30 marzo, 2013

PROMEMORIA 30 marzo 1985 – Poggio San Lorenzo (Rieti): viene arrestato in una villa Pippo Calò, mafioso siciliano, detto Il Cassiere di Cosa Nostra

Poggio San Lorenzo (Rieti): viene arrestato in una villa Pippo Calò, mafioso siciliano, detto Il Cassiere di Cosa Nostra Giuseppe Calò, soprannominato Pippo (Palermo, 30 settembre 1931), è un criminale italiano, legato a Cosa Nostra. A lui si fa riferimento come il "cassiere di Cosa Nostra" perché era pure fortemente coinvolto nel lato finanziario dell'organizzazione, soprattutto nel riciclaggio di denaro sporco. Il 30 marzo 1985 venne arrestato in via Tito Livio a Roma nel quartiere Balduina, dove si nascondeva sotto falso nome di Mario Agliarolo[11]. Fu uno delle centinaia di accusati al Maxiprocesso che cominciò l'anno seguente dove fu accusato di associazione mafiosa, riciclaggio di denaro e della strage del Rapido 904. Nel 1987 al termine del Maxiprocesso fu ritenuto colpevole e gli fu inflitta una pena di due ergastoli.

28 marzo, 2013

PROMEMORIA 28 marzo 1943 - Nel porto di Napoli scoppia un incendio sulla Caterina Costa carica di esplosivi. Nell'esplosione conseguente muoiono 600 persone

Nel porto di Napoli scoppia un incendio sulla Caterina Costa carica di esplosivi. Nell'esplosione conseguente muoiono 600 persone La Caterina Costa è stata una motonave italiana, protagonista di uno dei peggiori incidenti della seconda guerra mondiale. Si trattava di una grande e moderna motonave da carico - una delle migliori costruite in Italia al tempo - di 8060 tonnellate di stazza lorda, completata nel 1942 per l'armatore genovese Giacomo Costa. Il 21 ottobre 1942 fu requisita dalla Regia Marina e, in virtù delle sue caratteristiche, adibite al trasporto dei rifornimenti sulla rotta più importante, quella per il Nord Africa. Compì quattro viaggi su questa tratta; il 26 dicembre 1942 rimase danneggiata in un attacco aereo su Biserta. Il 28 marzo 1943 si trovava ormeggiata nel porto di Napoli, nella zona prospiciente il rione di Sant'Erasmo, carica di materiale bellico destinato alle forze armate italiane dislocate in Tunisia. Una volta ultimato il caricamento dei rifornimenti - 790 tonnellate di carburante, 1700 tonnellate di munizioni, altro materiale fra cui carri armati, alcune centinaia di militari italiani e tedeschi - sarebbe entrata a far parte di un convoglio diretto a Biserta, in Tunisia. Intorno alle ore 15 del 28 marzo si sviluppò a bordo un incendio, non si sa tuttora se accidentale o doloso, che non poté essere domato e che portò, tre ore dopo, allo scoppio del carico. Ecco la cronaca di Roberto Ciuni, giornalista de il Mattino di Napoli: “Napoli si sveglia ai primi scoppi provocati dalla benzina che si sparge, ardendo, sull’acqua del porto. Buona parte dell’equipaggio si mette in salvo sulla banchina, a cominciare dal comandante della stessa nave, ma i soldati, addormentati sotto coperta, trovano le vie di fuga sbarrate dal fuoco: dei cento italiani alloggiati a poppa non si salva nessuno. Non si tratta di attacco aereo, quindi niente sirene d’allarme. I napoletani sentono le deflagrazioni, vedono pennacchi di fumo, odono le ambulanze che vanno avanti e indietro. Alla direzione dei Vigili del Fuoco l’allarme arriva dieci minuti dopo le due del pomeriggio: in banchina, l’ingegnere Tirone, dirigente dei VVFF capo delle operazioni di soccorso, trova il comandante della nave che lo mette in guardia: sulla «Caterina Costa» c’è un carico di bombe che può scoppiare da un momento all’altro, consiglia di affondarla. Di fronte al rischio, Tirone ritira la sua squadra impegnata a cercare di spegnere l’incendio. Alle 15 un colonnello della Capitaneria di Porto sostiene che non c’è pericolo. Un'ora dopo un maggiore della stessa Capitaneria di Porto informa che non è possibile affondare la nave dato che già tocca il fondo. Alle 17,39, al termine di una giornata dove si sono mescolate leggerezze inaudite da parte di tutti i dirigenti coinvolti, incapacità tecniche dei responsabili militari, ritardi nel chiedere soccorsi adeguati, la «Costa» salta in aria: le fiamme hanno raggiunto la stiva numero due, quella dell’esplosivo. La banchina sprofonda; un pezzo di nave piomba su due fabbricati al Ponte della Maddalena abbattendoli; la metà d’un carro armato cade sul tetto di un palazzo di Via Atri; i Magazzini Generali del porto prendono fuoco; alla Stazione Centrale le schegge appiccano incendi ai vagoni in sosta. Il Lavinaio, il Borgo Loreto, l’Officina del Gas, i Granili, la Caserma Bianchini, la Navalmeccanica, l’Agip: dovunque arrivano lamiere mortali. E dovunque, vetri rotti, porte e finestre sfondate, cornicioni sbriciolati dall’esplosione. Per spegnere l’incendio sul relitto i vigili dovranno lavorare fino all’indomani. Le vittime saranno 549; i feriti, oltre tremila. Tra questi il vice comandante della Capitaneria di Porto ripescato a mare. Se la «Costa» è la prima nave a saltare in aria senza intervento nemico, diverse altre sono state incendiate e affondate durante i bombardamenti, fin dal 20 febbraio, quando le Fortezze Volanti hanno centrato il piroscafo «Caserta». Altre ancora coleranno a fondo nei prossimi mesi. Alla fine le condizioni del porto saranno tali che gli Alleati entreranno in città portandosi un tecnico addestrato alla bonifica di moli, attracchi e bacini sconquassati dalla guerra: l’ingegnere inglese I.A.V. Morse in divisa di contrammiraglio. Sarà lui a far pulizia di relitti e macerie”. L'esplosione fu devastante: il molo sprofondò e tutt'intorno un gran numero di edifici furono distrutti o gravemente danneggiati. I rimorchiatori Cavour e Oriente furono investiti dallo scoppio e affondarono, mentre parti roventi di nave e di carri armati furono scagliate a grande distanza, finendo in via Atri e piazza Carlo III. Altri frammenti raggiunsero piazza Mercato e il Vomero ed altri ancora incendiarono la stazione Centrale; sulla facciata est del Maschio Angioino (Castel Nuovo) sono ancora visibili gli effetti di questa terribile esplosione. Gli oltre 600 morti e gli oltre 3.000 feriti riempirono letteralmente le strade.

Il Portale dei Pagamenti On Line della Provincia di Roma si rinnova e si arricchisce di contenuti

Il Portale dei Pagamenti On Line della Provincia di Roma si rinnova e si arricchisce di contenuti Nuova veste grafica ed ulteriori contenuti per il Portale dei Pagamenti On Line dell’Amministrazione provinciale di Roma. Per continuare il percorso di innovazione e semplificazione nel rapporto tra cittadini e Provincia di Roma, i servizi offerti dal Portale dei Pagamenti sono stati estesi ad altre entrate di competenza dell’Ente. Pertanto adesso per gli utenti c’è la possibilità di pagare - in maniera semplice e con un notevole risparmio di tempo - anche le seguenti tipologie di bollettini postali: Gestione Amministrativa Appalti Viabilità ed Espropri • Canone Occupazione Temporanea • Cauzione – Apertura scavo • Diritti di Segreteria e istruttoria apertura scavo Servizi di Tutela Ambientale • Comunicazione di Inizio/Rinnovo Recupero Rifiuti in Procedura Semplificata • Impianti termici - Bollino Verde • Impianti termici - Verifica Impianti • Sanzioni Trasporti, mobilità, sicurezza del territorio e della circolazione stradale • Autorizzazione macchine operatrici 56t con convoglio classificato mezzo d'opera • Autorizzazione macchine operatrici atte al carico (targa bianca) e V.U.S. • Autorizzazione macchine operatrici e agricole non atte al carico (targa gialla) • Autorizzazione Singola/Multipla Servizio professioni Turistiche • Iscrizione, Rinnovo, Ristampa • Sanzioni I bollettini appena elencati si aggiungono a quelli attivati nel 2011 relativi alle seguenti entrate: • caccia, pesca e funghi • agenzie di viaggio • autotrasporto per conto proprio Con l’integrazione appena realizzata sono ben 29 le tipologie di entrata della Provincia di Roma che è possibile pagare tramite il portale dei pagamenti on line. Il Portale, come detto, è stato anche sottoposto ad un completo restyling grafico, al fine di renderlo più chiaro e quindi maggiormente fruibile da parte dell’utenza. A tal proposito si ricorda che il sistema di pagamento on line attivato dalla Provincia di Roma è direttamente integrato con i sistemi di Poste Italiane. In questo modo è possibile la generazione dinamica on line dei bollettini postali. Grazie alle caratteristiche sopra descritte il Portale Pagamenti on line si configura come un vero e proprio sportello virtuale dotato dei seguenti servizi aggiuntivi: • sicurezza totale nella registrazione e autenticazione degli utenti; • notifica automatica all'utente dei pagamenti effettuati tramite e-mail di conferma; • archivio online sempre disponibile da parte dell’utente per la consultazione del proprio storico pagamenti. Per accedere al portale http://pagamenti.provincia.roma.it/

27 marzo, 2013

PROMEMORIA 27 marzo 1977 – Disastro aereo di Tenerife (Isole Canarie): due Boeing 747 vengono a collisione: 583 le vittime

Disastro aereo di Tenerife (Isole Canarie): due Boeing 747 vengono a collisione: 583 le vittime Il disastro dell'aeroporto di Tenerife del 1977 fu una collisione che coinvolse due aerei passeggeri Boeing 747 sulla pista dell'aeroporto di Los Rodeos (oggi rinominato Tenerife North Airport) sull'isola spagnola di Tenerife, una delle isole Canarie. Il bilancio di 583 vittime ne fa il più grave incidente nella storia dell'aviazione[2]: tutti i 248 passeggeri a bordo del volo KLM 4805 rimasero uccisi e ci furono anche 335 vittime sul volo Pan Am 1736, che fu colpito sul dorso dalla parte inferiore del carrello di atterraggio e dai quattro motori del Jumbo KLM. I soccorritori non si accorsero per oltre 20 minuti dell'aereo Pan Am, dirigendosi inizialmente solo verso l'incendio scatenato dall'altro aereo, a causa della fitta nebbia e della distanza tra i resti dei due velivoli dopo l'incidente. Tra le persone imbarcate sull'aereo Pan Am vi furono 61 sopravvissuti. La collisione avvenne il 27 marzo 1977, alle 17:06:56 ora locale. Gli aerei stavano operando il volo Pan Am 1736 (il 747 battezzato Clipper Victor) con comandante il capitano Victor Grubbs e il volo KLM 4805 (il 747 battezzato Rijn - Reno in olandese) con comandante il capitano Jacob Louis Veldhuyzen van Zanten. Decollando nella nebbia fitta dall'unica pista dell'aeroporto, il volo KLM si scontrò con la parte superiore dell'aereo della Pan Am che stava effettuando il rullaggio utilizzando la stessa pista, ma nella direzione inversa. All'incidente contribuirono molti fattori. L'aereo della Pan Am seguiva l'aereo KLM impegnando la stessa pista, eseguendo quanto indicato dai controllori del traffico dell'aeroporto. L'equipaggio del KLM era al corrente che un aereo era al seguito, ma malgrado l'impossibilità di mantenersi in contatto visivo a causa della scarsa visibilità, il capitano - complice una comunicazione radio ricevuta non correttamente - pensò che l'aereo alle sue spalle avesse liberato la pista e, dopo aver effettuato l' inversione, diede inizio al decollo senza aver avuto l'autorizzazione.

26 marzo, 2013

PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE, LEODORI PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA

PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE, LEODORI PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA 25/03/2013 - Il Consiglio regionale del Lazio, riunito oggi per la prima seduta della X legislatura, ha eletto Daniele Leodori (Pd) come presidente dell'Assemblea al secondo scrutinio, con 38 voti su 51 disponibili. La maggioranza richiesta era dei tre quinti, ovvero 31 consiglieri favorevoli. Massimiliano Valeriani (Pd) è stato eletto vicepresidente del Consiglio per la maggioranza con 29 voti, mentre Francesco Storace (Lazio 2013), con 15 voti, è il vicepresidente eletto in rappresentanza della minoranza, così come previsto dall'articolo 20 dello Statuto regionale. La composizione dell'Ufficio di presidenza è stata poi completata con l'elezione dei tre consiglieri segretari, uno dei quali in rappresentanza della minoranza. Sono risultati eletti: Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) con 15 voti, Maria Teresa Petrangolini (Lista per il Lazio) con 14 voti e, infine, Giuseppe Simeone (Pdl) con 12 voti. Pertanto, il nuovo Ufficio di presidenza risulta così composto: Massimiliano Valeriani e Francesco Storace (vicepresidenti); Gianluca Quadrana, Maria Teresa Petrangolini e Giuseppe Simeone (segretari).

PROMEMORIA 26 marzo 1975 – Adozione della convenzione sulle Armi biologiche

Adozione della convenzione sulle Armi biologiche Un'arma biologica è un agente microbiologico nocivo, o una tossina da esso prodotto, utilizzato mediante uno strumento di offesa al fine di diffondere la contaminazione e il contagio in territori e popolazioni nemiche. Rientra pertanto tra le armi di distruzione di massa. Gli agenti biologici utilizzati nella realizzazione di questo tipo di armi si dividono in base alla loro tipologia: virali, come il Marburg U, in grado di uccidere un uomo in 72 ore, causando una devastante febbre emorragica (analogamente alla febbre gialla). La mortalità raggiunge picchi del 90% . batteriologici, come la peste biologici ad effetto indiretto, il cui danno all'organismo umano deriva dalle tossine da loro liberate, ad esempio il botulino.

24 marzo, 2013

PROMEMORIA 24 marzo 1973 – Viene pubblicato The Dark Side of the Moon, l'album più venduto dei Pink Floyd che vanta ben 723 settimane consecutive di permanenza nella top 200 U.S.A.

Viene pubblicato The Dark Side of the Moon, l'album più venduto dei Pink Floyd che vanta ben 723 settimane consecutive di permanenza nella top 200 U.S.A. The Dark Side of the Moon (intitolato Dark Side of the Moon nell'edizione CD del 1993), in italiano "Il lato oscuro della Luna", è un concept album (l'ottavo in studio) del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato il 1º marzo 1973 negli Stati Uniti dalla Capitol Records e il 24 marzo dello stesso anno nel Regno Unito dalla Harvest Records. L'opera nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd studiarono durante i loro live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l'abbandono nel 1968 di Syd Barrett, membro fondatore e principale compositore e paroliere del gruppo. Tra i temi del concept vi sono inclusi il conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo e quello dell'alienazione mentale, ispirato in parte dai disturbi mentali di Barrett. L'album si sviluppò come parte del tour del 1971, in seguito alla pubblicazione di Meddle, e iniziò a essere pubblicizzato diversi mesi prima dell'inizio effettivo delle registrazioni in studio. Il nuovo materiale venne migliorato e raffinato durante il Dark Side of the Moon Tour, e fu registrato in due sessioni nel 1972 e nel 1973 negli Abbey Road Studios di Londra. I Pink Floyd usarono alcune delle tecniche di registrazione più avanzate dell'epoca, inclusi la registrazione multitraccia e i loop. In molte tracce si usarono sintetizzatori analogici e, in sottofondo, anche una serie di interviste con la band e lo staff tecnico in forma di aforismi filosofici. Il tecnico del suono Alan Parsons contribuì alla realizzazione di alcuni degli aspetti sonori più innovativi, incluso il ticchettìo e lo scoccare degli orologi in Time. The Dark Side of the Moon fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988. Nel giugno 2011 ha toccato le 1000 settimane nella classifica US Top Catalog. Con 50 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia. È stato rimasterizzato e ripubblicato in due occasioni, oltre alle varie reinterpretazioni di vari gruppi musicali. Furono estratti due singoli: Money e Us and Them. Oltre al suo successo commerciale, The Dark Side of the Moon è spesso considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, sia dai critici sia dai semplici appassionati. Nel 2003 è stato pubblicato Classic Albums: Pink Floyd - The Making of The Dark Side of the Moon, film documentario sulla sua realizzazione.

23 marzo, 2013

PROMEMORIA 23 marzo 1989 – Stanley Pons e Martin Fleischmann annunciano il raggiungimento della fusione fredda all'Università dello Utah – Spedizione alla Fossa delle Marianne.

Stanley Pons e Martin Fleischmann annunciano il raggiungimento della fusione fredda all'Università dello Utah – Spedizione alla Fossa delle Marianne. La fusione nucleare fredda (comunemente fusione fredda o fusione a freddo), è un nome generico attribuito a presunte reazioni di natura nucleare, che si produrrebbero a pressioni e a temperature molto minori di quelle necessarie per ottenere la fusione nucleare "calda", per la quale sono invece necessarie temperature dell'ordine del milione di kelvin e densità del plasma molto elevate. Alcuni studiosi ritengono che il termine "fusione fredda" sia da sostituire con il termine trasmutazione LENR, in quanto tutti i fenomeni qui di seguito descritti appartengono alla famiglia delle reazioni nucleari a bassa energia. Dopo il clamore provocato nel 1989 dagli esperimenti di Martin Fleischmann e Stanley Pons[3] dell'Università di Salt Lake City nello Utah, poi ripetuti in diversi laboratori, sono seguiti degli studi teorici, tra i quali quelli di Giuliano Preparata, docente di Fisica Nucleare all'Università di Milano, che elaborò la sua "teoria coerente sulla fusione fredda". Nel maggio 2008 Yoshiaki Arata, uno dei padri della fusione nucleare calda nipponica, insieme alla collega Yue-Chang Zhang, ha mostrato pubblicamente ad Osaka un reattore funzionante con pochi grammi di palladio. Se il successo di questo esperimento sia dovuto alla fusione fredda o piuttosto ad una forma ancora non conosciuta di sviluppo di energia, è oggetto di controversie.

21 marzo, 2013

ZINGARETTI NOMINA LA GIUNTA: "BASATA SU MERITO E COMPETENZA. ORA IL LAZIO PUO' RIPARTIRE"

ZINGARETTI NOMINA LA GIUNTA: "BASATA SU MERITO E COMPETENZA. ORA IL LAZIO PUO' RIPARTIRE" 20/03/2013 - Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha nominato la nuova Giunta regionale. L’esecutivo è composto da 10 assessori, 4 uomini e 6 donne, una percentuale di presenza femminile che ne fa la Giunta regionale più rosa d’Italia. I nuovi assessori sono tutti esterni al consiglio regionale. “Avevamo detto che avremmo cambiato tutto - afferma Zingaretti - Abbiamo cominciato eleggendo tutti consiglieri nuovi, continuiamo con la scelta degli assessori. Io sono orgoglioso della Giunta che presentiamo, per la qualità delle persone e perché è stata formata esclusivamente sui due principi chiave che vogliamo portare nella Regione: il merito e la competenza. Ai riti della vecchia politica abbiamo preferito, grazie alla disponibilità di tutti i partiti di maggioranza, una seria ricerca sui curricula puntando su persone esterne al Consiglio di provata esperienza nei rispettivi campi. L’alto profilo professionale di tutti nuovi assessori credo ne sia la testimonianza evidente. Un motivo in più di orgoglio è la forte presenza femminile nella Giunta. Siamo andati oltre la logica del 50%, facendo della Giunta del Lazio quella con la maggiore rappresentanza femminile tra le Regioni italiane. Voglio sottolineare che non si tratta di una scelta di facciata, ma del risultato dei grandi cambiamenti in atto nella nostra società e del ruolo che, con coraggio e fatica, stanno finalmente conquistando le donne anche nel nostro Paese. Era ora che anche la politica se ne accorgesse. Ora ci aspetta un lavoro molto difficile, vista la situazione dell’ amministrazione che troviamo e dell’intera regione. Ma sono sicuro nella capacità delle persone che abbiamo scelto, che insieme alle qualità e competenze dei consiglieri di maggioranza faranno ripartire davvero il Lazio”. Di seguito i nomi e le rispettive deleghe: Massimiliano Smeriglio, vicepresidente e assessore alla Formazione, università, scuola e ricerca E’ stato assessore provinciale al lavoro e alla formazione nella Giunta Zingaretti. Dal 2001 al 2006 è stato presidente dell’XI municipio di Roma. Dal 2006 al 2008 è stato deputato della Repubblica ed è stato rieletto alle ultime elezioni. Dal 2000 è docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione presso l’Università di Roma Tre. Concettina Ciminiello, assessore alla Semplificazione, trasparenza e pari opportunità Dal 2010 ricopre l’incarico di funzione dirigenziale di livello generale di Direttore Amministrativo della Scuola superiore dell’economia e delle finanze (MEF). Negli anni ha inoltre ricoperto e ricopre tuttora ruoli apicali in diversi ministeri. Michele Civita, assessore alle Politiche del Territorio, della mobilità e dei rifiuti E’ stato prima assessore provinciale ai trasporti nella Giunta Gasbarra e successivamente assessore all’ambiente nella Giunta Zingaretti. Da assessore ha seguito la vicenda rifiuti sviluppando la raccolta differenziata della provincia di Roma. Dal 1997 al 2000 ha lavorato all’organizzazione del grande Giubileo con la responsabilità del programma degli interventi. Guido Fabiani, assessore Attività Produttive e sviluppo economico E’ Rettore dall’1998 della Università degli studi di Roma Tre. Professore ordinario di Politica economica dal 1980, ha ricoperto fino al 1998 la carica di Preside nella Facoltà di Economia “Federico Caffè” dell'Università degli Studi Roma Tre. Lidia Ravera, assessore alla Cultura e allo sport Scrittrice, giornalista italiana ha pubblicato oltre 25 libri, per lo più romanzi. Ha collaborato a numerose sceneggiature per il cinema e per alcune serie televisive della RAI. Fabio Refrigeri, assessore alle Infrastrutture, alle politiche abitative e all’ambiente Sindaco di Poggio Mirteto dal 2004, ha ricoperto negli anni numerosi incarichi amministrativi nell’area del reatino. Responsabile, per l’Anci Lazio, delle unioni di Comuni e dell’associazionismo comunale dal 2004 al 2009. Responsabile in Anci dello Sportello unico delle attività produttive e commercio dal 2011. Presidente dell’unione di Comuni della Bassa Sabina. Sonia Ricci, assessore all’Agricoltura, caccia e pesca Dirigente d’azienda e imprenditrice nel settore dell’agricoltura. Dal 2007 al 2012 è stata consigliere comunale e vicepresidente del consiglio del comune di Sezze (LT). Dal 1994 al 1996 è stata assessore alle attività produttive nello stesso comune. Alessandra Sartore, assessore al Bilancio, patrimonio e demanio È dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze dal 25 maggio 2001. Ricopre molteplici cariche nell’ambito di organismi di controllo di natura sindacale in rappresentanza del Mef. Ha svolto docenze in materia di finanza pubblica ed ha fatto parte di comitati e gruppi di lavoro su varie tematiche di finanza pubblica. Lucia Valente, assessore al Lavoro Professore associato di diritto del lavoro della Sapienza Università di Roma – Facoltà di Giurisprudenza. Membro del Comitato pari opportunità e del Comitato etico della Sapienza, Università di Roma. Paola Varvazzo, assessore alle Politiche Sociali Vice Prefetto Aggiunto. Per anni ha incentrato la propria attività all’interno dell’amministrazione pubblica sui temi dei diritti civili, cittadinanza, condizione giuridica dello straniero, immigrazione e diritto d'asilo. Rimangono al Presidente Zingaretti le deleghe: Europa, Turismo, Economia del mare e Protezione civile

PROMEMORIA 21 marzo 2010 – Passata la riforma sul sistema sanitario di Barack Obama

Passata la riforma sul sistema sanitario di Barack Obama Per sistema sanitario degli Stati Uniti d'America s'intende l'apparato, prevalentemente in mano privata, atto alla cura e all'assistenza sanitaria della popolazione civile degli Stati Uniti d'America. I programmi assistenziali pubblici sono Medicare e Medicaid. Medicare è il programma nazionale di assistenza agli anziani (ultrasessantacinquenni), universalistico, in quanto indipendente dal reddito. Medicaid è un programma gestito dai singoli Stati (con un contributo federale che copre il 60% delle spese) e rivolto ad alcune fasce di popolazione a basso reddito (famiglie con bambini, donne in gravidanza, anziani e disabili). Copertura delle spese per i medicinali Durante gli anni novanta, il prezzo dei medicinali divenne uno dei maggiori punti dell'agenda politica americana, dato il suo aumento esponenziale, visto che i cittadini scoprirono che né il governo né le compagnie private avevano intenzione di coprire il costo di queste medicine. Allo stato attuale, gli Stati Uniti sono il paese che spende di più per i propri medicinali. Nel 2003, il servizio nazionale copriva in media solamente il 17,7% delle spese totali. Nel febbraio 2007 il governo statunitense prese posizione affermando che il prezzo delle medicine è alto perché in altri paesi il costo effettivo viene in maggior parte coperto dallo stato, mentre in America è a totale carico del cliente. Inoltre, all'estero le compagnie si possono accordare, per questo motivo, con il governo, mentre negli Stati Uniti gli accordi sul prezzo dei medicinali sono proibiti per legge. Complessivamente, soltanto il 20% dei medicinali in vendita ha svolto per intero l'iter di approvazione del farmaco. Dibattito Gli Stati Uniti d'America sono, insieme al Sud Africa e la Cina, le sole nazioni industrializzate a non avere una copertura sanitaria universale. Questo è causa di un forte dibattito in America sulla possibilità di ampliare a tutti le cure sanitarie. La riforma del 2010 Il 25 marzo 2010 il presidente Barack Obama firma la legge della riforma sanitaria. Tra i cambiamenti che si dovrebbero verificare con la riforma vi sono: l'aumento del numero di persone tutelate dal sistema sanitario (32 milioni in più), la diminuzione della spesa governativa per la sanità (pari al 4% del pil nel 2007, il doppio della media delle nazioni facenti parte dell'OCSE). Inoltre si stima come la metà delle bancarotte individuali siano cagionate da spese mediche improvvise e non coperte da tutela assicurativa: tale fenomeno dovrebbe pertanto subire un decremento. I punti salienti della riforma Divieto per le compagnie di assicurazione di negare la stipula di assicurazioni per determinate patologie. Incentivi fiscali per il cittadino al fine di acquistare una polizza sanitaria Sanzioni per il cittadino che non acquista una polizza assicurativa Obbligo per i datori di lavoro di imprese con più di 50 dipendenti di contribuire alle spese per l'acquisto di tali polizze per i propri prestatori di lavoro. Ampliamento dei soggetti coperti dalla tutela di Medicaid.

20 marzo, 2013

PROMEMORIA 20 marzo 1994 – A Mogadiscio, in Somalia vengono uccisi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

A Mogadiscio, in Somalia vengono uccisi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin laria Alpi fu uccisa mentre si trovava a Mogadiscio come inviata del TG3 per seguire la guerra civile somala e per indagare su un traffico d'armi e di rifiuti tossici illegali in cui probabilmente la stessa Alpi aveva scoperto che erano coinvolti anche l'esercito ed altre istituzioni italiane. Nel novembre precedente era stato ucciso, sempre in Somalia ed in circostanze misteriose, il sottufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi, informatore della stessa Alpi sul traffico illecito di scorie tossiche nel paese africano. La perizia della polizia scientifica ricostruì la dinamica dell'azione criminale, stabilendo che i colpi sparati dai kalashnikov erano indirizzati alle vittime, poiché l'autista e la guardia del corpo rimasero indenni. I due giornalisti hanno scoperto un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e radioattivi prodotti nei Paesi industrializzati e stivati nei Paesi poveri dell'Africa, in cambio di tangenti e armi scambiate coi gruppi politici locali. La commissione non ha però approfondito la possibilità che l'omicidio possa essere stato commesso per le informazioni raccolte dalla Alpi sui traffici di armi e di rifiuti tossici, che avrebbero coinvolto anche personalità dell'economia italiana. Sulla "scena del delitto" erano presenti due troupe televisive: quella della Svizzera italiana (RTSI) ed una americana (ABC). Le immagini che ci sono giunte, di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin colpiti ed accasciati nell'abitacolo del loro fuoristrada, sono state girate dall'operatore dell'Abc, di origine greca, trovato ucciso qualche mese dopo a Kabul in una stanza d'albergo. Vittorio Lenzi, operatore della troupe svizzera-italiana è rimasto vittima di un incidente stradale sul lungolago di Lugano (mai chiarito del tutto nella dinamica). Secondo una fonte, all'assassinio sarebbe legata una vendetta personale da parte di Hashi Omar Hassan, un somalo legato al clan tribale Abdalla Arone che sarebbe stato a suo dire oggetto di maltrattamenti da parte dei paracadutisti della Brigata Folgore durante l'operazione Ibis

19 marzo, 2013

PROMEMORIA 19 marzo 1994 – A Casal di Principe viene assassinato in chiesa don Giuseppe Diana, noto per il suo impegno nella lotta alla camorra

A Casal di Principe viene assassinato in chiesa don Giuseppe Diana, noto per il suo impegno nella lotta alla camorraù Giuseppe Diana, chiamato anche Peppe Diana o Peppino Diana (Casal di Principe, 4 luglio 1958 – Casal di Principe, 19 marzo 1994), è stato un presbitero, scrittore e scout italiano, assassinato dalla camorra per il suo impegno antimafia. Il suo impegno civile e religioso contro la camorra ha lasciato un profondo segno nella società campana. Il Liceo Scientifico di Morcone dal 21 aprile 2010 prende il suo nome. Alle 7.25 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Giuseppe Diana è assassinato nella sagrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, mentre si accinge a celebrare la santa messa. Un killer lo affronta con una pistola. I cinque proiettili vanno tutti a segno: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo. Don Peppe Diana muore all'istante. L'omicidio, di puro stampo camorristico, fa scalpore in tutta Italia. Un messaggio di cordoglio è pronunciato da papa Giovanni Paolo II durante l'Angelus.

18 marzo, 2013

ANNIVERSARIO RAPIMENTO MORO, ZINGARETTI: “NON DIMENTICARE I CADUTI PER LA DEMOCRAZIA”

ANNIVERSARIO RAPIMENTO MORO, ZINGARETTI: “NON DIMENTICARE I CADUTI PER LA DEMOCRAZIA” 16/03/2013 - Questa mattina il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha partecipato alla cerimonia che si è tenuta in via Fani, a Roma, nell'anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell'uccisione degli uomini della sua scorta avvenuta il 16 marzo 1978. "E' giusto - ha detto il presidente della Regione - che nessuno dimentichi mai gli uomini e le donne cadute per la libertà. Ritrovarci anche con i familiari dei caduti è un atto civile che mantiene la sua alta rilevanza storica e culturale". "Sono momenti importanti - ha aggiunto Zingaretti - non si tratta solo di una parte drammatica della storia d'Italia, ma di una storia che non si può dimenticare. Ci sono persone che sono cadute per difendere e salvare la democrazia del nostro paese".

PROMEMORIA 18 marzo 1986 – Milano, Michele Sindona e Roberto Venetucci vengono condannati all'ergastolo per l'uccisione dell'avvocato Giorgio Ambrosoli

Milano, Michele Sindona e Roberto Venetucci vengono condannati all'ergastolo per l'uccisione dell'avvocato Giorgio Ambrosoli Michele Sindona (Patti, 8 maggio 1920[1] – Voghera, 22 marzo 1986) è stato un banchiere e criminale italiano. Sindona è stato un membro della loggia P2 (tessera n. 0501) e ha avuto chiare associazioni con la mafia. Coinvolto nell'affare Calvi e mandante dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli, è morto avvelenato in prigione, dopo la condanna all'ergastolo.

17 marzo, 2013

PROMEMORIA 17 marzo 2011 In occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia solo per il 2011 viene proclamata festa nazionale.

In occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia solo per il 2011 viene proclamata festa nazionale. L'anniversario dell'Unità d'Italia viene fatto coincidere con il 17 marzo, ricordando la promulgazione della legge n. 4671 del Regno di Sardegna con la quale il 17 marzo 1861, in seguito alla seduta del 14 marzo dello stesso anno della Camera dei deputati nella quale fu approvato il progetto di legge del Senato del 26 febbraio 1861, Vittorio Emanuele II proclamò ufficialmente la nascita del Regno d'Italia, assumendone il titolo di re per sé e per i suoi successori. La ricorrenza è stata solennemente festeggiata nel 1911, nel 1961 e nel 2011.

15 marzo, 2013

PROMEMORIA 15 marzo 1990 – Michail Gorbačëv viene eletto come primo presidente esecutivo dell'Unione Sovietica.

Michail Gorbačëv viene eletto come primo presidente esecutivo dell'Unione Sovietica. Mihail Sergeevič Gorbačëv – in russo: Михаил Сергеевич Горбачёв[?] ascolta[?·info], [mʲixaˈiɫ sʲiᵊrˈgʲejɪvʲiʧ gʌrbəˈʧof], scrittura fonetica comune usata in italiano Mikhail Gorbaciov, traslitterazione ISO9-1995 Mihail Sergeevič Gorbačëv, scrittura semi-fonetica anglosassone Mikhail Gorbachev – (Privol'noe, 2 marzo 1931) è un politico sovietico, ora russo. È stato l'ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS) dal 1985 al 1991, propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka e alla glasnost', e protagonista nella catena di eventi che hanno portato alla dissoluzione dell'URSS e dello stesso PCUS ed alla riunificazione della Germania. È stato sposato con Raisa Maksimovna Gorbačëva. La sua politica ha portato alla fine della guerra fredda. È stato insignito nel 1989 della Medaglia Otto Hahn per la Pace e nel 1990 del premio Nobel per la pace.

14 marzo, 2013

ZINGARETTI PROCLAMATO PRESIDENTE REGIONE

ZINGARETTI PROCLAMATO PRESIDENTE REGIONE 12/03/2013 - Nicola Zingaretti è ufficialmente il nuovo presidente della Regione Lazio. La proclamazione è avvenuta nel pomeriggio presso la Corte d'Appello di Roma.

PROMEMORIA 14 marzo 1972 – Giangiacomo Feltrinelli, editore e fondatore dei Gruppi d'Azione Partigiana rimane ucciso in una esplosione vicino ad un traliccio dell'alta tensione a Segrate (Milano). Il cadavere viene scoperto il giorno dopo

Giangiacomo Feltrinelli, editore e fondatore dei Gruppi d'Azione Partigiana rimane ucciso in una esplosione vicino ad un traliccio dell'alta tensione a Segrate (Milano). Il cadavere viene scoperto il giorno dopo Giangiacomo Feltrinelli morì il 14 marzo 1972. Le ipotesi sulle cause della morte sono diverse; fatto certo è che il suo corpo fu rinvenuto, dilaniato da un'esplosione, ai piedi di un traliccio dell'alta tensione a Segrate, nelle vicinanze di Milano. Mentre alcuni sostengono stesse preparando un'azione di sabotaggio, altri sostengono che sia stato un omicidio, forse opera della CIA in accordo con i servizi italiani. Le due principali ipotesi, omicidio/incidente, si rincorsero negli anni, e periodicamente riemergono elementi che dimostrano poca chiarezza nella comunicazione dell'epoca sui fatti e sulle indagini. La tesi dell'omicidio fu sostenuta, a caldo, da un manifesto, firmato, fra gli altri, da Camilla Cederna ed Eugenio Scalfari, che iniziava con le parole "Giangiacomo Feltrinelli è stato assassinato", ma fu contrapposta all'inchiesta condotta dal pubblico ministero Guido Viola. Nel 1979, al processo contro gli ex membri dei Gap (confluiti nelle Brigate Rosse), gli imputati (fra cui Renato Curcio ed Augusto Viel) emisero un comunicato che dichiarava: "Osvaldo non è una vittima ma un rivoluzionario caduto combattendo" e confermava la tesi dell'incidente durante l'esecuzione dell'attentato. Feltrinelli (nome di battaglia Osvaldo), era giunto a Segrate, con due compagni, C.F. e Gunter (pseudonimo), su un furgone attrezzato come un camper sul quale dormiva e si spostava quando era in Italia. Secondo una testimonianza di primissima mano [senza fonte], su quel furgone ci sarebbero dovuti essere trecento milioni che l'editore avrebbe poi donato personalmente al giornale Il manifesto una volta giunto a Roma, dove avrebbe dovuto dirigersi dopo l'attentato. Quei soldi non furono mai trovati. Sulla sua morte le Brigate Rosse fecero una loro inchiesta, trovata nel loro covo di Robbiano di Mediglia, (MI). Personaggio chiave per capire la vicenda - perché vi partecipò, per sua stessa ammissione mentre veniva interrogato dalle Br, che registrarono su nastro, - è un certo Gunter, nome di battaglia di un membro dei Gap di Feltrinelli di cui però non si è mai saputo il vero nome. Il personaggio era un esperto di armi ed esplosivi (sembra che avesse preparato lui stesso la bomba che poi uccise Feltrinelli) e chiese di entrare nelle Brigate Rosse dopo la morte dell'editore. Secondo una recente pubblicazione, Gunter sarebbe scomparso nel 1985. Da quanto dichiarato dal capo storico delle BR Alberto Franceschini, il timer trovato sulla bomba che uccise Feltrinelli, era un orologio Lucerne. Soltanto in un altro attentato venne usato un orologio di quel tipo, cioè in quello all'ambasciata americana di Atene il 2 settembre '70 ad opera della giovane milanese Maria Elena Angeloni e di uno studente di nazionalità greco-cipriota. Quella bomba, come nel caso di Feltrinelli, funzionò male, tanto che a rimanere uccisi furono gli stessi attentatori. I due erano partiti da Milano, così come l'esplosivo. Quell'attentato, era stato organizzato da Corrado Simioni, deus ex machina del Superclan e membro della struttura Hyperion di Parigi. [senza fonte], a cui si sospetta facessero riferimento organizzazioni terroristiche come OLP, IRA, ETA e ovviamente, ma solo dopo una certa fase, le BR. Secondo Alfredo Mantica, senatore di AN nella Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, Feltrinelli collaborò direttamente alla progettazione dell'attentato, ad Amburgo, in Germania, contro il console boliviano ed ex capo della polizia dello stesso Paese, Roberto Quintanilla. Sempre secondo Mantica, Feltrinelli fornì anche l'arma utilizzata da Monika Ertl, esecutrice materiale dell'omicidio e giovane militante dell'ELN. Nella rivendicazione, Quintanilla venne indicato come responsabile della cattura e dell'uccisione di Ernesto "Che" Guevara. L'uccisione di Quintanilla avvenne il 1º aprile 1971 e la pistola utilizzata era regolarmente registrata a nome di Feltrinelli (Jurgen Schreiber, La ragazza che vendicò Che Guevara Storia di Monika Ertl, 2011 trad da "Sie starb wie Che Guevara. Die Geschichte del Monika Ertl", 2009). Quintanilla, aveva avuto parte anche nell'arresto, in Bolivia, di Giangiacomo Feltrinelli quando, nel 1967, egli s'era recato nel Paese sudamericano per richiedere e sostenere la liberazione di Regis Debray; inoltre lo stesso console aveva partecipato, nel 1969 a La Paz, alla cattura, alla tortura e alla barbara uccisione di Inti Peredo, nuovo comandante dell'ELN. Questi, uno dei pochi superstiti della disfatta di Vallegrande del 1967, stava riorganizzando la guerriglia.

13 marzo, 2013

PROMEMORIA 13 marzo 1972 – Milano, si apre il XIII congresso del PCI, nel corso del quale Enrico Berlinguer sarà eletto segretario del partito

Milano, si apre il XIII congresso del PCI, nel corso del quale Enrico Berlinguer sarà eletto segretario del partito Il Partito Comunista Italiano (PCI) fu un partito di sinistra, uno dei maggiori partiti politici italiani, nato il 21 gennaio 1921 a Livorno come Partito Comunista d'Italia (sezione italiana della III Internazionale) per scissione della mozione di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci, al XVII Congresso socialista. Assunse il suo nome definitivo il 15 maggio 1943, in seguito allo scioglimento della III Internazionale e mentre ancora operava in clandestinità tra Mosca, Parigi e l'Italia per la sua netta opposizione al regime fascista vigente in patria. Nel 1972 divenne segretario Enrico Berlinguer, che, sulla suggestione della crisi cilena, propose un compromesso storico tra comunisti e cattolici democratici, che avrebbe dovuto spostare a sinistra l'asse governativo, trovando qualche sponda nella corrente democristiana guidata da Aldo Moro. I rapporti con l'Unione Sovietica si allentarono ulteriormente quando, a opera dello stesso Berlinguer, iniziò la linea euro-comunista, basata su un'alleanza tra i principali partiti comunisti dell'Europa occidentale, il PCI, il PCF - Partito Comunista Francese, guidato da Georges Marchais ed il PCE - Partito Comunista spagnolo, guidato da Santiago Carrillo, che cercò una qualche indipendenza dai sovietici. L'Eurocomunismo però durò poco a causa del riallineamento del Partito Comunista Francese alla tradizionale dipendenza dalla linea del PCUS, il calo del peso elettorale dei comunisti spagnoli e l'acutizzarsi delle differenze interne nello stesso PCI. Nonostante le critiche rivolte al PCUS, Berlinguer continuava ad elogiare il regime sovietico, sostenendo nel 1975 che lì esisteva «un clima morale superiore, mentre le società capitalistiche sono sempre più colpite da un decadimento di idealità e di valori etici e da processi sempre più ampi di corruzione e di disgregazione», contrapponendo il «forte sviluppo produttivo» dell'URSS alla «crisi del sistema imperialistico e capitalistico mondiale». Ancora nel 1977 Berlinguer parlava di «grandi conquiste» realizzate dai paesi comunisti, ammettendo però l'esistenza di «lati negativi» che «consistono essenzialmente nei loro tratti autoritari o negli ordinamenti limitativi di certe libertà»; aggiungeva tuttavia che «quei paesi rappresentano una grande realtà sociale, una grande realtà nella vita del mondo di oggi». Nel novembre di quell'anno Berlinguer pronunciò a Mosca, dove si era recato per le celebrazioni comuniste dei sessant'anni dalla Rivoluzione d'Ottobre dei bolscevichi, un discorso che spinse alcuni, come Ugo La Malfa e Eugenio Scalfari, a ritenere ormai prossima la rottura del PCI con l'Unione Sovietica; altri però, in particolare gli intellettuali della rivista socialista Mondoperaio, non vedevano nessuna rottura, se non una generica presa di distanza dallo stalinismo che non conduceva però ad un effettivo ripudio dell'ideologia marxista-leninista, né all'ammissione di come la repressione del dissenso in URSS fosse una diretta conseguenza di quell'ideologia. In occasione della Biennale di Venezia, tra la fine del 1977 e il 1978, quando il suo Presidente, l'allora socialista Carlo Ripa di Meana, intese dar voce al dissenso degli intellettuali perseguitati dall'Unione Sovietica, il PCI reagì duramente all'iniziativa parlando di provocazione, e sollecitando il governo italiano a ritardare il finanziamento della Biennale; diversi artisti e intellettuali vicini al partito comunista, come Vittorio Gregotti e Luca Ronconi, si dimisero in segno di protesta dal Comitato della rassegna. Il tema dei rapporti del PCI con l'URSS sarà al centro di aspri dibattiti e scontri politici, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, tra Berlinguer e l'emergente leader socialista Bettino Craxi, che rimproverava ai comunisti italiani di mantenere intatti i legami col regime sovietico e di non sposare fino in fondo i valori della socialdemocrazia europea. L'ambiguità dei rapporti del PCI con l'URSS si protrasse per tutti gli anni Ottanta. Se nel 1981, in seguito al golpe polacco di Jaruzelski che si ribellò a Mosca, Berlinguer giunse a dichiarare conclusa la spinta propulsiva della Rivoluzione d'ottobre, il PCI tuttavia si oppose duramente all'installazione di una base euromissilistica in Italia come risposta ai missili di nuova generazione puntati dall'URSS contro l'Italia e l'Europa occidentale. Ancora nel 1984, in risposta al documento dell'allora cardinale Ratzinger che condannava le teologie della liberazione, sia per l'ideologia materialista di stampo marxista ad esse sottesa, ritenuta inconciliabile col cristianesimo, sia per il loro carattere totalizzante derivante da quella stessa ideologia, il mensile Rinascita, da sempre strumento di elaborazione e diffusione della politica culturale del PCI, attaccò duramente le posizioni espresse da Ratzinger, sostenendo che i suoi giudizi sul socialismo in generale e sulle sue applicazioni concrete in Unione Sovietica sarebbero stati "schematici", "grossolani", e privi di "considerazione storica". Solidarizzò col futuro pontefice un ex-membro del PCI, Lucio Colletti, fuoriuscito dal partito in seguito ad una profonda revisione delle proprie convinzioni ideologiche: «Il giudizio del Pci sull'Unione Sovietica è il frutto, tuttora, di un avvilente compromesso intellettuale e morale. Decine di milioni di vittime sotto Stalin; il totalitarismo; il Gulag; un sistema che tuttora procede utilizzando il lavoro forzato dei lager; la mortificazione politica dei cittadini; la giustizia asservita al partito unico: tutti questi non sono ancora argomenti sufficienti perché il Pci possa trovarsi d'accordo con l'elementare verità espressa nel documento di Ratzinger: cioè, che in quei paesi, "milioni di nostri contemporanei aspirano legittimamente a ritrovare le libertà fondamentali di cui sono privati da parte dei regimi totalitari"; che questa è una vergogna del nostro tempo; "che si mantengono intere nazioni in condizioni di schiavitù indegne dell'uomo"; e che a questa vergogna si è giunti, "con la pretesa di portare loro la libertà"». Il KGB sovietico fu spesso tramite di trasferimenti illegali di valuta e finanziamento illecito al PCI durante gli anni sessanta e settanta come sostenuto a seguito della diffusione di vari rapporti detti Impedian, contenuti nel dossier Mitrokhin[29], secondo il rapporto n. 100 del dossier solo nel 1971 un agente italiano al servizio del KGB, Anelito Barontini (nome in codice "Klaudio") consegnò cifre in contanti per complessivi due milioni seicentomila dollari. Nel rapporto n. 122 del 6 ottobre 1995 segue un elenco dettagliato delle cifre, dal 1970 al 1977, con elencati i nomi dei vari dirigenti coinvolti, tra cui Armando Cossutta. I rapporti tra PCI e KGB non si limitarono al solo inoltro dei finanziamenti, ma anche nell'utilizzo delle competenze del servizio segreto sovietico per rilevare eventuali apparati di ascolto posti nella sede del Comitato Centrale italiano (rapporto n. 131), e nell'addestramento alla cifratura e alle comunicazioni radio di personale del Partito, come ad esempio dell'agente Andrea, noto come Kekkini (traslitterazione del nome Cecchini), membro del Comitato centrale del PCI, inviato con passaporto straniero falso a nome di Ettore Morandi via Australia a Mosca dal giugno all'agosto 1972, anche per prendere accordi sull'instaurazione di una rete di comunicazione bidirezionale, fabbricazione di documenti falsi e altre attività illegali (rapporto n. 197)

12 marzo, 2013

PROMEMORIA 12 marzo 1977 – A Torino Prima Linea uccide il Brigadiere Giuseppe Ciotta A Bologna i carabinieri fanno irruzione negli studi di Radio Alice e la fanno chiudere

A Torino Prima Linea uccide il Brigadiere Giuseppe Ciotta A Bologna i carabinieri fanno irruzione negli studi di Radio Alice e la fanno chiudere Giuseppe Ciotta (Ascoli Satriano, 13 novembre 1947 – Torino, 12 marzo 1977) è stato un poliziotto italiano, brigadiere di P.S in forza all'Antiterrorismo del Piemonte.. Era addetto alla sorveglianza esterna del Politecnico, dell'Istituto Galileo Ferraris e della Facoltà di architettura. Fu ucciso in un attentato da Enrico Galmozzi, membro della organizzazione terroristica Brigate Comuniste Combattenti - Prima Linea. Alle 8 del mattino del 12 marzo 1977 usciva di casa. Mentre si apprestava a salire sulla sua auto tre terroristi si avvicinavano, uno sfondava il finestrino e lo uccideva con tre colpi di pistola. Lasciava la moglie e la figlia di due anni. A maggio 2004, su proposta del Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, è stato insignito della Medaglia d'Oro al Merito Civile. A maggio 2010, su proposta del Ministro dell'Interno Roberto Maroni, è stato insignito della Medaglia d'Oro "Vittime del terrorismo".

11 marzo, 2013

Con "Parchinbici" i percorsi più suggestivi da fare in bicicletta nella provincia di Roma

Con "Parchinbici" i percorsi più suggestivi da fare in bicicletta nella provincia di Roma “Parchinbici” – La Provincia di Roma, verde da pedalare’ è la nuova mini-guida della Provincia rivolta a chi ama usare la bicicletta come mezzo di scoperta e conoscenza del territorio romano. Obiettivo del progetto, realizzato dal Dipartimento per il turismo, lo sport e le politiche giovanili della Provincia con il supporto del CTS (Centro Turistico Studentesco e giovanile) è quello di promuovere un’iniziativa che abbia come ambito di intervento il turismo ambientale e che miri alla valorizzazione delle innumerevoli risorse ambientali che offre il territorio della provincia stessa. Sono sette i Parchi Naturali Regionali protagonisti della guida: il P.R. Appia Antica, P. R. Bracciano-Martignano, Pr. Castelli Romani, P. R. Monti Lucretili, P. R. Monti Simbruini, P. R. Valle del Treja, P. R. di Vejo con gli spunti per realizzare 15 itinerari che si snodano alla scoperta delle loro bellezze e dei loro territori. “La mini-guida rappresenta lo strumento ideale per le famiglie, i giovani e gli studenti che si vogliono avventurare nelle aeree verdi del nostro territorio – afferma Stefano Di Marco Vice Presidente di CTS. Nella guida sono indicati alcuni dei percorsi più significativi presenti nei parchi naturali della Provincia dove è possibile godersi la natura a suon di pedalate. Il dato confortante è che il 13% degli italiani pratica questa attività durante le vacanze, un dato per fortuna in costante crescita.” “La creazione di azioni sinergiche con gli attori locali, pubblici e privati, per la conseguente realizzazione di progetti come quello della guida Parchinbici, sono il frutto di un obiettivo comune che è quello, caro a tutti – afferma il Direttore del Dipartimento del Turismo della Provincia di Roma dott. Andrea Fusco –, di valorizzare il territorio, non solo della capitale ma anche e soprattutto dei comuni della Provincia, ed il patrimonio turistico ivi presente che risulta essere nel panorama italiano, proprio per le bellezze ambientali ed i percorsi presenti, tra le eccellenze per un ‘turismo in bicicletta’”. La pubblicazione è in distribuzione presso le sedi CTS situate nella Provincia di Roma e presso i Punti Informazione turistica dei Comuni della Provincia nonchè le Pro loco. Prossimo appuntamento anche alla Terza edizione di Fareturismo - che si terrà nel salone delle Fontane - Eur nei giorni 20-22 marzo 2013.

PROMEMORIA 11 marzo 2003 – A L'Aia viene fondata la Corte Internazionale di Giustizia

A L'Aia viene fondata la Corte Internazionale di Giustizia La Corte Internazionale di Giustizia, conosciuta anche come Corte Mondiale (in francese: Cour internationale de justice, CIJ, in inglese: International Court of Justice, ICJ), è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Fondata nel 1945 le sue funzioni principali sono: dirimere le dispute fra Stati membri delle Nazioni Unite che hanno accettato la sua giurisdizione. Essa esercita una funzione giurisdizionale riguardo all'applicazione e l'interpretazione del diritto internazionale. Nell'esercizio di tale funzione, la Corte opera in maniera arbitrale, e solo se gli Stati parti di una controversia internazionale abbiano riconosciuto la sua giurisdizione. La giurisdizione può essere riconosciuta preventivamente attraverso: l'approvazione dell'articolo 36.4 dello Statuto della Corte, attraverso una clausola compromissoria completa inserita in un accordo o attraverso un trattato compromissorio completo. La giurisdizione può altresì essere riconosciuta posteriormente e rispetto ad un caso concreto, anche da parte di Stati che non hanno aderito alla Corte. Come per qualsiasi giurisdizione "classica" del diritto internazionale, anche in questo caso, è necessario il consenso dello Stato. offrire pareri consultivi su questioni legali avanzate dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o dagli Istituti Specializzati delle Nazioni Unite quando essi siano autorizzati a farlo. Mentre l'Assemblea Generale ha totale libertà per richiedere un parere consultivo, gli altri organi ONU sono tenuti ad invocare il parere consultivo unicamente per questioni che riguardano le loro competenze. Le sentenza ed i pareri della Corte sono uno dei principali strumenti con cui si accerta l'esistenza di norme internazionali. La sede della Corte è nel Palazzo della Pace all'Aia, Paesi Bassi. La Corte Internazionale di Giustizia non deve essere confusa con la Corte Penale Internazionale (International Criminal Court), istituita nel 2002 (non legata all'Onu ed anch'essa con sede all'Aia, Paesi Bassi), il cui compito è invece quello di giudicare individui ritenuti colpevoli di crimini internazionali. Il funzionamento e l'organizzazione della Corte sono disciplinati dallo Statuto della Corte Internazionale di Giustizia, annesso allo Statuto delle Nazioni Unite e dal Regolamento adottato dalla Corte stessa.

09 marzo, 2013

PROMEMORIA 9 marzo 1976 – In Val di Fiemme la cabina della funivia del Cermis con 43 persone a bordo cade, a causa della rottura della fune, in località Maso Teta – 42 morti .

In Val di Fiemme la cabina della Il disastro della funivia di Cavalese del 1976, o Disastro del Cermis, è il peggior incidente di una funivia mai verificatosi. Il 9 marzo 1976, la fune portante di acciaio della funivia aerea si ruppe mentre la cabina stava scendendo dall'Alpe Cermis, vicino alla stazione sciistica dolomitica di Cavalese, a 40 km da Trento. In una delle ultime corse della giornata, alle 17:20, la fune portante dell'impianto sciistico cedette, e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri; quindi continuò la propria corsa sul terreno per altri 100 metri per poi fermarsi in un campo d'erba. Il disastro avvenne nell'ultimo tratto di discesa: il tragitto era diviso in due sezioni, con una stazione intermedia nella quale si effettuava uno scambio di cabine e quindi l'altra risaliva a monte vuota. La seconda cabina comunque non crollò a terra. Nella caduta, il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina, schiacciandola. 42 persone persero la vita, tra queste 15 bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni e il diciottenne manovratore della cabina. La portata della funivia era di 40 persone (o 3175.2 kg) ma al momento dell'incidente gli occupanti erano 43: questo venne giustificato dall'operatore con il fatto che molti di essi erano bambini. La maggior parte delle vittime erano tedeschi della città di Amburgo. A bordo c'erano 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese.[2][3][4] L'unica sopravvissuta alla tragedia fu una ragazza milanese di 14 anni, Alessandra Piovesana. Si trovava in gita scolastica e stava scendendo a valle con due amici, quando accadde l'incidente; dopo una lunga degenza in ospedale, si rimise e testimoniò nei successivi processi, ricevendo poi 50 milioni di lire di risarcimento.[5] Diventata giornalista per la rivista Airone, scomparve nel 2009 in seguito a malattia.[6] L'inchiesta rivelò che due funi d'acciaio si accavallarono ed una tranciò l'altra, presumibilmente vicino ad uno dei sostegni. Il sistema automatico di sicurezza che avrebbe potuto evitare il disastro era spento.[7] L'impianto era stato realizzato nel 1966, solo 10 anni prima dell'incidente a fronte di una durata prevista dell'impianto di 30 anni.[1] Altri incidenti della funivia del Cermis [modifica] Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 Il disastro della funivia di Cavalese del 1976, o Disastro del Cermis, è il peggior incidente di una funivia mai verificatosi. Il 9 marzo 1976, la fune portante di acciaio della funivia aerea si ruppe mentre la cabina stava scendendo dall'Alpe Cermis, vicino alla stazione sciistica dolomitica di Cavalese, a 40 km da Trento. In una delle ultime corse della giornata, alle 17:20, la fune portante dell'impianto sciistico cedette, e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri; quindi continuò la propria corsa sul terreno per altri 100 metri per poi fermarsi in un campo d'erba. Il disastro avvenne nell'ultimo tratto di discesa: il tragitto era diviso in due sezioni, con una stazione intermedia nella quale si effettuava uno scambio di cabine e quindi l'altra risaliva a monte vuota. La seconda cabina comunque non crollò a terra.[1] Nella caduta, il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina, schiacciandola. 42 persone persero la vita, tra queste 15 bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni e il diciottenne manovratore della cabina. La portata della funivia era di 40 persone (o 3175.2 kg) ma al momento dell'incidente gli occupanti erano 43: questo venne giustificato dall'operatore con il fatto che molti di essi erano bambini. La maggior parte delle vittime erano tedeschi della città di Amburgo. A bordo c'erano 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese.[2][3][4] L'unica sopravvissuta alla tragedia fu una ragazza milanese di 14 anni, Alessandra Piovesana. Si trovava in gita scolastica e stava scendendo a valle con due amici, quando accadde l'incidente; dopo una lunga degenza in ospedale, si rimise e testimoniò nei successivi processi, ricevendo poi 50 milioni di lire di risarcimento.[5] Diventata giornalista per la rivista Airone, scomparve nel 2009 in seguito a malattia.[6] L'inchiesta rivelò che due funi d'acciaio si accavallarono ed una tranciò l'altra, presumibilmente vicino ad uno dei sostegni. Il sistema automatico di sicurezza che avrebbe potuto evitare il disastro era spento.[7] L'impianto era stato realizzato nel 1966, solo 10 anni prima dell'incidente a fronte di una durata prevista dell'impianto di 30 anni.[1] Altri incidenti della funivia del Cermis [modifica] Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 un Grumman EA-6B Prowler, aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 150 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Il velivolo, danneggiato all'ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base. Nella Strage del Cermis morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.un aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 150 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Il velivolo, danneggiato all'ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base. Nella Strage del Cermis morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese. con 43 persone a bordo cade, a causa della rottura della fune, in località Maso Teta – 42 morti. Il disastro della funivia di Cavalese del 1976, o Disastro del Cermis, è il peggior incidente di una funivia mai verificatosi. Il 9 marzo 1976, la fune portante di acciaio della funivia aerea si ruppe mentre la cabina stava scendendo dall'Alpe Cermis, vicino alla stazione sciistica dolomitica di Cavalese, a 40 km da Trento. In una delle ultime corse della giornata, alle 17:20, la fune portante dell'impianto sciistico cedette, e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri; quindi continuò la propria corsa sul terreno per altri 100 metri per poi fermarsi in un campo d'erba. Il disastro avvenne nell'ultimo tratto di discesa: il tragitto era diviso in due sezioni, con una stazione intermedia nella quale si effettuava uno scambio di cabine e quindi l'altra risaliva a monte vuota. La seconda cabina comunque non crollò a terra. Nella caduta, il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina, schiacciandola. 42 persone persero la vita, tra queste 15 bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni e il diciottenne manovratore della cabina. La portata della funivia era di 40 persone (o 3175.2 kg) ma al momento dell'incidente gli occupanti erano 43: questo venne giustificato dall'operatore con il fatto che molti di essi erano bambini. La maggior parte delle vittime erano tedeschi della città di Amburgo. A bordo c'erano 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese. L'unica sopravvissuta alla tragedia fu una ragazza milanese di 14 anni, Alessandra Piovesana. Si trovava in gita scolastica e stava scendendo a valle con due amici, quando accadde l'incidente; dopo una lunga degenza in ospedale, si rimise e testimoniò nei successivi processi, ricevendo poi 50 milioni di lire di risarcimento. Diventata giornalista per la rivista Airone, scomparve nel 2009 in seguito a malattia. L'inchiesta rivelò che due funi d'acciaio si accavallarono ed una tranciò l'altra, presumibilmente vicino ad uno dei sostegni. Il sistema automatico di sicurezza che avrebbe potuto evitare il disastro era spento. L'impianto era stato realizzato nel 1966, solo 10 anni prima dell'incidente a fronte di una durata prevista dell'impianto di 30 anni. Altri incidenti della funivia del Cermis Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 un Grumman EA-6B Prowler,[8] aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 150 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Il velivolo, danneggiato all'ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base. Nella Strage del Cermis morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.

08 marzo, 2013

PROMEMORIA 8 marzo 1974 – Viene inaugurato l'Aeroporto internazionale Charles de Gaulle di Parigi

Viene inaugurato l'Aeroporto internazionale Charles de Gaulle di Parigi L'Aeroporto di Parigi-Charles de Gaulle (IATA: CDG, ICAO: LFPG), comunemente noto come Aeroporto di Parigi-Roissy, in francese Aéroport de Paris-Charles-de-Gaulle, è un aeroporto francilien situato a venticinque km a nord-est di Parigi. È il primo aeroporto francese; il suo nome è dovuto alla città di Roissy-en-France, della quale occupa più della metà del territorio, e al generale Charles de Gaulle, che è stato presidente della Repubblica francese a cui è stato intitolato l'8 marzo 1974 al momento dell'inaugurazione; prima era conosciuto come Aéroport de Paris Nord. Talvolta è chiamato aéroport Charles-de-Gaulle, Roissy, Paris-Roissy o Charles de Gaulle. È gestito dalla società Aéroports de Paris (ADP), che gestisce anche l'aeroporto di Parigi-Orly e l'aeroporto di Parigi-Le Bourget.

07 marzo, 2013

PROMEMORIA 7 marzo 1996 – Viene formato il primo parlamento palestinese democraticamente eletto

Viene formato il primo parlamento palestinese democraticamente eletto L'Autorità Nazionale Palestinese, la cui presidenza è stata tenuta fino alla sua morte da Yasser Arafat, è sempre stata dichiaratamente favorevole alla nascita di uno Stato Palestinese arabo indipendente a fianco dello Stato di Israele. Tali dichiarazioni sono state, tuttavia, più volte smentite dalle frange più estremiste e dalle pratiche ostili da esse attuate nei confronti dello stato di Israele. Tra queste organizzazioni, l'OLP, Fatah e altri gruppi estremisti hanno manifestato la volontà di una dissoluzione dello stato di Israele. Un tale "Stato palestinese", secondo l'attuale politica araba, dovrebbe accogliere i numerosissimi profughi palestinesi causati dai vari conflitti arabo-israeliani (specialmente del 1948) e i loro discendenti, che i vari Stati arabi sconfitti hanno sempre rifiutato o avuto difficoltà di assorbire nel proprio territorio (con la sola eccezione della Giordania). Gli arabi ritengono i profughi vittime di una pulizia etnica perpetrata da Israele che avrebbe cacciato i legittimi proprietari dalle loro terre. Gli ebrei ritengono i governi arabi i soli veri responsabili della creazione del problema dei profughi. Su quest'ultimo punto nuovi materiali documentari, forniti dall'apertura degli archivi israeliani relativa agli anni quaranta, ha dato modo a una nutrita serie di Nuovi Storici israeliani e palestinesi di riaprire il discorso, mostrando la sensibile divaricazione esistente fra le dichiarazioni ufficiali n merito dalle autorità civili e militari israeliane e la dimensione reale del fenomeno e le sue cause. I confini che dovrebbe avere questo Stato nascituro non sono condivisi: l'opinione araba è che Israele dovrebbe tornare all'interno dei suoi confini precedenti la Guerra dei sei giorni del 1967, cioè cedere agli arabi le regioni di Giudea e Samaria, o Cisgiordania (West Bank) in cambio di un suo riconoscimento che ne garantisca la sicurezza (la cosiddetta Linea Verde). Mentre gli arabi richiedono questa cessione in quanto quelle terre sarebbero legittimamente loro e occupate dall'esercito israeliano, gli israeliani a loro volta sostengono che quel territorio era già stato loro offerto nel 1947, ma da loro rifiutato e perso definitivamente con le sconfitte belliche del 1948 e del 1967. In assenza di un trattato di pace tra i belligeranti, le leggi internazionali permettono l'annessione della terra di un aggressore dopo un conflitto – esattamente come la terra in questione era stata persa dai turchi ai tempi della Prima guerra mondiale, a favore degli Alleati. Israele offrì la restituzione delle terre acquisite mentre difendeva la sua sopravvivenza dall'aggressione araba in cambio di una pace formale. Un'offerta ribadita in occasione dell'Armistizio di Rodi e della Conferenza di Losanna del 1949. Al tempo leader arabi rifiutarono le terre (e quindi la creazione di uno stato palestinese arabo) pur di mantenere lo Stato di guerra allo scopo di distruggere lo stato ebraico e riprendere il controllo di quelle terre[senza fonte]. Assai distanti sono i punti di vista riguardanti Gerusalemme Est. Il 14 agosto 2005, nonostante la risoluzione ONU 242 non lo prevedesse, il governo israeliano ha annunciato di aver completato l'evacuazione della popolazione israeliana (militare e civile) dalla Striscia di Gaza e lo smantellamento delle colonie che vi erano state costruite. Tuttavia, dallo stesso agosto sono cominciati ininterrotti lanci di razzi di tipo Kassām da Ghaza verso l'insediamento israeliano di Sderot e altre località, che hanno proseguito in modo intermittente negli anni successivo. Gli arabi palestinesi considerano come loro capitale al-Quds (lett. "la Santa"). L'attribuzione di questa città a Gerusalemme è controversa, anche fra gli studiosi dell'Islam, poiché Gerusalemme non viene mai menzionata nel Corano, anche se fin dal secondo decennio del calendario islamico, il racconto coranico narrante l'isrāʾ e il miʿrāj di Maometto viene creduto come avvenuto fra Mecca e Gerusalemme. La perdurante situazione di precarietà e di conflitto con lo Stato d'Israele, unitamente alla sostanziale assenza di un vero e proprio Stato palestinese, ha fatto della città di Rāmallāh la capitale virtuale, o tacitamente provvisoria, dell'amministrazione palestinese. Il 31 ottobre 2011 la conferenza generale dell'Unesco ha votato a favore dell'adesione della Palestina come membro a pieno titolo dell'organismo Onu che si occupa di educazione, scienza e cultura. La decisione è stata votata a maggioranza (serviva il benestare almeno dei due terzi dell'assemblea, composta sino ad oggi da 193 membri): i consensi sono stati 107, i voti contrari 14. Tra le nazioni che hanno votato contro, oltre agli Stati Uniti, la Germania e il Canada. L'Italia e il Regno Unito si sono astenuti, mentre la Francia, la Cina, l'India hanno votato a favore, insieme alla quasi totalità dei Paesi arabi, africani e latino-americani. Il 29 novembre 2012 l'ONU delibera l'innalzamento dello status dell'autorità palestinese a Stato Osservatore.

06 marzo, 2013

PROMEMORIA 6 marzo 1992 Viene istituito il nuovo comune di Fiumicino

Viene istituito il nuovo comune di Fiumicino Fiumicino è un comune italiano di 73 940 abitanti[3] della provincia di Roma nel Lazio. È il quarto comune della regione per popolazione e il quinto per superficie. Nato con la legge regionale n. 25 del 6 marzo 1992, il suo territorio venne ricavato dalla Circoscrizione XIV del comune di Roma, comprendente sei zone complete: Z.XXXVI Isola Sacra, Z.XXXVII Fiumicino, Z.XXXVIII Fregene, Z.XLII Maccarese Sud, Z.XLVI Torrimpietra e Z.XLVII Palidoro e parte di altre tre: Z.XLI Ponte Galeria, Z.XLIII Maccarese Nord e Z.XLV Castel di Guido.

05 marzo, 2013

Ufficio Professioni turistiche e sanzioni. Avviso orari di ricevimento per il pubblico

Ufficio Professioni turistiche e sanzioni. Avviso orari di ricevimento per il pubblico PROVINCIA DI ROMA DIPARTIMENTO XIII – DIREZIONE TURISMO UFFICIO: PROFESSIONI TURISTICHE E SANZIONI A partire dal 1° MARZO 2013 l’Ufficio rispetterà i seguenti nuovi orari di ricevimento al pubblico: MARTEDI’ : 9,30 – 12,30 GIOVEDI’ : 9,30 – 12,30 PER APPUNTAMENTO AL DI FUORI DEGLI ORARI DI RICEVIMENTO CONTATTARE : IL FUNZIONARIO Dott.ssa Silvia Deiana (tel. 0667668651) s.deiana@provincia.roma.it IL RESPONSABILE P.O. Dott. Ivano Moretti (tel. 0667668645) i.moretti@provincia.roma.it

PROMEMORIA 5 marzo 1943 – Scioperi antifascisti: Torino h 10: inizia nell'officina 19 lo sciopero degli operai della Fiat Mirafiori. In pochi giorni centomila lavoratori incrociano le braccia: è la prima grande ribellione operaia che si estenderà presto in tutte le fabbriche del Nord. Passata alla storia come gli "Scioperi del marzo 1943", segna l'inizio del crollo del regime fascista e rappresenta il primo, vero e corale, episodio della Resistenza antifascista. Una canzone degli Stormy Six ricorda quell'avvenimento: La Fabbrica

Scioperi antifascisti: Torino h 10: inizia nell'officina 19 lo sciopero degli operai della Fiat Mirafiori. In pochi giorni centomila lavoratori incrociano le braccia: è la prima grande ribellione operaia che si estenderà presto in tutte le fabbriche del Nord. Passata alla storia come gli "Scioperi del marzo 1943", segna l'inizio del crollo del regime fascista e rappresenta il primo, vero e corale, episodio della Resistenza antifascista. Una canzone degli Stormy Six ricorda quell'avvenimento: La Fabbrica

01 marzo, 2013

A Palazzo Valentini sino al 7 marzo la mostra "Percorsi" di Verena D'Alessandro

A Palazzo Valentini sino al 7 marzo la mostra "Percorsi" di Verena D'Alessandro Sino a giovedì 7 marzo, presso la Sala Egon von Furstenberg di Palazzo Valentini si può visitare la mostra personale di pittura “Percorsi” di Verena D’Alessandro. L’orario d’ingresso all’esposizione è il seguente: dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 19 ed il sabato dalle ore 10 alle ore 13, con accesso libero. L’esposizione, patrocinata dall’Amministrazione provinciale di Roma e dalla Fondazione d’arte Franz Ludwig Catel, è stata inaugurata nel pomeriggio di martedì 26 febbraio. Nella mostra personale di Verena D’Alessandro vengono presentati una ventina di dipinti ad olio - di cui diversi inediti - che offrono una significativa antologia delle opere che l’artista ha realizzato sul tema del paesaggio suburbano ed extraurbano negli ultimi sette anni. Eseguiti con veloci colpi, raschiature e striature di spatola, i quadri in mostra - seppur con diversi temi - presentano molti tratti comuni. I paesaggi sono tutti luoghi d’invenzione, creati dalla fantasia e dalle memorie visive dell’artista, volutamente lontani da qualsiasi riferimento geografico. Un personale e riconoscibile stile di pittura caratterizza inoltre l’intero percorso artistico: una ricerca visiva in cui il naturalismo e la descrizione meticolosa vengono superati da una riuscita combinazione tra l’essenzialità del segno al limite dell’informale e i codici referenziali della pittura figurativa. A completamento del percorso antologico e come omaggio alla città che ospita l’esposizione, la mostra include anche un quadro di grandi dimensioni che raffigura il profilo riconoscibile dell’orizzonte di Roma: una Roma ventura, immaginata come potrà essere in un futuro prossimo, più che ritratta nel presente.

PROMEMORIA 1º marzo 1979 – La Corte Costituzionale in composizione integrata, in merito allo Scandalo Lockheed, condanna, per il reato di corruzione, Mario Tanassi, Duilio Fanali, Bruno Palmiotti, Ovidio Lefebvre d'Ovidio, Antonio Lefebvre d'Ovidio e Camillo Crociani al carcere ed al pagamento delle spese processuali. Viene invece assolto con formula piena Luigi Gui

La Corte Costituzionale in composizione integrata, in merito allo Scandalo Lockheed, condanna, per il reato di corruzione, Mario Tanassi, Duilio Fanali, Bruno Palmiotti, Ovidio Lefebvre d'Ovidio, Antonio Lefebvre d'Ovidio e Camillo Crociani al carcere ed al pagamento delle spese processuali. Viene invece assolto con formula piena Luigi Gui Lo scandalo Lockheed riguarda gravi casi di corruzione avvenuti in diversi paesi, e in particolare Paesi Bassi, Germania Ovest, Giappone, e Italia. Nel 1976 l'azienda Lockheed (oggi Lockheed Martin) ammette di aver pagato tangenti a politici e militari stranieri per vendere a stati esteri i propri aerei. In Olanda è coinvolta la stessa monarchia, mentre in Germania, Giappone e Italia i corrotti dalla Lockheed sono le strutture preposte alle valutazioni tecnico-militari dei Ministeri della Difesa, i Ministri della Difesa, e in Italia e Giappone anche i Primi Ministri. In Italia nel 1978 il Presidente della Repubblica viene travolto dallo scandalo Lockheed e si dimette. Il processo, primo e unico nella storia della giustizia italiana, si svolge davanti alla Corte Costituzionale e non prevede appello (in seguito tale procedura eccezionale riservata ai ministri e agli ex ministri sarà abolita). La Corte Costituzionale dopo la messa in stato di accusa in Parlamento riceve i fascicoli dal Parlamento e nomina il 18 aprile 1977 il giudice istruttore e relatore Giulio Gionfrida, giudice costituzionale, che delega gli atti istruttori ad Antonino De Stefano e Guglielmo Roehrssen, entrambi giudici costituzionali. Il procedimento viene sospeso per le istanze di alcuni imputati non parlamentari di non essere processati con le stesse procedure per Ministri. La stessa Corte Costituzionale il 2 luglio 1977[84] ritiene la richiesta infondata. L'istruttoria riprende con sequestri di atti in Italia e all'estero e riceve documenti politici e amministrativi dal Ministero della Difesa. «Quanto alla documentazione relativa alla fornitura degli aerei C-130 e alle concomitanti trattative, si ravvisava la necessità di disporne l'acquisizione integrale ed originale, previa declassificazione».[85] Tra questi: « tre lettere di Antonio Lefebvre al segretario generale della Difesa Giraudo, una delle quali, in data 18 marzo 1970, faceva riferimento in una nota manoscritta dello stesso Giraudo a una visita effettuata con Antonio Lefebvre al Ministro Gui; una lettera del Kotchian al Fanali in data 31 marzo 1969, che richiamava una riunione avvenuta cinque giorni prima e coincidente con l'incontro dello stesso Kotchian con il Presidente del Consiglio Rumor. » (Istruttoria n. 26[85]) Una delle questioni fondamentali per i giudici è comprendere se e quanto reali fossero le esigenze che hanno portato all'acquisto dei C-130, e proprio dei C-130 e non di altri aerei simili, e soprattutto se il prezzo pagato è congruo. Il giudice istruttore in questo senso chiede anche di vedere il carteggio relativo alle compensazioni industriali che fanno parte dell'offset agreement con la Lockheed, e che sono classificate. In particolare emerge il problema delle compensazioni fasulle organizzate dalla Lockheed, che impattano molto più sul prezzo e sulla sua congruità delle stesse percentuali aggiunte per le tangenti "politiche".[86] Un punto molto evidente nel dibattimento è l'emergere di assegni (alla fine 15 assegni da 5 milioni l'uno) fatti da Crociani a nomi fasulli e incassati dal Fanali e dalla moglie spagnola. Fanali si difende dicendo che tali assegni erano il compenso per le attività da lui eseguite per assistere Crociani nel tentativo di vendere la Ciset (oggi Vitrociset). Crociani è latitante (e lo sarà sino alla sua morte) e dal Messico manda memoriali per confermare le arrampicate sugli specchi di Fanali. Il suo difensore, Alfredo De Marsico, insiste sulla non dimostrazione della corruzione, non essendoci la certezza del titolo della somma da questi ricevuta. Particolarmente interessante è pure la sorpresa del Lefevbre del rifiuto di Tanassi ad accettare assegni nel pagamento della sua quota. Tanassi gli impone il denaro contante. All'inizio di febbraio si conclude il dibattimento processuale, con le arringhe dei difensori degli imputati, e il 6 febbraio la Corte si ritira in camera di consiglio per la decisione. Il 1º marzo 1979, al termine di 23 giorni di camera di consiglio Paolo Rossi, Presidente della Corte Costituzionale, legge il verdetto: