16 aprile, 2013

PROMEMORIA 16 aprile 1988 – Forlì, il senatore democristiano ed esperto in riforme istituzionali Roberto Ruffilli viene ucciso, in casa propria, dalle Brigate Rosse, nel decennale dell'assassinio di Aldo Moro.

Forlì, il senatore democristiano ed esperto in riforme istituzionali Roberto Ruffilli viene ucciso, in casa propria, dalle Brigate Rosse, nel decennale dell'assassinio di Aldo Moro. Le Brigate Rosse, il 16 aprile 1988 (proprio pochi giorni dopo la nascita del nuovo governo presieduto da De Mita, che Ruffilli aveva contribuito a creare), assassinarono Roberto Ruffilli. Appena rientrato nella sua casa forlivese da un convegno in città, due finti postini suonarono alla porta della sua abitazione con la scusa di recapitargli un pacco postale; entrati nell'abitazione, lo condussero nel soggiorno, dove lo fecero inginocchiare accanto al divano per poi ucciderlo con tre colpi di pistola alla nuca. Dopo una telefonata al quotidiano la Repubblica, nel giorno stesso dell'assassinio, alle 10.40 del 21 aprile fu ritrovato, in un bar di via Torre Argentina a Roma, un volantino rivendicante l'uccisione, che esordiva così: « Sabato 16 aprile un nucleo armato della nostra organizzazione ha giustiziato Roberto Ruffilli, [...] uno dei migliori quadri politici della DC, l'uomo chiave del rinnovamento, vero e proprio cervello politico del progetto demitiano, teso ad aprire una nuova fase costituente, perno centrale del progetto di riformulazione delle regole del gioco, all'interno della complessiva rifunzionalizzazione dei poteri e degli apparati dello Stato. Ruffilli era altresì l'uomo di punta che ha guidato in questi ultimi anni la strategia democristiana sapendo concretamente ricucire, attraverso forzature e mediazioni, tutto l'arco delle forze politiche intorno a questo progetto, comprese le opposizioni istituzionali. Firmato: Brigate Rosse per la costituzione del Partito Comunista Combattente » Gli assassini, irriducibili, furono condannati all'ergastolo

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