluppare le tecniche per i viaggi spaziali avanzati utilizzati poi durante il programma Apollo per portare l'uomo sulla Luna.

13 dicembre, 2012

PROMEMORIA 13 dicembre 1981 – Il Generale Wojciech Jaruzelski dichiara la legge marziale in Polonia

Il Generale Wojciech Jaruzelski dichiara la legge marziale in Polonia La legge marziale in Polonia ((PL) Stan wojenny w Polsce, "stato di guerra in Polonia") si riferisce al periodo di tempo dal 13 dicembre 1981 al 22 luglio 1983, quando il governo comunista della Repubblica Popolare Polacca limitò drasticamente la vita quotidiana con l'introduzione della legge marziale, nel tentativo di schiacciare l'opposizione politica, guidata dal movimento di Solidarnosc. Migliaia di attivisti dell'opposizione furono internati senza accuse formali, e fino a 100 persone vennero uccise. Anche se la legge marziale fu revocata nel 1983, molti dei prigionieri politici non vennero rilasciati fino all'amnistia generale del 1986. Dichiarazione della legge marziale La locuzione in polacco è Stan wojenny, che si traduce letteralmente in stato di guerra' Anche se non c'era una guerra reale al momento, la giunta militare guidata dal generale dell'esercito Wojciech Jaruzelski e dal Consiglio Militare di Salvezza Nazionale (Wojskowa Rada Ocalenia Narodowego, WRON) usurparono per sé i poteri riservati per il tempo di guerra, da cui il nome. Il piano venne presentato ai sovietici prima della dichiarazione del marzo 1981, in particolare al primo ministro sovietico Nikolai Tikhonov. Apparso in televisione polacca alle 06:00 del 13 dicembre 1981, il generale dell'esercito Wojciech Jaruzelski, dichiarò la legge marziale in Polonia. « Oggi mi rivolgo a voi come soldato e come capo del governo polacco. Mi rivolgo a voi riguardo a questioni di straordinaria importanza. La nostra patria è sull'orlo del collasso. I risultati di molte generazioni e la casa polacca che è stata costruita dalla polvere sono in procinto di trasformarsi in rovina. Le strutture dello Stato cessano di funzionare. Ogni giorno offre nuovi colpi per il declino economico (...) Il clima di conflitti, incomprensioni, odio provoca la degradazione morale, supera i limiti di tolleranza. Gli scioperi, la prontezza allo sciopero, e le azioni di protesta sono diventati una norma di vita. Anche i giovani studenti vi sono stati coinvolti. Ieri sera, molti edifici pubblici sono rimasti sequestrati. Grida si levano, di rappresaglie fisiche contro i 'rossi', contro persone che hanno opinioni diverse. I casi di terrorismo, minacce, vendetta e di violenza, anche diretti, sono in aumento. Un'ondata di impudenti delitti, rapine e furti è in corso in tutto il paese. Le fortune della squali del mercato nero, già a milioni, sono in crescita. Caos e demoralizzazione hanno raggiunto la dimensione di una catastrofe. Le persone hanno raggiunto il limite di tolleranza psicologica. Molte persone sono preda della disperazione. Non solo i giorni, ma ciascuna ora sta portando l'intera nazione al disastro (...) Cittadini! Il carico di responsabilità che ricade su di me in questo momento drammatico nella storia della Polonia è enorme. E' mio dovere di prendere questa responsabilità - per quanto riguarda il futuro della Polonia, per la quale la mia generazione ha combattuto su tutti i fronti della guerra e per i quali hanno sacrificato i migliori anni della loro vita. Dichiaro che oggi il Consiglio Militare di Salvezza Nazionale è stata formato. In conformità con la Costituzione, il Consiglio di Stato ha imposto la legge marziale in tutto il paese. Vorrei che tutti capissero i motivi delle nostre azioni. Il nostro obiettivo non è un colpo di stato militare, una dittatura militare (...) Nel lungo termine, nessuno dei problemi della Polonia può essere risolto con l'uso della violenza. Il Consiglio Militare di Salvezza Nazionale non sostituisce gli organi costituzionali del potere. Il suo unico scopo è quello di mantenere l'equilibrio giuridico del paese, per creare le garanzie che dìano la possibilità di ripristinare l'ordine e la disciplina. Questo è il modo migliore per portare il Paese fuori dalla crisi, per salvare il paese dal collasso (...) Mi appello a tutti i cittadini. Un tempo di difficili prove è arrivato. E dobbiamo superarle, al fine di dimostrare che siamo degni della Polonia. Davanti a tutto il popolo polacco e al mondo intero vorrei ripetere le parole immortali: La Polonia non è ancora perduta, finché viviamo ancora! »

12 dicembre, 2012

PROMEMORIA 12 dicembre 2010 Svezia, attentato suicida a Stoccolma 1 morto e 2 feriti, strage evitata. L'attentatore iracheno ha fatto esplodere prima la sua macchina poi si è fatto saltare in aria, secondo una e-mail mandata poco prima del suo gesto l'avrebbe fatto per la presenza dei militari svedesi in Afghanistan e per vignette satiriche contro Maometto.

Svezia, attentato suicida a Stoccolma 1 morto e 2 feriti, strage evitata. L'attentatore iracheno ha fatto esplodere prima la sua macchina poi si è fatto saltare in aria, secondo una e-mail mandata poco prima del suo gesto l'avrebbe fatto per la presenza dei militari svedesi in Afghanistan e per vignette satiriche contro Maometto. Le caricature di Maometto pubblicate il 30 settembre 2005 sul quotidiano danese Jyllands-Posten[1] (e poi sul giornale norvegese ad ispirazione cristiana protestante Magazinet), che hanno scatenato una serie di violente proteste nel mondo islamico, sono dodici illustrazioni satiriche sul profeta dell'Islam. In una di esse, Maometto è raffigurato con una bomba al posto del turbante. Qualche settimana prima il giornale danese Politiken aveva pubblicato un articolo sulla libertà di espressione: gli autori delle vignette intendevano in tale maniera evidenziare come nessun artista volesse illustrare - senza rimanere anonimo - un libro per bambini sulla vita di Maometto, scritto dall'autore danese Kåre Bluitgen. Nel gennaio 2007 una testata saudita annunciò la notizia dell'assassinio di uno dei vignettisti, che sarebbe stato arso vivo. Il governo danese non diede alcuna conferma. Ad oggi è possibile ritenere che si trattasse di una bufala. È da considerare che, per diverse interpretazioni dell'Islam, ogni raffigurazione del profeta è proibita e considerata blasfema. I disegni sono stati resi disponibili anche sul sito danese epaper.jp.

11 dicembre, 2012

PROMEMORIA 11 dicembre 1991 – Nasce a Maastricht l'Unione europea

Nasce a Maastricht l'Unione europea Il Trattato di Maastricht, o Trattato sull'Unione Europea, è un trattato che è stato firmato il 7 febbraio 1992 a Maastricht, sulle rive della Mosa, dai dodici paesi membri dell'allora Comunità Europea, oggi Unione Europea, che fissa le regole politiche e i parametri economici necessari per l'ingresso dei vari Stati aderenti nella suddetta Unione. È entrato in vigore il 1º novembre 1993. Il Consiglio europeo di Maastricht e il Trattato sull'Unione europea Conclusi i lavori della Conferenza intergovernativa, a Maastricht si apriva il 9 dicembre 1991 lo storico Consiglio europeo che avrebbe dato vita al nuovo Trattato. Nella prima giornata furono sciolti gli ultimi nodi sull'Unione economica e monetaria: entro il 1º gennaio 1999 si sarebbe avviata la terza tappa del calendario, con l'introduzione della moneta unica. Più difficile fu superare l'opposizione britannica a questa soluzione e sulle questioni sociali. Venne sancita così la clausola di opting-out attraverso la quale la Gran Bretagna avrebbe potuto rimanere nella futura Unione europea pur senza accogliere le innovazioni che il suo governo avesse rifiutato. Nasceva così per la prima volta l'idea di un'Europa a due velocità. Sul piano della PESC (politica estera e di sicurezza comune), veniva accolta la volontà futura di costituire una difesa comune e si stabiliva che sulle decisioni di politica estera generale sarebbe rimasta l'unanimità, salvo adottare la maggioranza per le “decisioni di applicazione”. Chiusi in tal modo i negoziati, il 7 febbraio 1992 veniva firmata sempre nella cittadina olandese il Trattato sull'Unione europea che da allora sarebbe stato noto come Trattato di Maastricht. Esso comprendeva 252 articoli nuovi, 17 protocolli e 31 dichiarazioni. L'Unione europea così creata veniva edificata sui tre pilastri del progetto Santer, il cui principale sarebbe stato quello noto come "Comunità europea" (CE, in sostituzione della CEE), l'unico a carattere federale rispetto agli altri due – sulla PESC e sugli affari interni – di carattere intergovernativo. L'Unione dispone di un quadro istituzionale unico in quanto le sue istituzioni sono comuni a tutti e tre i pilastri; oltre a quelle canoniche, viene ufficialmente riconosciuto il Consiglio europeo come organo di sviluppo politico. L'Unione europea restava tuttavia una struttura anomala in quanto priva di personalità giuridica e di risorse proprie, a parte quelle della CEE di cui tuttavia non avrebbe potuto disporre.

10 dicembre, 2012

PROMEMORIA 10 dicembre 1980 – Mark David Chapman uccide l'ex Beatle John Lennon

Mark David Chapman uccide l'ex Beatle John Lennon L'omicidio di John Lennon L'8 dicembre 1980, Chapman si appostò davanti all'entrata della residenza di Lennon, il palazzo The Dakota in Central Park a Manhattan (New York City). Quando il musicista uscì di casa, Chapman gli strinse la mano e si fece fare un autografo sulla copertina dell'ultimo album di Lennon, Double Fantasy. Il fotografo Paul Goresh era presente quando John Lennon autografò l'album a Chapman e immortalò la scena in una celebre fotografia che ritrae insieme l'assassino e la sua prossima vittima. Quindi, Chapman rimase sul posto per altre 4 ore in attesa. Alle 22.50, vedendo Lennon che rientrava insieme alla moglie Yoko Ono, Chapman lo chiamò, disse «Hey, Mr. Lennon!» e poi gli esplose contro cinque colpi di pistola. Quattro dei proiettili colpirono Lennon e uno di questi trapassò l'aorta; Lennon fece in tempo a fare ancora qualche passo mormorando «I was shot...» [Mi hanno sparato] prima di stramazzare al suolo perdendo i sensi. Trasportato d'urgenza al Roosevelt Hospital, John Lennon fu dichiarato morto alle 23.07. Al momento dell'omicidio, Chapman aveva con sé una copia de Il giovane Holden. Dopo aver sparato, rimase impassibile sulla scena del crimine, tirò fuori la sua copia del libro e si mise a leggere fino all'arrivo della polizia. Il custode del Dakota Building, Mr. Perdomo, gridò a Chapman: «Lo sai che cosa hai fatto?», al che Chapman rispose con lucida freddezza: «Sì, ho appena sparato a John Lennon». I primi poliziotti ad arrivare furono Steve Spiro e Peter Cullen, che erano di pattuglia sulla 72ª Strada e a Broadway quando sentirono la notizia che un uomo era stato ferito dai colpi di arma da fuoco nei pressi del Dakota. Gli agenti accorsi sul luogo del delitto si accorsero subito che le ferite riportate da Lennon erano molto serie, non potendo aspettare l'arrivo dell'ambulanza decisero di trasportare il corpo di Lennon nell'auto della polizia per portarlo al vicino ospedale Roosevelt Hospital. Chapman venne arrestato senza opporre resistenza. Tre ore dopo il suo arresto, Chapman affermò: «Sono sicuro che una grossa parte di me sia Holden Caulfield, il resto di me deve essere il diavolo». Chapman in seguito dichiarò di essersi recato a New York un'altra volta, in passato, con l'obiettivo di uccidere Lennon, senza riuscirci. Disse anche che le sue azioni avevano lo scopo di ottenere attenzione. Fu accusato di omicidio di secondo grado (secondo la legge statunitense) e si dichiarò colpevole ricevendo, oltre all'ergastolo, una pena supplementare di 20 anni di reclusione. Nel 2000 gli è stata rifiutata la richiesta di scarcerazione sulla parola. Dopo 30 anni trascorsi nel carcere di Attica (a favore dei detenuti del quale, per ironia della sorte, John Lennon aveva cantato in un brano di Some Time in New York City, Attica State), nel 2012 Chapman è stato trasferito in quello di Wende, sempre nello Stato di New York, senza che venisse fornita una motivazione specifica che spiegasse questo trasferimento.[3] Chapman si dichiara un fervente cristiano, e una associazione religiosa ha chiesto la sua scarcerazione[senza fonte]. Yoko Ono e numerosi fans di Lennon, al contrario, hanno chiesto che non venga mai scarcerato. Il 23 agosto 2012, per la settima volta, la commissione giudicante dello stato di New York nega a Chapman la libertà condizionata. Chapman, fervente cristiano, non poteva tollerare l'affermazione fatta da Lennon nella sua canzone God secondo la quale «Dio è solo un concetto col quale misuriamo il nostro dolore» o in Imagine dove lo stesso John affermava di sperare in un futuro dove non esistessero più religioni a dividere il mondo. Inoltre non sopportava il fatto che Lennon predicasse nel testo del brano l'abolizione della proprietà privata («Imagine no possessions...») quando lo stesso Lennon era un ricchissimo milionario. Chapman raccontò di aver ascoltato l'album John Lennon/Plastic Ono Band nelle settimane antecedenti l'omicidio e di aver pensato: « Ascoltavo quella musica e diventavo sempre più furioso verso di lui, perché diceva che non credeva in Dio... e che non credeva nei Beatles. Questa era un'altra cosa che mi mandava in bestia, anche se il disco risaliva a dieci anni prima. Volevo proprio urlargli in faccia chi diavolo si credesse di essere, dicendo quelle cose su Dio, sul paradiso e sui Beatles! Dire che non crede in Gesù e cose del genere. A quel punto la mia mente fu accecata totalmente dalla rabbia.[5] » Dopo l'omicidio, Chapman venne esaminato da dozzine di psichiatri. Egli descrisse la rabbia repressa che covava verso suo padre, accusato di picchiare sua madre. Parlò della sua identificazione con Holden Caulfield e con la Dorothy de Il Mago di Oz, e dei suoi discorsi immaginari con il "piccolo popolo", un gruppo di ometti con cui interagiva nella sua mente. Chapman riferì al giornalista Jack Jones che quando disse alla sua "piccola gente" che era intenzionato a recarsi a New York per uccidere John Lennon, loro lo pregarono di non farlo, dicendogli: «Per favore, pensi a sua moglie. Per favore, Signor Presidente. Pensi a sua madre. Pensi a se stesso». Chapman disse loro che la sua mente era in fermento, e in risposta la reazione del piccolo popolo fu il silenzio

09 dicembre, 2012

PROMEMORIA 9 dicembre 1979 – l'Organizzazione Mondiale della Sanità annuncia la scomparsa del vaiolo; l'ultimo caso era stato registrato due anni prima in Somalia. Il risultato è stato ottenuto grazie alla vaccinazione di massa intrapresa da molti Paesi negli anni settanta. Riserve del virus sono conservate in due laboratori di massima sicurezza, uno in Russia e uno negli U.S.A

l'Organizzazione Mondiale della Sanità annuncia la scomparsa del vaiolo; l'ultimo caso era stato registrato due anni prima in Somalia. Il risultato è stato ottenuto grazie alla vaccinazione di massa intrapresa da molti Paesi negli anni settanta. Riserve del virus sono conservate in due laboratori di massima sicurezza, uno in Russia e uno negli U.S.A L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS, o World Health Organization, WHO in inglese), agenzia specializzata dell'ONU per la salute, è stata fondata il 22 luglio 1946 ed entrata in vigore il 7 aprile 1948 con sede a Ginevra. L'obiettivo dell'OMS, così come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità.

08 dicembre, 2012

Questa sera inizia la festa ebraica di Chanukkà

Questa sera inizia la festa ebraica di Chanukkà Chanukkah o Chanukkà (in ebraico חנוכה o חֲנֻכָּה, ḥănukkāh) è una festività ebraica, conosciuta anche con il nome di Festa delle Luci. In ebraico la parolachanukkah significa "inaugurazione" o "dedica" e infatti la festa commemora la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la libertà conquistata ai Greci. Al regno dei quali apparteneva Eretz Israel nel II secolo a.C.. Il dominatore greco riteneva di far scomparire la specificità giudaica proibendo la pratica della Legge, ma una rivolta armata guidata da Mattatia, un anziano sacerdote della famiglia degli Asmonei, di Modin, cittadina a nord-ovest di Gerusalemme, permise - secondo Zc 4,6 - la vittoria dello spirito sulla forza brutale che minaccia Israele nella sua vita religiosa e spirituale. La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamataErev Chanukah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev. Secondo il procedere del calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25 di kislev. È l'unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi, inizia a kislev e finisce in tevet. In particolare se kislev dura 29 giorni finisce il 3 tevet, mentre quando kislev ha 30 giorni finisce il 2 tevet. È, assieme a Purim, la seconda delle feste stabilite per decreto rabbinico, ovvero delle feste stabilite dopo il dono della Torah.

07 dicembre, 2012

PROMEMORIA 7 dicembre 1988 – In Armenia un terremoto di magnitudo 6,9 della Scala Richter uccide quasi 25.000 persone, oltre a provocare 15.000 feriti e 400.000 senzatetto.

In Armenia un terremoto di magnitudo 6,9 della Scala Richter uccide quasi 25.000 persone, oltre a provocare 15.000 feriti e 400.000 senzatetto. Il 7 dicembre 1988 un violentissimo terremoto valutato intorno agli 11 punti della scala Mercalli provocò circa 25.000 morti ed un numero impressionante di feriti e senza tetto in varie città dell’Armenia. Dinamica dell’intervento Siamo stati trasportati con un aereo militare fino all’aeroporto di Erevan, la capitale, dove siamo giunti alla sera e da dove in pulman siamo stati trasferiti a Spitak giungendovi all’alba. Subito abbiamo montato le nostre tende e poi senza dormire abbiamo cominciato ad operare in un zuccherificio. Prima di operare la polizia ci ha chiesto su quali frequenze trasmettevano le nostre radio portatili. Il nostro operare era estremamente complicato dal fatto che il camminare era intralciato notevolmente dalla melassa che, uscendo dai serbatoi distrutti, aveva invaso la fabbrica facendosi ancor più densa per via del forte freddo. Tantè che nei locali sotto il livello del terreno non abbiamo potuto operare, pena il rimanerci. Abbiamo poi operato in città, sempre discretamente accompagnati e indirizzati dove operare dalla polizia. Questo per il primo giorno, poi avendo constatato che operavamo professionalmente e in tranquillità ed avevamo subito intavolato un buon rapporto con la popolazione, non ci ha più accompagnato. Un effetto del terremoto è risultato evidente dal fatto che il centro della città era distrutto completamente, mentre la periferia molto meno, come se fosse passato qualche cosa che avesse delimitato con precisione i lati esterni del proprio passaggio. Con questo fenomeno il centro del terremoto aveva delimitato il proprio passaggio. Abbiamo operato poi anche nella città di Kirovakan quasi completamente rasa al suolo. Poi siamo andati per i piccoli paesi in montagna, per piste e strade impraticabili sia per il fango che per la neve a controllare case e scuole distrutte. Una volta siamo stati chiamati in una località distante perché via radio ci avevano comunicato che un soccorritore nell’operare era caduto in un pozzo. Per fortuna dopo poco, sempre via radio, ci è stato comunicato il suo salvataggio. Abbiamo parlato con molta gente locale, tutta affabile e cortese e desiderosa di agevolarci. In una delle tende del nostro campo vi era anche un piccola infermeria. Qui era stato portato fra gli altri un soldato ferito gravemente alla testa perché coinvolto in un incidente stradale, ed il nostro dottore-rianimatore riuscì a metterlo in condizioni di essere trasportato, era notte, all’ospedale della capitale distante varie ore di strada di montagna. I superiori del soldato disperavano che potesse essere salvato, ma questo fu possibile tramite il dottore. Dato che operavamo senza farci tanti problemi e perché eravamo autonomi potendo contare su due Land Rover che avevamo portato dall’Italia, un ufficiale in divisa del contingente inglese venne al nostro accampamento per consigliarsi come poter meglio coordinare l’operatività fra i vari gruppi che erano immobilizzati dal fatto che non avevano portato con se mezzi di locomozione. Questo era una cosa estremamente condizionante dato che essi potevano operare in un raggio limitato dalla distanza. Il nostro accampamento di notte dopo un paio di giorni dal nostro arrivo, dovette essere pattugliato da militari che ogni tanto dovevano sparare con i mitra per tenere lontano lupi e cani randagi che si aggiravano nelle vicinanze, attratti dai cadaveri insepolti che giacevano nel cimitero posto vicino al nostro accampamento. Il Presidente dell’allora Unione Sovietica venne di persona a ringraziarci al nostro accampamento. Il nostro è stato un buon operare, visto che pochi giorni dopo dal ritorno, il governo ci ha fatto avere la copia di una stesura dell’accordo avvenuto dopo il nostro intervento, a firma dell’allora ministro degli esteri Gianni De Michelis, , per interventi in caso di calamità naturali con il governo Armeno. A Roma poi fummo chiamati dall’ambasciatore dell’Unione Sovietica il quale, ci consegnò una medaglia. Questa ci dissero che solo a pochi soccorritori sarebbe stata consegnata. Al ritorno avemmo guai con l’aereo dato che come poi ci fu detto una cinghia di plastica che avvolge i pacchi era entrata in un comparto del motore. Dovemmo fare scalo per varie ore nella notte in Turchia. Per fortuna ci accompagnava la Presidente della Croce Rossa italiana la Signora Maria Pia Fanfani, la quale pur essendo tutto chiuso e è riuscita a farci avere del cibo.

06 dicembre, 2012

Due anni di Palazzo Incontro. Appuntamento per giovedì 6 dicembre

Due anni di Palazzo Incontro. Appuntamento per giovedì 6 dicembre Giovedì 6 dicembre, a partire dalle 19.30, Palazzo Incontro, festeggia il suo secondo anno di vita e di densa attività culturale. L’appuntamento è nel cuore della Capitale, in via dei Prefetti 22. Ventiquattro mesi contrassegnati da appuntamenti con l’arte, la cultura e con partecipati momenti di aggregazione. Sono trascorsi infatti esattamente due anni dal rinnovo di Palazzo Incontro e dall’inaugurazione dello spazio Fandango Incontro, il Caffè Letterario con annessa libreria al piano terra. Il 6 dicembre, dalle 19.30 alle 24.00, ci sarà dunque una serata molto speciale sulle note del dj set di Super.Ga e Freak&C, ravvivata dalle incursioni teatrali di Ivan Franek con il suo “teatro di figura” fatto di marionette e burattini. Per chi non avesse avuto finora l’occasione, sarà possibile visitare anche “PPP. Una polemica inversa. Omaggio a Pier Paolo Pasolini”, la mostra realizzata da ventidue artisti contemporanei ed ispirata ai versi delle poesie dell’artista e organizzata dall’Associazione Teorema e la mostra fotografica “Reality - immagini dal set. La creazione di un’opera in 32 scatti” di Eduardo Castaldo. Voluto con determinazione dal Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, Palazzo Incontro rappresenta il luogo dove il Progetto ABC Arte Bellezza e Cultura, ideato dalla Provincia di Roma e da Civita, ha avuto la sua consacrazione. In seguito all'aggiudicazione da parte di Civita della gara per la sua gestione, che comprende anche le spettacolari Domus Romane di Palazzo Valentini, Palazzo Incontro è stato oggetto di un importante progetto di valorizzazione che ne ha trasformato profondamente l'immagine e la sua destinazione d'uso con la realizzazione di una caffetteria, di una libreria e con una riqualificazione generale degli spazi espositivi del primo e del secondo piano. Le competenze di Civita nella gestione e realizzazione di mostre ed eventi, il coinvolgimento di Fandango con le sue specificità nel settore cinematografico e nell'editoria hanno rappresentato la chiave che ha reso possibile la realizzazione di questo ambizioso progetto. A distanza di due anni Palazzo Incontro è ormai diventato un luogo di tendenza ad elevato tasso di iniziative, che ha ampliato, qualificandola, l’offerta culturale della Capitale rispondendo alle sollecitazioni e alle aspettative di un pubblico singolare, curioso, attento, esigente, giovane e per nulla usuale per consumi e fruizione di eventi. Dal 6 dicembre 2010 a oggi, le mostre organizzate presso Palazzo Incontro sono state visitate da oltre cinquantamila visitatori ed è stato teatro di oltre 360 presentazioni di eventi ed esposizioni di varia natura. La nuova ristrutturazione al piano terra del prestigioso stabile ha consentito, tra l’altro, di dare vita a Fandango Incontro, Caffè letterario con sala da tea, ristorazione e annessa libreria. In questo modo Palazzo Incontro ha potuto accrescere e consolidare il proprio ruolo di nuovo “polo culturale” della Capitale, per sostenere la condivisione di esperienze, tradizioni e identità di diversa provenienza. Inaugurato il 6 dicembre 2010 con “Paz e Pert”, la mostra dei disegni di Andrea Pazienza dedicati a Sandro Pertini, il “Presidente partigiano” tanto caro al geniale disegnatore, Palazzo Incontro ha ospitato “Clic! 30 anni di Asia” con il suggestivo reportage fotografico di Tiziano Terzani, “Dante poeta e italiano”, “Una storia italiana”, cinquant’anni di vita del Paese attraverso le figurine Panini, “L’Italia a colori” con le foto dei momenti salienti della nostra vita, dall’Unità d’Italia al 1935. E poi, ancora, “Immagini e parole” di un mondo lontano attraverso gli scatti di Henri Cartier Bresson, “Palacinche”, storia a fumetti di un’esule fiumana e “Habemus Papam”, con le immagini dal set del film. E – infine – “Valentina Movie” dedicata – e per la prima volta a Roma – alla fascinosa e intrigante figura della fotografa scaturita dalla abile matita di Guido Crepax. A queste iniziative si sono poi intervallate le dense giornate dei laboratori teatrali di Giorgio Barberio Corsetti su “Corpo, rete, racconto” e di Ivan Franek con il suo “teatro di figura” fatto di marionette e burattini, oltre alla messa in scena dello spettacolo “Il Castello”, ispirato al romanzo di Franz Kafka, a cura della Compagnia Fattore K. E poi l’Arte contemporanea con le mostre “Paesaggi complicati”, “Non è facile”, “Fragile per sempre” e i tanti spettacoli, incontri, dibattiti, moltissime presentazioni di libri, oltre al ciclo delle “Lezioni civili” dedicato alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino a vent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio che hanno scandito la vita del Palazzo a cavallo della primavera e dell’estate scorsa, con anche la mostra fotografica “Il silenzio è mafia” curata dall’Agenzia Contrasto, diventata anche un piccolo ma prezioso libro-catalogo realizzato dalla Provincia di Roma e ad uso delle scuole. Non sono poi mancati gli incontri di “formazione” dei docenti delle scuole superiori in occasione del ciclo “Cinema&Storia” – arrivato alla quarta edizione –, ovvero il Secondo dopoguerra raccontato ai ragazzi attraverso le immagini del nostro cinema migliore, in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà e Giornate degli Autori. Tutto il Palazzo rimarrà aperto fino alla mezzanotte. L’aperitivo è offerto da Settembrini in collaborazione con Enoteca provinciale romana e Associazione Libera.

PROMEMORIA 6 dicembre 1990 – Un aereo militare fuori controllo vagante per i cieli di Bologna precipita sull'istituto superiore Salvemini di Casalecchio di Reno. Dodici ragazzi di sedici anni muoiono sul colpo, altri 4 restano gravemente feriti. Della strage nessuno sarà ritenuto colpevole

Un aereo militare fuori controllo vagante per i cieli di Bologna precipita sull'istituto superiore Salvemini di Casalecchio di Reno. Dodici ragazzi di sedici anni muoiono sul colpo, altri 4 restano gravemente feriti. Della strage nessuno sarà ritenuto colpevole Il 6 dicembre 1990 un aereo militare in avaria, abbandonato dal pilota, precipita sull'Istituto Tecnico Commerciale e per Periti Aziendali Statale Gaetano Salvemini, provocando la morte di 12 studenti nonché 88 feriti necessitanti di ricovero ospedaliero (a 72 di loro sarà successivamente riconosciuta un'invalidità permanente fra il 5 e l'85 per cento). Il processo finirà senza condanne nel 1998.

05 dicembre, 2012

PROMEMORIA 5 dicembre 1970 – Dario Fo mette in scena per la prima volta Morte accidentale di un anarchico

Dario Fo mette in scena per la prima volta Morte accidentale di un anarchico Morte accidentale di un anarchico è una delle commedie più note di Dario Fo, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1997, rappresentata per la prima volta il 5 dicembre 1970 a Varese da Fo e il suo gruppo teatrale "La Comune". La commedia è dedicata alla "morte accidentale", come ironicamente ricorda il titolo stesso, dell'anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta al commissariato di Polizia di Milano in circostanze inizialmente non chiare, poi archiviate da un'indagine della magistratura come un caso di malore attivo, il 15 dicembre 1969, cadendo dalla finestra del quarto piano durante il suo interrogatorio. A seguito della violenta campagna politica che ne seguì fu ucciso il commissario di polizia Luigi Calabresi. L'allestimento dello spettacolo costò a Fo più di quaranta processi in varie parti d'Italia: per evitare problemi di tal genere Fo spostò l'azione della commedia dall'Italia agli Stati Uniti d'America, dove negli anni venti, nella città di New York, era accaduto un fatto di cronaca simile agli avvenimenti accaduti intorno alla morte di Pinelli che aveva come protagonista Andrea Salsedo, amico di Bartolomeo Vanzetti. L'opera nacque e si sviluppò grazie a dei materiali reperiti dai coniugi Fo (verbali dei processi, articoli di stampa, interviste) e cambiò forma man mano che nuove notizie contribuivano all'approfondimento sul caso Pinelli: fu così che dal 1970 al 1973 si ebbero tre stesure del lavoro.

04 dicembre, 2012

PROMEMORIA 4 dicembre 2005 - Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino ucciso nel 1992 dalla mafia, vince col 66,9% dei voti le prime elezioni primarie del centrosinistra per la Presidenza della Regione Siciliana, superando nettamente l'avversario Ferdinando Latteri.

Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino ucciso nel 1992 dalla mafia, vince col 66,9% dei voti le prime elezioni primarie del centrosinistra per la Presidenza della Regione Siciliana, superando nettamente l'avversario Ferdinando Latteri. Rita Borsellino (Palermo, 2 giugno 1945) è una politica italiana. Dal 2009 è europarlamentare del Partito Democratico. Alla fine del 2005 si è intensificato il suo impegno politico accettando la proposta, veicolata dalla coalizione di centrosinistra nonostante le idee politiche del fratello, simpatizzante del Movimento Sociale Italiano, di candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana nelle amministrative della primavera 2006. La sua candidatura è stata sancita dallo svolgimento di elezioni primarie (il 4 dicembre), nelle quali la Borsellino ha ottenuto il 66,9% dei consensi superando il suo contendente Ferdinando Latteri, rettore dell'Università di Catania. La candidatura della Borsellino è stata sostenuta, in origine, soprattutto dai partiti "minori" di centro-sinistra (SDI, Rifondazione, Verdi, Pdci, Italia dei Valori ed altri), cui si unirono presto i Democratici di Sinistra. Sul fronte opposto era schierata la Margherita con Ferdinando Latteri. È stata designata, dunque, a sfidare il governatore siciliano uscente, Salvatore Cuffaro, candidato della Casa delle Libertà. I risultati dello spoglio la vedono raggiungere il 41,63% dei consensi contro il 53,08% del presidente uscente che viene quindi rieletto. Sebbene il risultato sancisca una sconfitta, risulta tutt'altro che deludente considerando 5 anni prima il suo avversario aveva vinto con il 59,1% e il centrosinistra si era fermato al 36,6%. Infine le preferenze per la candidata Borsellino risulteranno superiori alla somma dei voti per i partiti della sua lista, al contrario dell'avversario. Come candidato alla carica di Presidente miglior perdente approda all'Assemblea Regionale Siciliana. Nel 2007, con Fabrizio Moro, ha girato il video di Pensa, diretto da Marco Risi con la partecipazione degli attori del film Mery per sempre. Alle elezioni politiche del 2008 (13 e 14 aprile), Rita Borsellino è stata in corsa come capolista della Sinistra Arcobaleno per le regionali siciliane in tandem con Anna Finocchiaro del Partito Democratico. La Borsellino ha corso anche come capolista nella circoscrizione Emilia-Romagna e Lombardia per il Senato della Repubblica nelle liste della Sinistra Arcobaleno. Risultata non eletta in entrambe le consultazioni elettorali, ha presentato un ricorso al TAR siciliano contro presunte irregolarità formali, commesse nella provincia di Trapani, riguardanti la presentazione delle liste MpA e PdL, che però nel luglio del 2009 è stato definitivamente respinto. Alle elezioni europee del 2009 è candidata nella circoscrizione Italia insulare come capolista del Partito Democratico e con 229.019 preferenze risulta eletta al Parlamento Europeo. Alle elezioni primarie del Pd del 2009 presenta in Sicilia la lista denominata "Con Rita Borsellino Semplicemente Democratici" a sostegno delle candidature di Dario Franceschini a Segretario Nazionale e Giuseppe Lupo a Segretario Regionale. Il 4 marzo 2012 perde di misura le elezioni primarie del Centrosinistra, svolte per scegliere il candidato a Sindaco di Palermo. Rita Borsellino era appoggiata da una parte del Partito Democratico, da Sinistra Ecologia Libertà, dalla Federazione della Sinistra, dai Verdi e dall'Italia dei Valori. Vincitore della competizione elettorale è risultato Fabrizio Ferrandelli, trentunenne, consigliere comunale uscente, già dell'IdV, appoggiato da una parte del PD e da associazioni della società civile[6]. In occasione delle elezioni regionali in Sicilia del 2012 decide di appoggiare il candidato di Sinistra Ecologia Libertà, Verdi, Federazione della Sinistra e Italia dei Valori, in contrapposizione al candidato del Partito Democratico e vincitore delle elezioni Rosario Crocetta, sancendo così una rottura con il PD con il quale era stata eletta alle Europee.

03 dicembre, 2012

"Nulla su di noi senza di noi !". Le persone con disabilità e le loro famiglie. Appunti per immagin

"Nulla su di noi senza di noi !". Le persone con disabilità e le loro famiglie. Appunti per immagini “Nulla su di noi senza di noi”: da slogan condiviso del movimento internazionale delle persone con disabilità, a mostra rivolta a tutti. Grazie allo sforzo della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), con il sostegno della Provincia di Roma, apre oggi i battenti a Palazzo Valentini un percorso per immagini che ripropone la storia, le azioni, la voglia di partecipazione, delle persone con disabilità e delle loro famiglie. L’esposizione “Nulla su di noi senza di noi” verrà inaugurata nel pomeriggio, a partire dalle ore 18, a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma (Sala della Pace – Sala Stampa), in Via IV novembre, 119/a, e rimarrà esposta al pubblico fino a lunedì 10 dicembre. “Uscire dalla segregazione, superare la marginalità, riappropriarci della libertà è la nostra storia, è la nostra identità”. È questo il messaggio che le persone con disabilità, per voce della FISH, vogliono trasmettere in questo percorso di appunti per immagini. Un modo diverso, quindi, di celebrare il 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità: ricordare il passato, osservare il presente, operare per il futuro. L’evento è stato possibile anche grazie al contributo della Fondazione Roma Terzo Settore, a Roberto Koch di Contrasto e alla entusiastica collaborazione di tante associazioni che hanno messo a disposizione i loro archivi fotografici. Nulla su di noi senza di noi Appunti per immagini Roma, Palazzo Valentini, 4-10 dicembre 2012 Sala della Pace e Sala Stampa Dalle ore 10 alle ore 19

Al via la settima edizione del progetto teatrale "La Provincia va in scena"

Al via la settima edizione del progetto teatrale "La Provincia va in scena" Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e l’assessore provinciale alle Politiche Culturali, Cecilia D’Elia hanno presentato ‘La Provincia va in scena’, presso la Sala Giunta di Palazzo Valentini. Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma e realizzata dall’Associazione teatrale fra i Comuni del Lazio (ATCL), in collaborazione con Fondazione Romaeuropa, Palladium Università Roma Tre - Romaeuropa, Centrale Preneste Ruota Libera Teatro e Municipio Roma 6, “La Provincia va in scena” si svilupperà lungo un arco cronologico di quattro mesi, con i nomi più importanti della scena contemporanea ed i lavori di Armando Punzo e Virgilio Sieni. La nuova edizione de “La Provincia va in scena” si concentra nella città di Roma, riunendo quelli che sono stati i temi e le linee guida delle sei precedenti annualità, dislocate in vari comuni del territorio provinciale: riflessione sui linguaggi del contemporaneo, lavoro sul territorio, sostegno ai giovani drammaturghi. Tre aree tematiche per una ricognizione “nel fare” dell’attuale scena teatrale, sollevando interrogativi, mostrando pratiche, intercettando nuovi percorsi. Le differenti aree tematiche saranno affidate a tre diversi curatori: un approfondimento sul ruolo della regia a cura di Franco Cordelli; la messa in opera di progetti che prevedono il coinvolgimento del territorio a cura di Debora Pietrobono; la presentazione di nuove drammaturgie a cura di Rodolfo di Giammarco. “La Provincia va in scena” si aprirà con il convegno nazionale “Il declino della regia”, curato e coordinato da Franco Cordelli, il 3, 4 e 5 dicembre a Palazzo Valentini, presso la Sala di Liegro. I protagonisti della scena teatrale italiana alimenteranno la discussione e la riflessione sul ruolo della regia in Italia dagli anni 70 fino ad oggi, analizzando estetiche, poetiche e generi, con il supporto di un diverso critico ospite per ogni sessione. Durante i quattro mesi nei quali si svolgerà la manifestazione, saranno diversi i luoghi coinvolti, oltre a Palazzo Valentini: dal Centrale Preneste Teatro al teatro Palladium, nel quartiere Garbatella. "Siamo contenti – ha commentato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti – di poter confermare questo impegno culturale rivolto al teatro, a una rete preziosa di compagnie che riempiono spazi urbani fondamentali che sono i teatri. Non era scontato. Buone politiche di bilancio lo hanno permesso”. “Promuovere iniziative culturali nei luoghi urbani non rappresenta una spesa - ha concluso Zingaretti - ma un tassello di una più ampia strategia che abbiamo voluto tenere in piedi". “Abbiamo inteso così terminare un viaggio - ha spiegato Cecilia D’Elia, Assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma – riportando nella capitale il nostro modo di guardare alla scena contemporanea, come un ambiente variegato di persone, di linguaggi e di estetiche, fatto di momenti di elaborazione e produzione, di rappresentazioni e di irruzioni e conversazioni con il territorio”. L’obiettivo è rilanciare e approfondire una discussione, supportare la creazione in un momento storico difficile, cercare nuove alleanze e forme di coinvolgimento del pubblico, con uno sguardo che volge già al futuro. “Se la “crisi” - ha dichiarato il Presidente dell’ATCL, Alessandro Berdini - è anche un’occasione per ripensare i modelli di spettacolo, per verificare poetiche e strategie dei protagonisti e offrire occasioni ai nomi nuovi del teatro, queste giornate vogliono essere anche un momento per guardare al di là della contingenza e immaginare un futuro”.

PROMEMORIA 3 dicembre 1947 - Un tram che si chiama Desiderio, opera di Tennessee Williams, debutta a Broadway

Un tram che si chiama Desiderio, opera di Tennessee Williams, debutta a Broadway Un tram che si chiama Desiderio o Un tram chiamato Desiderio (in lingua inglese: A Streetcar named Desire) è un dramma scritto dal drammaturgo statunitense Tennessee Williams nel 1947. Il debutto avvenne a Broadway il 3 dicembre 1947 per la regia di Elia Kazan, con Marlon Brando nel ruolo di Stanley Kowalsky, Jessica Tandy in quello di Blanche Dubois, Kim Hunter in Stella e Karl Malden. La prima italiana avvenne il 21 gennaio 1949 al Teatro Eliseo di Roma per la regia di Luchino Visconti. I bozzetti scenografici erano curati da Franco Zeffirelli: la scena era strutturata come lo spaccato di una casa su due piani, con delle quinte dipinte sullo sfondo e dei praticabili per accedere al secondo piano. Fra gli interpreti figuravano Rina Morelli, Vittorio Gassmann, Vivi Gioi e Marcello Mastroianni[3]. Nel 1951 verrà messo in scena una seconda volta, sempre da Luchino Visconti, ma a Milano, al Teatro San Babila

01 dicembre, 2012

PROMEMORIA 1º dicembre 1959 – Guerra Fredda: firma del Trattato Antartico – 12 nazioni, tra cui USA e URSS, firmano un trattato territoriale, che destina l'Antartide come riserva scientifica e vieta l'attività militare su quel continente (questo fu il primo accordo per il controllo degli armamenti durante la Guerra Fredda)

Guerra Fredda: firma del Trattato Antartico – 12 nazioni, tra cui USA e URSS, firmano un trattato territoriale, che destina l'Antartide come riserva scientifica e vieta l'attività militare su quel continente (questo fu il primo accordo per il controllo degli armamenti durante la Guerra Fredda) Il Trattato Antartico, detto anche Trattato di Washington, è un accordo internazionale finalizzato alla definizione dell'utilizzo delle parti disabitate dell'Antartide che si trovano a sud dei 60° di latitudine S. Il trattato costituisce la base del complesso sistema di accordi multilaterali definito come sistema del trattato antartico (Antarctic Treaty System o ATS) L'obiettivo del Trattato è quello di stabilire le linee guida per l'utilizzo pacifico delle risorse del continente e per la preservazione di flora, fauna e dell'ecosistema. Fu stipulato a Washington il 1 dicembre 1959 e firmato dai paesi partecipanti all'Anno Geofisico Internazionale (1957-58). Entrò in vigore il 23 giugno 1961. Tramite il trattato i paesi firmatari con rivendicazioni di sovranità territoriale concordano di interrompere le loro richieste e di rinunciare allo sfruttamento economico o all'utilizzo per scopi bellici del continente, sono infatti interdette le attività di tipo militare e ogni attività che implichi esplosioni nucleari o depositi di materiale radioattivo.